Friday, 28 February 2014

Un po' di timore

Un errore che continuo a fare, dopo ormai quasi tre anni di residenza a Londra, è quello di ritenere l'inglese medio della Working Class capace di ragionare. Non che sia stupido, semplicemente è privo di curiosità e non è abituato a pensare con la sua testa. Non che il risultato sia poi così differente. Un po' come quando andavi a scuola e gli insegnanti dicevano ai tuoi genitori: "Il ragazzo è intelligente ma non si impegna." Ovviamente perchè non potevano dire che eri un idiota. Ecco, il membro medio della Working Class non si impegna.
   Il membro medio della Working Class, del resto, si nutre di frasi fatte, degli slogan che il governo gli fa ripetere a papera. Oltre a nustrirsi di junk food, ovviamente, che pure quello non fa bene al cervello. No union, no pound rivolto agli scozzesi che vogliono l'indipendenza ma vorrebbero tenere la sterlina come valuta (chissà poi perché lo vogliono, dato che è un controsenso ); gli stranieri ci rubano il lavoro accettando paghe più basse (come se le aziende da qua non stessero tutte migrando in Polonia); dobbiamo proteggerci dall'invasione di rumeni e bulgari (pare ne siano arrivati 35 dal 1 gennaio, data in cui tutte le barriere lavorative -inutili- nei loro riguardi sono state sollevate e quindi della prevista invasione -neanche i Testimoni di Geova sbagliarono mai così tanto). Insomma, la propaganda governativa, la più becera, ha presa facile sulla Working Class. E non solo, purtroppo.
   E così, mentre il governo avvia (ha già avviato da un bel po') l'austerity di modello europeo, nessuno indaga o addirittura si chiede se veramente ce ne sia bisogno. Entro il 2019 verranno tagliati oltre 1.100.000 impieghi pubblici; il welfare viene costantemente ridotto, sia con tagli ai benefit che con la chiusura di ospedali e caserme dei pompieri e della polizia; le ultime istituzioni pubbliche come la Royal Mail vengono privatizzate. E nessuno si accorge che mentre alla polizia vengono tagliati 5 milioni di sterline di finanziamenti, l' Home Office, l' autorità politica che ne è responsabile, distribuisce ai suoi membri oltre 6 milioni di bonus; o che a causa delle chiusure di strutture e della cattiva organizzazione del sistema sanitario che non fa lavorare i medici di base nei weekend i centri di pronto soccorso sono presi d'assalto proprio di sabato e domenica e richiedono la presenza di quegli stessi medici di base arrivando a pagarli fino a 1500 sterline per un turno notturno; o che i membri del parlamento si stanno facendo rimborsare migliaia di sterline per il riscaldamento della seconda casa o per le spese di viaggio anche se vivono a 15 minuti di cammino dal palazzo del parlamento stesso, il tutto mentre si alzano anche le paghe. O che l' NHS, il sistema sanitario inglese, mentre non paga i suoi medici spende milioni e milioni in opere d' arte, e che fa redundant i manager, paga loro buone uscite a 6 cifre, per poi riassumerli in capo a 3 mesi. Queste cose la Working Class non le vede. Vede gli immigrati distruggere il loro national welfare. Ma non è che vede quali immigrati realmente stiano approfittando e quali no. Non vede le africane delle ex colonie andare direttamente dall' aeroporto all' ospedale per sgravare, non vede i numeri a 6 o 7 cifre di membri non lavoratori di alcune comunità (asiatiche e africane). Vede gli EU migrants venire qui per il benefit tourism, perché glielo ha detto il governo, anche se, come già scritto qui, proprio secondo i record governativi sono i migranti europei che stanno pagando in gran parte i benefit di cui il 60% delle famiglie britanniche fa uso in varia misura.
    Niente di strano quindi, che quel razzismo che è parte fondamentale della cultura britannica (sono stati i primi a fare uso della teoria della razza ariana, e questo dovrebbe bastare a definirli, ma si possono raccontare tante cose a supporto di quanto ho detto) venga fuori ancora una volta. Le varie leggi antidiscriminazione, che furono necessarie per permettere all'economia di crescere, hanno solo represso questo sentimento, lo hanno trasformato in risentimento, ed ora la molla aspetta solo l'occasione per schizzare. Nell'ultimo anno e mezzo mi sono sentito dire in faccia cose come "Tu non puoi fare il supervisor perché sei straniero", o come "Go home", oppure "Sei solo un piccolo migrante venuto qua in cerca di lavoro". A dire il vero ero venuto in cerca di una società migliore (che bischero che sono stato), ma questa è un' altra storia. L'ultimo episodio è di ieri, e devo dire inaspettato, da parte di un membro del mio team, Wayne, il piccoletto di questa foto.
    Come già raccontato qui, la ditta per cui lavoriamo sta per mandare tutti a casa, dopo mesi durante i quali avevano parlato di costituire uno o due mobile teams per fare la manutenzione di diversi siti sparsi per Londra, innescando speculazioni e supposizioni su chi avrebbe lavorato con chi, quali agency guys sarebbero stati tenuti e quali licenziati. E in un periodo in cui la gente senza lavoro aumenta, perché sebbene come dice il governo sono stati sì creati più posti di lavoro ma sono pure aumentate le persone che quei posti se li contendono a causa dell'immigrazione incontrollata, le speculazioni non erano cose di poco conto. In quest'ottica stiamo tutti cercando un nuovo lavoro: application, interview, rifiuto dell'offerta. Almeno da parte mia: le paghe si stanno abbassando e molte sono arrivate al punto del ridicolo. Ad una ditta l'ho pure scritto: nell'email dell'application, invece che allegare il mio CV, ho chiesto loro se stavano scherzando e se non si vergognavano di pagare cosi' poco. Comunque, il primo argomento di cui si parla a lavoro, ogni mattina, è proprio come sia andata l'interview del giorno prima. E lunedì scorso Wayne annuncia che ha trovato un nuovo lavoro, che gli hanno offerto una posizione di manager in una ditta che installa finestre, per una paga oraria di 16 sterline. E che quindi questa era la sua ultima settimana. Complimenti. E auguri per il nuovo lavoro. Di cuore. Del resto avevo fatto tanti forzi perché lui non fosse fra i primi ad essere licenziati e che rimanesse nel mio team una volta finito il lavoro al Parco Olimpico. Questo quando ancora credevo, tutti credevamo, ci sarebbe stato un dopo.
    Tenuto conto di questo la sua reazione mi ha lasciato totalmente di stucco. Siamo nel furgone, io, Wayne ed Igor, che ci spostiamo all'interno del Parco, quando Igor inizia a raccontarci cose dette da una terza persona, un certo Dan, che lavorava al Jubilee Garden, dove si trova il London Eye. Dan, inglese, ha lavorato per molti anni come muratore o decoratore, non saprei, nella zona di South Bank, zona di quattrinai. Ed aveva condotto un suo, chiamiamolo, studio: aveva notato che mostrando lo stesso lavoro ai suoi connazionali otteneva risposte diverse se diceva loro che il lavoro era stato eseguito da una ditta inglese o da una ditta polacca. Dal "meraviglioso, perfetto" di quando diceva che era opera di inglesi, si passava a "bello, sì, però gli manca qualcosa" di quando diceva che era opera di stranieri. Al che Wayne interrompe Igor dicendo: "E cosa c'è di sbagliato in questo?" Una frase che ultimamente gli avevo già sentito usare: cosa c'è di sbagliato nel sostenere e aiutare i propri connazionali? Non c'è nulla di sbagliato. Assolutamente. A parte il sottinteso che siamo in guerra. E a parte che in questo caso non si tratta di sostenere un connazionale, si tratta di mancanza di obiettività. Glielo faccio notare e il che scatena la reazione inaspettata: in un solo minuto gli monta una rabbia in corpo che non riesce a contenere, comincia a dire con voce tirata che gli inglesi sono stanchi degli stranieri che vengono a rubare il lavoro accettando undercut wages, poi passa a sibilarmi che io non gli piaccio ed infine ad urlarmi insulti. Wanker, mi urla. Segaiolo, la peggior offesa in UK, che del resto è una nazione di segaioli. L'unica cosa che gli dico è che mi dispiace di aver convinto Mick (il nostro line manager) a tenere lui invece di Gary. E questo si' che lo fa arrabbiare. Le urla sono andate avanti una quindicina di minuti.
    Onestamente, chi non mi ama non mi merita. Se non vuoi stare nel mio team non ci sono problemi: posso fare a meno di uno che ha sempre il moccio al naso perché non se lo sa soffiare e che non è capace di fare altro che ripetere meccanicamente i compiti assegnatigli senza vedere dove sbaglia e senza mai migliorarsi. Il punto è: cosa può avere scatenato tale reazione?
    Io sono indisponente, sempre stato. Ma due settimane fa mi offriva cibo preparato dalla sua donna, mi prestava gli attrezzi. Poi ho ripensato alla sua sfuriata. Gli inglesi sono stanchi degli stranieri che vengono a rubare il lavoro accettando di essere sottopagati. Wayne, gli ho risposto, fra me e te chi ha la paga più alta? Al che ha ribattuto rabbiosamente con "Anche tu stai per tornare ad una paga di 7 pounds l'ora." Quel "Anche tu" mi fa pensare che il lavoro da 16 pounds per ora sia in realtà un lavoro da 7 pounds per ora. Si lamentava che gli 8,10 orari che guadagnava attualmente non gli bastavano, che doveva lavorare i weekend e ugualmente faticava a far tornare i conti. Se non ha trovato niente di meglio che 7 l'ora non mi stupisce che fosse così aggressivo. Le ditte non pagano, e la colpa è di chi il governo gli ha detto che è. 
    E intanto loro vanno avanti coi loro piani. Corsi di Health and Safety (la sicurezza sul lavoro) si sprecano, e così le inductions, apparentemente cosa buona e giusta. Ma tutto ciò costa, e le aziende non vogliono certo pagare, e quindi fanno ricadere i costi sugli operai abbassandone le paghe. Molte persone al Parco Olimpico devono lavorare i weekend per rientrarci con le spese, vengono al lavoro il lunedì che sono già stanchi, e gli incidenti capitano proprio quando sei stanco. Non al Parco, dove nessuno in realtà lavora, ma stiamo tutti per tornare nel mondo reale. Quel mondo dove i lavori sono sempre di meno, dove le paghe si abbassano, e dove la Working Class crede sia tutta colpa degli immigrati. Di quelli europei, però, perché così ha detto Cameron. E perche' se parli male di neri e asiatici sei un razzista, cosi' dice l'elite intellettuale che tanti danni ha fatto alla societa' inglese.
    Beh, un pochino di timore comincio ad averlo.

