Sunday, 30 November 2014

Everything I touch isn't dark enough

And it's getting stronger...



Would you turn your back to me?

Tuesday, 25 November 2014

We are what we eat


Sunday, 23 November 2014

Hang drum with celtic harp








Who can stand?



A poem by William Blake

O for a voice like thunder, and a tongue
To drown the throat of war! - When the senses
Are shaken, and the soul is driven to madness
Who can stand? When the souls of the oppressed

Fight in the troubled air that rages, who can stand?
When the whirlwind of fury comes from the
 Throne of God, when the frowns of his countenance
                                             Drive the nations together, who can stand?

When Sin claps his broad wings over the battle,
And sails rejoicing in the flood of Death;
When souls are torn to everlasting fire,
And fiends of Hell rejoice upon the stain.

O who can stand? O who hath caused this?
O who can answer at the throne of God?
The Kings and Nobles of the Land have done it!
Hear it not, Heaven, thy Ministers have done it!

When the sweetest days are those you just spent

Quando sai che i tuoi giorni migliori sono quelli gia' spesi, quando nessun sapore potra' eguagliare i profumi che hai gia' provato, non ti resta che guardarti indietro e... e cosa? Piangere su cio' che e' stato e mai piu' sara'? Spargere amarezza su giorni che potrebbero comunque essere felici, avvelenare un amore che e' comunque tutto cio' di cui hai bisogno? Eppure, per quanto tu ci possa provare, per quanto tu lo possa volere, come puoi fare a non perderti con lo sguardo nei paesaggi della memoria? Come puoi evitare che la tua voce tremi quando i sentimenti andati ti accarezzano leggeri la nuca? E come puoi chiedere che qualcuno condivida con te la certezza che non sara' mai capace di darti le stesse sensazioni? 

When you well know that your best days are those you just spent, when no other taste will match those scents you just tried, all you can do is to look back and... and what? Weeping on what has been and never will be again? Shedding bitterness all upon days which could be happy? Poisoning
a love that all in all is everything
you need? And yet, for how much you can try, for how bad you want it, how can you avoid to lose your gaze on the memory's landscapes? How can you make your voice not falter when the gone sentiments touch lightly the back of your neck? And how can you ask that someone would share with you the certainty that she will never be able to give you the same feelings?

Thursday, 20 November 2014

Quattro risate sul sesso

E' indubbio che uomini e donne hanno una diversa visione di come affrontare un problema...
 ...ma chissà perché le donne riescono sempre a farci passare dalla parte del torto. Anche quando le cose sono evidenti.


Sarà per questo che i ruoli si sono un po' 
confusi negli ultimi tempi?


E la cosa potrebbe portare sgradevoli sorprese...



Il motivo per cui metto le lenti a contatto.


Signore, quando raggiungiamo una certa età 
dovete avere un po' di pazienza 
ed essere pronte a darci una mano. 
Anche due. 
E non solo.



Mai stato interessato ad essere il primo...

...mi sarei accontentato di essere l'ultimo.

Sunday, 16 November 2014

Welcome to London

Benvenuti nella Metropoli Farneticante, una lurida città dalla faccia pulita. Tutto ciò che interessa a
Londra è il business, ne lubrifica gli ingranaggi con l' alcol e ne scarica le tensioni col sesso. Luoghi, lavori, persone, qui tutto è temporaneo. Ti svegli al mattino in un luogo diverso da quello in cui ti sei addormentato la sera prima, ed intorno a te solo volti sconosciuti. Sii pronto a ricominciare dal principio innumerevoli volte, e sappi che esistono innumerevoli Londre, e non sarai tu a decidere in quale abitare.


Welcome to the Raving Metropolis, a filthy city with a clean face. All that London is interested in is business, it lures the gears with alcohol and unwinds from its stress with sex. Places, jobs, people, everything is temporary here. Waking up in a different place than the place you went to sleep the evening before, you see just unknown faces all around you. Be ready to start from the beginning again and again, and you have to know that innumerable Londons exist, and it will not be you who decide which you'll live in.

