Questa volta non erano topi, come ho raccontato qui. Coi quali ho risolto con la colla. Per poi abbattere su ognuno degli sciagurati il martello della rabbia degli dei. Ovvero una martellata in testa per spacciarli. E qui un 'fanculo agli anti-vivisezionisti ci sta proprio bene. Questa volta mi sono ritrovato in casa un fottuto ratto. Stamani alle 5:30 il bestione se ne è venuto fuori da dietro il frigorifero. "Andrea!" dico. Andrea è il mio coinquilino, Cosa Nostra per gli amici, pecchì iddu è sicilianu! "Andrea!" dico. "Che ci fai sveglio a quest'ora?" Ma quello non risponde e continua a procedere lungo il breve corridoio in direzione della sala da pranzo. Senonché noto che cammina a quattro zampe. Ed ha anche una bella coda. "Ma tu non sei Andrea!" Salto in piedi , afferro lo spazzolone per dare lo straccio in terra (stavo per scrivere "il cencio", ma quelli da fuori della Toscana non avrebbero capito) e do dietro all'abusivo. Che nel frattempo ha raggiunto la sala da pranzo.
Allora, i ratti non è che siano animali proprio facili da gestire. Anche i gatti ci pensano bene prima di infastidirli. Se addirittura non scappano quando se ne trovano uno davanti. A casa mia in Italia era il cane che li ammazzava. Meglio non prendere la cosa alla leggera, quindi. Se lo manchi al primo colpo mica è detto che quello cerchi di scappare; può decidere di attaccare. Hanno detti affilati e tendono a diffondere malattie proprio schifose. E poi vorrei evitare di fare troppo baccano e così svegliare Cosa Nostra. Chiudo quindi la cara bestiola fetente in sala da pranzo, creo una barriera per chiudere il corridoio ed impedirgli di tornare verso la cucina, spalanco la porta d'ingresso per lasciare una "via di fuga" ed entro in sala da pranzo brandendo lo spazzolone. In sala da pranzo non ci sono molti mobili. Il tavolo e le sedie, un comodino da letto lasciato dai precedenti inquilini, la nuova libreria e le ultime scatole con la roba della piccola che aspettano di essere portate via. Sposto le scatole, una ad una: niente. Sposto il comodino: niente. Sotto la libreria non può essersi infilato. Che si nasconda dietro la porta? Nemmeno. E allora, dove cazzo è finito?!
Decido di rimandare tutto al 27. Ah no, quello è il vecchio professore di De André. Io rimando tutto a dopo il lavoro. Chiudo la porta e mi preparo per uscire. Ieri era stata una bellissima giornata, per una volta che cominciavo la settimana lavorativa sereno e rilassato, vengo svegliato durante la notte dalle volpi sotto la finestra di camera che ammazzano non so bene che bestia (mi hanno svegliato i lamenti di un animale che si sono interrotti improvvisamente) e poi un ratto che mentre faccio colazione mi passa praticamente sui piedi e gira tranquillo e senza fretta per casa mia. Mi ripeto e convinco che l'uber-topo deve essermi sfilato dietro la schiena mentre lo cercavo per volatilizzarsi in strada. Ma lasciamo tutte le porte chiuse, che non si sa mai. Scrivo una nota per Cosa Nostra, per spiegargli cosa è successo, e vado a lavoro.
Ore 4:30 circa, rientro a casa. Cosa Nostra è sul piede di guerra, vuole darsi alla caccia grossa. Ma sta bon', gli dico. Ciapa qua! Gli metto lo spazzolone in mano, e faccio strada verso la sala da pranzo. Inizio una nuova ricerca, soprattutto per capire se c'erano buchi da cui poteva essere uscito. Ma sicuramente è uscito dalla porta stamani. Dietro i libri non può essere. La mensola più bassa poggia in terra, fammi dare giusto un'occhiata per sicurezza. Sposto giusto un libro e vedo la schifosa pelliccia dell'uber-topo. Merda! E' dietro i libri! Che facciamo? chiede Cosa Nostra. Vai a prendere le scatole che sono in cucina e fai una barriera in corridoio. Io apro la porta d'ingresso.
