Saturday, 31 March 2018

Alessia



 E' strano, e difficile, scrivere della sensazione che mi ha preso e tormenta dopo l'aver realizzato di aver buttato via gli ultimi sette anni della mia vita. Quando venni a Londra la prima volta non avevo niente se non le mie capacità e l'entusiamo, la voglia di fare e costruire. Insieme alla rabbia che covava pronta a scatenarsi, rabbia per quarant'anni di vita che mi erano stati sottratti, rubati. Adesso, invece, riparto da dove partii sette anni fa, nuovamente senza niente, e privo pure dell'entusiasmo. Quello, insieme a tante altre cose, l'avevo messo nella mia relazione con Alessia, e quando la relazione è finita tutto ciò che avevo messo in essa è finito con essa.
Aiuterebbe molto dare la colpa ad Alessia per ciò che mi è successo, ma lei non mi aveva mai fatto alcuna promessa e, sebbene fin dall'inizio avessi saputo che se ne sarebbe andata, io ho deciso di andare avanti e mettere tutto me stesso in quella relazione. Non avrei saputo in che altro modo farlo, comunque, e il danno che ne ho ricevuto, sebbene dovuto ad Alessia, non le è imputabile.
Fu una relazione particolare, in cui io misi tutto ciò che potevo, lei mise ciò che volle mettere. Fu una relazione in cui anche se avessi potuto mettere molto di più, sarebbe stato inutile. Non mi fece mai parte delle sue amicizie, non mi presentò mai uno dei suoi colleghi dell'università, parlò di me ai suoi genitori e me li fece conoscere solo quando non poté più evitarlo. Per il resto mi si dette con intensità, ma tutto ciò che riuscì a tenere per sé non me lo svelò, né mi dette accesso a tanti luoghi nascosti e dimenticati del suo animo. Fu come aggirarmi sotto le mura di una città silenziosa, le cui porte erano sbarrate; tutto intorno la desolazione di rapporti umani fittizi, campi coltivati i cui raccolti sono marciti sotto la pioggia. Quando infine riuscii a scalarne le mura e a godere della luce e calore delle sue vie, trovai la fortezza al suo centro sbarratami e mai riuscii ad espugnarne le porte. Perché quelle porte sono inespugnabili in ognuno di noi e le si possono varcare solo ce ci lasciano entrare. Alessia non le aprì mai.
Fu una relazione in cui lasciai che le colpe fossero deposte ai miei piedi, una dopo l'altra, perché tanto il non accettarlo non avrebbe cambiato niente . Le pesava che odiassi Londra, quando era stata lei a farmela odiare. Ma a me “Londra non era mai piaciuta.” Le pesava che fossi insoddisfatto, infelice diceva lei, e non si è mai fermata a pensare che la mia insoddisfazione derivasse dall'aver accettato di rimanere a Londra per amor suo, in attesa che lei fosse pronta ad andarsene. Ma poi, anche il fatto di andarcene da Londra divenne qualcosa “di cui non avevamo mai parlato seriamente.” Ed io avevo rinunciato a cercare il lavoro che mi piaceva, a perseguire una carriera mia, costretto a subire le frequentazioni di bassa lega che potevano venire dal mio lavoro, mentre lei viveva una vita parallela a quella insieme a me e popolata delle persone che la facevano stare bene. Mi accusò di non averle mai detto che era bella, ma si era dimenticata del perché avevo smesso di dirglielo, dello sguardo ferito che mi aveva rivolto una notte credendo che le mie parole non rispecchiassero ciò che veramente credevo.
Fu una relazione in cui mi sentii rinfacciare spesso il mio precedente matrimonio, la consapevolezza e tristezza di aver perso tutto ciò che avevo costruito e di cui avevo bisogno. Ma Alessia non fu mai disposta a riempire quel vuoto, preferì accusarmi di rimpiangere mia moglie e di farla sentire l' altra. Quando in realtà lei aveva deciso di essere l'altra, e di quando le chiesi di sposarmi sono certo non abbia memoria. Anzi, sono certo che neppure abbia capito che lielo stavo chiedendo. Così come sono certo non abbia mai pensato a quanto male possa avermi fatto il vederla piangere, non una ma più volte, per il suo ex, un uomo che l'aveva tradita e picchiata. Mi chiedo se abbia mai pianto per me.
Fu una relazione che finì senza che la verità fosse mai detta, senza che Alessia ammettesse che non ci aveva mai provato veramente, che non aveva mai avuto intenzione di rimanere con me. Fu una relazione che finì per un'offerta di lavoro che la pose davanti alla scelta fra la carriera e me, il motivo per cui sapevo che mi avrebbe lasciato: non era disposta a fare tale rinuncia per me. Essere barattato in questo modo fa male, ma ero preparato a ciò. Scoprire piano piano che la nostra relazione sarebbe potuta andare avanti nonostante questo lavoro, che il tutto fu solo una scusa per liberarsi di un legame che fino ad allora non era riuscita a spezzare, quello mi ha distrutto.
Fu una relazione in cui tante parole sono rimaste in sospeso, e che io accettai rimanessero tali per facilitarle la fuga. Del resto, in una relazione si deve essere pronti a fare delle rinunce, ma l'unica cosa a cui io potevo realmente rinunciare era Alessia, perché di tutto il resto non mi importava, e quindi lasciai che se ne andasse. E feci del mio meglio perché ciò non le pesasse, non so con quali risultati. Ma ora tutte quelle parole non dette cominciano a pesarmi. Quelle parole non pronunciate mi hanno portato a muovermi senza uno scopo, a non costruire niente, a consumare ciò che mettevo da parte, a non provare più gusto in niente e nessuno, a costruirmi il deserto intorno. Ed ora, ora che è chiaro che io sono solo stato un intermezzo per lei, ad anni di distanza dall'ultima volta che ci siamo visti, e che quelle parole non possono più farle male, credo sia tempo che quelle parole vengano infine pronunciate.