Thursday, 27 February 2014

La lingua italiana

L'italiano è figlio del latino e del greco, che sono due lingue morte. E si sa, ad essere figlio di due morti quando vai all'estero non fai tanta bella figura...



Tuesday, 25 February 2014

A lack of creativity


My first approach to the British gardening happened, several years ago, through a book by Andrew Wilson translated in Italian. It was about urban gardens, treating some of his early work in London. The gardens were generally simple, often using materials that nowadays we would call “recycled”. I was captivated by his work, and I often used it as inspiration for some of the gardens I made in Italy. Well, at least where the client’s budget allowed it. Gardening in Italy, especially in the area I’m from, is quite different from gardening in UK: there’s a huge chasm between the top end clients, who can afford paying for a project and every stages till the garden completion, and the common clients, who would prefer to do everything in its own to save money. In this chasm, more a moat to be honest, few intermediate customers swim or float, desiring a beautiful garden but wishing to spend little. Feeding my business mostly with the bottom end customers, since the top end were exclusive of the big plant nurseries in Pistoia, I tried to catch as often as possible clients from the wide moat. Not easy task, though.
Since England is famous for its people passion about gardens, I have to say that what I found in London left me quite disappointed. Probably such a passion seems bigger than it is because of the confront with the Italian reality, where too many people would like to cover their gardens with concrete or tarmac and can’t do it just thanks to the restrictive Italian laws. But even if the British situation is not so exciting as information arriving to Italy made me think, it’s still really inviting. It offers a lot of opportunities and much better wages respect to Italy. Well, much better if you don’t consider operative and supervisor wages and if you don’t make a comparison with the living costs. But this is an other story.
Probably for this big offer so many people were attracted in to the industry. Industry which offers, respect to Italy, a lot more chances for designers. And this is the sore point. I worked for some companies in these three years, had collaborations with many, had the chance to have a look to the work of even more. Honestly I can’t count the number of gardens I walked in during this time. And I don’t speak about projects and portfolios I could examine. A lot of them from the very top end. In the last period, since I started to look for a new job, it became even more intense. Well, too often, getting in a garden I’ve never been before, it was like a déjà vu. Red wood cedar, squared water features,  black slates. Poor planting, often with second choice plants. So many gardens looking alike. Less and less a real gardening made with plants.
A couple of weeks ago, during an interview, I asked to the designer I was speaking to, whose company’s work were pretty much all the same, if it was the market asking for that style or if it was the company choice. It was their choice: they replicated their own projects with the aim to use always the same materials, known as long-lasting and reliable. Any form of creativity had been sacrificed to pragmatism. Then I have to assume that other designers made the same choice. And that others simply lack the capability to create something in their own and can’t avoid to replicate somebody else work.
I have nothing against pragmatism. Especially when you have to maintain the garden, you can’t fancy extravagances. But a silly design is something extraneous to creativity. And in the same way pragmatism and creativity don’t exclude each other. Even the scarcity of creativity in itself wouldn’t be so bad. Design involves it, of course, but the history of art is plenty of “duplicators” who dug a niche for themselves copying the masters’ works and never created an original work. Not everybody can be creative. But... there are so many sources to draw from!!!