Quando siamo pronti torno alla libreria. Un colpo deciso dello spazzolone e spingo i libri contro il muro, per schiacciarci il ratto. Quello schizza fuori da dietro i libri, si gira e cerca di tornare dietro la loro protezione. Un altro colpo di spazzolone e gli ultimi libri scorrono contro il muro a precludergli il passaggio, come blocchi di pietra nel tempio maledetto delle avventure di Indiana Jones. Il ratto si lancia balzelloni verso il comodino, si infila dietro di esso e poi sotto. Figlio di... Meglio! fa Cosa Nostra. Spingi il comodino verso la porta e il ratto con esso. Ah, però... le sinapsi ti funzionano, a volte. Comincio a spingere il comodino, godendo nel sentire l'agitazione dell'uber-topo sotto di esso. Fai piano! Perché? Così lo macelli! Eh...quello sarebbe il fine ultimo. Ah, sì? U' maronna... Tieni, va, dico porgendogli una stampella che mi porto dietro dai tempi in cui abitavo a Tooting Broadway. Se cerca di scavalcare la barriera dagli un colpo in testa. Detto fatto: alla spinta successiva impressa al comodino, l'uber-topo si lancia nel corridoio. La stampella con cui ho armato Cosa Nostra si rivela inutile, perché preso in contropiede salta all'indietro per allontanarsi dal ratto, che con due balzelli supera la barriera. Senonché, sebbene Cosa Nostra fosse spaventato dal ratto, il ratto era ancor più spaventato da Cosa Nostra e ri-balza dal mio lato della barriera. Con un solo zompo, questa volta. Fa per tornare in sala da pranzo, ma ci sono io con lo spazzolone, quindi si lancia attraverso la porta d'ingresso e fugge a balzelli ratteschi per strada, illuminato dal sole dell'avvenire come in un vecchio film dal lieto fine. Quanto lieto per l'uber-topo non saprei, dato che si è diretto verso le case sull'altro lato della strada, tutte abitate da indo-pakistrani. Oggi non so, ma qualche anno fa il ratto era l'ingrediente base nella dieta della popolazione di Bombay.
Da parte mia c'è comunque piena soddisfazione, dato che mi sono liberato dell'abusivo. Faccio un poco di pulizia con la candeggina, quindi vado in ferramenta a comprare la schiuma espansa e il veleno per ratti (che qui vendono in farmacia...). E scopro che ricorrere alla schiuma espansa per chiudere vie d'accesso (o di fuga?) agli uber-roditori è pratica comune a Newham. Torno a casa, infilo una vaschetta di veleno nell'intercapedine del finto muro che divide il bagno da camera mia, quindi sigillo con la schiuma l'apertura da cui escono i tubi del lavandino e della vasca. E da cui si suppone sia uscito anche l'uber-topo. Per maggiore precauzione sigillo ogni possibile passaggio e solo a quel punto mi concedo una doccia. Speriamo che i Sigilli che chiudono la prigione dell' Oscuro Signore reggano.
Dopo la doccia racconto alla piccola il fatto. E di come il bastardo sia stato nascosto dietro i libri tutto il giorno, in silenzio, ad aspettare il buio. Che pazienza! mi risponde la piccola su Whatsapp. Poverino. Tutto il giorno digiuno. Ma sei amica mia o amica del ratto?!
Morale della favola. Le case di una volta venivano costruite abbastanza a casaccio, sia nel Regno Unito che in Italia. Ma mentre in Italia, nel momento in cui la casa viene ristrutturata la si rimette a posto, più o meno bene, certo, con guaine alle fondamenta e alla base dei muri per evitare infiltrazioni, impianti elettrici più o meno a norma e altri simili interventi, qui nel regno unito non ci badano. La pittura si sfoglia e cade dopo una settimana, l'intonaco dei muri interni si gonfia d'umidità alle prime piogge durature, i cavi elettrici sono affogati nel calcestruzzo dei pavimenti o passati liberamente sotto i mobili e dietro i battiscopa o inchiodati ai muri sopra le porte, le intercapedini si sprecano là dove sono completamente inutili se non per fornire passaggi sicuri a topi e ratti. Meno male non hanno serpenti, su quest'isola... E vi assicuro che il fenomeno non si limita solo alle case da affittare a noi "schifosi migranti". Certo, in queste case raggiunge il top e ci sono molti edifici di nuova costruzione che sono costruiti abbastanza bene, sebbene pure questi presentino pecche come bocchettone della doccia avvitato ad altezza di nano, davanzali delle finestre di varie larghezze e forme, muri non in squadra con angoli inutilizzabili e tante altre amenità. Ma niente e nessuno potrà convincermi che non ci sia qualcosa di insano nella mentalità di questa gente, magari a causa di una curva sbagliata nel processo evoluzionistico che quest'isola ha preso durante il suo "splendido isolamento" dell'epoca vittoriana.