Sunday, 18 March 2018

The troll's woman

Se tu fossi una donna cristiana
Riceverei volentieri regali così,
Ma io so che sei il peggiore troll
Figlio degli spiriti maligni




All'alba, prima che il sole sorgesse
E gli uccelli cantassero la canzone
La donna del troll con lingua falsa
Ed ingannevole propose al signore:
Herr Mannelig, Herr Mannelig mi vorrai sposare
Per tutto quello che io ti darò?
Se vorrai, rispondi solo si o no
Farai così o no?
Ti darò I dodici mulini
Che stanno tra Tillo e Terno
Le macine sono fatte del più rosso rame
E le ruote sono cariche d'argento
Herr Mannelig, Herr Mannelig mi vorrai sposare
Per tutto quello che io ti darò?
Se vorrai, rispondi solo si o no
Farai così o no?
Se tu fossi una donna cristiana
Riceverei volentieri regali così,
Ma io so che sei il peggiore troll
Figlio degli spiriti maligni.
Herr Mannelig, Herr Mannelig mi vorrai sposare
Per tutto quello che io dolcemente ti darò?
Se vorrai, rispondi solo si o no
Farai così o no?



Wednesday, 14 March 2018

Le donne 2

La storia della Donna, da Eva ai giorni nostri, è un percorso disseminato di rimpianti.

Ed ancora non riescono a capire...


The story of the Woman is, from Eva's time to today, is a path scattered of regrets.

And they don't understand yet...

Thursday, 8 March 2018

All I really want is something beautiful to say

It's all so playful when you demonize
To spit out the hateful, you're willing and able




Say, "Can you help me?" right before the fall
Take what you can and leave me to the wolves


"Words As Weapons"

All I really want is something beautiful to say

Keep me locked up in your broken mind
I keep searching, never been able
To find a light behind your dead eyes
Not anything at all

You keep living in your own lie
Ever deceitful and ever unfaithful
Keep me guessing, keep me terrified
Take everything from my world

Say, "Can you help me?" right before the fall
Take what you can and leave me to the wolves

Keep me dumb, keep me paralyzed
Why try swimming? I'm drowning in fable
You're not that saint that you externalize
You're not anything at all

(All I really want is something beautiful to say)

It's all so playful when you demonize
To spit out the hateful, you're willing and able
Your words are weapons of the terrified
You're nothing in my world

