Wednesday, 12 November 2014

Gli intellettuali di Newham

Benvenuti ad Upton Park, Newham, cuore del Londonistan. Il luogo dove non si muove foglia che il paki non voglia. E' il luogo dove le donne non possono lamentarsi che non guardi i loro occhi, anche perché è l'unica cosa visibile sotto il loro niqab. Dove al mattino andando a prendere la tube fai lo slalom fra gli scaracchi che adornano i marciapiedi e il salto ad ostacoli coi materassi e mobili abbandonati per strada nottetempo. Dove quando passi davanti ad una macelleria devi trattenere il respiro se non vuoi rischiare di vomitare e dove la sera fai la strada dalla stazione a casa affiancato ad uno che si raschia letteralmente i polmoni per tirare su tutti i catarri (rischiando ancora di vomitare). Dove l'aria profuma di marjuana (quando non è esplosa la fogna, altrimenti il profumo è un altro) e le single moms vanno ad aprire allo spacciatore vestendo solo una vestaglia e col bimbetto di due anni che le segue. E' uno dei borough più poveri di Londra, ed ovviamente ha la più alta concentrazione di betting shops (ben 82, e poi c'è chi ancora si ostina a dire che lavorare per le aziende di scommesse non è moralmente deplorevole).
    Ma Upton Park è anche, sorprendentemente, sede di un nutrito gruppo di raffinati intellettuali, di menti fine e creative, luci in questo mare di mer... di oscurità dell'animo. Li puoi trovare riuniti alla biblioteca locale, centro culturale dalle inaspettate sfaccettature. Entrando nell'edificio lo troverete affollato di agili menti intente a sviluppare un futuro migliore per l'intera razza umana. Ignorate le cartacce e confezioni di junk food abbandonate sotto la fila dei computer, ed osservate invece la fila di utenti concentrati sugli schermi. Bambini neri che giocano ai videogame, indiani che guardano foto di modelle su Google Images, teenagers che guardano videoclip musicali nonostante tutti i computer siano sprovvisti di scheda audio.
     Dopo esservi riempiti gli occhi di questa scena meravigliosa, voltatevi verso l'area lettura, quel gruppetto di poltroncine e tavolini sistemati davanti alla vetrina della biblioteca. Lì vedrete altre menti eccelse, alcune veramente giovani, così giovani che stanno ancora nelle carrozzine. Ma non hanno bisogno delle madri ad accudirle, queste giovani menti, così le anche giovani madri possono dedicarsi senza preoccupazioni allo shopping. Sì, avete capito bene: bambini e carrozzini sono parcheggiati nella biblioteca mentre le madri vanno per negozi. Ed è già un miglioramento rispetto a poco tempo fa, quando il bambino in carrozzina veniva lasciato sul marciapiede e neanche davanti al negozio in cui la madre entrava. Avreste dovuto vedere le facce dei due poliziotti che fecero la scoperta che poi pose fine alla pratica, lo sconcerto totale: uno dei due disse all'altro di fare la guardia alla carrozzella mentre lui entrava in tutti i negozi per cercare la madre snaturata. Non sarebbe neanche sorprendente se la madre fosse stata nel primo negozio visitato ed avesse ignorato le domande del poliziotto: le paki hanno una capacità unica di non percepire l'esistenza di qualcosa di cui non vogliono interessarsi.
      Oltre ai bimbi in carrozzella, troverete anche un nutrito gruppo di vecchietti, immersi nella lettura dei quotidiani locali o, i più ardimentosi, in quella della pagina 3 di The Sun. E spesso, ma non sempre, troverete un barbone che viene a passare i pomeriggi dormendo su una delle poltroncine, fin quando alle 5 e 30, avvicinandosi l'orario di chiusura, un giannizzero in gonnella di 150 chili lo scuote dolcemente come uno scuotitore meccanico fa con un albero di olive e gli dice senza parafrasare che "sa a leva' dar cazzo, pecché stamo a chiude!"
      Però, il mercoledì pomeriggio la biblioteca organizza partite di scacchi (con risultati che potete provare ad immaginare ma che non arriveranno neanche vicini alla realtà), ed il giovedì pomeriggio si riunisce il circolo culturale che legge e commenta i quotidiani. In particolare pagine 3 di The Sun. Sono delle belle iniziative, in fondo in fondo, no?

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