Wednesday, 12 November 2014

Gli intellettuali di Newham

Benvenuti ad Upton Park, Newham, cuore del Londonistan. Il luogo dove non si muove foglia che il paki non voglia. E' il luogo dove le donne non possono lamentarsi che non guardi i loro occhi, anche perché è l'unica cosa visibile sotto il loro niqab. Dove al mattino andando a prendere la tube fai lo slalom fra gli scaracchi che adornano i marciapiedi e il salto ad ostacoli coi materassi e mobili abbandonati per strada nottetempo. Dove quando passi davanti ad una macelleria devi trattenere il respiro se non vuoi rischiare di vomitare e dove la sera fai la strada dalla stazione a casa affiancato ad uno che si raschia letteralmente i polmoni per tirare su tutti i catarri (rischiando ancora di vomitare). Dove l'aria profuma di marjuana (quando non è esplosa la fogna, altrimenti il profumo è un altro) e le single moms vanno ad aprire allo spacciatore vestendo solo una vestaglia e col bimbetto di due anni che le segue. E' uno dei borough più poveri di Londra, ed ovviamente ha la più alta concentrazione di betting shops (ben 82, e poi c'è chi ancora si ostina a dire che lavorare per le aziende di scommesse non è moralmente deplorevole).
    Ma Upton Park è anche, sorprendentemente, sede di un nutrito gruppo di raffinati intellettuali, di menti fine e creative, luci in questo mare di mer... di oscurità dell'animo. Li puoi trovare riuniti alla biblioteca locale, centro culturale dalle inaspettate sfaccettature. Entrando nell'edificio lo troverete affollato di agili menti intente a sviluppare un futuro migliore per l'intera razza umana. Ignorate le cartacce e confezioni di junk food abbandonate sotto la fila dei computer, ed osservate invece la fila di utenti concentrati sugli schermi. Bambini neri che giocano ai videogame, indiani che guardano foto di modelle su Google Images, teenagers che guardano videoclip musicali nonostante tutti i computer siano sprovvisti di scheda audio.
     Dopo esservi riempiti gli occhi di questa scena meravigliosa, voltatevi verso l'area lettura, quel gruppetto di poltroncine e tavolini sistemati davanti alla vetrina della biblioteca. Lì vedrete altre menti eccelse, alcune veramente giovani, così giovani che stanno ancora nelle carrozzine. Ma non hanno bisogno delle madri ad accudirle, queste giovani menti, così le anche giovani madri possono dedicarsi senza preoccupazioni allo shopping. Sì, avete capito bene: bambini e carrozzini sono parcheggiati nella biblioteca mentre le madri vanno per negozi. Ed è già un miglioramento rispetto a poco tempo fa, quando il bambino in carrozzina veniva lasciato sul marciapiede e neanche davanti al negozio in cui la madre entrava. Avreste dovuto vedere le facce dei due poliziotti che fecero la scoperta che poi pose fine alla pratica, lo sconcerto totale: uno dei due disse all'altro di fare la guardia alla carrozzella mentre lui entrava in tutti i negozi per cercare la madre snaturata. Non sarebbe neanche sorprendente se la madre fosse stata nel primo negozio visitato ed avesse ignorato le domande del poliziotto: le paki hanno una capacità unica di non percepire l'esistenza di qualcosa di cui non vogliono interessarsi.
      Oltre ai bimbi in carrozzella, troverete anche un nutrito gruppo di vecchietti, immersi nella lettura dei quotidiani locali o, i più ardimentosi, in quella della pagina 3 di The Sun. E spesso, ma non sempre, troverete un barbone che viene a passare i pomeriggi dormendo su una delle poltroncine, fin quando alle 5 e 30, avvicinandosi l'orario di chiusura, un giannizzero in gonnella di 150 chili lo scuote dolcemente come uno scuotitore meccanico fa con un albero di olive e gli dice senza parafrasare che "sa a leva' dar cazzo, pecché stamo a chiude!"
      Però, il mercoledì pomeriggio la biblioteca organizza partite di scacchi (con risultati che potete provare ad immaginare ma che non arriveranno neanche vicini alla realtà), ed il giovedì pomeriggio si riunisce il circolo culturale che legge e commenta i quotidiani. In particolare pagine 3 di The Sun. Sono delle belle iniziative, in fondo in fondo, no?

Friday, 7 November 2014

Ciuff!!! Ciuff!!!

Ciuff!!! Ciuff!!! Ehi, ascolta! Arriva il treno. No. Guarda! E' solo una locomotiva. Ciuff!!! Ciuff!!! Una piccola locomotiva. Guarda come scintilla. Che bella! Tutta rossa e brillante. Sì, è proprio bella. Ciuff!!! Ciuff!!! Guarda, guarda! Com'è veloce. E' velocissima. E potente. Niente può fermarla! Ciuff!!! Ciuff!!! Ah, è bellissima. Sì, è tanto bella e triste. Triste? Perché triste? Ciuff!!! Ciuff!!! Perché è bloccata su quelle rotaie, non può decidere dove andare. Può solo seguire il percorso che qualcun altro ha deciso per lei...
Ciuff!!! Ciuff!!! Sì, a pensarla in questo modo è veramente triste. Ciuff!!! Ciuff!!! Ma rimane un bellissimo spettacolo! Sono d'accordo. Arriverà fino alla fine della ferrovia e niente e nessuno potrà fermarla. Ciuff!!! Ciuff!!! Vai, piccola locomotiva! Vai! In fondo, non importa veramente chi ha deciso per te. L'importante è che tu riesca ad arrivare alla fine! Ciuff!!! Ciuff!!!