I have to say that this situation worries me a little bit. I found very little of original in London, and that little was mostly made in the past. The nowadays metropolis is interested just in making money, this philosophy have infected a big number of people. An old system to loyalize the clients is to make them used to your product. Never change it, always keep the same standards. It has been with the wine, for example: same colour, same flavour, same taste year after year. In the end the client will dislike anything different. How much time before the tasteless customers, fed by a generation of creativit(y)less designers, will have all the old, original, hidden gardens of London covered with red wood cedar and black slabs? As Monico palace in Piccadilly Circus has been covered with advertising neon lights, so will the charm of a city be covered with pragmatism?

Friday, 21 February 2014

To take the chicken out of the hoven

   To take the chicken out of the hoven is my main duty at the Olympic Park. Even now that the contract is about to finish.
   Yesterday I got a day off, the second of two paid off-days allowed to us by the company for having interviews. I received a call on Wednesday in which was asked me if I was available for an interview the very next day. I asked to my line manager, he said I could, so I booked the interview. Less then an hour later another manager called me, saying that me and my team had an induction for the Crossrail site for the next morning.  Shit... I'm off tomorrow... How much time will the induction take? An hour, an hour and half? Ok, I'll come for the induction.
   The induction took more then five hours. A useless five hours long induction, in a room where we breathed CO2 instead of oxygen, listening to the same thing we had listened in other three or four similar inductions for other similar sites. Only difference with the other site was that the high visibility wear have to be orange instead of yellow like in to the Park. With such a beginning, I understood that everything would have been a mess. I just didn't immagine how much.
   -How much time will this job take?- I asked to the manager.
   -I think the whole morning. Do you have other to do?
   Other to do? We just killed the time last weeks at the Park. I have nothing to do.
   This morning, with our orange high visibility vests, we follow the manager to the Crossrail. So far from the railway, with a four meters high wall to separate us from it, that the question was natural: What fuck had we got the induction for???
    We had all the needed tools for a "morning job" with us. The concern that we had to wear "all orange" was discarded by the manager. When I saw the job, was immediately clear that a morning was far to be sufficient. The job consisted of weeding a wild flower bank, then strimming down the wild flowers and remove the debris. Some things to consider: the weeds were much more than the wild flowers; nothing had been done the previous year, so a thick lay of dead stuff and rubbish was hidden under the plants; we had to share the area with some builders using diggers and dumpers; our van was not allowed in. 
   -For this job-, I said, -we need at least three people for three days. And that in normal conditions. 
   -Normal conditions?
   -It means that any of those days is Friday and that any of those people has been fired as we have been. I'll do my best, but you can't push on someone who's been fired. How can you threat him? To fire him?
   -We have till Monday to complete this job. We don't have three days.
   Great. -Could we come tomorrow, eventually?
   -I'm sorry-, the site manager said. -No one is allowed here on Saturday.
   Fair enough. But the most funny detail was that we had to wear orange trousers.
   My company doesn't have orange trousers. And it wouldn't be a big problem if a manager manages the job, in other words if he makes a survey of the site to check what we must do and if he checks what is needed and what is compulsory in a specific site that has its own rules different from the rest f the Park. It's clear to everybody that he had not done anything of that. So, where to find orange trousers? Silly question. In to the skip, obviously.
   Rummaging in a skip he and the site manager found a trousers. Stinky of rat piss. 
   -Take this so you can start. I'm going to the shop to buy another two pairs.
   -Maybe you can buy three.
   -Sure.
   I had to refuse, I know. But when I have a job in front of me I have to do it, it doesn't matter what I have to endure to solve the problem. So I got the stinky trosuers while the manager was going to the shop.
   In my team I have an English and a Moldavian. The English started immediately to complain.
   -I don't wear stuff tken from a skip!
   -Don't worry. I'll wear this. Paul is going to the shop to buy new ones.
   It was 10:30 when he came back, with just another trousers. A dirty, torn pair found in another skip. The right chance for the English member of the team to flee away.
   -You can bring me to the other team, so I don't have to sit in the van doing nothing whole day.
   You can sit in to the van chatting all day, instead. Doesn't matter, feel free to go. It's clear you don't feel part of the team. We'll be better without you.

   So far, we cut down half part of the wild flower. We didn't weed, of course. The weeds will have to stay there, or they will give us more time to do the job. When we left the site we threw away the trousers and I sent a text to Paul, the manager:

Provide three new orange trousers for Monday 
if we have to complete the job, please. 
Igor's are torn and I had enough to wear 
rat piss stinking stuff got from the skip.

His answer:

 I will.

What do you bet I will not go back to the Crossrail site on Monday?

Thursday, 20 February 2014

#bloodyinterviews

The question they shouldn't never ask during a job interview: -Where do you see yourself in 5 years?
Say Yo! who never received this question. How did you answer it?
"Where I see myself in 5 years? In a better position, of course."
What should I answer you!? And if you and your flaming company are available to let me grow we will be all in a better position in 5 years. Instead, if you will not let me do it, I will do it in another place! In 5 years!

You and your silly questions...

What about the Good Boys?





The Good Boys were some of the agency guys who worked at the Olympic Park with me. I had them under my supervision for a while, then thank haven they were moved to other teams. The reason I called them Good Boys is here.
Coming the contract at the Park close to its natural end, they were one after another dropped off. The first was Dan. He was used don't turn up on Monday, nor to advise nor to answer at the phone when his awaiting supervisor called him. Kept for a while, since was not possible having new labourers inducted, a Monday the line manager decided that enough was enough. He called the agency to say that we had no more need of Dan. The agency got back in touch 15 minutes later and said:
-We told him. Well... actually we left a message in his voicemail, since he didn't answer.
Then was the turn of Paul and Simon to be dropped off. And after a week Gary's turn. Actually Gary wasn't a Good Boy. Even if not a great worker he was a dedicated and reliable person.
Yesterday I asked to Chris, Hellboy-Chris, if he had any news about them. The last I had were about interviews arranged for them by the agency.
-Did they have a job?- I asked.
-What do you think?- Chris replied with a simper.
-I don't think so.
-Paul went to the interview, the interviewers just looked at him and said "Ah, okay. It's fine. We don't need you".
It's not a surprise. Paul is a clever guy, but lazy and not fit at all for gardening. In any case he lived on benefits for 2 years before working at the Park, so he knows what to do to claim the allowance again.
-Simon-, Chris got on, -hasn't got any job and has come back to sell drug. The same thing he did before coming at the Park.
-Selling drug? Weed I hope...
-You don't make a lot of money selling weed.
-Ok, fair enough.
-About Dan, he got a dislocation at his shoulder... he said practicing martial arts but I believe he got it laying to long on the bed... and his GP is signing paid days out of work, so he is happy.
-What about Gary?
-He hasn't got any job yet.
-This surprises me. He's a reliable guy.
-True. Apparently there are not a lot of jobs on this time.

