Saturday, 27 September 2014

The forgotten dream

I dreamed. But I don't remember what. Awakening has being tiring and made me more tired then when I went to sleep. In my mouth the ferrous taste of blood, legacy of the night labour which didn't give birth to anything. In the confused darkness of the sleep, pieces of a landscape fell behind, glimpses of unknown places lost into the darkness and smoke. A feeling of incompleteness and an omen of tragedy are the bitter flavour of failure, the thought that maybe I observed a new panorama is the gain made forsaking the chosen path.
Forsaking a dream may be the end of the path, the dead calm sea where to languish waiting for something that can never arrive.

Wednesday, 24 September 2014

Le ricerche improbabili di Google

Mi piace, di tanto in tanto, andare a vedere come le persone capitano sul mio blog. I più, ovviamente, ci arrivano o per un tweet o perché sono lettori regolari, ma succede anche che qualcuno ci arrivi tramite una ricerca su Google. E se alcune di esse hanno un perfetto senso logico, ed è pure gratificante trovare il mio blog nella prima pagina di Google Ricerche, altre devo dire che mi lasciano a dir poco perplesso.
Con le parole "ad'essere", per esempio, non spunta niente, mentre con le parole "insegnato ad amare" si ottiene il post Nessuno ci ha insegnato ad amare in seconda pagina. La particolarità che mi ha colpito è che sia nelle prime due pagine che nelle seguenti, tutti i risultati trovati parlano in toni positivi, mentre il mio post è l'unico che abbia una connotazione negativa. Ma questo sono io.
Col famoso manfrediano "ermafrocito con gemito" si trova il post E dopo l'Anno dell'Orso... in cui riporto un link al film di Nino Manfredi.
Almeno una persona è arrivata sul mio blog con la ricerca "falene attratte dalla luce del neon". Dove abbia usato questa o una frase simile proprio non ricordo, in Canto di Natale forse. Ma su Google non compare niente, non più almeno.
Con le parole "oculista scartamento pupillare" si arriva ad un link che si trova in seconda pagina di Google Ricerche e che dovrebbe essere  A&E: come spendere una notte in modo alternativo; invece, cliccandoci sopra, si è reindirizzati a Enter: night.
Arrivano poi cinque ricerche che portano direttamente alla prima pagina di Google. "Cosa significa essere single mom" che fornisce il link a Se della vita non hai capito un cazzo, "Gesù il mescitore" con il link a Una giornata a Pratolino fra gli americani e il "buon" vino, "gli inglesi sono classisti" e l' omonimo post Gli inglesi sono classisti,  ed infine "le case in pietra hanno le fondamenta?" che porta a trovare il link per uno dei miei post preferiti e più sentiti, Era una casa in pietra, che è un lamento su ciò che è ormai perduto.
A questo punto si arriva alle ricerche inquietanti: "il ragazzino legato e imbavagliare nudo" e "storie di piccoli frocetti sadici". Qualcuno è arrivato al mio blog con queste ricerche. E più di una volta usando la seconda. Entrambe le ricerche, però, non danno più risultati che al momento compaiano nelle prime dieci pagine. Per fortuna?

Sirena

Sirena con due occhi grandi come la fame
Balla balla e poi lasciami qui






E faccia faccia con la porta della paura
Senza lacci senza cintura
Sirena con due occhi grandi come la fame
Guarda guarda io sono quaggiù

Tuesday, 16 September 2014

#oggimisentocosì



Effettivamente di tarli nella testa ne ho parecchi... 
E quel cazzo di filo, il filo di Arianna, che fine ha fatto!?

Tuesday, 9 September 2014

E tu, come uccideresti i tuoi amici?

