L'Uomo dei Pallidi Signori aveva paura. Il suo tempo
stava per giungere e i Pallidi Signori, nella loro
potenza, erano indifferenti al destino dei loro servi. Presto il
popolo della Metropoli sarebbe stato chiamato a decidere del futuro
di chi li governava, dando loro il comando per anni ancora o
destinandoli all'oblio, in un rituale fasullo che faceva credere al
popolo di poter in qualche modo determinare la propria vita, ma che
lasciava sempre e comunque intatto il potere invisibile dei Pallidi
Signori, sacrificando tutt' alpiu' la vita di uno dei loro servitori.
La certezza di essere condannato all' oblio tormentava l'Uomo dei
Pallidi Signori giorno e notte, in una disperazione che non gli
lasciava vedere via d'uscita.
Il Demone percepi' tale angoscia e,
come una falena attratta dalla luce, lascio' la sua dimora nei tunnel
sotto la Metropoli per salire nelle torri di metallo e vetro da cui
la Metropoli stessa e una vasta parte del mondo veniva governata.
Invisibile, il Demone rimase a guardare l'Uomo dei Pallidi Signori
che si struggeva di paura, ora sedendo dietro la sua immensa
scrivania coperta di carte, incapace di concentrarsi su niente, ora
misurando il vasto ufficio con passi incerti e irregolari. Di tanto
in tanto un brivido lo scuoteva, unica forma in cui percepiva la
vicinanza del Demone.
-Non voglio, non voglio-, gemette
l'Uomo dei Pallidi Signori. -Non voglio scomparire...
Io posso aiutarti.
L'Uomo dei Pallidi Signori si
immobilizzo', guardandosi nervosamente intorno alla ricerca della
voce che aveva sentito.
-Cosa...
Io posso aiutarti, sussurro'
il Demone vicino al suo orecchio. Io
posso darti il potere.
-Chi ha parlato?- L'Uomo dei Pallidi
Signori ruoto' su se stesso, prima in una direzione e poi nell'altra,
ma non vide nessuno. -Chi sei? Dove sei? Fatti vedere!
Vuoi vedermi? Vai alla finestra.
Incerto, l'Uomo dei Pallidi Signori
si guardo' nuovamente intorno. Poi fisso' la grande parete a vetri
che si affacciava sulla grandezza della Metropoli. Mosse un primo
passo indeciso, quindi raggiunse la vetrata.
Ecco. Ora puoi vedermi.
L'Uomo dei Pallidi Signori fisso' la
notte oltre lo spesso vetro, con le sue luci di vari colori, alcune
stabili, altri intermittenti. Le guglie e le bizzarre forme dei
palazzi della citta' ostruivano la visuale, nascondendo il fiume ed
il cielo, mentre le braccia metalliche delle gru riflettevano le
mille luci dando loro la parvenza di giganti minacciosi, ora
seminascosti fra i palazzi, ora aggrappati ad essi. Poi, piano piano,
un'immagine, un riflesso si defini' sul vetro, sovrapponendosi alla
vista della Metropoli. Un volto emaciato, con occhi obliqui e
maligni, un sorriso malevolo di denti aguzzi, fisso' dalla notte
l'Uomo dei Pallidi Signori.
Con un grido l'Uomo dei Pallidi
Signori si ritrasse, per girarsi di scatto ed affrontare il corpo cui
tale orribile riflesso apparteneva. Ma nell'ufficio non c'era
nessuno. Una risata sommessa riporto' la sua attenzione alla vetrata.
-Chi... Cosa sei?
La voce incrinata dell'Uomo dei
Pallidi Signori fu come un balsamo per il Demone, che ne inspiro' la
paura che se ne diffondeva. Prendendosi tutto il tempo necessario a
gustare tale paura, che sapeva di sudore e vigliaccheria, di
ingordigia e cattiveria, il Demone socchiuse i suoi occhi, osservando
l'Uomo dei Pallidi Signori che tremava.
