Sul traghetto che da Dover mi stava portando a
Calais, mi sono seduto ad un tavolino sul ponte di poppa. Il rumore dei motori
martellava nelle orecchie, ma il sole era piacevole e nessuna altra
sistemazione eliminava il problema eccetto andarsene sottocoperta. Mentre sono
lì che mi godo il tepore del sole una famiglia inglese si avvicina e chiede se
possono sedersi al tavolo. Rispondo che i posti sono tutti liberi e loro si accomodano,
preparandosi a fare colazione. Noto, sulla t-shirt dell’uomo, la seguente
scritta: Kilimangiaro Lager – If you can’t climb it, drink it. “E’ buona?”
chiedo. “Ottima! Ma non la trovi qua. E’ molto diffusa in Tanzania.” Okay… ne
terrò conto per la prossima volta che vado in Tanzania. Continuiamo a parlare
ed il tipo mi racconta un poco del suo lavoro, che lo porta in giro per il
mondo. Lavora per una ditta canadese che vende servizi ad altre aziende e il
suo ruolo è quello di addestrare i propri manager nelle varie filiali mondiali.
Mi parla di ebola, di un collega sudafricano bloccato in Liberia in quanto non
riesce ad ottenere dalle autorità il visto per lasciare il paese. “Il governo
non fa niente”, dice. “C’è tanta corruzione. Sono tutti corrotti.” E qui ho
chiuso la conversazione.
Cosa vuoi dire ad una persona del genere? Avrei
dovuto dirgli: “E dato che sono tutti corrotti, tu come pensi che la tua
fottuta ditta canadese riesca a lavorare là?” Avrei dovuto chiederglielo, ma
tanto non avrebbe capito. O più probabilmente, sapendolo bene, mi avrebbe fatto
uno di quei sorrisi merdosi che persone del genere sempre fanno in queste
occasioni.
Mi spaventa, più che stupirmi, come le persone
ritengano la corruzione un problema con una faccia sola quando si tratta invece
di una moneta con due facce. Come si può non pensare al fatto che, se c’è un
corrotto, c’è anche un corruttore? Tanto più che, con facilità, spesso il
corrotto non ha poi molta scelta, o è comunque in una posizione più debole del
corruttore, il quale porta quindi una ben maggiore responsabilità. Al recente summit
dei G20 in Brisbane, è stato annunciato che la corruzione dei capi di governo
delle nazioni più povere costa, alle loro stesse nazioni, 8 trilioni di
sterline ogni anno. 8 trilioni… sembra di leggere un fumetto di zio Paperone. E
certo, che capi di governo disonesti e malevoli nei confronti della loro stessa
gente. Ma chi è che li corrompe? Dove vivono i corruttori? Non c’è bisogno di dirlo.
Serve proprio una gran faccia di bronzo per andare a fare la morale sulla
corruzione quando appartieni ad una nazione che è un paradiso fiscale e a cui fanno
capo altri paradisi fiscali come Gibilterra, Virgin Islands e Cayman Islands.
On the ferry from Dover to Calais, I was
sitting at a table on the poop deck. The engines noise hammered in my ears, but
the sun was pleasant and no other accommodation avoided the trouble save going
below deck. While I’m there enjoying the sun, an English family approaches me
and ask if they can sit at the table. I answer that all the seats are free and
they sit down, setting up for breakfast.On the man’s t-shirt I read: Kilimanjaro
Lager – If you can’t climb it, drink it. “Is it good?” I ask. “Great! But you
cannot find it here. It’s really common
in Tanzania.” Okay... I’ll keep it in mind for my next trip to Tanzania. We keep
chatting and the guy tell me about its job which takes him around the world. He
works for a Canadian company which sells service to other companies and he
provides the training to their own managers in the many different branches. He
tell about Ebola, and about one colleague of him from South Africa stuck in
Liberia because the authorities refuse to give him the document needed to
leave. “The government’s doing nothing”, he says. “There’s a lot of corruption.
Are all corrupted.” And here I ended the conversation.
What can you say to such a person? I would
had to ask: “Since are all corrupted, how do you think is your fucking Canadian
company able to work over there?” I would had to, but I wouldn’t have understood.
Or more easily, knowing it, I would have given me one of those shitty smiles
that such people always use in these situations.
It’s concerning, more than amazing, how people
consider corruption a one side problem when it’s a two sides coin instead. How
cannot you think that if you have a corrupted, you have a corruptor as well.
All the more so that the corrupted often has no choice, or is in any case in a
weaker position than the corruptor, who’s so bearing a much more bigger responsibility.
Recently, at the G20 summit, has been said that poorest country head of government’s
corruption costs to those very same
countries more than 8 trillions of pounds. 8 trillions... is like reading a
comic of Uncle Scrooge. How dishonest and mean are those heads of government
towards their own people. But who did it corrupt them? Where are the corruptors
from? There’s no need to tell it. You need to be brazen-faced to make preaches
when you’re from a country which a fiscal heaven and which other fiscal heavens
like Gibraltar, Virgin Islands and Cayman Islands are linked to.
ma infatti in UK commette un crimine sia il corrotto sia il corruttore e se corrompi o ti fai corrompere all'estero mentre lavori per una ditta basata in UK sei ancora perseguibile
ReplyDeleteQueste sono regole valide praticamente ovunque. Il punto della storia e' che non puoi andare a fare la morale ad un corrotto quando tu sei un corruttore.
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