Friday, 26 February 2016

Ricapitolando

Giugno 2011 atterro a Londra. Una fuga da tempo pianificata per sottrarmi ad una mentalita' che mi opprimeva e ad una situazione economica sempre piu' difficile. E anche un ultimo tentativo di far ripartire il mio matrimonio, che da anni aveva grossi problemi: un disperato tentativo di forzare mia moglie a prendere una decisione che non era capace di prendere. 
Andarmene e' stato l'errore. Tutto cio' che e' seguito e' stato costruito su quell' errore. Dopo pochi mesi ho avviato una relazione, con una ragazza di cui spesso ho parlato in questo blog. Sapevo, dentro di me, che lei se ne sarebbe andata, era qualcosa che avevo visto. Ma a volte si deve percorrere un sentiero anche se si sa che non e' il nostro sentiero. E cosi' ho fatto, per circa due anni e mezzo. Da quella ragazza ho imparato a odiare Londra, ho imparato a guardare il mondo con occhi meno ingenui, e tante altre cose. L'ho amata con tutto me stesso, l' ho fatta sentire sbagliata, le ho fatto male continuando a portare con me il fantasma di mia moglie ed un legame che ero incapace di spezzare. Per lei ho rinunciato a tutti i miei progetti e a tutti i miei sogni e sono rimasto in una citta' che disprezzavo, ho subito un lavoro ed uno stile di vita che mi spegnevano piano piano, privandomi della forza di volonta'. Per lei ho accettato l' ingiuria di essere marcato come quello che non e' mai soddisfatto, che e' sempre infelice e che infetta col suo scontento chi gli sta vicino. Poi il suo lavoro, che lei ha amato piu' di me alla fine, me l'ha portata via, come avevo previsto due anni prima che cio' accadesse.
Ero giunto alla fine di un sentiero che mi aveva riportato al punto di partenza. Nella primavera del 2014 ero nuovamente solo, ma senza piu' i miei sogni a sostenermi. Forse per punirmi dei miei sbagli, forse perche' realmente convinto che un' altra relazione mi avrebbe solo reso piu' difficile una seconda fuga, mi sono intrattenuto in uno stile di vita che non era il mio, passando da una donna all'altra, rifiutando a tutte un qualcosa di stabile, facendone stare male molte, facendole arrabbiare tutte. Ma mai mentendo, e forse era proprio questo particolare a farle infuriare. Nel contempo ho iniziato freneticamente a cercare un lavoro che mi portasse via da Londra, se non addirittura dal Regno Unito. Ma qualcosa mi legava a Londra: un secondo fantasma di donna che non mi lasciava andare. O che io non volevo abbandonare, cosi' come non avevo lasciato andare il primo.
Dopo un anno di inutili job application ed ancor piu' inutili donne, mi sono reso conto che tutto cio' mi stava sprofondando nella depressione e di li' a poco ho lasciato perdere le donne. O meglio, rendendomi conto che cio' di cui avevo bisogno era una relazione e non una serie di avventure insoddisfacenti, ho aperto nuovamente le porte alla possibilita' di avviarne una ed ho cominciato a frequentare solo quelle donne che non erano interessate ad avventure. Una dopo l'altra, tutte quelle donne che fino a quel momento avevano lasciato intendere un interesse per una relazione seria, si sono rivelate ancor piu' inutili di quelle che avevano aperto le cosce per un pomeriggio o una notte di misera insoddisfazione sessuale. A parole le donne vogliono un legame duraturo, nei fatti ne sono terrorizzate.
E cosi' e' cominciato il periodo dei numeri telefonici cancellati. Una rubrica telefonica enorme si e' ridotta in pochi mesi a una breve lista di poche persone valide, a cui aggiungevo numeri nuovi praticamente ogni settimana per poi cancellarli nell'arco di una o due settimane successive. Le job application proseguivano ad intermittenza, ora deciso ad andarme, ora rassegnato a rimanere invischiato in una citta' che e' la somma di tutti i peccati dell'uomo. Finche'...
Finche' qualcosa si e' rotto dentro di me. Di ritorno da una breve vacanza in Islanda, una terra che mi ha affascinato e dove ero convinto avrei potuto tornare in contatto col mio io piu' profondo, ho iniziato a pormi degli obiettivi, ho ripreso a sognare. Poi, ad una fiera d'arte, ho trovato e comprato un quadro che ha fatto scattare qualcosa dentro di me, facendomi realizzare che non potevo piu' rimanere fermo ad aspettare chi non sarebbe tornato. Con questa consapevolezza ho smesso di evitare la mia ex, l'ho rincontrata e qualcosa che mi ha detto, qualcosa buttato la' con finta disinvoltura, ha tagliato l'ultimo filo che mi legava a lei. La amo ancora, cosi' come amo ancora mia moglie, ma ho capito che non ha senso continuare a sanguinare per chi non vuole stare con me.
E cosi' nulla piu' mi tratteneva a Londra, qualcosa deve essere cambiato nel mio atteggiamento, e fra le application fatte nel periodo dello scorso Natale ce n'era una per un lavoro ai Caraibi. 
Ed ecco che ho riassunto brevemente i miei ultimi cinque anni di vita e un viaggio che dalle montagne dell' Appennino Tosco-Emiliano mi ha portato sotto il grigio cielo londinese ed ora sotto l'impietoso sole caraibico. Non posso dire che qua trovero' la felicita'. Non posso dire che qui riusciro' a mettere quelle radici di cui sento il bisogno. Non so se un giorno tornero' in Italia. Ne' se fra qualche tempo riprendero' a vagare per il mondo. Ma una cosa e' certa: ho ripreso a marciare su quel sentiero che si avvolge su se stesso e che forma il Labirinto. Non sono piu' fermo e procedo verso il fondo del suo vicolo cieco, dove Dio aspetta ognuno di noi.


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