Say, "Can you help me?" right before the fall
Take what you can and leave me to the wolves

All I really want is something beautiful to say
Keep me guessing, keep me terrified
All I really want is something beautiful to say
You keep living in your own lie

All I really want is something beautiful to say
To never fade away
I wanna live forever

All I really want is something beautiful to say
To never fade away
I wanna live forever

You keep living in your own lie
Keep me guessing, keep me terrified

All I really want is something beautiful to say

Say, "Can you help me?" right before the fall?
Take what you can and leave me to the wolves

All I really want is something beautiful to say
Words are weapons of the terrified
All I really want is something beautiful to say
Keep me guessing, keep me terrified

All I really want is something beautiful to say
To never fade away
I wanna live forever

All I really want is something beautiful to say
To never fade away
I wanna live forever

Thursday, 1 March 2018

Drifting further every day

Getting lost within myself
Nothing matters, no one else





Life, it seems, will fade away
Drifting further every day
Getting lost within myself
Nothing matters, no one else

I have lost the will to live
Simply nothing more to give
There is nothing more for me
Need the end to set me free

Things not what they used to be
Missing one inside of me
Deathly lost, this can't be real
Cannot stand this hell I feel

Emptiness is filling me
To the point of agony
Growing darkness taking dawn
I was me, but now he's gone

No one but me can save myself, but it's too late
Now I can't think, think why I should even try

Yesterday seems as though it never existed
Death greets me warm, now I will just say goodbye

Farewell to Nineveh



Ed eccomi qui, a fare i preparativi per un nuovo viaggio, io che vorrei mettere radici. Eccomi qui a dire addio a Ninive, questa volta, forse, per sempre. Sono tornato ascoltando quello che avevo creduto un richiamo, ho scoperto che non sono più il benvenuto qui e non c'è un posto per me. Questa non è più casa mia ed ora riparto senza aver compreso perché dovevo tornare. Ma forse non c'è nessun piano, nessuna guida, solo il caso crudele nella sua indifferenza. Riparto con una comprensione ed una rivelazione. Ho infine compreso di essere divenuto un disadattato che non si troverà a suo agio in nessun luogo. Mi è stato rivelato che la mia ricerca di Altroquando non è altro che un costante pensiero della morte. Beh, se non troverò pace lì...

Here I am, nearly ready for a new journey, I who wanted to put roots down. Here I am, to say farewell to Nineveh, maybe forever this time. I came back following what I believed a call, to find out that I'm not welcome anymore and there's no place for me here. This is not my home anymore and now I'm leaving again without having understood why I had to come back. But maybe, there's no design, no lead, just the cruel, indifferent chance. I leave with a comprehension and a revelation. I have finally understood that I've become an unsuited who will never fit in any place. I have been revelated that my search for Altroquando is nothing else than a continuous thinking about death. Well, if I will not find peace over there...



Sunday, 25 February 2018

Can't you see I'm sick of fighting?

Whenever I was feeling wrong
I used to go and write a song
All my dreaming torn in pieces now





There wasn't much I used to need
A smile with glow, a summer breeze through
My heart
Now my mistakes are haunting me
Like winter came and put a freeze on
My heart
I've lost the power to understand
What it takes to be a man with 
My heart
I saw you wanted this to end
You tried your best to be a friend to
My heart
But I'm leaving
This worry town
Please, no grieving
My love,
Understand
Whenever I was feeling wrong
I used to go and write a song from
My heart 
But now I feel I've lost my spark
No more glowing in the dark for
My heart
So I'm leaving
This worry town
Please, no grieving
My love,
Understand
Understand
Understand
Understand
Understand
Understand
(Can't you see I'm sick of fighting?)
Understand
(Can't you tell I've lost my way?)
Understand
(Look at me, there's no denying)
Understand
(I won't last another day)
So I'm leaving
This worry town
Please, no grieving
My love, understand
That I'm leaving
This worry town
Please, no grieving
My love,
Understand
All my dreaming torn in pieces
All my dreaming torn in pieces
All my dreaming torn in pieces
All my dreaming torn in pieces now

All the words are gonna bleed from me

And I'm talkin' to myself at night
Because I can't forget





Ripiegato sul passato, attraversato da una crepa che non lascia entrare alcuna luce, ciò che fa male non è l'essere ormai incapace di vivere la mia vita, bensì l'incapacità di rappresentarla. Attingere a quell'Io che giace ferito nello scorrere dei ricordi è così doloroso che desisto, sconfitto, e tutto ciò che vorrei raccontare rimane una malinconia sognata ad occhi aperti. Il cantastorie ha perso le sue parole ed esse stanno sanguinando via da me...

