Saturday, 15 December 2012

A gringo like me



words by Peter Tavis, music by Ennio Morricone


Keep your hand on your gun.Don't you trust anyone.There's just one kind of man that you can trust,that's a dead man, or a gringo like me.
Be the first one to fire.Every man is a liar.There's just one kind of man who tells the truth,that's a dead man, or a gringo like me.
Don't be a fool for a smile or a kiss,or your bullet might miss.Keep your eye on your goal.
There's just one rule that can save you your life,that's a hand on your knife, and a devil in your soul.
Keep your hand on your gun.Don't you trust anyone.There's just one kind of man that you can trust,that's a dead man, or a gringo like me.
Keep your hand on your gun.Don't you trust anyone.There's just one kind of man that you can trust,that's a dead man, or a gringo like me,or a gringo like me,or a gringo like me,like me

Friday, 14 December 2012

Riverdance

Tap dance from the green Ireland. Who knew it?



Thursday, 13 December 2012

L'amore al tempo dei Riots - Un passo indietro

    Sono atterrato a Londra alle 18:00 circa del 16 giugno 2011. In fuga da tante cose. Da piccole cose, in realta', ma che avevano fatto di me un cane rabbioso. Credevo di essere vicino al punto di rottura, ma, come scoprii mesi dopo, il punto di rottura lo aveva gia' superato. Come sia riuscito a rimettere insieme i pezzi del mio spirito non ne ho idea. E tanto meno ho idea se la tenuta sara' di lunga durata, sufficiente a far si' che si risaldino l'un l'altro, o se al primo vero confronto cedera' miseramente.
    Gli ultimi anni in Italia mi avevano piano piano calato in una situazione che non sfociava nella depressione solo perche' vi ho tenacemente resistito. Ero come un naufrago, prova a immaginare la scena: e' notte, non riesci a capire se sia piu' oscuro il cielo oppure il mare; non vedi niente intorno a te se non il buio, e stai sorreggendo due persone, tieni le loro teste fuori dall'acqua. Ad un certo ti rendi conto che non ce la fai piu'. Sei semplicemente stanco, sull'orlo dello sfinimento, e che la tua, di testa, e' sempre un poco piu' bassa man mano che il tempo passa e le energie diminuiscono. Insomma, stai andando a fondo. Sei vai a fondo tu, gli altri due vengono a fondo con te. E sei conscio che non puoi riuscire a salvare entrambi, ma che se tu dovessi sostenere il peso di uno solo allora ce la faresti. 
    Decidere di lasciarne andare uno non e' stato poi cosi' difficile. Era una scelta obbligata. Anche quale dei due lasciare non ha richiesto un grande sforzo di volonta': ho lasciato andare chi dei due era in grado di stare a galla per conto proprio. Ho lasciato andare mia moglie ed ho tenuto mio figlio. Metaforicamente parlando, ovviamente, tutto riferito piu' al piano psicologico che a quello materiale, ma non del tutto. Perche' mia moglie e' rimasta ad affrontare lo stress delle telefonate di banche e fornitori alla ricerca del titolare di una ditta che, non essendo pagata dai suoi clienti, avendo da pagare tasse piu' alte di quello che aveva guadagnato, aveva chiuso. Ma essendo una ditta artigianale il chiudere non cambia niente. I debiti rimangono. Fra debiti, mutuo della casa e il mangiare, potendo pagare solo per uno dei tre, avevo deciso di pagare per il terzo. Per il resto, quando capisci come davvero funziona, quando sai cosa ti possono portare via e cosa no, Equitalia e le banche non fanno piu' paura. Anzi, ti rendi conto che se decidi di vivere nell'illegalita' tutto e' piu' facile. Niente bollo dell'auto da pagare, o multe, tassa sui rifiuti, canone Rai (per altro disdetto). Puoi anche andare a funghi nell riserva naturale fregandotene dei guardaboschi. In 15 minuti riempi il paniere. E la miseria che i clienti ti elargiscono per il tuo lavoro, sfruttando il fatto che c'e' sempre qualcuno disposto a lavorare per meno, quella miseria ti basta se non devi pagare il mutuo e le tasse. Che per avere una vita senza eccessive difficolta' si debba vivere "disonenstamente" e; una delle "piccole cose" che mi avevano avvelenato il sangue di rabbia. E non puoi svegliarti alle 4 o 5 di mattina gia' rabbioso. 
    Quando tutti gli sforzi, tutti i miei lambiccarmi per cercare una soluzione che ci tenesse insieme in qualche modo sono andati ad infrangersi sullo scoglio della resistenza passiva offerta da mia moglie, ho prenotato un biglietto di sola andata per Londra ed organizzato la mia partenza. E credo di essere partito appena in tempo.
