Saturday, 30 December 2017

Élites

E il premio sperato, promesso a quei forti,
Sarebbe, o delusi, rivolger le sorti,
D’un volgo straniero por fine al dolor?
Tornate alle vostre superbe ruine,
All’opere imbelli dell’arse officine,
Ai solchi bagnati di servo sudor.
Il forte si mesce col vinto nemico,
Col novo signore rimane l’antico;
L’un popolo e l’altro sul collo vi sta.

"Le rivoluzioni le fanno le élites" sento ripetere come un mantra, e con sempre maggior frequenza, da alcuni anni a questa parte. Lo intonano quelle persone che aspettano la rivoluzione contro l'austerità europea. E certo, non c'è rivoluzione che non sia stata guidata, apertamente o celatamente, da questa o quella élite. Ma quando mai le élites si sono mosse se non per loro diretto interesse? Se voi siete a conoscenza di un caso in cui l'intervento sia stato umanitario e disinteressato fatemelo presente. E, personalmente, non vedo perché questa volta dovrebbe essere differente. Certamente, è possibile che gli interessi di una élite coincidano in parte con quelli del popolo, e il nemico del mio nemico è il mio amico. Ma il mio pensiero, anche se nel nostro caso si tratta di una élite nostrana contro una élite apolide, non può che andare al coro dell'atto terzo dell'Adelchi di Manzoni, e in particolare alle sue ultime strofe:

Domani, al destarvi, tornando infelici,
Saprete che il forte sui vinti nemici
I colpi sospese, che un patto troncò.
Che regnano insieme, che sparton le prede,
Si stringon le destre, si danno la fede,
Che il donno, che il servo, che il nome restò.

Quindi, mi raccomando: stat've accuorti guagliò!

 Coro dell'Atto III ripristinato nella sua originaria integrità.
I versi stampati in corsivo sono quelli che mancano all’Adelchi,
quale venne pubblicato vivente l’autore,
in obbedienza ai voleri della Censura austriaca.

Dagli atrii muscosi, dai Fori cadenti,
Dai boschi, dall’arse fucine stridenti,
Dai solchi bagnati di servo sudor,
Un volgo disperso repente si desta;
Intende l’orecchio, solleva la testa
Percosso da novo crescente romor.

Dai guardi dubbiosi, dai pavidi volti,
Qual raggio di sole da nuvoli folti,
Traluce de’ padri la fiera virtù:
Ne’ guardi, ne’ volti confuso ed incerto
Si mesce e discorda lo spregio sofferto
Col misero orgoglio d’un tempo che fu.

È il volgo gravato dal nome latino
Che un’empia vittoria conquise e tien chino
Sul suol che i trionfi degli avi portò;
Che, in torbida voce, qual gregge predato,
Dall’Erulo avaro nel Goto spietato,
Nel Vinnulo errante, dal Greco passò.

S’aduna voglioso, si sperde tremante,
Per torti sentieri, con passo vagante,
Era tema e desire, s’avanza e ristà;
E adocchia e rimira scorata e confusa
De’ crudi signori la turba diffusa,
Che fugge dai brandi, che sosta non ha.

Ansanti li vede, quai trepide fere,
Irsuti per tema le fulve criniere,
Le note latebre del covo cercar;
E quivi, deposta l’usata minaccia,
Le donne superbe, con pallida faccia,
I figli pensosi pensose guatar.

E sopra i fuggenti, con avido brando,
Quai cani disciolti, correndo, frugando,
Da ritta, da manca, guerrieri venir:
Li vede, e rapito d’ignoto contento,
Con l’agile speme precorre l’evento,
E sogna la fine del duro servir.

Udite! Quei forti che tengono il campo,
Che ai vostri tiranni precludon lo scampo,
Son giunti da lunge, per aspri sentier:
Sospeser le gioie dei prandi festosi,
Assursero in fretta dai blandi riposi,
Chiamati repente da squillo guerrier.