          Ciuff!!! Ciuff!!!

                                                                  Ciuff!!! Ciuff!!! 

                                                                                                                                           ciuff!!! ciuff!!!







Ciuff!!! Ciuff!!! Ehy, listen! The train is coming. No. Look! It's just a locomotive. Ciuff!!! Ciuff!!! A little locomotive. It shines. How beautiful is! All red and bright. Yes, it's really beautiful. Ciuff!!! Ciuff!!! Look! It's really fast! And powerful. Nothing can stop her! Ciuff!!! Ciuff!!! Ah, she's wonderful. Yes, she's really beautiful and sad. Sad? Why? Ciuff!!! Ciuff!!! Because she's stuck on that railway, she cannot decide wich direction to go. She can only follow the way someone else chose for her...
Ciuff!!! Ciuff!!! Yes, looking at it in this way it's really sad. Ciuff!!! Ciuff!!! But still she's a really good show! Yes, I agree. She'll arrive at the end of the railway, nothing and no one will stop her. Ciuff!!! Ciuff!!! Go, little locomotive! Go! In the end, it doesn't really matter who chose for you. What matters most is to reach the end of your journey! Ciuff!!! Ciuff!!!


          Ciuff!!! Ciuff!!!

                                                                  Ciuff!!! Ciuff!!! 

                                                                                                                                           ciuff!!! ciuff!!!

Monday, 3 November 2014

English Language in 24 accents

Don't stop to RSS, this video is worth to watch.
It's just the Italian accent wich is more Spanish than Italian.


Saturday, 1 November 2014

Welcome to...

Welcome to the new age,
an age of dust and ash...



Vite di cristallo 2

Sei così abituato a prendere colpi, ad andare a terra e rialzarti, a giocare la tua partita senza mai avere neanche un jolly in mano, che ormai pensi di essere resistente ai ribaltamenti della vita. Pensi di essere quello capace di prendere in mano la situazione, forte a sufficienza da poter far da scudo ad altri e prendere su di te il peso dei colpi che verranno. Lo hai fatto così tante volte che sei certo di poter dare forma alla tua vita e quella di chi ha deciso di starti accanto. E per farlo dai qualcosa di tuo all'altra persona, le dai tanta parte di te. Riponi tutto in lei. Poi lei se ne va, ed inevitabilmente porta via con sé ciò che le avevi dato. E quando il colpo successivo arriva, ti centra in pieno, non puoi neanche tentare di schivarlo, puoi solo stare lì fermo e guardarlo abbattersi. E fa male. Stupito, guardi la crepa aprirsi nel tuo animo, dividersi e dividersi ancora e ancora, aprirsi e farsi più larga. Guardi quella crepa, che non credevi potesse formarsi, farsi così larga che temi di non riuscire a tenere più insieme il tuo io.
La rabbia aiuterebbe. Aiuterebbe lo scaricare sull'altra persona la colpa, inveire, rimproverarle di essersene andata dopo tante promesse, dopo aver preso tanto di te. Ma che senso avrebbe incolpare un'altra del tuo errore? Perché l'errore è tuo e solo tuo. Tu hai sbagliato nel confidare in un'altra persona, quando invece dovevi sapere che così come solo eri quando sei nato, e solo sarai nel momento della morte, meglio sarebbe pure stato vivere solo. Solo e cosciente del tuo valore, delle tue forze e delle tue debolezze, senza mai contare su chi potrebbe fallire nell'essere lì quando ve ne sia bisogno.
Tieni insieme i tuoi pezzi, quindi, così come altri prima di te hanno fatto. Li tieni insieme anche se ormai non c'è più niente che debbano contenere, perché la vita ti ha lasciato poco altro che un guscio vuoto. E non sperare che qualcuno ti prenda per ciò che sei, a questo punto. Sei un cristallo rotto, un vaso vuoto, e nessuno vuole qualcosa che è rotto. Solo gli stupidi accettano in dono  qualcosa di rotto.