Ma tu, ti sei mai chiesto quale sarebbe il modo più appropriato per uccidere i tuoi amici? Non parlo di amici amici, piuttosto di quelle persone con cui si esce e ci si vede, con una certa regolarità anche, ma che anche se non fanno parte della cerchia più intima sono qualcosa in più di semplici conoscenti. Insomma, quel tipo di persone per la cui natura del rapporto che abbiamo con loro stanno nella terra di nessuno fra la definizione di conoscenza e quella di amicizia. E non dico che li si debba uccidere per davvero, intendiamoci. Ma magari capita di pensarci. A me capita, a te no?
     Per esempio, la tipa petulante, quella che parla continuamente e in genere per lamentarsi. Quella che parla pure mentre fa sesso, al punto che uno decide di fare solo sesso orale, almeno così sta zitta. Ecco, l'hai inquadrata perfettamente! Ogni persona al mondo ne conosce almeno una così. Io mi ci vedo proprio, un giorno che mi ha rotto i maroni più del solito, o che mi sono alzato col piede sbagliato, afferrarla per la collottola, trascinarla in bagno e sbatterle la testa nel cesso, bloccargliela con la tavoletta e tirare l'acqua finché non affoga. E una l' abbiamo ammazzata.
     Poi c'è quella che "un uomo deve prima prendermi la mente." E tu ti chiedi: "Ma quale mente?!" Non passano neanche due minuti che ti racconta: "E poi è venuto a prendermi in Mercedes." "Aaaaah! Ci vuole un retino speciale per acchiappare la tua mente sfarfallante." Non per nulla nel gruppo degli amici aveva una relazione con quello che lavorava come direttore di banca. Una così io la ucciderei in un modo molto poco fantasioso: la farei correre davanti ad un auto come quella gallina che è, ogni tanto arrivandole vicino per darle un colpetto sul culo col paraurti, per poi rallentare e lasciarla guadagnare terreno. Quando la vedrei stanca, che comincia ad incespicare, segno evidente che il divertimento sta per finire, schiaccerei l'acceleratore a tavoletta e mi godrei l'urto (accompagnato da urlo stridulo, ne sono sicuro) ed il seguente sobbalzo. E siccome certa gente è tenace più delle zecche, so per certo che, guardando nello specchietto retrovisore, la vedrei tirare su la testa, puntellandosi sui gomiti per rialzarsi. Allora, con un sorriso soddisfatto di anticipazione, innesterei la retromarcia e la investirei una seconda volta a tutta velocità. Per essere sicuro al 100%, probabilmente, ci ripasserei sopra altre due o tre volte. Ed ovviamente l'auto usata sarebbe una Mercedes.
     Poi c'è l'amico che ci prova con la tipa che ho appena ammazzato. Nonostante lei gli abbia già detto no più di una volta. Nonostante tu gli abbia detto di lasciarla perdere che non ha speranze, perché a lei piacciono alti, biondi, afro-caraibici, con gli occhi azzurri, quattrinosi e con 25 cm di intelligenza. Ma lui niente, non la intende. Uno così lo attirerei in una fabbrica abbandonata, con un falso messaggio da parte della tipa, per rinchiuderlo in un silos a morire di inedia, con la voce della tipa registrata che ripete all'infinito "NO. NO. NO. NO. NO. NO. NO. NO."
     Sono sicuro che anche tu hai un amico che lavora come programmatore e che è bloccato dentro i suoi schemi mentali, leggi dell'informatica e percorsi matematici. Lui ci prova poverino, cerca di fare qualche ragionamento fuori dagli schemi, ma proprio non ci riesce. Figurati che se vede il numero 10, o la parola IO, te li legge UNO-ZERO, bloccato com'è nel sistema binario. Certo, è un uomo, e il sistema binario è prettamente maschile, ma a te, che sei abituato ai voli pindarici, la cosa fa venire decisamente il nervoso. Io lo legherei ad una sedia, lasciandogli un braccio libero per poter usare il computer. Il computer sarebbe collegato al timer di una bomba posta sotto la sua sedia, o ad una capsula di cianuro se non volete sporcare troppo per casa. L'unico modo per fermare il timer, tarato alla mezz'ora, è quello di seguire un preciso percorso di domande le cui risposte possono essere trovate solo facendo ragionamenti astratti. Cioè, gli direi che le cose stanno così, ma in realtà il timer non potrebbe essere fermato. Mica voglio rischiare che riesca a rispondere correttamente per pura fortuna! Voglio vederlo sudare freddo per tutta la mezz'ora.