Lasciar nelle sale del tetto natio
Le donne accorate, tornanti all’addio,
A preghi e consigli che il pianto troncò:
Han carca la fronte de’ pesti cimieri,
Han poste le selle sui bruni corsieri,
Volaron sul ponte che cupo sonò.

A torme, di terra passarono in terra,
Cantando giulive canzoni di guerra,
Ma i dolci castelli pensando nel cor:
Per valli petrose, per balzi dirotti,
Vegliaron nell’armi le gelide notti,
Membrando i fidati colloqui d’amor.

Gli oscuri perigli di stanze incresciose,
Per greppi senz’orma le corse affannose,
Il rigido impero, le fami durar:
Si vider le lance calate sui petti,
A canto agli scudi, rasente agli elmetti,
Udiron le freccie fischiando volar.

E il premio sperato, promesso a quei forti,
Sarebbe, o delusi, rivolger le sorti,
Por fine ai dolori d’un volgo stranier?
Se il petto dei forti premea simil cura,
Di tanto apparecchio, di tanta pressura,
Di tanto cammino, non era mestier.
Son donni pur essi di lurida plebe,
Inerme, pedestre, dannata alle glebe,
Densata nei chiusi di vinte città.
A frangere il giogo che i miseri aggrava,
Un motto dal labbro dei forti bastava;
Ma il labbro dei forti proferto non l’ha.

Tornate alle vostre superbe ruine,
All’opere imbelli dell’arse officine,
Ai solchi bagnati di servo sudor.
Stringetevi insieme l’oppresso all’oppresso,
Di vostre speranze parlate sommesso,
Dormite fra i sogni giocondi d’error.

Domani, al destarvi, tornando infelici,
Saprete che il forte sui vinti nemici
I colpi sospese, che un patto troncò.
Che regnano insieme, che sparton le prede,
Si stringon le destre, si danno la fede,
Che il donno, che il servo, che il nome restò.

La storia del venerdì: i Longobardi e la questione meridionale

Comincia oggi una rubrica settimanale di storia e che, come si deduce dal nome, uscirà ogni venerdì. Composta di brevi riassunti di fatti storici, più o meno curiosi, che, senza la pretesa di essere lavori approfonditi, nascono con l'intenzione di dare al lettore una concisa conoscenza di fatti che non gli sono noti, di particolarità che la scuola dell'obbligo non ha la possibilità di esplorare, o che tale scuola ha insegnato erroneamente, vuoi per ignoranza auto-rigenerata vuoi per calcolo politico. Ognuno dei post di questa rubrica verrà ripubblicato durante il fine settimana tradotto in inglese. Buona lettura.