Except for Gary, the other three don't seem eager to find another job. And why should they? Since Mum Britain is available to pay for them. But it will not last for longer, apparently. So what to do with the waisted generation Cameron spoke about? Those youth who should be prefered by employers to Eastern Europeans? Mum Britain, you didn't teach your children a job-ethic, you are going to cut their benefits off if they don't get one of those jobs that you had already cut off, shall they pay for your graetness?

Sunday, 16 February 2014

Raving Metropolis 2



The Demon was hungry. Fed for centuries with souls and blood of throngs of foreign populations, slaves and servants brought from overseas, it never was sated. Nestled in the depths of the Metropolis, vital system of the Metropolis itself, its hunger was the city’s hunger. The Pale Lords, concealed in to shady offices or in to sunny dwellings on the hills, perceived the Demon’s craving and they were afraid of it. It had been grown too much during the centuries past since the founding of the Metropolis, and it still grew. Some of the Pale Lords dreaded it would drain every vital fluid of the nation, others simply laughed of their fears, already completely subdued to the Demon’s desires.
The Metropolis, with its millions of unaware to be servants, lived those days without thinking that its destiny laid underneath of it, in the guise of a unhinged creature, ready to doom the city and lose it in madness and rage. But the Pale Lords could clearly see increasing tensions, the points where the social fabric was wearing out due the Demon’s  insatiable hunger. The commerce got on, new works of art and technique were made every day, youth from other nations crossed the sea to study in its schools. But new nations and old foe powers looked up in the mist of far off lands, the merchants came back full-loaded of tasteless fruits and foods which didn’t feed, the works of the artists repeated themselves alike and were forgotten soon.
But it had to get on feeding the Demon. It was unavoidable. Feeding the Demon meant to make the Metropolis live, starving the Demon to make him powerless meant to kill the Metropolis. New life was given to the city through the entropy, otherwise the city would have languished until burn out. The banners were called, the men were drafted: the Pale Lords were planning a new war. But the nation was in decadence, little remains of the ancient empire, the grip on the colonies was still lethal and yet unsure. The inventiveness and the genius lacked among the local population, while more and more foreigner climbed up the social scale undermining the Pale Lords’ power.
The struggle began. The population were induced to sacrifice their lives to the Demon: spirit, flesh and blood. The Demon had to be fed, because its strength was the nation’s strength, it was the Pale Lords’ strength. It was a perfidious and not proclaimed conflict, to weaken the neighbour states, to re-establish the posses on the overseas riches and get of new ones. The internal weaknesses were laid on the poorest foreign classes, on who were considered expendable. The wealth was directed to sustain the war effort and the overseas armies, to strengthen the mechanism of power. As worse the population conditions became as stronger the Demon grew. As bigger the Demon’s strength became as bigger its hunger grew. New riches flowed irregularly for a provisional flourishing of the nation, but the beneficiaries were less and less at each time as the Demon’s share became bigger. The real struggle was to sustain the Demon.
Above the Demon’s dwelling, people walked unaware. They lived their lives in a more and more repetitively manner, they loved every day less and less, listening to the invitations to greed and hatred. People lost something of themselves every day, but didn’t pay attention to it. The memory of the past and traditions became blurred. Curiosity and interest in what was not everyday life became drowsy. Many lost the ability to experience them at all. Hedonistic pleasures were raised to dogmas to fill the void of their lives up. Many were not alive any more, but they didn’t cognize it. Hatred and dissatisfaction brewed into hearts which didn’t pulsate; delight for life has been sacrificed to the necessity of sustaining the war effort. When the rage burst among the most miserable, it was suppressed with method much worse than blood-shed: the spirit was ripped out from the flesh and killed, then indifference to everything and everybody was drafted in its place. The Metropolis grew crowded of strangers, of cold people unconcerned of each other. Everything has been taken away from the masses: dignity, love of life, capability to appreciate the beautiful things and to believe in something superior. In exchange they got the belief to be the chosen people. The sacrifice to the Nation, the sacrifice to the Demon, had become their unutter religion.

After had killed the Spirits of Earth, the Pale Lords got ready to kill Earth itself to rip its riches off and feed them to the Demon. And the Demon, laying into the darkness of the Metropolis’ underground, laughed, emitting demented gurgles.

Friday, 14 February 2014

Austerity? Yes, please.