    Il mio ultimo cliente e' stato un Finanziere. Non ho mai accettato un cliente in uniforme, li ho sempre scansati. Questa volta mi chiama un amico, proprietario di una Agraria, e mi dice: -C'e' un cliente a cui tengo molto che cerca un bravo giardiniere. E' un ufficiale della Finanza. Ce l'ho di fronte. A parte te non saprei chi altri presentargli. "Merda!" penso, "E' nei guai." -Dagli pure il mio numero-, dico. Avevo gia' il biglietto dell'aereo in tasca, quindi non mi preoccupai piu' di tanto.
     Andai a trovare il cliente, contrattammo la cifra (rigorosamente senza fattura, quando mai un Finanziere vuole la fattura?) e il metodo di pagamento. Lui si fece un primo sconto di 50 euro su 600 e a ruota un secondo di altri 50, e porto' il pagamento da due rate a tre. Non poteva permettersi di pagare 500 euro tutti insieme, pero' girava col BMW capottabile. Quando lasciai l'Italia non aveva ancora finito di pagare. Mio padre e' dovuto andare a cercarlo a casa mesi dopo per avere gli ultimi 200 euro. Ma non e' tutto: ogni volta che andavo da lui (il mio lavoro era quello di recuperare il suo giardino, in particolare il prato, quasi morto a causa di una cattiva manutenzione e un attacco fungino) mi chiedeva sempre lavori supplementari a quelli pattuiti, ovviamente non pagati. E facendogli visita ogni 10 giorni per 3 mesi le occasioni erano numerose, motivo per cui cercavo di andare quando non c'era oppure con gli attrezzi indispensabili all'intervento programmato e nient'altro. Un giorno mi chiese di sostituire con un pezzo di prato pronto in rotoli una parte del prato, meno di 50 centimetri quadri, l'unica parte oltre la soglia di recuperabilita' gia' prima del mio arrivo. Non avevo una vanga, non avevo una pala, non avevo niente adatto a rimuovere la cotica di prato morto. Cosi' mi dette un coltello da cucina. Be', ero li' in ginocchio, a tagliar via l'erba morta, e quello se ne stava in piedi davanti a me, sproloquiando su quanto fosse bravo e corretto e quanto avesse dato allo Stato che non gli restituiva abbastanza. E io avevo quel coltello in mano. E' stato solo per una frazione di secondo, ma mi sono ritrovato a dirmi, nella mia mente: "Il vicino mi ha visto, sa che sono qui. Se gli pianto il coltello in pancia come faccio a non farmi beccare?"
     Non sto esagerando, credimi. C'e' stato un momento infinitesimale durante il quale ero deciso ad uccidere quell'uomo. E' durato uno o due battiti di cuore, non di piu', ma ci fosse stato qualcosa di appena diverso quel giorno, che so, la temperatura qualche grado piu' alta oppure un litigio con mia moglie, allora quel momento sarebbe potuto essere piu' lungo, lungo abbastanza da passare da pensiero ad azione. Cosi' non e' stato e sono venuto a Londra.
    Il primo alloggio e' stato in un ostello, meno di una settimana, poi 3 o 4 settimane nella casa sudicia di un inglese, cose che ho gia' descritto in un post precedente. Tutto era nuovo e tutto era bello quelle prime settimane. La camerata mista dell'ostello era divisa con dei ragazzi spagnoli, due coppie tranquille, una intelligente e l'altra stupida, ma almeno non mi sono capitati indiani dai piedi puzzolenti. La mattina del 17 giugno avevo un colloquio, una interview, per le 10. Avevo puntato la sveglia alle 7, ma quando mi svegliai era luminoso come a Mezzogiorno. Sicuro di non aver sentito la sveglia, o che non avesse suonato, afferrai il mio cellulare per controllare l'orario: le 4. Le 4 del mattino intendo. Che le giornate estive si fanno piu' lunghe avvicinandosi al Polo non ci pensi davvero finche' non lo esperimenti.
    Ovviamente non ci fu verso di riprendere sono e alle 5 lasciai l'ostello, sotto gli sguardi increduli dei ragazzi alla recezione, indossando una maglietta ed una camicia, tenuta sbottonata e con le maniche arrotolate. Alle 8 stavo correndo alla ricerca di un negozio aperto per comprare una felpa, perche' la temperatura era crollata di colpo e stavo morendo di freddo. Gli sbalzi di temperatura e' una delle cose a cui ci si deve abituare e alla svelta in UK. Sono cosi' comuni che i nativi hanno sviluppato una pressoche' totale insensibilita' alle temperature. Mentre un italiano percepisce una differenza di 4 gradi in piu' o in meno, loro non si accorgono di niente. Ho visto gente per strada in maglietta sudare al punto da bagnarla alle 7 di mattina a febbraio, compagni di lavoro con indosso giacche di pile pesante quando io sudavo in maglietta, ed in maglietta quando io, col pile addosso, sentivo freddo.