Recoiling in the past, cracked by a fissure which doesn't allow any light through, the pain is not the incapacity of living my life but the incapacity of performing it. Drawing from that my inner self which lays wounded into the flowing stream of memories is so painful that I always desist, defeated, and all that I would like to tell remains just the malady of reverie. The storyteller has lost his words and all them are bleeding away from me...

Thursday, 22 February 2018

Misoginia 14

Fra due mali, scelgo sempre quello che non ho mai provato prima. Così scriveva Oscar Wilde. Io, invece, preferirei riprendermi una delle mie donne del passato. 

#bloodyinterviews 6

In a job spec was written: 

Sent CV to ##emailaddress##
Specifying why this job, and where do you see your selves in 5 years

Mistakes are their own. 

So I wrote them:

22 February 2018

Dear Sir/Madam.

Let me open this cover letter answering your two questions.

Why do I want this job? For the money, of course. Gardening is a passion for me but working for a low wage makes even a passion unbearable. Variety of jobs doesn't pay the bills. This should answer also to which wage I will accept.

Where do I see myself in 5 years? In a better position. Which doesn't necessarily mean more money but a balanced situation, where all aspects of the job work to make it pleasant and allow some kind of growth. We spend too much time at work to do something unpleasant. If such a situation will be possible in your company I will be with you, otherwise, I will move on.

I apologise for my bluntness.


Now, let me talk briefly about my 25-year long working experience in the Horticultural Industry.

I don't know if they'll answer, but if they do we'll begin well.

Sunday, 18 February 2018

#bloodyinterviews 5

During a chat on Skype with a Scottish employer.

Scotsman: Reading your CV I have the impression you get easily bored.

Me: That's not correct. I don't get easily bored, I get easily annoyed. I really despise people who can't keep to their word. So, if we make a deal, I expect you sticking to your own part of the deal. If you don't, I just move on. Simple.






Monday, 12 February 2018

March of the Machines

I will grow
Know my name



I will grow
Know my name
I am hope
I am the 'Frame

I advance
Up from the deep
A new chance
The march of the machines

I will grow
Know my name
I am hope
I am the 'Frame

I advance
Up from the deep
A new chance
The march of the machines

I will grow
Know my name
I am hope
I am the 'Frame

I advance
Up from the deep
A new chance
The march of the machines

I will grow
Know my name
I am hope
I am the 'Frame

I advance
Up from the deep
A new chance
The march of the machines

I will grow
Know my name
I am hope
I am the 'Frame

I advance
Up from the deep
A new chance
The march of the machines

The age of shadows will begin

Saturday, 3 February 2018

Desperate obesession

La disperazione si fa densa nell'aria, l'idea che si possa avere un futuro si fa sempre più diafana nelle persone ed ogni stimolo alla lotta scompare. In tutto questo qualcuno deve comunque prendersi la colpa, quindi perché non addossarla a chi sia in grado di reggerne il peso e permettere a tutti gli altri di continuare a non prendere posizione? E le ossessioni non sono affatto un problema e sono anzi le benvenute, non fosse che una delle mie ossessioni, la più forte e lancinante, mi impedisce di mettere le altre a frutto. Il desiderio di qualcosa di nuovo che crei degli stimoli si mescola alla paura dell'ennesimo cambiamento, e quell'universo che credevo guidato da un proposito si rivela dominato dal caso. Non ci sono stelle in grado di tracciare un cammino per tutti coloro che si fermano a guardarle, c'è solo il caos di un mare i cui moti non hanno né ordine né direzione fissa, in cui chi è capace o fortunato ne cavalca le onde gigantesche e tutti gli altri finiscono per esserne schiacciati e travolti.