E' l'anno 569 d.C.: guidati da re Alboino, i Longobardi hanno lasciato la Pannonia ed invadono l'Italia attraverso il Friuli. Logorata dal ventennio della guerra greco-gotica, che aveva visto contrapposto l'Impero di Giustiniano al regno italiano degli Ostrogoti, da epidemie e carestie, la società romana dell'Italia non è in grado di opporre alcuna resistenza all'invasione. I Longobardi si insediano senza alcun piano e in modo difforme in tre aree: nella Pianura Padana, in Toscana, e nei territori di Spoleto e Benevento. Le coste, l'entroterra di Ravenna, la Pentapoli, Roma con una fascia di castelli che la collega alla costa adriatica e le Isole rimangono sotto il dominio bizantino.
I Longobardi, una società militare frammentata da disaccordi interni, fra le più rozze, definita dagli storici contemporanei “ferocemente estranea” a quella romana, sono cristiani ariani i capi (l'arianesimo era stato dichiarato eresia sin dal 325), pagani i popolani. Il loro insediamento in Italia ha un impatto violento sui romani: l'aristocrazia latifondiaria viene dispersa e le sue terre sequestrate dai capi militari, che si trasformano così in una aristocrazia terriera; stessa sorte è destinata ai beni della Chiesa Cattolica, che vengono assegnati alle chiese ariane.
La situazione per i romani migliora dopo la conclusione del periodo di conquista e riorganizzazione, ma soprattutto dopo che i Longobardi abbracciano il cattolicesimo, con un processo iniziato dalla conversione di re Agilulfo e sua moglie Teodolinda nel 591 e completato con l'abolizione dell'arianesimo da parte di re Ariperto nel 653. Nell'VIII sec. le due società sono ormai etnicamente mescolate e, sotto re Liutprando (712-744), trovano un ulteriore consolidamento.
E proprio Liutprando, approfittando della debolezza imperiale e di un sollevamento popolare nel 727, scatenato dalla lotta iconoclasta dell'imperatore Leone III, attacca e sottrae alcuni territori a Bisanzio. Parte di questi territori sono poi donati al papato, vuoi per riconoscerne il ruolo politico ormai acquisito, vuoi per tenerselo buono. Quando, però, i re Astolfo prima e Desiderio poi, riprendono, nella seconda metà del secolo, l'espansione ai danni di Bisanzio, è proprio il Papa che invoca l'aiuto dei Franchi. Franchi che intervengono più volte a contrastare i Longobardi, sottraendo prima loro alcuni territori che pure sono donati al papato, e ponendo per ultimo fine al Regno Longobardo nel 774 con Carlo Magno, che annette il Nord Italia al suo regno. Il Regno Longobardo continua ad esistere, semplicemente sottomesso ai Franchi ma senza che niente cambi nella sua struttura. I ducati di Benevento e Spoleto evitano l'occupazione e resistono fino alla conquista normanna, completata nel 1076 con la presa di Salerno.

L'occupazione longobarda e poi la loro sottomissione da parte dei Franchi ebbero due conseguenze che tutt'ora affliggono l'Italia. La prima è la nascita del potere temporale dei papi con l'acquisizione di un territorio prioprio, grazie alla donazione di Liutprando nel 728 cui si aggiunse quella dei pipinidi nel 756. La seconda conseguenza fu la divisione del territorio italiano in due parti il cui sviluppo e culture procedettero indipendentemente e a velocità differenti, e che non sarebbero più state riunite fino XIX sec.: era nata la questione meridionale.

Monday, 25 December 2017

Labyrinth of Dreams





Down a long-forgotten path,
Woodland nymphs and fairies dwell
Within a secret sanctuary,
Untouched by Queen Sinistra's spell -
The mystic Labyrinth of Dreams
Lies beyond their ancient gate,
And deep within this endless maze,
A hidden treasure lies in wait -
For at the very heart and centre,
Lies the fabled Crystal Key -
But all who dare to seek this prize
Are lost for eternity -
This hidden key must be retrieved
To break the spell of endless gloom -
Yet none who enter have returned
From deep within this maze of doom -



(Associated poem from the booklet)


Tuesday, 19 December 2017

At the end of the journey



Sembra che sia giunto alla fine del percorso, che abbia raggiunto il centro e fine del Labirinto. E non c'è niente, qui. Solo un vicolo cieco, vuoto e spoglio, dove il vento d'inverno ha ammucchiato poche foglie secche, memorie inutili di giorni passati. E in piedi di fronte a questo muro disadorno rimango, ciò che serviva per pagare il passaggio speso e perso, consumato lungo il cammino.

It seems I'm at the end of the path, the centre and end of the Labyrinth. And there's nothing here. Just an empty and bare dead end, where the wintery wind piled up few dead leaves, useless memories of the days past. Standing in front of this plain wall I stay, the passage toll spent or lost, worn along the journey.

