Un tempo c'erano i clan e le tribu'. L'avvento degli stati nazionali ha portato, affrontando piu' o meno resistenza, alla dissoluzione di tali gruppi sociali, riducendo l'aggregazione umana al nucleo, piu' piccolo ma ancora numeroso, della famiglia. Il modello base della famiglia e' poi andato rimpicciolendo, via via che le necessita' che richiedevano agli esseri umani di vivere in gruppi numerosi sono andate sparendo. Molte di queste necessita' sono scomparse per azione diretta dello stato nazionale, che ha creato, col tempo, una societa' in cui l'individuo e' diventato sempre piu' forte. Rendendo l'individuo piu' forte, rendendolo in grado di provvedere a se stesso, lo stato ha di fatto indebolito la famiglia, che da patriarcale e di tipo multiplo si e' andata restringendo fino a diventare di tipo nucleare, ovvero uomo-donna/marito-moglie/padre-madre. Per poi diventare ancor piu' piccola fino a ridursi senza figli. Il passo successivo che la nostra societa' ha fatto e' stato di dire alla donna che non aveva piu' bisogno di un marito, e dandole i mezzi per sopravvivere autonomamente ha trasformato il matrimonio in una gabbia da cui fuggire o addirittura da fare a pezzi. Distruggendo il significato di matrimonio (anche nel lessico, ampliandone i termini fino a rendere la parola vuota di ogni significato) si sta provvedendo alla distruzione dell'ultima forma di raggruppamento sociale, in favore dell'individualismo. A questo punto, per promuovere quell'individualismo tanto caro alla globalizzazione mondiale, i figli vengono messi in aperto contrasto coi genitori, rompendo ogni regola biologica tramite la proibizione della disciplina, l'assegnazione di diritti senza doveri e l'opera ad hoc di addetti ai servizi sociali e psicologi. L'ultima barriera verra' infranta con l'ausilio dei social media, che gia' di per se' estraniano l'essere umano dal mondo circostante permettendogli di costruirsi una visione d'esso fatta su misura (ma al tempo stesso facilmente manipolabile), i quali ci bombardano con moderne filosofie incentrate sulla solitudine e l'individualismo come via per raggiungere la felicita', ma il cui unico scopo e' quello di distruggere le ultime capacita' associative rimasteci.
Sono due i punti su cui dovremmo soffermarci a riflettere. Il primo e' che se anche l'individuo fuori da una famiglia gode di maggiori liberta', ovvero e' sgravato da tutta una serie di doveri, e' ancor piu' vero che la sua capacita' di resistere alle avversita' e' considerevolmente ridotta. Ovvero, nel momento in cui l'autorita', quella stessa autorita' che gli ha prima fornito le capacita' di sopravvivere autonomamente, decidera' che e' tempo di venirlo a prendere, il singolo individuo non avra' alcuna possibilita' di resisterle. Quando, invece, tale possibilita' esiste per una famiglia numerosa e con possibilita' di successo tanto piu' alte quanto piu' grande e' il numero dei membri. Pensate a cosa puo' fare una famiglia di una ventina di membri armati: si tratta di un piccolo esercito, un po' come in alcuni film western degli anni 60'. Ma piu' semplicemente pensate a quelle famiglie che per resistere a tempi di crisi come quello attuale (una crisi voluta e gettata su di noi dalle nostre stesse autorita') sono tornate a dividere la stessa casa e a mettere in comune i guadagni.
Il secondo punto che ci dovrebbe far riflettere e' qualcosa che ci viene rammentato continuamente dalle riviste di gossip e di economia. E' il concetto di dinastia: la dinastia degli Agnelli, la dinastia dei Rockfeller. Chi ci domina e controlla sono sempre dinastie, famiglie numerose e ben organizzate che si sposano, incrociano e relazionano con l'unico obiettivo di mantenere ed imporre la loro influenza. E sono loro stessi che hanno deciso, per noi, un diverso corso di vita. Per noi hanno promosso non il bene del gruppo bensi' quello dell'individuo, instillandoci il disprezzo per il matrimonio di interesse (o necessita') in favore del matrimonio d'amore. Amore che, guardando i risultati catastrofici di tali relazioni e i danni che i loro frutti ci hanno portato, e' chiaro non siamo in grado di gestire.
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