A two sides coin

Sul traghetto che da Dover mi stava portando a Calais, mi sono seduto ad un tavolino sul ponte di poppa. Il rumore dei motori martellava nelle orecchie, ma il sole era piacevole e nessuna altra sistemazione eliminava il problema eccetto andarsene sottocoperta. Mentre sono lì che mi godo il tepore del sole una famiglia inglese si avvicina e chiede se possono sedersi al tavolo. Rispondo che i posti sono tutti liberi e loro si accomodano, preparandosi a fare colazione. Noto, sulla t-shirt dell’uomo, la seguente scritta: Kilimangiaro Lager – If you can’t climb it, drink it. “E’ buona?” chiedo. “Ottima! Ma non la trovi qua. E’ molto diffusa in Tanzania.” Okay… ne terrò conto per la prossima volta che vado in Tanzania. Continuiamo a parlare ed il tipo mi racconta un poco del suo lavoro, che lo porta in giro per il mondo. Lavora per una ditta canadese che vende servizi ad altre aziende e il suo ruolo è quello di addestrare i propri manager nelle varie filiali mondiali. Mi parla di ebola, di un collega sudafricano bloccato in Liberia in quanto non riesce ad ottenere dalle autorità il visto per lasciare il paese. “Il governo non fa niente”, dice. “C’è tanta corruzione. Sono tutti corrotti.” E qui ho chiuso la conversazione.
Cosa vuoi dire ad una persona del genere? Avrei dovuto dirgli: “E dato che sono tutti corrotti, tu come pensi che la tua fottuta ditta canadese riesca a lavorare là?” Avrei dovuto chiederglielo, ma tanto non avrebbe capito. O più probabilmente, sapendolo bene, mi avrebbe fatto uno di quei sorrisi merdosi che persone del genere sempre fanno in queste occasioni.
Mi spaventa, più che stupirmi, come le persone ritengano la corruzione un problema con una faccia sola quando si tratta invece di una moneta con due facce. Come si può non pensare al fatto che, se c’è un corrotto, c’è anche un corruttore? Tanto più che, con facilità, spesso il corrotto non ha poi molta scelta, o è comunque in una posizione più debole del corruttore, il quale porta quindi una ben maggiore responsabilità. Al recente summit dei G20 in Brisbane, è stato annunciato che la corruzione dei capi di governo delle nazioni più povere costa, alle loro stesse nazioni, 8 trilioni di sterline ogni anno. 8 trilioni… sembra di leggere un fumetto di zio Paperone. E certo, che capi di governo disonesti e malevoli nei confronti della loro stessa gente. Ma chi è che li corrompe? Dove vivono i corruttori? Non c’è bisogno di dirlo. Serve proprio una gran faccia di bronzo per andare a fare la morale sulla corruzione quando appartieni ad una nazione che è un paradiso fiscale e a cui fanno capo altri paradisi fiscali come Gibilterra, Virgin Islands e Cayman Islands.

On the ferry from Dover to Calais, I was sitting at a table on the poop deck. The engines noise hammered in my ears, but the sun was pleasant and no other accommodation avoided the trouble save going below deck. While I’m there enjoying the sun, an English family approaches me and ask if they can sit at the table. I answer that all the seats are free and they sit down, setting up for breakfast.On the man’s t-shirt I read: Kilimanjaro Lager – If you can’t climb it, drink it. “Is it good?” I ask. “Great! But you cannot find it here. It’s really  common in Tanzania.” Okay... I’ll keep it in mind for my next trip to Tanzania. We keep chatting and the guy tell me about its job which takes him around the world. He works for a Canadian company which sells service to other companies and he provides the training to their own managers in the many different branches. He tell about Ebola, and about one colleague of him from South Africa stuck in Liberia because the authorities refuse to give him the document needed to leave. “The government’s doing nothing”, he says. “There’s a lot of corruption. Are all corrupted.” And here I ended the conversation.
What can you say to such a person? I would had to ask: “Since are all corrupted, how do you think is your fucking Canadian company able to work over there?” I would had to, but I wouldn’t have understood. Or more easily, knowing it, I would have given me one of those shitty smiles that such people always use in these situations.
It’s  concerning, more than amazing, how people consider corruption a one side problem when it’s a two sides coin instead. How cannot you think that if you have a corrupted, you have a corruptor as well. All the more so that the corrupted often has no choice, or is in any case in a weaker position than the corruptor, who’s so bearing a much more bigger responsibility. Recently, at the G20 summit, has been said that poorest country head of government’s  corruption costs to those very same countries more than 8 trillions of pounds. 8 trillions... is like reading a comic of Uncle Scrooge. How dishonest and mean are those heads of government towards their own people. But who did it corrupt them? Where are the corruptors from? There’s no need to tell it. You need to be brazen-faced to make preaches when you’re from a country which a fiscal heaven and which other fiscal heavens like Gibraltar, Virgin Islands and Cayman Islands are linked to.