Desperation becomes thick in the air, the belief that having a future is possible becomes thin in the people's mind and any will to fight back fades away. In all that, someone has to get the fault, so why don't put it on the one who can carry its weight and let all the others avoiding to make a stand? And the obsessions are not a problem at all, they are even welcome, but for one of them, the strongest and most piercing, that prevents me from putting all the others to good use. The desire for something new capable of stirring me blends with the fear of one more change, while the universe believed driven by a purpose shows itself dominated by the chance. There are no stars in it that draw the path for everyone who stops to observe them, there's only the chaos of a sea which motions have no order nor fixed direction, where who is capable or lucky rides the gigantic waves and who is not get crushed.

I'm the one who sacrificed his son





I'm a whisper lost upon wind
I'm the ember that'll burn you down
I'm the water that'll drown you
I'm a star that's just a black hole now
I'm a terrifying danger
I'm a fruit decaying on the ground
I'm a swallower of anger
I'm the tree that falls and makes no sound
I make no sound…

'Cause if I stand up, I'll break my bones
And everybody loves to see a fall unfold
Ain't nobody giving up, 'cause nobody gives a fuck
Stand up and break my bones
Everybody wants what they just can't hold
There's nobody praying for me

I am fungus in the forest
I'm a lizard with a poison tongue
I'm the child in the manger
I'm the one who sacrificed his son
Rust is showing on my armour
I am wheezing like an old man done
I'm a product of my anger
I'm the bullet in a loaded gun

Stand up, I'll break my bones
And everybody loves to see a fall unfold
Ain't nobody giving up, 'cause nobody gives a fuck
Stand up and break my bones
Everybody wants what they just can't hold
There's nobody praying for me

'Cause if I stand up, I'll break my bones
And everybody loves to see a fall unfold
Ain't nobody giving up, 'cause nobody gives a fuck
Stand up and break my bones
Everybody wants what they just can't hold
There's nobody praying for me
(There's nobody praying for me)
There's nobody praying for me


Sunday, 28 January 2018

Emigrare proprio di marzo...



Il sambuco ha iniziato a germogliare e proprio nei giorni della merla. Giorni estremamente miti, peraltro. Quasi caldi. Beh, effettivamente caldi al sole. Ma non c'è odore di primavera, ancora, e mi sa che l'incauto si è mosso troppo in anticipo. Si spera comunque in una primavera precoce e tiepida, buona per la fioritura dell'acacia e per i bulbi del giardino. Ed io che, con molta facilità, dovrò lasciare nuovamente l'Italia proprio ad inizio primavera... Parafrasando DeAndré, ad emigrare proprio di marzo ci vuole tanto, troppo coraggio. 

Dritto all'inferno avrei preferito andarci d'inverno.

Friday, 26 January 2018

La storia del venerdì: la nascita dei poteri signorili



Col termine signoria si intende un nucleo autonomo di potere locale capace di inquadrare un territorio e la sua popolazione. La sua formazione, totalmente avulsa dal feudalesimo ma generata dal potere di fatto di esercitare il districtus o banno, cioè il potere di giudicare ed esigere tasse sui loro territori, avviene per due processi distinti. Da un lato signorie che si pongono in continuità ideale coi poteri pubblici i cui titoli sono stati ereditati; dall'altro si formano domini territoriali capaci di esercitare il banno grazie ad ampie clientele armate. La ricchezza dei signori si origina dai loro allodi (proprietà di cui godevano la piena proprietà); dalla dinastizzazione delle cariche pubbliche, sia laiche che ecclesistiche, e dei territori legati a tale carica; dalla patrimonializzazione dei benefici pubblici un tempo destinati ai re, a cui si aggiungono nuove tasse quali quelle sulla circolazione e tributi straordinari. Il potere dei signori di imporre il banno si allarga, così, ad un'area che trascende i territori che sono la loro personale proprietà.