Wednesday, 13 December 2017

Credimi, tu non vuoi essere mio amico

Mi lascia perplesso, esterrefatto la tendenza inconscia di certe persone a questa sorta di suicidio emotivo. Da chi gode della mia capacità di pungere, di toccare le persone nei loro punti deboli che inutilmente cercano di nascondere, a chi, spinto dalla mia palese sofferenza, decide di salvarmi, sono innumerevoli le persone che come avvoltoi sono discese per nutrirsi della mia carcassa. Ma io sono vivo! Più vivo di voi, povere maschere carnevalesche, che cercate di provare dei sentimenti per procura. E non resterò imbelle a lasciare che voi saziate le vostre perversioni! Ah, e come smettono di ridere quando rivolgo a loro le mie attenzioni, sezionandoli con le parole ed esponendo a loro stessi le loro falsità. E come piangono quando realizzano che io, che loro volevano salvare, quando sono a pezzi sono più forte di loro quando sono integri. Medici incapaci di curare se stessi! 

Credimi, neanche tu vuoi essere mio amico. Non hai la forza né il coraggio per passare attraverso il Tritacarne. E io non ho più pietà da spendere per gli ignavi. Stammi lontano ché è meglio per la tua pace e tranquillità. Tieni la tua vita lontano da me e sarai più sereno. Se poi quella vita sarà fatta di sostanza o di apparenza, io non lo so. E neanche me ne curo, fintanto che non incrocerai per sbaglio il mio cammino. 

Sunday, 26 November 2017

We gave them dreams, and what did they dream?



Can you see the fire in their eyes?
Can you hear the anguish in their cries?
Can you see the beauty in their art?
Can you sense the love within their hearts?
I can taste the freedom we once had



(Tom Englund:)
We have to teach them all that we know
Their evolution moves far too slow
Expand their minds and reject compliance
Upgrade their knowledge, upload our science

(Steve Lee:)
This revolution will lead to their demise
We should not make the same mistake twice
We're kept alive by artificial means
But lost our souls to a world of machines

(Jørn Lande:) Listen to the warning…

(Tom Englund:)
We need to teach them to fight disease
They seem so helpless and need our expertise
I see them dying all across the globe
Their greatest foe is but a small microbe

(Steve Lee:)
This sudden change leads to overpopulation
Shifting the balance, destructive habitation
Killing a live, biological invasion
Consuming Earth by ruthless exploitation

(Jørn Lande:) Can you see the fire in their eyes?
(Bob Catley:) Can you hear the anguish in their cries?
(Jørn Lande:) Can you see the beauty in their eyes?
(Bob Catley:) Can you sense the love within their hearts?
(Jørn Lande:) I can taste the freedom we once had
(Bob Catley:) I can touch their pain when they feel sad
(Jørn Lande:) I can smell the fragrance of the air
(Bob Catley:) I remember times we used to share

(Hansi Kürsch:)
Don't want to live in a world that's dying
I'd rather die in a world that's living!

(Jørn Lande:) Listen to the warning…

"Before the dark powers of destruction unleashed by science engulf all humanity in planned or accidental self-destruction" (JFK)
"Humankind has acquired a collective power and ability to dramatically alter the environment of the entire planet" (Al Gore)
"This will not be another Vietnam" (George Bush)
"The only thing we have to fear is fear itself" (Franklin Delano Roosevelt)
"Our task is not only to win the battle but to win the war" (Winston Churchill)

(Bob Catley:) We gave them feelings, what did they sense?
(Steve Lee:) Shut out the world and put up a fence...
(Bob Catley:) We gave them science, what did they do?
(Steve Lee:) They built a bomb and they used it too...
(Bob Catley:) We gave them reason what did they learn?
(Steve Lee:) Warmed up the planet and made it burn...
(Bob Catley:) We gave them art, and what did they make?
(Steve Lee:) Nuclear weapons for their own sake...
(Bob Catley:) We gave them insight, what did they see?
(Steve Lee:) Degrade the noble, enslave the free...
(Bob Catley:) We gave them wisdom, what did they teach?
(Steve Lee:) Destroying all that's within their reach...
(Bob Catley:) We gave them language, what did they say?
(Steve Lee:) They left the planet in disarray...
(Bob Catley And Steve Lee:) We gave them dreams, and what did they dream?

(Hansi Kürsch:)
Don't want to live in a world that's dying
I'd rather die in a world that's living!