    Feci tre colloqui in tre giorni, e gia' al venerdi' avevo il primo lavoro. Un' agenzia mi mando' a lavorare come giardiniere per un ditta il cui 90% degli operai erano polacchi che parlavano polacco sopra la mia testa. Dopo 3 settimane, avendo ormai perfezionato  al massimo la mia pronuncia di "fuck", "fucking" e "curva" (il corrispettivo polacco di fuck) lasciai la ditta che non aveva altro da darmi. Non che avessi un altro lavoro, solo una prova fissata per il sabato mattina presso un grande fiorista della City che voleva avviare un settore di giardinaggio. Lasciai comunque il mio primo lavoro, mi presentai in anticipo per la prova, ed aspettai piu' di un'ora il ragazzo che doveva farmi il trial, in ritardo per non si sapeva quale motivo e senza che nessuno degli altri dipendenti sapesse perche' io ero li'.
    Alla fine arrivo'. Era un ragazzo polacco, ed a quel punto la mia antipatia per i polacchi era cresciuta a livello di insopportazione. Mi fece un trial ridicolo, chiedendomi tre, quattro nomi di piante e poi sheckerandomi a giro per la City in una Smart che guidava da cani, a scatti sufficienti a far venire il mal di mare. Sul terrazzo dell'unico cliente che visitammo quel giorno, piu' che altro per portare il materiale necessario ad una delle fioriste per preparare delle composizioni di fiori recisi in vaso, mi passo' un biglietto con un numero di telefono. -E' il numero di una mia amica che cerca giardinieri-, mi disse. 
    -E perche' me lo dai?-chiesi.
    -Perche' ti voglio aiutare. E voglio aiutare lei. Sai, nel caso che tu non abbia questo lavoro.
    -Ah. Ho capito.
    Ed infatti non ebbi quel lavoro. A mezzogiorno mi disse che non c'era altro da fare, non che avessimo fatto qualcosa, e mi mando' via dicendomi avrebbe riferito al titolare. Mi immaginavo cosa avrebbe riferito, piu' o meno, e non ci fu modo di parlare col titolare, ovviamente, cosi' chiamai il numero che mi aveva dato il martedi' successivo.
    Forse le 7 di mattina fu troppo presto per chiamare la titolare della ditta, e la telefonata si risolse con una incomprensione: il mio "Could I come tomorrow for the trial?" fu inteso come se io non fossi disponibile per tutta la settimana. O forse era solo un altro scherzo del galletto polacco. Fatto sta che ero riuscito a perdere non uno, ma tre lavori tutti insieme, contando quello che avevo lasciato.
    Un po' demoralizzato me ne andai in biblioteca e, usando un loro terminale a disposizione degli utenti (non avevo ancora un PC ne' la casa dove stavo aveva connessione internet), misi un annuncio sul sito Gumtree: giardiniere con 20 anni di esperienza cerca lavoro. Un' ora dopo avevo un messaggio in segreteria telefonica e il mio secondo lavoro a Londra. Proprio alla vigilia del mio primo trasferimento: stavo per lasciare Willsden Green, nell'area detta North London, per andare a vivere a Leyton, in East London.
    Per oggi mi fermo qui. Dove sono i Riots e dov'e' l'amore, dirai. Be', i riots sono accaduti ad agosto ed io sono appena a meta' luglio col mio racconto. In quanto all'amore, l'amore mi sa che e' il filo rosso che passa attraverso tutto questo anno e mezzo e di cui ancora non vedo la fine. Semplicemente, dopo aver scritto frammenti dei miei sentimenti e schegge di follia schizzate fuori dal crollo della mia precedente vita, sentivo la necessita' di raccontare in modo chiaro e lineare la mia storia. Per farlo era necessario un passo indietro, anche qualcuno in piu' di uno, fino all'inizio della mia avventura londinese per ripercorrere le sue tappe in ordine cronologico. Questa e' stata la prima tappa, la prima fase, quella dell'entusiasmo spumeggiante poco adatto ad un quarantenne, forse. Una fase caratterizzata dall'assenza di internet, dalla lettura di molti fumetti in inglese, e da una vera e propria crisi di astinenza da sesso. Vedevo gli spermatozoi nuotarmi davanti alle pupille. Non ero partito in cerca di avventurette, ma non avevo ancora codificato i miei nuovi principi morali, o per meglio dire non avevo ancora adattato i miei precedenti principi di padre di famiglia tutto lavoro, casa e chiesa (non Cattolica) alla mia nuova situazione di... single? Sbandato credo sia piu' corretto. Insomma, ero li' in quella stanzetta con una gran voglia di scopare, grande al punto da rispondere ad un annuncio di ricerca di attori porno, per poi chiudere la telefonata alla notizia che il 50% della commissione dell'agenzia andava pagato in anticipo indipendentemente dall'essere scelto dopo il provino oppure scartato. Insomma, 500 sterline per una scopata (dubbia) erano decisamente troppe, quindi mi tenni la voglia per qualche mese ancora decidendo di fare di necessita' virtu'.
    Adesso mi fermo per davvero. Perderei chiarezza, e la seconda tappa, quella di Leyton, la fase piu' lunga, durata da luglio 2011 a febbraio 2012, ve la raccontero' un'altra volta. Insieme ai Riots.