I regni romano-barbarici formatisi durante i secoli V e VI amministrarono i loro territori tramite l'ufficio di conti e duchi, cioè cariche mutuate dal mondo romano. Membri della neonata aristocrazia terriera, i conti avevano compiti militari e giudiziari su specifiche aree chiamate comites (comitati), mentre i duchi amministravano una più ampia area. In un secondo tempo vennero loro aggiunti i marchesi, posti a capo delle marche, ovvero dei territori di confine dei regni, con funzioni anche militari. Fra VI e XI secolo il rapporto di fedeltà, già in uso sia fra i romani che fra i germani, fu il vero collante che garantì la coesione di una realtà così fortemente frammentata. Il vassallaggio, una particolare forma di fedeltà personale perfezionata in epoca carolingia, consisteva in un rapporto in cui il signore (senior) offriva protezione ed investiva di un beneficium (feudum dal secolo X) un suo subalterno (vassus), il quale in cambio “omaggiava” il signore del servizio militare prestando giuramento di fedeltà. Il moltiplicarsi dei rapporti feudali richiesero sempre più terre da dare in beneficio, che i signori si procurarono occupando o usando tramite enfiteusi le proprietà fondiarie della Chiesa che, a fine del IX sec., corrispondevano ad un terzo del totale delle terre.
Una volta caduto l'impero carolingio nel IX sec. si assiste, fino al X secolo, ad un progressivo processo di appropriazione da parte dell'aristocrazia maggiore dei benefici vassallatici e pubblici, fino ad allora conferiti dal re ma ora integrati nei beni delle grandi famiglie aristocratiche e trasformati in ereditari, prima di fatto e, dall'877, anche ufficialmente con il riconoscimento da parte di Carlo il Calvo di tale ereditarietà. E' da questo momento storico che si smette di parlare di comitati e marche e si inizia, invece, ad usare i termini contea e marchesato, in quanto i territori sopposti al controllo di conti e marchesi non corrispondevano più a quelli delle suddivisioni amministrative. A partire dal X secolo e per tutto l'XI, invece, si assiste allo stesso processo da parte dell'aristocrazia minore, con la formazione dal basso di signorie territoriali capaci di erodere i privilegi ed il potere dell'aristocrazia maggiore, fino al riconoscimento da parte dell'imperatore Corrado II dell'ereditarietà dei benefici dell'aristocrazia minore nel 1037.
La debolezza dei sovrani, nel primo caso, permise all'aristocrazia maggiore di sostituirsi allo stato nel controllo del territorio e di incamerare tutti i benefici ad esso legati, dalla dispensazione della giustizia alla riscossione dei tributi; nel secondo caso, la necessità di provvedere alla difesa del territorio durante le invasioni sarecene, ungare e vichinghe, cominciate nell'VIII-IX secolo, insieme alle ricchezze accumulate tramite il sistema curtense da laici ed ecclesiastici, necessarie per l'indispensabile processo di fortificazione di villaggi e monasteri chiamato “incastellamento” e il reclutamento di clientele armate di “milites” per difenderli, permisero ai signori di esercitare di fatto il districtus o “banno”. Da tali clientele armate si formò la cavalleria, una classe separata dal popolo, le cui caratteristiche iniziali erano la disponibilità di un cavallo e delle armi, ottenute per ricchezza personale o per personale concessione da parte del signore, e della possibilità di esercitarsi nel loro uso. Era quindi il servizio militare e non un diritto di nascita che dava accesso alla cavalleria e ne faceva una classe aperta, fino alla istituzione della sua ereditarietà sancita da Corrado II.
Fu in questo periodo che fu istituita anche l'ereditarietà per primogenitura per via paterna, il lignaggio, per impedire il frazionamento dei possedimenti, e che vide la trasformazione dell'aristocrazia, prima quella maggiore e poi quella minore, da una classe permeabile ad una chiusa. E che convertì i sovrani da dispensatori di benefici a quello di esclusivi depositari dell'accesso al rango nobiliare. Nel XV secolo nacque anche la nobiltà di “toga”, ovvero l'appartenenza alle alte cariche della burocrazia di stato, la cui nomina fu appannaggio dei sovrani.


This ain't No Place For No Hero

I can't see where you comin' from
But I know just what you runnin' from:



And what matters ain't the "who's baddest" but
The ones who stop you fallin' from your ladder, baby.

