Il tempo fluisce freddo, in un grigiore che dal cielo compenetra l'anima, mentre le foglie della quercia si agitano nel vento. Eccitate per qualcosa che deve venire? Spaventate per qualcosa che sta per arrivare? Tutti aspettiamo la luce. Perche' non ne abbiamo paura? La luce, che svelera' ogni cosa che noi abbiamo gettato negli angoli polverosi della nostra anima, tentando di dimenticare. E qualcosa si muove, si agita, qualcosa di enorme, appena sotto la superficie. Musica per riempire gli spazi vuoti, fra parole prive di senso e il senso di vite intere che si e' ormai perso. Il nostro animo si agita, irrequieto, infelice, rabbioso, disperato. Tendiamo una mano...una supplica, un gesto rabbioso, il tentativo di afferrare qualcosa? Da chi speriamo di ricevere aiuto, quando il nostro nemico lo abbiamo dentro? Quel verme che ci rode, l'insoddisfazione. Quel seme che germina nel buio, il desiderio inappagato. Perche' aspettiamo la luce, se non siamo in grado di guardare dentro noi stessi? Guardati dentro, chiediti che diritto hai di parlarmi, di scrivermi, di sostenere le tue pretese. Guardati allo specchio, guarda nel profondo dei tuoi occhi, quelle polle di acqua insapore, quei pozzi di vuoto. Perche' hai soffocato la scintilla, ucciso i tuoi sentimenti? Parliamo solo per pronunciare bugie, scriviamo solo per affermare cose non vere. Falsita' fuori e dentro. Vigliacchi come siamo, perche' non abbiamo paura della luce?
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Aspettiamo la luce? No, non la aspettiamo. Ci terrorizza. La luce ci mostrera' cio' che non vogliamo vedere. E come possiamo affrontare cio' che rifiutiamo esistere? Camminiamo nel buio, la' dove abbiamo relegato le nostre paure e vergogne. Camminiamo nel buio, dove non siamo capaci di vedere. Camminiamo nel buio, dimentichi che li' abbiamo celato cio' che non vogliamo affrontare. E non siamo preparati a fronteggiarlo, non abbiamo speranza di sfuggirgli e tantomeno di prevalere.
Sto qui seduto, cammino nel buio. Sto qui seduto, galleggio su una superficie di acqua scura. Qualcosa si muove sotto di me. E lento risale in superficie. Lo sgocciolio dell'acqua nella tenebra ha riempito gli spazi vuoti. Non allunghiamo le mani per paura di cio' che toccheranno, camminiamo nel buio perche' ci siamo cavati gli occhi. Li raccoglieranno loro, ci guarderanno coi nostri stessi occhi, ci vedranno per quel che siamo realmente. Non proferiranno parola, perche' sono i Senzavoce. Ma hanno fame, e ci divoreranno. Nel buio la nostra condanna ci aspetta. Dal buio dell'incoscienza siamo nati, da acqua e sangue, e nel buio vogliamo tornare, perche' la nostra immagine ci terrorizza.
E nel buio cadremo.
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