   Quando mi trasferii a Londra fu alla fine di un periodo di sei mesi durante i quali verificai opportunità di lavoro e paghe e contemporaneamente mi cimentai in un infruttuoso balletto di applications. Ovviamente, dall' Italia non è possibile avere il polso della situazione, ma quelle che erano le paghe nel mio settore, per ogni differente posizione, mi erano ben chiare. E vi assicuro che erano buone. Questa era la prima metà del 2011.
    Arrivato a Londra nel giugno dello stesso anno, e trovato un lavoro a paga minima in due giorni, cominciai a darmi da fare per scalare le varie posizioni lavorative. E, finalmente sul posto, iniziai a verificare la situazione qui. L' impressione fu, sebbene la situazione lavorativa veleggiasse in acque ben migliori di quelle italiane, che il Regno Unito fosse diretto nella stessa direzione su cui già l' Italia si era avviata. Anzi, l' impressione era che avesse preso la rincorsa per raggiungere l' Italia alla svelta. All' epoca era solo un' impressione, certo, ma un po' come quella che ebbi quando appresi che l' Italia era entrata nell' euro sebbene non avesse i requisiti necessari per farlo su pressione degli industriali tedeschi. Esatto, l' impressione era quella di qualcuno che te lo appoggia al culo. 
    Il tempo è passato, e quella sensazione avuta nell' estate 2011, si è piano piano consolidata in un peggioramento della situazione lavorativa. Per varie cause, la più vistosa l' afflusso massiccio di migranti sull' isola, trovare lavoro si è fatto via via più difficile e la paghe si sono abbassate. Per una posizione da Horticulturist il calo si è quantificato, fra gennaio 2011 e gennaio 2012, in 5000 sterline lorde. Per una posizione da Head Gardener, nel gennaio 2011 e mesi immediatamente successivi, non veniva offerto meno di 25.000 sterline lorde annue più accomodation per le posizioni meno prestigiose, salendo fino a 35K o addirittura a 45K per le piazze più ambite. Nel corso del 2013 ho trovato offerte da 20/22K senza accomodation. Le posizioni da Manager sono scese in media di 7K lordi all' anno. La sensazione che qualcuno ce lo stesse appoggiando al culo andava crescendo.
    Ragionando sulla situazione, anche grazie all' aiuto delle spiegazioni riguardo la crisi dell' euro trovate su Goofynomics, e tenendo conto che la valuta locale non è l' euro bensì una valuta nazionale su cui il governo ha il controllo, mi convinsi che andavamo verso una chiara situazione di dicotomia: da un lato alcuni settori strapagati e dall' altro la massa sottopagata per dare ancor di più a chi già aveva, ovvero gli appartenenti alla prima categoria. Alcuni articoli di giornale in cui mi sono imbattuto in questi giorni mi hanno fatto venire il dubbio che la situazione a cui andiamo incontro non sia proprio questa. Forse la prima categoria è ben più ridotta di quanto pensassi: non una serie di settori tecnici altamente qualificati, bensì una casta che non avrà niente a che fare con le sue capacità.
     L' 11 febbraio, Nick Clegg, vice-primo ministro e leader dell partito Liberal Democrat, ha affermato che "i cittadini (taxpayers) dovranno spendere i prossimi 20 anni almeno a ripagare il debito nazionale così da non lasciare un peso insostenibile alle generazioni future". Eppure, Goofynomics insegna, ma è una questione di logica e buonsenso a cui chiunque può arrivare, che non è la cifra assoluta del debito ciò di cui si deve tenere conto, bensì la capacità che ha il debitore di ripagare il debito. Ovvero, se io vado in banca a chiedere un prestito, con la mia misera paga da poco più di 20K annui, mi verrà elargita una certa cifra. Se ci va un IT che guadagna più di 50K annui gli verrà elargita una cifra maggiore. Se poi ci va un IT che lavora per una banca e che di K ne guadagna 80 o 90, allora la cifra sarà ben superiore. Semplicemente perché una paga più alta da maggiori garanzie di ripagare il debito. E tutt'ora, la capacità del Regno Unito di saldare il suo debito pare tutt' altro che messa in dubbio. Eppure si avvisano i cittadini che dovranno prepararsi a fare sacrifici.
     Detto fatto, oggi compaiono altri articoli, uno sul ShropshireStar (e chiccazzo l'ha mai sentito?!) e un altro su The Guardian (questo lo avete sentito nominare di sicuro), che riportano uno studio indipendente (ovvero non commissionato dal governo) dell' Insitute for Fiscal Studies. Tenuto conto delle azioni fin qui intraprese dal governo, dice lo studio, fra l' anno 2010/11 e l' anno 2018/19 verrà tagliato il 40% della forza lavoro pubblica. Ovvero la perdita di 1.100.000 posti lavoro. Ovviamente concentrati nelle zone più povere della nazione, là dove i labouristi avevano fatto maggior numero di assunzioni. E se questo, insieme all' abbassarsi delle paghe, non abbatte la domanda interna... Beh, la sensazione di avere qualcuno che ti appoggia l' uccello al culo va facendosi certezza che quel qualcuno si tratti di un superdotato. 
    Ma l' austerity non era qualcosa legata all' euro? Non faceva parte del programma/macchinazione dei tecnocrati con sede Bruxelles? Evidentemente, valuta europea o valuta nazionale, non fa differenza. Del resto, se gli imprenditori teutonici hanno avuto il momentaneo vantaggio dato loro dal cambio fisso ottenuto con l' euro, credo che le banche siano quelle che vogliono avere l' ultima parola. E sì, Bruxelles sarà pure la sede ufficiale dei tecnocrati, ma le banche stanno a Londra.
     L' euro, come ci assicurano i nostri salvatori/divulgatori cadrà, il Prof. Bagnai ci ha sempre assicurato che sarebbe caduto, per un motivo o per un altro, anche se noi... voi in Italia non aveste fatto niente. Ma nel Regno Unito non si usa l'euro eppure stanno per imporre l' austerity. E quella sensazione mi dice, come mi disse che i tedeschi non ci avevano fatto un favore a farci entrare nell' euro, che anche se l' euro cade non cambierà un cippa di niente fin quando ci terremo l' attuale classe politica, perché "Dal dopoguerra ad oggi, mai l’Europa ha avuto una classe politica più corrotta dell’attuale. L’Europa, non soltanto l’Italia. Hanno venduto l’anima dell’Europa, di ciò che l’Europa avrebbe potuto e dovuto essere, ai delinquenti della finanza."

Thursday, 13 February 2014

I Senzavoce

   

