Le ultime parole sono state dette, ma io continuo a ripeterle privandole di ogni significato. I giorni spensierati sono ormai passati, lasciando solo il rimpianto di non averli usati in modo migliore. Nella stanchezza di attimi privi di ogni interesse si trascina un tempo sospeso, un'attesa inconsapevole di cosa possa arrivare col domani, mentre le fiamme dei desideri languiscono e si spengono una ad una, lo spirito chiede una rinascita che tuttora gli nego ed il corpo perde la capacita' di percepire le sensazioni che non siano intessute di dolore.
E' tempo di lasciare indietro tutto cio' che mi trascina giu' al suolo, di lasciare la fantasia levarsi in un volo sfrenato ed assaporare la vita. Ah, quante volte mi sono ripetuto queste parole? Quante volte le ho smentite, tornando a sprofondare nel rimpianto? Perche' in realta', fin dal primo passo, sono entrato in quel mondo nascosto dietro lo specchio che ho frantumato: quel mondo che ho cercato di plasmare e nel cui tentativo ho fallito. In questo mondo io sono Bisanzio, sono sospeso fra due mondi e fra due ere, impossibilitato a tornare sui passi gia' percorsi ed incapace di andare oltre. E questo malessere del vivere e' parte del mio personaggio, e' la fonte della mia creativita', e' qualcosa che difficilmente cedero'. Perche' e' tutto cio' che possiedo.
Questo malessere del vivere e' tutto cio' che sia realmente mio, e tu dovrai essere dannatamente speciale perche' io acconsenta a scambiarlo per i tuoi begli occhi.
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