Allora, i ratti non è che siano animali proprio facili da gestire. Anche i gatti ci pensano bene prima di infastidirli. Se addirittura non scappano quando se ne trovano uno davanti. A casa mia in Italia era il cane che li ammazzava. Meglio non prendere la cosa alla leggera, quindi. Se lo manchi al primo colpo mica è detto che quello cerchi di scappare; può decidere di attaccare. Hanno detti affilati e tendono a diffondere malattie proprio schifose. E poi vorrei evitare di fare troppo baccano e così svegliare Cosa Nostra. Chiudo quindi la cara bestiola fetente in sala da pranzo, creo una barriera per chiudere il corridoio ed impedirgli di tornare verso la cucina, spalanco la porta d'ingresso per lasciare una "via di fuga" ed entro in sala da pranzo brandendo lo spazzolone. In sala da pranzo non ci sono molti mobili. Il tavolo e le sedie, un comodino da letto lasciato dai precedenti inquilini, la nuova libreria e le ultime scatole con la roba della piccola che aspettano di essere portate via. Sposto le scatole, una ad una: niente. Sposto il comodino: niente. Sotto la libreria non può essersi infilato. Che si nasconda dietro la porta? Nemmeno. E allora, dove cazzo è finito?!
Decido di rimandare tutto al 27. Ah no, quello è il vecchio professore di De André. Io rimando tutto a dopo il lavoro. Chiudo la porta e mi preparo per uscire. Ieri era stata una bellissima giornata, per una volta che cominciavo la settimana lavorativa sereno e rilassato, vengo svegliato durante la notte dalle volpi sotto la finestra di camera che ammazzano non so bene che bestia (mi hanno svegliato i lamenti di un animale che si sono interrotti improvvisamente) e poi un ratto che mentre faccio colazione mi passa praticamente sui piedi e gira tranquillo e senza fretta per casa mia. Mi ripeto e convinco che l'uber-topo deve essermi sfilato dietro la schiena mentre lo cercavo per volatilizzarsi in strada. Ma lasciamo tutte le porte chiuse, che non si sa mai. Scrivo una nota per Cosa Nostra, per spiegargli cosa è successo, e vado a lavoro.
Ore 4:30 circa, rientro a casa. Cosa Nostra è sul piede di guerra, vuole darsi alla caccia grossa. Ma sta bon', gli dico. Ciapa qua! Gli metto lo spazzolone in mano, e faccio strada verso la sala da pranzo. Inizio una nuova ricerca, soprattutto per capire se c'erano buchi da cui poteva essere uscito. Ma sicuramente è uscito dalla porta stamani. Dietro i libri non può essere. La mensola più bassa poggia in terra, fammi dare giusto un'occhiata per sicurezza. Sposto giusto un libro e vedo la schifosa pelliccia dell'uber-topo. Merda! E' dietro i libri! Che facciamo? chiede Cosa Nostra. Vai a prendere le scatole che sono in cucina e fai una barriera in corridoio. Io apro la porta d'ingresso.
Quando siamo pronti torno alla libreria. Un colpo deciso dello spazzolone e spingo i libri contro il muro, per schiacciarci il ratto. Quello schizza fuori da dietro i libri, si gira e cerca di tornare dietro la loro protezione. Un altro colpo di spazzolone e gli ultimi libri scorrono contro il muro a precludergli il passaggio, come blocchi di pietra nel tempio maledetto delle avventure di Indiana Jones. Il ratto si lancia balzelloni verso il comodino, si infila dietro di esso e poi sotto. Figlio di... Meglio! fa Cosa Nostra. Spingi il comodino verso la porta e il ratto con esso. Ah, però... le sinapsi ti funzionano, a volte. Comincio a spingere il comodino, godendo nel sentire l'agitazione dell'uber-topo sotto di esso. Fai piano! Perché? Così lo macelli! Eh...quello sarebbe il fine ultimo. Ah, sì? U' maronna... Tieni, va, dico porgendogli una stampella che mi porto dietro dai tempi in cui abitavo a Tooting Broadway. Se cerca di scavalcare la barriera dagli un colpo in testa. Detto fatto: alla spinta successiva impressa al comodino, l'uber-topo si lancia nel corridoio. La stampella con cui ho armato Cosa Nostra si rivela inutile, perché preso in contropiede salta all'indietro per allontanarsi dal ratto, che con due balzelli supera la barriera. Senonché, sebbene Cosa Nostra fosse spaventato dal ratto, il ratto era ancor più spaventato da Cosa Nostra e ri-balza dal mio lato della barriera. Con un solo zompo, questa volta. Fa per tornare in sala da pranzo, ma ci sono io con lo spazzolone, quindi si lancia attraverso la porta d'ingresso e fugge a balzelli ratteschi per strada, illuminato dal sole dell'avvenire come in un vecchio film dal lieto fine. Quanto lieto per l'uber-topo non saprei, dato che si è diretto verso le case sull'altro lato della strada, tutte abitate da indo-pakistrani. Oggi non so, ma qualche anno fa il ratto era l'ingrediente base nella dieta della popolazione di Bombay.