Io sono lo Spirito della
Metropoli, io sono il motore che la spinge avanti, la fornace che ne
consuma le scorie e che la riscalda. Tu, invece, chi sei tu?
L'Uomo dei Pallidi Signori apri' la
bocca per rispondere ma non ne usci' alcun suono.
Non affannarti, ti dico io chi sei
tu. Tu sei nessuno, tu sei una pedina, tu sei una bugia a cui i tuoi
padroni hanno dato le sembianze di un uomo. Tu sei un morto che
cammina, sei uno strumento spuntato che ha perso la sua utilita'.
L'Uomo dei Pallidi Signori scosse la
testa, arretrando di un passo dalla figura del Demone, riflessa nel
vetro ma che prendeva sempre piu' maggiore consistenza.
-Cosa vuoi...?
Aiutarti,
rispose il Demone, con un sorriso famelico che negava la sua stessa
affermazione. Io posso aiutarti a
superare il prossimo Giorno della Scelta. Io posso farti vincere
nuovamente sui tuoi avversari: una vittoria schiacciante, che
accentrera' tutto il potere nelle tue mani.
-Perche' dovrei crederti?
E a chi vuoi credere? Ai tuoi
padroni? I Signori che ancora pensano di essere la piu' alta
autorita' nella Metropoli e che non sono neanche in grado di vedere
che tutto cio' che loro fanno lo fanno unicamente per il mio diletto?
Il riflesso sul vetro scosse la
testa.
Non hai scelta. Di qui a pochi
giorni tu sarai morto. Oppure sarai il mio servo, cosi' come i
Pallidi Signori sono miei servitori.
L'Uomo dei Pallidi Signori guardo'
sospettoso il Demone.
-Tu puoi veramente darmi il potere?
Scegli. Rimani il servo di un
servitore, o diventa uno dei padroni.
-Io voglio il potere.
Il Demone si mosse repentino. Il
riflesso usci' dal vetro, materializzandosi in un corpo solido che
piu' veloce di quanto l'occhio potesse seguirlo fu addosso all'Uomo
dei Pallidi Signori, afferrandolo nella morsa ferrea delle sue lunghe
dita. Poi denti e unghie aggredirono la sua carne, scavarono e
strapparono, torsero e spezarono. L'Uomo dei Pallidi Signori urlo' e
urlo' e urlo' ancora, finche' le sue corde vocali si spezzarono e
smisero di emettere suoni. Il dolore strappo' la sua anima dalla
carne, cosi' come la pelle veniva pure strappata dalla carne. In un
tormento che non si interrompeva si perse nelle tenebre.
Il Demone sorrise con le labbra
sottili dell'Uomo dei Pallidi Signori. Infine aveva un corpo di carne
e ossa, non sarebbe piu' stato costretto ad aggirarsi fra la gente
come un riflesso, un'ombra, un sussurro in un angolo della mente. Ed
era deciso a godere fino all'estremo dei piaceri che il suo nuovo
stato gli poteva procurare. Il Demone rise. La sua risata riempi' il
grande ufficio, riecheggio' lungo i corridoi della torre di metallo e
vetro, riverbero' contro le gru metalliche, vibro' nel profondo dei
tunnel sotterranei.
Il Giorno della scelta venne, uomini
e donne della Metropoli credettero alle bugie dell'Uomo dei Pallidi
Signori e gli tributarono il potere di decidere delle loro vite per
molti anni a venire. Tutti i suoi nemici vennero sconfitti e
cancellati, spazzati via dallo scenario politico, lasciati senza
alcun potere.
L'Uomo dei Pallidi Signori, il giorno
successivo al suo trionfo, si reco' davanti al popolo e disse:
-Troppo a lungo, siamo stati una societa' passivamente tollerante,
dicendo ai nostri cittadini “fintanto che obbedisci alla legge ti
lasceremo stare”. Questo sta per cambiare. La gente non sara' piu'
libera di vivere le loro vite come preferiscono solo perche'
obbediscono alla legge.
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