Racconti correlati   L'amore al tempo dei riots-La prima cosa che ho fatto a Londra
                              L'amore al tempo dei riots-Ingenuita'
                             L'amore al tempo dei riots-Un pizzico di magia e di mistero 

Wednesday, 12 December 2012

Ballad of Sacco and Vanzetti

by Joan Baez

Father, yes, I am a prisonerFear not to relay my crimeThe crime is loving the forsakenOnly silence is shame
And now I'll tell you what's against usAn art that's lived for centuriesGo through the years and you will findWhat's blackened all of history
Against us is the lawWith its immensity of strength and powerAgainst us is the lawPolice know how to make a manA guilty or an innocent
Against us is the power of policeThe shameless lies that men have toldWill ever more be paid in goldAgainst us is the power of the goldAgainst us is racial hatredAnd the simple fact that we are poor
My father dear, I am a prisonerDon't be ashamed to tell my crimeThe crime of love and brotherhoodAnd only silence is shame
With me I have my love, my innocenceThe workers and the poorFor all of this I'm safe and strongAnd hope is mine
Rebellion, revolution don't need dollarsThey need this insteadImagination, suffering, light and loveAnd care for every human being
You never steal, you never killYou are a part of hope and lifeThe revolution goes from man to manAnd heart to heartAnd I sense when I look at the starsThat we are children of life, death is small

Actually is not USA vs Rest of the World...

