Immagina di essere ad un banchetto. La prima portata che ti servono e' deliziosa. E quando ti portano la seconda ti accorgi con sorpresa che e' addirittura piu' buona. Poi arrivano la terza e la quarta e le successive. Ma nessuna ha lo stesso gusto delle prime due. E ben presto realizzi, con tua grande delusione, che non ce ne saranno piu' di cosi' gustose e soddisfacenti. Allora cominci a spiluzzicare da ciascuna delle portate che si succedono, nessuna delle quali riesce a stimolare piu' il tuo interesse. La fame passa e ti ritrovi a giocare col cibo piuttosto che mangiarlo, giusto perche' devi rimanere a tavola con tutti gli altri che ancora mangiano. E ti chiedi che senso abbia avuto tutto cio', e perche' la cosa non abbia avuto lo stesso effetto sugli altri commensali. Non hanno la capacita' di sentire i gusti? Era il tuo palato particolarmente sensibile? Ti e' stato servito un cibo differente da quello servito alle altre persone?
Resti seduto con tutti gli altri, perche' e' cosi' che si deve fare e perche' in fondo non vuoi andartene da solo, ma tutto e' noia e tutto e' insapore. E una portata dopo l'altra la guardi, smuovi il cibo nel piatto, la assaggi e poi la ignori. A volte neanche ti accorgi che il piatto ti e' stato portato via.
E sai che puoi mandare in frantumi vite fatte di cristallo, ma non sai cosa fare per evitarlo se non prendere quella decisione che non vuoi prendere.
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