Il tempo fluisce freddo, in un grigiore che dal cielo compenetra l'anima, mentre le foglie della quercia si agitano nel vento. Eccitate per qualcosa che deve venire? Spaventate per qualcosa che sta per arrivare? Tutti aspettiamo la luce. Perche' non ne abbiamo paura? La luce, che svelera' ogni cosa che noi abbiamo gettato negli angoli polverosi della nostra anima, tentando di dimenticare. E qualcosa si muove, si agita, qualcosa di enorme, appena sotto la superficie. Musica per riempire gli spazi vuoti, fra parole prive di senso e il senso di vite intere che si e' ormai perso. Il nostro animo si agita, irrequieto, infelice, rabbioso, disperato. Tendiamo una mano...una supplica, un gesto rabbioso, il tentativo di afferrare qualcosa? Da chi speriamo di ricevere aiuto, quando il nostro nemico lo abbiamo dentro? Quel verme che ci rode, l'insoddisfazione. Quel seme che germina nel buio, il desiderio inappagato. Perche' aspettiamo la luce, se non siamo in grado di guardare dentro noi stessi? Guardati dentro, chiediti che diritto hai di parlarmi, di scrivermi, di sostenere le tue pretese. Guardati allo specchio, guarda nel profondo dei tuoi occhi, quelle polle di acqua insapore, quei pozzi di vuoto. Perche' hai soffocato la scintilla, ucciso i tuoi sentimenti? Parliamo solo per pronunciare bugie, scriviamo solo per affermare cose non vere. Falsita' fuori e dentro. Vigliacchi come siamo, perche' non abbiamo paura della luce?
      Qui sto seduto, scruto. Qui attendo, sulle rive di un fiume, contando i cadaveri. Il tuo non e' ancora passato. Il vento ha sostituito la musica, negli spazi vuoti. La temperatura cade, mentre la primavera ci ignora. Cosa vedo? Vedo i pensieri, come onde, come maree. Vedo una superficie d'acqua scura e immota. Deve essere calda, piacevole sulla pelle. Voglio distendermici e lasciarmi affondare. Acqua tiepida sul volto, a coprirmi gli occhi, poi giu' nel naso e per la gola, a riempire le orecchie tagliando via ogni rumore, ogni distrazione. Ed affondare nel suo tepore, avvertirne il peso sul petto, che gentile ferma il mio respirare. E quindi solo il silenzio. Silenzio e calore? Un ritorno al grembo materno? No, non e' cosa che fa per me. No. Preferisco strisciare nel fango, il suo sentore amaro in bocca, il tanfo delle tue parole bugiarde che stordisce la mia mente. La luce in lampi come dolore, il dolore in lampi come luce. No, non e' il buio e il suo caldo abbraccio che cerco. Anche se...niente piu' fatica, mai piu' doverti ascoltare, mai piu' doverti aiutare. E' nel buio, sul suo fondo, che cio' che temiamo aspetta. La', dove crediamo di poterlo dimenticare; la', dove lo abbiamo esiliato. Le nostre paure, le nostre vergogne, i nostri desideri incofessabili esiliati nel buio ci aspettano, crescono, hanno fame. Sentono la nostra mancanza. Ci vogliono, e ci aspettano. Non hanno voce per chiamarci, perche' noi gliela abbiamo tolta. Non hanno occhi per vedere, perche' noi abbiamo tolto loro il diritto di guardarci. Ma ci fiutano. Loro aspettano, e prima o poi noi andremo da loro. Andremo da cio' che abbiamo mandato nel buio.
      Aspettiamo la luce? No, non la aspettiamo. Ci terrorizza. La luce ci mostrera' cio' che non vogliamo vedere. E come possiamo affrontare cio' che rifiutiamo esistere? Camminiamo nel buio, la' dove abbiamo relegato le nostre paure e vergogne. Camminiamo nel buio, dove non siamo capaci di vedere. Camminiamo nel buio, dimentichi che li' abbiamo celato cio' che non vogliamo affrontare. E non siamo preparati a fronteggiarlo, non abbiamo speranza di sfuggirgli e tantomeno di prevalere.
     
Sto qui seduto, cammino nel buio. Sto qui seduto, galleggio su una superficie di acqua scura. Qualcosa si muove sotto di me. E lento risale in superficie. Lo sgocciolio dell'acqua nella tenebra ha riempito gli spazi vuoti. Non allunghiamo le mani per paura di cio' che toccheranno, camminiamo nel buio perche' ci siamo cavati gli occhi. Li raccoglieranno loro, ci guarderanno coi nostri stessi occhi, ci vedranno per quel che siamo realmente. Non proferiranno parola, perche' sono i Senzavoce. Ma hanno fame, e ci divoreranno. Nel buio la nostra condanna ci aspetta. Dal buio dell'incoscienza siamo nati, da acqua e sangue, e nel buio vogliamo tornare, perche' la nostra immagine ci terrorizza. 
      E nel buio cadremo.

Sunday, 9 February 2014

Andiamo a mangiare la pizza?


Domenica mattina. Ci siamo appena svegliati, io e la mia compagna, e la prima cosa che lei mi dice... no, va bene, non eravamo appena svegli ma comunque non è che abbiamo parlato un gran che per una mezzoretta, le bocche erano in altro modo impegnate... comunque, una delle prime cose che lei mi dice è:
-Ho voglia di pizza, di pizza buona.
La guardo un po' di sguincio. Voglia? Sarai mica incinta... Impossibile, son passati giusto 5 minuti. Ma poi, un bimbo con una voglia di pizza come sarebbe? Con la faccia brufolosa a vita? Beh, non corriamo rischi.
-Possiamo andare stasera-, rispondo. -Solo noi o invitiamo gli amici?
-Invita tutti.
E così, ancora nel letto e con lei abbracciata, comincio ad inviare messaggi SMS e su Whatsapp.

Chi viene a mangiare una pizza da Fratelli 
LaBufala a Charingh Cross stasera?
Ritrovo h 6 alla stazione.

Dopo non molto cominciano le risposte.

Ale mi piacerebbe sl ke alle 11
devo essere a casa :(... a ke ora?

?!? Ma leggere il messaggio intero no? Alle 6. Fai in tempo eccome a rientrare per le 11.
Poco dopo arriva il messaggio di un' altra amica:

Io sono a letto con la flu

e il paracetamolo.

Attualmente impegnata in un triangolo amoroso con l'influenza e il paracetamolo? Non ti facevo tipa da triangoli. E dire che ha appena cambiato lavoro per avere i weekend liberi. Ma se ti ammali, cara mia. Eh, Londra è una città dove solo i più forti prevalgono: gli uomini devono essere veri duri ed anche le donne devono farsi crescere i coglioni.
Poco dopo arriva il messaggio da parte di un'altra amica:

Se vuoi evitare la parotite
meglio che io non venga.
Sono malata da domenica scorsa.

Ecco, tu i coglioni non farteli crescere che altrimenti gli orecchioni ti diventano orchite. Pure lei ha appena cambiato lavoro per avere i weekend liberi...
E poi un altro messaggio:

Ma allora aspetti che parta per 
organizzare ste cose...
(ma che cazzo ti lamenti, stai andando una settimana a Lanzarote tu)
Ora dimmi pure che viene
quella ragazza che mi interessa 
e ti chiamerò "the limping sadist".

Mica zoppico, io... Comunque no, non viene. Mi ha appena scritto la sua amica e sta andando in Italia.



Comunque un gruppetto lo abbiamo raccattato. Vi farò sapere se la pizza era buona. A differenza di certa gente noi sappiamo apprezzare il buon cibo. Non se ne trova molto a Londra, ma quel poco non va sprecato.

Saturday, 8 February 2014

Andando...

La domenica, andando alla messa/incontrai i miei amatori..