...In United Kingdom this illogical system is used too.


The last and final moment is yours

Here's to You


by Joan Baez 




Here's to you, Nicola and Bart
Rest forever here in our hearts
The last and final moment is yours
That agony is your triumph

Here's to You (song)

From Wikipedia, the free encyclopedia

"Here's to you" is a song by Joan Baez, released in 1971 as part of the soundtrack of the film Sacco e Vanzetti
The lyrics are by Baez herself and the music is by Ennio Morricone.

[edit]Background

The song is a tribute to two anarchists of Italian origin, Nicola Sacco and Bartolomeo Vanzetti. At the time of writing, 
it was a popular assumption in left-wing circles that their conviction to the death penalty in 1920s United States was
 wrongful. The case is known as the Sacco and Vanzetti Affair.
The song is Part 3 of a 3-part piece, Ballad of Sacco and Vanzetti composed for the soundtrack of the film directed
 by Giuliano Montaldo. The lyrics are taken from an actual letter by Bartolomeo Vanzetti: "Father, yes, I am a 
prisoner / Fear not to relay my crime". This inspired Baez to write the lyrics. Music by Ennio Morricone, the 
composer of a great number of film soundtracks and film scores, is the repetition of the same musical line for 10 
times, with the first two without any lyrics. In the United States and worldwide, the song became a veritable human
 rights movement in the 1970s.[citation needed]

Sacco and Vanzetti

From Wikipedia, the free encyclopedia

Ferdinando Nicola Sacco (April 22, 1891 – August 23, 1927) and Bartolomeo Vanzetti
(June 11, 1888 – August 23,1927) were suspected anarchists who were convicted of 
murdering two men during a 1920 armed robbery of a shoefactory in South Braintree
Massachusetts, United States. After a controversial trial and a series of appeals, the two 
Italian immigrants were executed on August 23, 1927.[1] There is a highly politicized dispute 
over their guilt or innocence, as well as whether or not the trials were fair.[2][3] The dispute 
focuses on contradictory evidence. As a result, historians have not reached a consensus.

http://en.wikipedia.org/wiki/Sacco_and_Vanzetti

Sacco e Vanzetti

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Se hai problemi nella visualizzazione dei caratteri, clicca qui.
bussola Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Sacco e Vanzetti (disambigua).
« Io dichiaro che ogni stigma ed ogni onta vengano per sempre cancellati dai nomi di Nicola
Sacco e Bartolomeo Vanzetti »
(Il proclama del 23 agosto 1977, con il quale l'allora governatore del Massachusetts Michael Dukakis 
assolveva i due anarchici italiani dal crimine a loro attribuito, esattamente 50 anni dopo la loro 
esecuzione sulla sedia elettrica)


Ferdinando Nicola Sacco (Torremaggiore22 aprile 1891 – Charlestown23 agosto 1927) e
Bartolomeo Vanzetti (Villafalletto11 giugno 1888 –Charlestown23 agosto 1927) furono
due anarchici italianiVennero arrestati, processati e giustiziati sulla sedia elettrica negli 
Stati Uniti negli anni venti, con l'accusa di omicidio di un contabile e di una guardia del 
calzaturificio  «Slater and Morrill». Sulla loro colpevolezza vi furono molti dubbi già all'epoca 
del loro processo; a nulla valse la confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, 
che scagionava i due. Sacco di professione faceva l'operaio in una fabbrica di scarpe, mentre 
Vanzetti – che gli amici chiamavano Trumlin – gestiva una rivendita di pesci. Furono giustiziati 
sulla sedia elettrica il 23 agosto 1927 nel penitenziario di Charlestown, presso Dedham
cinquant'anni esatti dalla loro morte, il 23 agosto 1977 Michael Dukakis, governatore dello 
Stato del Massachusettsriconobbe ufficialmente gli errori commessi nel processo e riabilitò 
completamente la memoria di Sacco e Vanzetti.

http://it.wikipedia.org/wiki/Sacco_e_Vanzetti

Sunday, 9 December 2012

The hedge knight on the edge

Take out the armor and are really good!

