Come dice Natalino Balasso, nel passato c'erano i viaggiatori, che lasciavano la propria casa per esplorare altre nazioni ed importare conoscenza. Oggigiorno ci sono i turisti, che viaggiano all'estero per esportare ignoranza. Persone che magari rinunciano a tante comodita', agli ultimi ritrovati della tecnologia e che lavorano in turni assurdi pur di avere i soldi per viaggiare in ogni angolo del mondo. Perche' vogliono conoscere altre genti, vedere come vivono in luoghi che la maggioranza di noi neppure sa che esistono, perche' cosi', quando torneranno a casa, la vedranno con occhi differenti perche' quel viaggio li ha cambiati. Ma cosa puoi capire di un luogo fin quando non ci vivi? Come puoi capire le popolazioni locali se tutta l'interazione che hai avuto con loro e' avvenuta al mercatino dei souvenir? Cosa puoi imparare delle dinamiche che governano un paese se non lavori in quel paese e con i suoi abitanti ed impari le loro regole? La risposta e' quasi niente. Anche se tu pensi diversamente.
Per arrivare ad imparare qualcosa di un luogo e dei suoi abitanti devi vivere e lavorare in quel luogo, impararne la lingua e i costumi, adattarti al cibo locale. Il titolo di “Viaggiatore” non e' per tutti. Di sicuro non per i ragazzini (alcuni neanche piu' tanto giovani) che vanno a lavorare a Londra, ma che poi tornano a casa per Natale, Pasqua e vacanze estive come minimo, e che dopo anni di Londra conoscono solo i luoghi turistici (appunto) e le aree cool. Dico Londra perche' fa parte della mia esperienza, ma puo' benissimo essere Berlino, Barcellona o Dublino.
Di Viaggiatori ce ne sono pochi, la massa sono turisti. Un londinese mi disse che per essere accettato come tale devi vivere a Londra per almeno quindici anni, ed aveva ragione. Destreggiarti nella Tube ed essere capace di prendere l'oyster card dalla borsa mentre cammini non fa di te un londinese. Anche perche' i londinesi ti si piantano sempre davanti al cancello perche' l'oyster non la trovano. E non sei un Viaggiatore perche' non sei li' per imparare, per comprendere. Anche se qualcosa, col tempo, lo recepisci per osmosi.
Un Viaggiatore l'ho incontrato qui nei Caraibi, un sudafricano bianco, che come tanti e' costretto a vivere all'estero perche' le leggi razziali attuate dai governi neri lo hanno cacciato di casa. Ha vissuto in Australia, Inghilterra, Irlanda, Isole Vergini e in altri luoghi di cui non ha ancora avuto il tempo di raccontarmi niente. Vive in un luogo per due o tre anni e poi si sposta in un'altra nazione. Non lo fa per passione, lo fa perche' costretto. In Sudafrica i bianchi non hanno possibilita' di trovare un lavoro, non importa quanto siano qualificati e quanta esperienza hanno, perche' come quasi sempre succede le vittime sono diventate carnefici e stanno attuando una pulizia etnica patrocinata dall'ONU. Persone cosi' guarderanno casa loro con occhi veramente differenti, persone cosi' vengono veramente cambiate dai luoghi in cui vivono. Imparano realmente cosa sia il bene e il male, vivono un conflitto interiore in cui vedono i propri comportamenti come sbagliati ma inevitabili nel contesto in cui si trovano e con cui vengono a patti limitandosi a fare il proprio dovere senza chiedersi cosa succedera' domani. Un tale conflitto interiore il turista, felice del suo viaggetto del cazzo, neanche lo puo' immaginare, appagato dall'aver reso piu' difficile la vita di chi nei luoghi visitati ci vive e lavora.
As Natalino Balasso (an Italian comedian) says, in the past there were travellers, who went abroad to import knowledge to their country. Nowadays there are tourists, who go abroad to export ignorance. People who give in to many or even all comforts, to the last discovering of technology and work in crazy shifts just to have money for travelling. Because they want to meet different people, witness how they live in places which the majority of us ignore even the existence, and in this way get changed and be able to see their home with different eyes once they are back. But how much can you understand of a land as long you don't live on it? How much can you understand of locals if the only interaction you had with them has happened at the souvenir market? How much can you learn of the dynamics governing a country if you don't work with the locals and learn their uses? The answer is very little. Doesn't matter if you think differently.
To come to learn about a place and its inhabitants you must live and work in that place, learn the local language and folklore, adapt yourself to the local food. The title of “Traveller” is not for everyone. For sure it's not for youngster (some of them not even young any more) who move to London for work but go back home for Christmas, Eastern and Summer Holidays at least, and that after years in London all they now of the metropolis are tourist places (do you get it?) and the cool areas. I say London for it's part of my experience, but I'm sure there's no difference at all if I would say Berlin, Barcelona or Dublin. Just name a place.
The real Travellers are very few, the mass is made of tourists. A Londoner told me once that to be a Londoner yourself you must live in London at least 15 years, and he was right obviously. Being able to navigate the Tube smartly and quick and skilful to pick your oyster card from your handbag while walking doesn't make a Londoner of you. Also because the Londoners usually get stack at the gate in front of you. And you're not a Traveller because you're not there to learn, to understand. Even if with time you catch something by osmosis.
I met a real Traveller here in the Caribbean, a white South African who, like many, has to live abroad due to the racial laws implemented by black governments. He has lived in Australia, England, Ireland, British Virgin Islands and other countries who he had no time to tell me about yet. He doesn't do it for passion, he does it because he's forced to. In South Africa white people have no chance to get a job, doesn't matter how well qualified and experienced they are, because as usual the victims have become the oppressors, carrying out an ethnic cleansing supported by the UN. Such people will look to their own home with really different eyes, such people will really be made different by the land they live on. They learn what the good and the evil are for real. They live an inner conflict which tells them that their actions are wrong but they don't see any way out of their present situation, finally accepting it and carrying out their duties without questioning what will be tomorrow. The tourist can't even imagine what such a conflict is, happy of his fucking holiday and satisfied of having made life harder for people who live and work where he travelled to.
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