   No, niente del genere. Per cominciare è successo stamani ed è sabato, poi non ho amatori. Potrei avere delle amanti, ma, al di là che sono monogamo per pigrizia, la mia donna è alquanto abile coi coltelli. Quindi... no grazie. E neanche stavo andando alla messa bensì in banca (sempre di un tempio si tratta) a versare un assegno che HM Revenue & Customs mi ha inviato per il rimborso di tasse pagate in eccesso nell'anno fiscale 2011/12. Un viaggio di meno di dieci minuti a piedi. Che tipo di persone si possono incontrare in 10 minuti? I londinesi, ovviamente. Del resto siamo a Londra. Io, per lo meno, sono a Londra, voi non lo so. Spero per voi che vi stiate godendo la vita in qualche altro luogo.
   Ma parliamo dei londinesi. Il londinese, questo sconosciuto. Non credo si possa definire il londinese medio, data la miscellanea di popoli da cui i residenti provengono. Ma definiamo come londinese colui che vive a Londra (non credo ci sia altro modo). Una delle caratteristiche comuni ad un gran numero di londinesi, ma potrei anche azzardare di dire alla maggioranza dei londinesi, è la sporcizia. Sporcizia personale, sporcizia del luogo dove vivono, sporcizia che lasciano a giro. Non sempre le si trovano tutte insieme, ma spesso e volentieri sì. E in aggiunta ad altri tipi di sporcizia ancora.
   Ed arriviamo al tragitto da casa mia alla banca; come già detto sopra meno di dieci minuti di cammino. Faccio giusto cento metri e incrocio una coppia sulla sessantina che arriva da una traversa. E, mentre la moglie avvia allegramente una conversazione al telefono, il marito tira sù dal profondo del petto con una espettorazione raschiante e rumorosa un bel catarro e lo sputa in strada. Vi giuro che ho udito distintamente lo spat! di quando si è spiaccicato sull'asfalto. Procedo oltre disgustato, con una gran voglia di girarmi e dirgliene quattro. Ignaro che il peggio mi stava aspettando più avanti.
   Sbucando da un passaggio pedonale fra due edifici raggiungo Green Street, una versione indo-pakistana di Oxford Street, con negozi di abiti indiani dai colori sgargianti, negozi di home goods con pentole, asciugamani e altri articoli esposti direttamente allo smog della strada, e macellerie totalmente sprovviste di banchi-frigo per la carne che vendono (e probabilmente non hanno neppure la cella frigorifera nel retro). Come procedo sull'ampio marciapiede vedo un uomo davanti a me che si arresta, si porta una mano al naso per chiudere una narice, si piega in avanti (non più di tanto) e soffia. Quindi ripete l'operazione con l'altra narice e, questa volta, il moccio gli finisce direttamente sulle scarpe. La prima volta non so, in quanto si è chiuso la narice destra con la mano sinistra ed ha tenuto il braccio sotto il naso...
   This is London. Enjoy.
   Mi ha ritirato un poco su di morale vedere lo smoccicone che, troppo intento nel pulirsi la mano sui calzoni,haè camminato direttamente in una pozzanghera, la tipica pozzanghera londinese, che sui marciapiedi arriva per lo meno a metà altezza delle scarpe.
   E questo non è certo il peggio di ciò che puoi vedere per le strade di Londra. Certo, nei quartieri posh se ne vedono molte meno, in quelli turistici quasi nessuna dato che ci trovi solo turisti, che per quanto cafoni possiedono quasi sempre una cultura e una educazione superiori alla media londinese. Ma se vi addentrate nei quartieri dove i londinesi vivono, niente a che vedere coi quartieri dove il sole del buon Dio non da i suoi raggi, ne vedrete di belle. Basta non rifiutarsi di vedere.

Friday, 7 February 2014

Nothing else matters





So close no matter how far 
Couldn't be much more from the heart 
Forever trust in who we are 
And nothing else matters 

Never opened myself this way 
Life is ours, we live it our way 
All these words I don't just say 
And nothing else matters 

Trust I seek and I find in you 
Every day for us something new 
Open mind for a different view 
And nothing else matters 

Never cared for what they do 
Never cared for what they know 
But I know 

So close no matter how far 
Couldn't be much more from the heart 
Forever trusting who we are 
And nothing else matters 

Never cared for what they do 
Never cared for what they know 
But I know 

I never opened myself this way 
Life is ours, we live it our way 
All these words I don't just say 
And nothing else matters 

Trust I seek and I find in you 
Every day for us something new 
Open mind for a different view 
And nothing else matters 

Never cared for what they say 
Never cared for games they play 
Never cared for what they do 
Never cared for what they know 
And I know (yeah!) 

So close no matter how far 
Couldn't be much more from the heart 
Forever trust in who we are 
No nothing else matters

Racism is everywhere




Pesce, vino bianco e limoncello.


  It was on the train from Paris to London, at the end of the short holiday that me and my girlfriend enjoyed in the French capital, that I heard an American girl say to a couple of her compatriots: "They really love eating. They are always eating and I can't understand why they don't get fat!"

   Something urged me to stand and say: "Dear girl, this is the difference between a civil population and the barbarians." I didn't say it, and I'm regretting it. Just a little bit.
   I don't believe that many people, among English mother tongue speakers, can understand the subtle pleasure of having dinner with salmon, white wine and limoncello. I don't intend, here, to praise the crapula. But why don't take pleasure in something we have to do anyway? Many Britons I met are like they have the gustative buds sanded down by the junk food they are used eating. All they are interested in is just fulling up their bellies. And, apparently, many Americans as well. A big part of the joy I experimented in Paris was due to the food, about which I wrote here. The French cusine has been the first cusine out of two in the world to receive the recognition of Human Heritage from UNESCO, and honestly, it's something that everybody should learn to appreciate. Because some food don't just feed the body, but can feed the spirit too.

Thursday, 6 February 2014

Applications game



Alessio, non vogliamo perderti. Me lo hanno ripetuto varie volte, in ditta. Oltre a tutte le rassicurazioni del caso. Contenti del mio lavoro (gli ho tolto diverse castagne dal fuoco, al Parco Olimpico) e consapevoli delle potenzialità di crescita per la ditta che comportavo. Del resto, quando vuoi passare dal livello di ground maintenance a quello di landscaping, almeno un vero giardiniere ti serve. Ma... se non c'è lavoro, poco importa quanto vogliano tenerti stretto. Il Parco Olimpico è in fase di completamento, un paio di grossi appalti sono stati persi e non ci sono altri lavori, quindi ci mandano tutti a casa.

Alessio, we really don't want to loose you. At work it was repetead many times to me. In addition to the all usual reassurances. They were happy about how I worked (I took the chicken out of the hoven many times for them at the Olympic Park) and aware of the potentiality of growth I was for the company. After all, when you want to upgrade from ground maintenance to landscaping you must have at least one gardener in your team. But... if there isn't work, it doesn't matter how strong they want to keep you with them. The Olympic Park is at its completion, the company has lost a couple of big contracts and there are no other jobs, so they are sending all of us at home.