La storia del venerdì: Indoeuropeans, the never happened invasion



Indoeuropean populations' origin is, according to a first theory, linked to the invasion of people coming from the Ukrainian steppes. A warrior population capable of subjugating all the populations already living in Europe and doing it so far to replace their languages almost completely. A second theory places the arrival of Indoeuropeans in relation to the spreading of agricultural techniques in Europe: a peaceful invasion, this time, but still capable of erasing all the original languages when not even the original cultures.
In the 90s of the last century, a new theory was advanced by three linguistics and three archaeologists, of different nationalities and all working independently. This new theory, the Paleolithic Continuity Paradigm (PCP), claims uninterrupted continuity of cultures and languages since Paleolithic. Practically, the Indoeuropean invasion never happened and those populations that we call Indoeuropeans are the people already living on the continent for a long time before the supposed linguistic revolution.
The PCP is based on data that nobody has opposed at present:
  1. archaeological proves of continuity since the Paleolithic through Mesolithic and Neolithic till the Metal Ages and absence of any proof of an invasion: there are no signs of the Celts arrival, even less of the Germans because those populations were always "been there";
  2. scarce signs of other cultures infiltration and, where present like in Italy and Greece where farmers from the Middle East actually arrived, the most differentiation of languages from the Indoeuropean family. That means that the infiltrated populations are the no-Indoeuropeans;
  3. all linguistic proves are against the hypothesis of a late introduction of the Indoeuropean languages, lacking the marks of a recent differentiation: agricultural terms, for example, are sharply different among the Indoeuropean thongs, the sign of an earlier differentiation respect the agricultural techniques introduction in Europe.

The strongest points in favour of CPC are the following:
  1. continuity is the most probable situation, so in absence of any proof is most plausible;
  2. languages are proved much more antiques than believed when the invasion and dispersal theory was formulated and, even more, are much more stable than believed: otherwise the conservation is the fundamental law of language and it doesn't change following a "biological law" but just in concomitance of a strong, external socio-economic event;
  3. many Neolithic invention's names, like the bow and agricultural techniques, are different in the different languages, highlining that those languages had already differentiated at the time of those discoveries;
  4. archaeological boundaries perfectly overlap with language boundaries, denying the theory of a dispersion of the techniques from an area to another one;
  5. 80% of European genetic stock goes back to the Paleolithic, meaning there were no important migrations of no-Indoeuropean people at that time.
Such a scenario sheds a different light on facts like the no affinity of modern Tuscanians and Etruscians, or the very small 5% incidence on the English DNA of DNA of all those populations that invaded Britain since the Romans time. It says that the European populations' origins are much older than so far supposed.
Whoever would like to know more about the Paleolithic Continuity Paradigm and about this never happened invasion can deepen the matter on http://www.continuitas.org/intro.html .