Alla fine tutto crollo'


I'm selling freedom!

Berlino o Londra, London or Berlin... e' poi cosi' importante il luogo? Fa qualche differenza? Is there a difference if the place is different?



Franz è il mio nome e vendo la libertà                 My name's Franz and I sell freedom
a chi vuol passare dall'altra parte della città         to who wants passing to the other side of the city                                                                                                        
compra il biglietto e non ti pentirai                      buy the ticket you won't regret
per quello che ti dò non costa assai                     what I give you is not expensive


Domani è il giorno, domani si partirà                    Tomorrow is the day, tomorrow we'll go
con una carrozza per l'altra parte della città          with a coach towards the other side of the city
e come Pinocchio non crederai ai tuoi occhi           and like Pinocchio you won't believe to your eyes
quando vedrai il Paese dei Balocchi                       when you'll see Toyland

West Berlino splendente ti apparirà                      West Berlin will seem splendent
e nella notte la luce ti abbaglierà                          in the night the light will dazzle you

e nelle vetrine aperte ai desideri                          in the shop windows open to the desires
i sogni tuoi proibiti fino a ieri                                your yesterday forbidden dreams.


Senti che suoni, c'è musica dall'altra parte            Listen the sounds, there's music on the other side
e nelle strade la gente che si diverte                    people having fun on the road
è sempre festa, l'altra città ti aspetta                    is always a party, the other city is waiting for you

non perder tempo, compra il biglietto in fretta       don't waist your time, hurry up, buy the ticket

Lì tutto è permesso, lì tutto si può comprare         Over there everything is allowed, over there everything is

                                                                          buyable
e ti conviene spendere senza pensare                  had better to spend without thinking

e se non avrai più i soldi una mattina                   if a morning you have no money
ti troverai dall'altra parte della vetrina                  you'll find yourself on the other side of the shop window

È come un gioco, e ognuno ha la sua parte           It's like a game, everyone has his part
e quando alla fine avrai giocato tutte le tue carte   when you'll have played all your cards
non ci pensare non aver paura                            don't think about that, don't be scared
che nella vetrina farai la tua figura                       that in the shop window you'll appear in a good light.

Dystopia


Londra e' la citta' distopica per eccellenza, la Berlino di cui cantava Edoardo Bennato. Poche foto per mostrare un poco di cio' che le sue mille luci servono a nascondere. Non che tutta Londra, eccettuata la parte riservata ai turisti, sia cosi'. Ma lo e' la maggior parte. Sembra di essere in un romanzo di fantascienza, dove le ultime innovazioni tecnologiche sono affiancate a tecniche ed attrezzi ormai chiaramente datati e non efficienti.


London is the very dystopian city, the Berlin which was sang by the Italian singer Edoardo Bennato. Few photos to show what London's thousand lights hide. Not the whole of London is so, but it's mostly like that. It seems to be in a sci-fi novel, in which last technological innovations are aside to techniques and tools clearly dated and inefficient.




Photos taken in a 3 years old flat. 







It doesn't matter how much expensive the house is.
Building is always a scrap.


Most part of people don't understand what hygiene means.
Dishes are not properly cleaned 
or the soap washed away




The floor on which clothes are laid is dirty.


Milk stored outside in the sun: 
don't trust Indian and Pakistan shops for soft goods.



It came out from the kettle...


It's normal even this!!!





Cat hair on curtain. Why don't you clean it up sometimes?


Shall I teach you how eating spaghetti?
You can't use a knife, please...


Images from everyday's life






And finally. I took the following photos at a museum (Guildhall Art Gallery).



I checked "Secutor" translation, but I couldn't find any translation in "seeker". 
The most appropriated is "follower", from sequor "I follow, come or go after". 
The ignorance, even among who work in a museum and to fit an exhibition out, is shameful.