(Jørn Lande:)
Listen to the warning…

(Jonas Renkse:)
A chain of guilt around our neck
A planet straying in darkness
Can we save the lives we wrecked?
I say we should find a way
I say stop this decay

(Jørn Lande:) Can you see the fire in their eyes?
(Bob Catley:) Can you hear the anguish in their cries?
(Jørn Lande:) Can you see the beauty in their art?
(Bob Catley:) Can you sense the love within their hearts?
(Jørn Lande:) I can taste the freedom we once had (Freedom, freedom)
(Bob Catley:) I can touch their pain (Oh, can you feel the fire?)
(Jørn Lande:) I can smell the fragrance of the air
(Bob Catley:) I relive the times we used to share (Yeah)

(Jørn Lande:) Can you see the fire in their eyes? (Oh!)
(Bob Catley:) Can you hear the anguish in their cries? (Can you feel the fire?)
(Jørn Lande:) Can you see the beauty in their art?
(Bob Catley:) Can you sense the love within their hearts? (Can you feel the beauty?)

(Hansi Kürsch:) Don't want to live in a world that's dying!
(Jørn Lande:) Oh yeah, so beautiful!
(Hansi Kürsch:) I'd rather die in a world that's living! (Yeah, yeah!)

Thursday, 23 November 2017

C'è qualcosa che non mi torna

Vogliono combattere la sostituzione etnica ma non fanno figli. Vogliono salvare la scuola italiana, ma per chi, dato che non fanno figli da mandare a quella scuola? Siamo una razza che ha perso la spinta necessaria per sopravvivere. E per tale ragione scompariremo. L'unica cosa positiva di questa estinzione è che si perderà anche il patrimonio genetico dell'intellettuale di sinistra, con la sua spocchiosa arroganza di chi è depositario della verità, dell'unica verità.

Wednesday, 22 November 2017

La moralità non è roba per moralisti

Cosa c'è di morale, chiedo io, nel rispettare certi comportamenti quando si è in una posizione tale che ciò non vi costa niente? La moralità, religiosa o laica che sia, non è roba per moralisti. Fatevene una ragione. La moralità non è fatta di principi rigidi a cui aderire alla lettera, quello sarebbe semplicemente un atteggiamento giacobino con un alto rischio di sconfinare nell'ipocrisia. Non è possibile estrapolare un comportamento dal contesto in cui avviene, dalle cause che lo hanno innescato e dalle motivazioni che lo hanno sostenuto. E lungi dal giustificare atti sbagliati che sbagliati rimangono anche quando motivati dalla necessità, tenere di conto tutti questi fattori quando ci apprestiamo a giudicare azioni, nostre od altrui, ci aiuta a guardare alla persona che è dietro quelle azioni e ai perché di quelle azioni. Avete presente la carità, quella cosa senza la quale “anche se parlassimo le lingue degli angeli non saremmo che cembali sonanti”? No, non credo che ce l'abbiate veramente presente. Provate a cercare su Google, perché se non afferrate questo concetto non vedrete mai la bellezza (o la bruttezza) delle persone, ma solo il fango delle loro azioni che ne imbratta il viso. 
(da Una Bimba Speciale)

Tuesday, 21 November 2017

Stalker - or how to get out of the Labyrinth and be happy

No automatic alt text available.

Just out of the Labyrinth we can be happy. But only who is happy can find the Labyrinth's exit.

