Viaggio di un giorno, lo scorso sabato, a Cambridge, citta' universitaria salita nelle glorie sotto il dominio danese. La citta' non e' che mi abbia impressionato. Stessa puzza di gas di scarico nelle vie principali come qui a Londra; stessa umanita' fastidiosa che si riversa ovunque, fatta di turisti chiassosi ed invadenti, incuranti di chi vive la', e di nottambuli festaioli e volgari esattamente come si vedono qui a Londra. Il cibo fa quasi schifo esattamente come a Londra e non mancano i segni di binge drinking sui marciapiedi. Italiano e spagnolo sono le lingue che senti piu' di frequente e l' architettura non ha niente di straordinario.
Pero' Cambridge e' pulita. Molto piu' pulita di Londra, e non ho neanche visto spazzini in giro. La gente che vive li' non si veste in modo strano, Londra e' la citta' dei weirdos, qui gli abitanti lasciano ai turisti i look sgargianti e si vestono decentemente. Beh, gli inglesi ci provano, quanto meno. Il centro cittadino e' una rete fitta di viuzze e vicoli intersecantesi, di memoria medioevale, dove l'accesso alle automobili non e' consentito e le bici in gran numero fanno lo slalom fra i turisti incuranti. I negozi hanno piu' classe delle
controparti londinesi, ma non e' che ci voglia molto, per questo. E se ti allontani un po' dal centro i turisti spariscono e puoi anche fingere che stai vivendo una vita normale. Per certo posso dire che le persone sono piu' amichevoli che a Londra: non ti guardano strano se rivolgi loro la parola per strada o in un negozio. O non fuggono di corsa su per una scala mobile come ha fatto un uomo nella stazione di King's Cross proprio quel sabato mattina, quando ho cercato di scambiare due parole mentre entrambi ci dirigevamo a prendere il treno.
In un piccolo art craft market ho speso una mezz'ora abbondante a parlare con i venditori agli stand: ho comprato il timbro col mio simbolo, il labirinto di Tintagel, da un inglese fuggito da Londra 15 anni fa il quale, ho scoperto, viveva a quattro passi da dove abito io ora; il sottopentola in legno di ginepro, che profuma di vero legno, ed il ginepro e' un legno profumato, qualcosa che non avevo piu' sperimentato da quando ho lasciato l'Italia, l'ho comprato da una donna che con mia gran sorpresa vive a Londra. In un piccolo charity shop ho comprato il libro sulle crociate e... beh, i libri li trovi ovunque, ce ne sono in abbondanza anche a Londra.
In conclusione, potrei vivere in un luogo come Cambridge. Potrebbe addirittura piacermi. Ma non ero a Cambridge per fare il turista. Non mi piace essere associato con la parola turista. Infatti, un tempo c'erano i viaggiatori, che lasciavano la loro patria per esplorare terre straniere ed importare conoscenza al loro ritorno a casa; oggi ci sono i turisti, che vanno all'estero per esportare ignoranza. Preferisco definirmi un viaggiatore, un viaggiatore dei paesaggi dello spirito, che va in
cerca di quegli angoli non sempre nascosti che alla maggior parte della gente non interessa di vedere. E' molto piu' romantico. Nel senso di appartenente al Romanticismo.
Essendo io un romantico, a Cambridge ci sono andato per incontrare una donna, unica cosa che potesse schiodarmi da casa e che valesse la pena del viaggio. Nah! Niente di cio' che state pensando voi! Si', certo, e' cominciata in quel senso, con lo scambio di foto e messaggi erotici... cioe', lei mandava foto erotiche a me. Io che foto volete che mandi? C'ho l'erotismo di un ornitorinco. Ma poi le foto sono diventate quelle della famiglia e degli amici, del lavoro e dei luoghi che ci piacciono. Sono diventate piu' personali. E piu' preziose. Segno di una voglia e di un bisogno di condividere parte di se' stessi. E la giornata a Cambridge e' trascorsa passeggiando, guardandola fare shopping (abiti...cosi' sono le donne), bere e mangiare. E soprattutto a parlare. Non ho piu' passato del tempo con una donna cosi' interessante da quando la mia ultima relazione e' finita. Quelle poche ore passate insieme sono valse tutta la fatica e le spese del viaggio e molto di piu'.
Definitivamente, potrei vivere in un luogo come Cambridge. Ma, cosi' ad occhio e croce, penso che sara' una diversa direzione quella che finiro' per prendere. Non sarei un romantico, altrimenti.
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