Saturday, 1 December 2012

Luna Fortuna


Un passo avanti ed uno indietro

Svegliato alle sei di mattina da due volpi che abbaiavano sotto la mia finestra. Cosa abbastanza normale qui a  Londra. In piu' le volpi in questa via sono aumentate da quando uno dei miei housemates ha fatto cadere in strada il maiale arrosto preparato per la Festa del Ringraziamento (alla porta accanto vive un' americana). Avrei voluto vederle litigare, ma il rientro da lavoro di un coinquilino (quello del porco arrosto) le ha fatte scappare prima che ci riuscissi.
Ma non era tanto delle volpi che volevo parlare. Sono i pensieri confusi che mi hanno assillato mentre stavo disteso al buio nel letto. Se questi sono i momenti in cui la magia di una citta' come Londra si fa piu' viva, bene, a me non succede. Sara' che concentro troppo la mia fantasia nei racconti che scrivo, sara' che le masse cacofoniche di turisti e semiumanita' dilaganti per le strade di Londra sciacquano via tutta la magia. Servirebbe un'allucinazione chimica per vedere lo scintillio di un mondo alternativo. E sarebbe in ogni caso una distopia. Anche il nuovo mondo in cui ho tentato di trasferirmi, quella nuova vita ricercata e in un certo senso conquistata, e' per il momento solo uno scenario sbiadito. Le due lune sono tutt'ora al loro posto, a dividersi il mio cielo, una piu' alta e l'altra piu' bassa. Aspettavo che una delle due cadesse, precipitasse disastrosamente al suolo e che la catastrofe conseguente portasse infine un cambiamento radicale. Ma non succede.
E cosi' la mia vita arranca, mentre le aspettative vengono disattese o si compiono, in un balletto all'interno di una stanza calda, gli astanti arrossati e sudati, alcuni felici ed ignari, altri falsamente contenti con addosso la maschera dell'allegria, cacofonici ed inebriati dagli odori dell'alcol e del sesso. La Maschera Rossa danza in mezzo a noi, abbracciando ora quel ballerino, ora quella ragazza. Facendosi prima vicina, per poi allontanarsi ed essere portata fuori vista dal rondo' successivo.
Ho passato l'ultimo anno studiando un piano di vita che era il sostituto del precedente, definitivamente scartato quando mia moglie ha messo il punto dopo la parole FINE della nostra relazione. La parola FINE, scritta molto tempo fa, aveva provocato solo un riarrangiamento dei miei piani. Tutto ruotava intorno al trasferimento di mio figlio a Londra, piu' una necessita' che un desiderio, e per me una difficolta' logistica. Un anno di attesa, di possibilita' scartate in partenza perche' non si adattavano alla situazione in divenire, e tutto si e' risolto in un anno sprecato, in un anno che avrei potuto sfruttare per aprirmi una strada nel mio nuovo mondo. Mio figlio e' venuto, si e' schifato e si prepara ad andarsene, per fare cosa non si sa. Spero per crescere.
Non so se sentirmi infine libero, a questo punto. Sono stordito dalle botte e dalle delusioni ricevute. Ho imparato a cadere, non mi faccio piu' tanto male e mi rialzo sempre, nel tentativo di stancare la Vita, questo avversario che gioca sempre scorretto e sputa sui premi che riesco a conquistare. Ma lo stordimento non si puo' evitare. In un anno e mezzo a Londra ho vissuto nei suoi quattro canti, trasferendomi da Est a Ovest, da Ovest a Nord e da Nord a Sud, ed ho lavorato negli spazi  che si trovano in mezzo ai Quattro Cantoni. Adesso sto per tornare al punto di partenza. Se non e' questo anno e mezzo di vita che e' stato cancellato, di sicuro sono i suoi programmi ad essere stati annullati. La Vita ha segnato un altro gol. Palla al centro e si ricomincia dall'inizio. Ormai gioco per il divertimento, quindi provero' ad infilarmi nei vicoli di Londra o a camminare nella nebbia dei docks. Voglio scoprire se una di quelle Londra alternative di cui tanti scrittori hanno fantasticato esiste davvero. E se esiste voglio visitarla, dovessi infilarmi in un tombino per raggiungere il Re dei Ratti.