Stalker is a movie by Andrej Tarkovsky based on the novel Roadside Picnic, written by the brothers Arkadiy and Boris Strugackiy. As it often happens the two works have very little in common. In this case, just the background and the stalker figure, a person who hunts stealthily. The background is a planet Earth visited by some aliens, who came, stayed shortly, and left. Without paying attention to the humankind and littering the land, as we do so often when we stop for a picnic along the road. The stalkers, poachers and smugglers at the same time, get into these littered areas, where access is forbidden and your life is at risk at any step, looking for alien artefacts to sell at the black market, defying the army and the mortal traps spread everywhere along the path. A path coiling on itself, like the path of a Labyrinth, till its end, where the most valuable treasure is, the Golden Sphere. Which is capable, according to who almost got to it, to grant any wish to who gets it first. While the movie is mainly introspective and in slow motion, the novel leaves room for action and the pursuing of the treasure at the centre of the Labyrinth. But one more trap blocks the access to the Golden Sphere, the Grinder, which can't be avoided. There's only a system to pass beyond it, and that's to keep it busy with a victim. The novel's main character fetches a youngster with him, the son of a colleague, and once on sight of the Golden Sphere let him go first. Then, while the Grinder shreds the body of his young journey fellow, he slips through and gets to the treasure, forgetting all his desires, only able to think over and over again "Happiness! Happiness for all!" The same is to get out of the Labyrinth, there's the need of a sacrificial victim to busy the Grinder. But while we slip through the exit we don't think about other people's happiness. We just think about our own happiness.

Stalker - ovvero come uscire dal Labirinto ed essere felici.

No automatic alt text available.

Solo fuori dal Labirinto si può essere felici. Ma solo chi è felice può trovare l'uscita dal Labirinto.

Stalker è un film di Andrej Tarkovsky basato sul romanzo Picnic sul ciglio della strada di Arkadiy e Boris Strugackiy. Come spesso accade le due opere hanno poco in comune, in questo caso rimane solo l'ambientazione e il carattere dello stalker, colui che caccia di nascosto.
Lo scenario è quello di una terra visitata dagli alieni, alieni di passaggio che sono arrivati, si sono fermati per un breve periodo e sono ripartiti. Senza neppure accorgersi della presenza degli esseri umani. O senza dar loro peso. Come noi, quando ci fermiamo per un picnic a bordo strada durante un viaggio, non ci accorgiamo delle formiche e del resto della vita che brulica fra l'erba. Mangiamo, raccogliamo le nostre cose, e spesso abbandoniamo la nostra spazzatura. E così hanno fatto questi alieni, ripartendo hanno abbandonato ciò che a loro non serviva più. In queste aree, a cui accedere è proibito e in cui si rischia la vita ad ogni passo, si addentrano gli stalker, una sorta di cacciatori di tesori e contrabbandieri, alla ricerca di manufatti alieni da rivendere sul mercato nero, sfidando l'esercito e le trappole che si trovano disseminate lungo il sentiero. Un sentiero che si avvolge su se stesso, come in un labirinto, fino al centro dell'area, dove si trova il tesoro più grande di tutti, la Sfera d'Oro, capace, a detta di chi vi è arrivato vicino, di esaudire qualsiasi desiderio di chi lo prenda per primo.
Mentre nel film l'introspezione la fa da padrone ad un rallentatore onirico, nel romanzo c'è posto per più azione e per il tentativo di raggiungere il tesoro che aspetta al centro del labirinto. Ma un'ultima trappola blocca il passo, una trappola chiamata il Tritacarne, che non può essere evitata. C'è solo un modo per passare oltre, tenerla impegnata con una vittima sacrificale. 
Il personaggio della storia porta con sé un giovane, figlio di un collega, ed una volta giunti in vista della Sfera d'Oro lascia che vada avanti. Poi, mentre il Tritacarne fa a pezzi il corpo del suo giovane compagno, passa oltre e raggiunge il tesoro, dimenticandosi di tutti i desideri a cui aveva pensato fino a quel momento, capace solo di ripetere "Felicità! Felicità per tutti!"

E lo stesso per uscire dal Labirinto, serve una vittima da dare in pasto al Tritacarne. Ma tutto ciò che abbiamo in mente nel momento in cui l'uscita dal Labirinto è lì davanti a noi, non è certo la felicità del nostro prossimo. Tutto ciò a cui pensiamo è solo la nostra felicità.

Monday, 20 November 2017

Misogyny in pills 2

Get over it. It's evolution. 😂😂😂
A feminist scholar does a study on what kind of men women find attractive and is hugely disappointed by the result.