Thursday, 25 January 2018

Outing 3

Continuano a darmi del razzista/fascista... E che devo dire più di ciò che ho già spiegato nel primo post di questa serie? Sono razzista, islamofobo, omofobo e sessista (leggetevi l'altro post se volete capire cosa intendo; se vi interessa prendere tali aggettivi nel loro senso lato, invece, fate pure a meno di leggerlo). Fascista, ufficialmente, lo sono diventato recentemente, incuriosito al punto da avvicinarmi al movimento dalle continue accuse di esserlo. Ma qual è stata la mia colpa, questa volta? Aver chiesto in un gruppo Facebook di italiani che vivono a Dublino ragguagli su un articolo che parlava di baby gang e da lì allargarmi in domande relative al tipo di immigrazione e sulla presenza di ghetti etnici o meno. Una ragazza (donna? dal suo profilo si capisce solo che ama i cavalli, i gay ed è single) si è affrettata a sgonfiare la storia e a precisare che tali baby gang erano composte di "locali". Al mio insistere per sapere se i locali fossero immigrati di seconda o terza generazione mi ha accusato di essere un "grande razzista/fascista". 
Come ho già scritto, lo sono. In un certo senso. Nei sei anni che ho speso all'estero ho vissuto in quartieri a maggioranza islamica, in case di indiani, in nazioni nere, con inquilini nigeriani e partecipato alla vita di comunità in cui ero, letteralmente, una mosca bianca. Sono stato minacciato di morte due volte da neri, una volta da un subalterno e una volta da un ladruncolo che stava minacciando con un cacciavite un mio operaio; una volta sono stato minacciato di morte da un pakistano per il semplice fatto di indossare abiti militari (li uso per lavoro) che, in mezzo alla strada, mimò il gesto di accoltellarmi; una volta mi fu negata una stanza in affitto in una casa di neri per il semplice fatto di essere bianco, una volta lo stesso è stato fatto da indiani; un ragazzino è stato ucciso a coltellate a 200 metri da casa mia per rubargli la bici, un mese dopo il fatto anche il padre è stato ucciso; un gruppo di ragazzini pakistani mi ha coperto di insulti, un giorno, per essermi avvicinato a loro in un vicolo (volevo restituire la tessera del bus persa da uno del gruppo); la mia ex è stata tirata giù dalla bici in pieno giorno da una coppia di neri ubriachi in un tentativo di violenza; sempre in pieno giorno, davanti alla banca vicino casa mia, un gruppo di una quindicina di immigrati clandestini sono saltati addosso ad un ragazzo al bancomat, rubandogli soldi e carta. Questo giusto per citare solo gli episodi più salienti che ho vissuto in prima persona o da vicino.
Beh, chiamatemi pure razzista perché voglio sapere che tipo di composizione sociale ed etnica c'è in una determinata zona, ma all'idea di tornare a vivere in una nazione nera o in un ghetto indo-pakistano o comunque islamico la mia risposta è: NEVER AGAIN.

Ah, e giusto come nota a pie' di pagina, la tipa che ha smentito la storia delle baby gangs ha scritto, testuali parole, "Ci vuol poco a spaventare 4 poveri pensionati (vedi articolo) Sai è il numero la loro forza. Più che altro le baby gang dublinesi hanno picchiato persone che stavo x i zazzi loro la notte- Quelle del mio vecchio quartiere ogni pomeriggio andavano a molestare il pakistano del corner shop e questo chiamava la polizia - fanno molto vandalismo-  chiedono soldi sigarette... (giravo sempre con un borsellino pienissimo di spiccioli just in case...)" Cioè, lei girava con un borsellino pieno di monete per ammansire le bestie, non so se avete afferrato la cosa. Ma il problema sono io razzista/fascista che faccio domande.

Sunday, 21 January 2018

Stare bene con se stessi

Bisogna saper stare bene con se stessi... una frase che sento ripetere ovunque, come un mantra. Sono in pace con me stessa, quindi sto bene anche da sola... questa la scrivono le donne sui loro profili dei siti di appuntamenti, ché tanto anche alla più cessa basta uscire la sera e chi le tiene compagnia per qualche ora lo trova. Ma mi volete spiegare cosa significa stare bene, essere in pace con se stessi? Me lo spiegate voi che state bene con voi stessi? Significa che siete riusciti a risolvere tutti i traumi infantili e i conflitti adolescenziali? Se è così, complimenti. Perché è roba da far invidia ai migliori psicoterapeuti, mi sa. Oppure intendete dire che vi accettate così come siete, che siete sicuri di voi stessi per ciò che siete? Significa che siete così sicuri di voi stessi da non curarvi del giudizio altrui e poter gestire la solitudine? Perché a me vien da pensare, ma certo io sono uno che pensa sempre male, che tutto questo preferire starsene da soli, e incontrare persone solo su terreno scelto da voi e con regole prestabilite, sia in realtà indice di una grande insicurezza. Chi ha accettato se stesso non ha problemi a guardare la propria personalità, coi suoi pregi e difetti, riflessa nelle altre persone, non ha bisogno di seguire un copione, è capace di improvvisare.
Comunque prendo atto che state bene con voi stessi e che il fatto di vivere in una società in cui le nevrosi aumentano esponenzialmente, in cui le persone non sono più in grado di costruire relazioni stabili ed accettano contatti solo con persone che la pensano allo stesso non significa assolutamente niente. Buona vita.