Da parte mia c'è comunque piena soddisfazione, dato che mi sono liberato dell'abusivo. Faccio un poco di pulizia con la candeggina, quindi vado in ferramenta a comprare la schiuma espansa e il veleno per ratti (che qui vendono in farmacia...). E scopro che ricorrere alla schiuma espansa per chiudere vie d'accesso (o di fuga?) agli uber-roditori è pratica comune a Newham. Torno a casa, infilo una vaschetta di veleno nell'intercapedine del finto muro che divide il bagno da camera mia, quindi sigillo con la schiuma l'apertura da cui escono i tubi del lavandino e della vasca. E da cui si suppone sia uscito anche l'uber-topo. Per maggiore precauzione sigillo ogni possibile passaggio e solo a quel punto mi concedo una doccia. Speriamo che i Sigilli che chiudono la prigione dell' Oscuro Signore reggano.
Dopo la doccia racconto alla piccola il fatto. E di come il bastardo sia stato nascosto dietro i libri tutto il giorno, in silenzio, ad aspettare il buio. Che pazienza! mi risponde la piccola su Whatsapp. Poverino. Tutto il giorno digiuno. Ma sei amica mia o amica del ratto?!
Morale della favola. Le case di una volta venivano costruite abbastanza a casaccio, sia nel Regno Unito che in Italia. Ma mentre in Italia, nel momento in cui la casa viene ristrutturata la si rimette a posto, più o meno bene, certo, con guaine alle fondamenta e alla base dei muri per evitare infiltrazioni, impianti elettrici più o meno a norma e altri simili interventi, qui nel regno unito non ci badano. La pittura si sfoglia e cade dopo una settimana, l'intonaco dei muri interni si gonfia d'umidità alle prime piogge durature, i cavi elettrici sono affogati nel calcestruzzo dei pavimenti o passati liberamente sotto i mobili e dietro i battiscopa o inchiodati ai muri sopra le porte, le intercapedini si sprecano là dove sono completamente inutili se non per fornire passaggi sicuri a topi e ratti. Meno male non hanno serpenti, su quest'isola... E vi assicuro che il fenomeno non si limita solo alle case da affittare a noi "schifosi migranti". Certo, in queste case raggiunge il top e ci sono molti edifici di nuova costruzione che sono costruiti abbastanza bene, sebbene pure questi presentino pecche come bocchettone della doccia avvitato ad altezza di nano, davanzali delle finestre di varie larghezze e forme, muri non in squadra con angoli inutilizzabili e tante altre amenità. Ma niente e nessuno potrà convincermi che non ci sia qualcosa di insano nella mentalità di questa gente, magari a causa di una curva sbagliata nel processo evoluzionistico che quest'isola ha preso durante il suo "splendido isolamento" dell'epoca vittoriana.
Sto ridendo un sacco. Hai mai pensato di raccogliere in un libro alcuni post presi da questo blog (magari i meno intimi, i piu' ridanciani) in un libro?
ReplyDeletePer qwuanto riguarda gli inglesi, ti consiglio questo libro:
http://www.amazon.co.uk/Watching-English-Hidden-Rules-Behavior/dp/185788616X/ref=dp_ob_title_bk
in cui -- tra l'altro -- si cita un antropologo che sosteneva che al mondo esistano due linee evolutive di esseri umani: il resto del mondo e gli inglesi, e credo lo dicesse in tono spregiativo (ma non vorrei metterti false aspettative, e' solo una nota a pie' pagina... il libro comunque esplora con una certa autoironia il modo di comportarsi degli Inglesi)
Cheers
Minchia oh, per commentare in sto blog ci vuole la laurea in Ingegneria SubAtomica!
ReplyDeleteMio cugino diceva sempre che se gli inglesi erano gente normale, Dio non li avrebbe messi su un isola.
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