Essere licenziati non è piacevole, anche quando un po' te lo aspetti, anche se ti aspettavi una differente motivazione. Mi aspettavo qualcosa del tipo: Ci spiace, Alessio, ma tu sei il più costoso dei nostri dipendenti e non possiamo permetterci di tenerti. Una cosa del genere me l'aspettavo. Invece il motivo è ben differente, non dipende dalla volontà della ditta (magari dalla sua incapacità di gestire la vetrina costituita dal Parco Olimpico), e sono stati anche corretti al punto da avvisarci un mese e mezzo prima della fine dei lavori rischiando di ritrovarsi senza personale per completarli. Molte ditte ci avrebbero avvisati all' ultimo momento, la sera per la mattina dopo. Altre ditte hanno fatto così.

To be sacked is not pleasant, even when you expect it, even more if you expected a different reason. I expected something like: Sorry Alessio, but you're the most expensive among the labour and we can't afford to keep you. I expected something like that. Instead the reason is quite different and it doesn't depend on the company's will (maybe on its incapacity to make good use of the visibility came working at the Olympic Park), and they have been so correct to tell it to us one month and half before the end of the work, risking to have no staff to complete the job. Many companies would have said it at the last moment, th evening for the next morning. Other companies did so.

Al di là di essere dispiaciuto nel lasciare la prima ditta dove sono stato bene in questi due anni e mezzo a Londra, ciò che veramente sta pesando è la consapevolezza di quanto sia difficile stabilirsi in modo permanente quando vivi a Londra. Ottenere qualcosa di stabile è veramente arduo: gli amici arrivano, passano e si perdono. Chi torna in Italia, chi si deve trasferire per lavoro, o magari sei tu che ti sei trasferito e continuare a vedersi diventa troppo difficile a causa della distanza. Cambi lavoro e devi cambiare casa, sempre a causa della distanza. Perché riuscire a trovare lavoro vicino a quello che hai dovuto lasciare non è che capiti facilmente. Poco importa quanto fermamente tu abbia deciso che no, questa volta non mi sposto,  qualcun altro deciderà per te.

Beyond to be displeased to leave the first company which I've been well in two years and half in London, what really I worry about is how much hard is to setlle permanently when you live in London. To get something stable is really hard: friends come, pass and get lost. Who goes back to Italy, who has to move due its job, or maybe you are the one who moved, and getting on to meet become difficult because of the distance. Since to find a new job close the one you had to leave is not so easy. It doesn't matter how strongly you have decided that no, this time I will not move, somebody else will decide for you.

E così ricomincia tutta la sequenza della ricerca delle offerte di lavoro, del fare le tue applicazioni e le interviste. Perché voglio lavorare per voi? Per i soldi, ovviamente! Ma questo certo non puoi dirglielo. Gli devi dire che sei convinto che loro ti permetteranno di crescere professionalmente o qualche altra panzana del genere. Che per carità, non che sia sbagliato, ma restano i soldi quelli voglio. Se non riesco a guadagnare abbastanza poco mi importa della professionalità. Che poi magari è vero il contrario, sei tu che se decidi di lavorare per loro gli fai un favore, li fai crescere professionalmente.

In this way the whole sequence starts again: checking the job offers, applying, getting the interviews. Why do you want to work for us? Why?! But for the money, of course! But you can't say this. You have to say that you believe that working for them will allow you to grow professionally or some other similar bullshit. For God's sake, it's not wrong, but it remains the money what I want. If I don't earn enough I don't give a fuck of being professional. That maybe it's the opposite, it's you that working for them make a favour to them, allowing them to grow professionally.

Quello che veramente pesa, in una situazione simile a Londra, è che devi ricominciare tutto da capo. Non hai una famiglia che fornisca un punto fermo, gli amici ho già detto che vanno e vengono (o magari sei tu ad andare e venire), devi ricominciare tutto con nuovi compagni di lavoro. E se finisci a lavorare troppo lontano, devi pure cambiare nuovamente casa.
E' il Gioco delle Application.

What's really hard in such a situation when you are in London, is that you need to start everything afresh. You don't have a family to give you a firm point, I just said that friends come and go (or maybe it's you to come and to go), you have to restart with new coworkers. And if you end to work far away, you have even to find a new accomodation.
It's the Applications Game.

Tuesday, 4 February 2014

Sunday, 2 February 2014

Xenophobia



Viviamo vite fatte di elettroni, ci derubiamo del tempo. Camminiamo per strade vuote dove l'urlo della folla ci assorda. Abbiamo spogliato il futuro del suo passato, inseguito la speranza per soffocarla. Teniamo nascosti i nostri sogni perché altrimenti li uccideremmo. Temiamo di conoscere, perché chi conosce si carica di responsabilità. Appaghiamo il corpo, perché non siamo più capaci di appagare lo spirito.

Chi rallenta viene travolto. Il metallo urla ed il calcestruzzo ci contempla silenzioso. Scopriamo innesti metallici nella nostra carne e ci stupiamo di possedere un'anima. Fermarsi al bordo della strada e guardare il mondo passare, solo per essere calpestati e riassemblati. Un fiume d'olio per ungere i nostri sentimenti, una sottile linea rossa di sangue per unire i padri coi figli. Siamo sconosciuti gli uni agli altri.

Lo straniero è fra noi, lo xenos, l'ospite, l'intruso. L'estraneo siamo noi, estraneo a noi stessi, estraneo ai nostri figli, estraneo alle nostre compagne. Il cammino si fa solitario, abbiamo perso il sentiero comune. E' triste che si debba trovare conforto in ciò che non dovrebbe esistere, è amaro che siano pratiche sbagliate a lenire i nostri dolori.

Nessuno ci ha mai insegnato ad amare.


We live lives made of electrons, stealing the time to ourselves.  We walk along empty road, where the crowd’s yell dins us. We stripped the future of its own past, chased the hope to stifle it. We keep hidden our dreams, since if not we would kill them. We are afraid of knowing, since who knows burden himself  of responsibility. We gratify our bodies, since we’re not anymore able to satisfy the spirit.

Who slows down is overwhelmed. The metal shrieks and the concrete  considers us silently. We find out metal grafts in our flesh and are surprise to have a soul. To stop at the edge of the road looking the world to pass by, just to be trampled and reassembled. A river of oil to grease our feelings, a thin red thread of  blood to link fathers and sons. We are unknown to each other.

The foreigner is among us, the xenos, the guest, the intruder.  The stranger is us, stranger to ourselves, stranger to our children, stranger to our partners. The walk becomes solitary, we have lost the communal path. It’s sad we must find solace in what shouldn’t exist, it’s bitter that are wrong practices to soothe our sorrow.


Nobody has ever thought us to love.