In piedi vicino a una macchia di prugnoli, Orea guardava, con visibile disgusto, un gruppo di maschi e femmine impegnati nel ripulire una piccola valle per la semina. Il suo essere vibrava dentro e fuori dello stato spirituale, cosi' che il gruppo di lavoratori non potesse vederlo ne' percepire la sua presenza. Il gruppo sotto osservazione aveva raffinato velocemente le tecniche agricole, creato nuovi attrezzi e aumentato il raccolto negli ultimi anni. La ripugnanza che gli davano lo faceva stare male fisicamente.
Una vibrazione fra i piani materiale e spirituale gli disse che un altro Immortale si stava avvicinando. Ed una frazione di secondo dopo fu consapevole della presenza di Alsai al suo fianco.
-Salute, Orea-, disse il nuovo arrivato.
-Salute a te-, rispose Orea senza distogliere lo sguardo dal gruppo di lavoratori.
-Stai passando molto tempo ad osservare i Figli di Calu, ultimamente. Si direbbe ti piacciano molto.
Un ringhio animalesco sali' dalla gola di Orea. -Hanno sterminato i miei diletti! Come osi...
-Pace. Pace, Orea. Non volevo provocarti.
-Sono esseri disgustosi.
-Calu e' tuo fratello, e quelli sono i suoi Figli. Dovresti portar lui piu' rispetto.
-Rispetto? Da quanto tempo non lo vedi? L'ultima volta che l'ho incontrato si sbavava addosso e non era capace neanche di ricordarsi il suo stesso nome. Niente di buono puo' uscire da quel continente fatto di sporcizia e mosche, che e' riuscito a degradare persino uno di noi.
-Non capisco...
Orea scosse il capo, ingoiando bile. -Si stanno spostando verso est, adesso. Come hanno cancellato i miei Figli quando sono sciamati in Europa, cosi' faranno coi tuoi attraverso tutta l'Asia. Il distruggere ogni possibile rivale e' insito nella loro natura competitiva.
Alsai medito' in silenzio sulla affermazione di Orea, valutandone le implicazioni. E l'impossibilita' di attuare qualsiasi contromisura, elargendo l'Universo l'immortalita' solo a chi accettava di non porre termine alla vita di alcun altro essere. Ogni azione cui riusciva a pensare per impedire ai Figli di Calu di sterminare i suoi avrebbe posto immediataente fine anche alla sua stessa esistenza.
-Meda e Rata hanno probabilmente fatto la scelta migliore-, disse rompendo il silenzio. -Le loro terre sono isolate, prive di esseri senzienti, e pacifiche.
Un sorriso sarcastico comparve sulla bocca di Orea. -I ghiacci torneranno a coprire i continenti e il mare si ritirera', aprendo per loro un passaggio verso le terre di Meda. Impareranno a navigare i mari e raggiungeranno Rata nel suo isolamento. Sono una piaga, dilagheranno ovunque. Se presti attenzione alla trama dell'Universo puoi vedere anche tu che questa e' la tendenza.
-Ma allora perche' hai fatto loro questo dono! Perche' hai insegnato loro a coltivare il grano? Le loro risorse aumenteranno e potranno sostenere un numero piu' grande di individui. La loro popolazione crescera' di numero.
Orea si volto' a fissare l'altro Immortale, un sorriso cattivo sulle labbra.
-Dono? Come fai a vedere un dono in cio' che ho insegnato loro? Diventeranno sedentari; passeranno ad una alimentazione meno varia e si indeboliranno; il nuovo stile di vita li rendera' soggetti a malattie e agli squilibri della natura, coi suoi incendi, inondazioni e siccita'. Soffriranno le carestie e la rapacita' dei loro simili che preferiranno derubare gli agricoltori invece che faticare loro stessi per lavorare la terra. Da ora in poi sono condannati a portare distruzione ovunque vivano, qualsiasi cosa facciano: anche il semplice processo di coltivare la terra richiedera' una distruzione preventiva. E non potranno mai piu' essere in sintonia con la terra, si sentiranno estranei ovunque vadano, e non godranno mai piu' dell'equilibrio. Saranno per sempre insoddisfatti e i loro desideri li porteranno alla deriva attraverso una vita che non li appaghera' mai appieno.
"E quando lo capiranno sara' troppo tardi per tornare indietro. Perche' il loro numero sara' cresciuto al punto che saranno troppi per tornare a vivere come raccoglitori nomadi. Saranno troppi perche' la terra possa sostenere da sola e naturalmente il loro numero. Dovranno continuare a coltivare il grano e saranno suoi schiavi.
"Non ho fatto loro un dono. Io li ho maledetti.
Alsai fisso' intensamente l'espressione soddisfatta, il sorriso di gioia crudele sulla faccia di Orea.
-Si convinceranno che tu sia il loro dio.
-Stai scherzando?
-No. Per loro sarai un padre protettivo, ma vendicativo allo stesso tempo. Un padre che li ha aiutati, ma che li ha poi puniti per qualche loro mancanza. Ricorderanno questo passaggio come la caduta dal paradiso.
Il viso di Orea si rabbuio', mentre il suo sguardo tornava a posarsi sul gruppo di uomini e donne che stavano lavorando il terreno della piccola valle.