Thursday, 16 November 2017

Pet therapy, human therapy

Voi amate gli animali perché siete egoisti. Adorate il vostro cane perché vi ama incondizionatamente, perché non vi costringere a cambiare niente del vostro carattere di merda, perché non chiede che facciate uno sforzo per migliorarvi. Il vostro cane vi ama anche coi vostri difetti, quegli stessi difetti che hanno portato gli esseri umani ad odiarvi. Il vostro cane non vi tradisce come vi hanno tradito gli esseri umani. E come voi avete tradito il vostro prossimo. Perché non crederete mica di essere migliori del vostro prossimo, voi che non volete neppure provare a cambiare voi stessi per aiutare i vostri simili? Voi amate il vostro cane perché l'impegno che richiede da parte vostra è lo stesso che serve per seguire un fottuto corso di yoga.

You love animals because you all are egoists. You adore your dog because it loves you unconditionally, because it doesn't demand you change your shitty character, because it doesn't ask any effort to improve yourselves. Your dog loves you with all your defects, those defects which made other people hate you. Your dog doesn't betray you as people have betrayed you. And as you have betrayed people. Or do you think yourselves better than your neighbours, you who refuse to change anything in yourselves not even to help your own kind? You love your dog because all the commitment you need to put in it is the same you need for attending a fucking yoga course.


Monday, 13 November 2017

Regrets 2


Rimpianti 2


In the temple of love


In the temple of love you hide together
Believing pain and fear outside




With the fire from the fireworks up above me
With a gun for a lover and a shot for the pain at hand
You run for cover in the temple of love 
You run for another but still the same
For the wind will blow my name across this land

In the temple of love you hide together
Believing pain and fear outside
But someone near you rides the weather
And the tears he cried will rain on walls
As wide as lovers eyes

In the temple of love: Shine like thunder
In the temple of love: Cry like rain
In the temple of love: Hear my calling
In the temple of love: Hear my name

And the devil in black dress watches over
My guardian angel walks away
Life is short and love is always over in the morning
Black wind come carry me far away

With the sunlight died and night above me
With a gun for a lover and a shot for the pain inside 

You run for cover in the temple of love
You run for another it's all the same
For the wind will blow and throw your walls aside
With the fire from the fireworks up above 
With a gun for a lover and a shot for the pain

You run for cover in the temple of love
I shine like thunder cry like rain
And the temple grows old and strong
But the wind blows longer cold and long
And the temple of love will fall before
This black wind calls my name to you no more

In the black sky thunder sweeping
Underground and over water 
Sounds of crying weeping will not save
Your faith for bricks and dreams for mortar
All your prayers must seem as nothing
Ninety-six below the wave
When stone is dust and only air remains

In the temple of love: Shine like thunder
In the temple of love: Cry like rain
In the temple of love: Hear the calling
And the temple of love is falling 
Down

In the temple of love: Shine like thunder
In the temple of love: Cry like rain
In the temple of love: Hear my calling
In the temple of love: Hear my name

In the black sky thunder sweeping
Underground and over water 
Sounds of crying weeping will not save
Your faith for bricks and dreams for mortar
All your prayers must seem as nothing
Ninety-six below the wave
When stone is dust and only air remains 
the only haven you can trust

And the devil in black dress watches over
My guardian angel walks away
Life is short and love is always over in the morning
Black wind come carry me far away

With the fire from the fireworks up above
With a gun for a lover and a shot for the pain you

You run for cover in the temple of love
I shine like thunder cry like rain
And the temple grows old and strong
But the wind blows longer cold and long
And the temple of love will fall before
This black wind calls my name to you no more

In the temple of love you hide together
Believing pain and fear outside
But someone near you rides the weather
And the tears he cried will rain on walls
As wide as lovers eyes

In the temple of love: Shine like thunder
In the temple of love: Cry like rain
In the temple of love: Hear the calling
And the temple of love is falling 
Down