     E con l'amico ciclista che fare? Quello che quando si decide di vedersi col gruppo deve allenarsi, che il sabato deve andare al circuito (perché fa ciclismo su pista) per una gara o un allenamento speciale e quindi non esce con gli altri, e che poi al circuito non fa niente perché puntualmente piove (non dimenticare che siamo a Londra). Ovviamente è un single, pieno di fissazioni alimentari e di altri molti generi, per riempire quella parte della vita che dovrebbe essere riempita da una compagna. Ecco, io lo metterei su una bicicletta, quella da pista, che è senza freni e che ha i pedali a presa diretta con la ruota. Questa sarebbe pure senza sellino. Dicevo, lo metterei sulla bicicletta, e lo pigerei un pochino verso il basso, per essere sicuro che uomo e bicicletta si incastrino per bene. Un carrellino sarebbe legato al retro della bici con un elastico, e sul carrellino ci sarebbe una bomba, che, una volta innescata, se rimane ferma per più di un minuto esplode. E poi lo lasci pedalare. Fino allo sfinimento. Prima o poi, ad una delle curve del circuito (hai presente come sono inclinate le curve delle piste?) cede e cade giù, con bici e tutto, l'elastico si ritira e la bomba gli arriva proprio dietro il culo. E boom!
     E fin qui ne abbiamo accoppati cinque. Chi rimane? Ah, giusto. L'amico tonto. Quello che non sembra, che dici "Ci fa. Non può essere così stupido." E che invece ci è. Senza speranza. Che ti si è appiccicato perché una volta lo hai aiutato e continui ad invitarlo per compassione, ma che ogni volta che apre bocca ti fa venir voglia di darti una martellata sulle palle. Con uno così che vuoi fare? Apri un tombino e aspetti ci caschi dentro da solo.
     Poi c'è la ragazza lunatica. Moody in inglese. Quella che quando la inviti non sai mai cosa farà fino all'ultimo minuto. Mah, non so... Ma sì dai, vengo... Aspetta, non vengo più... Non lo so... Ti faccio sapere domani, va bene? No che non va bene! Basta! Decidi che cazzo vuoi fare! Vuoi stare in compagnia oppure no? Vuoi uscire oppure no? Che poi, quando ti dice di sì alla prima, è quando ti tira il pacco con una scusa ridicola all'ultimo minuto. Ah, non vengo! C'è lo sciopero della metro. Come? Cosa? Ma tu usi l'autobus... Ma una così, tu non le sbatteresti la testa nel muro fin quando non crolla stecchita?
     Infine c'è la ragazza con cui stavi, che ti ha lasciato per ragioni che neppure lei sa spiegare, che ti manca così tanto che la notte devi abbracciare il cuscino per riuscire a dormire, che ti ha spezzato il cuore ma a cui vuoi ancora un sacco di bene, che speri ancora decida di tornare indietro e a cui perdoneresti ogni errore. Beh, io a lei la soffocherei di baci.

Sunday, 7 September 2014

My house on Mars



"It is the end of the 21st Century. I have returned to my own childhood. I remember it
all as the Dream Sequencer images mix with my own recollections. This is the day my
sister and I realised that we would never see the planet Earth."


    [Johan Edlund, Floor Jansen]                    


Daddy where are you now
Forgot about your vow?
You promised you'd return and take me to Earth

Did you have to fight that war
What was it all for?
The honor of one's name, what is it worth?

I'm all alone - we're all alone
My future's unknown - our future's unknown
I reach out to the stars out here in my house on Mars

Mother did you hear me cry?
You never told me why
You put me in this world of rock and dust

No friends for playing games
No foes who scorn my name
Computerized machines of steel and rust

Is this my home? - this is our home
This desolate dome - this desolate dome
I call out to the stars: I'm alone in my house on Mars

I'll never smell the ocean breeze
I'll never climb the highest trees
I'll never feel the burning sun
I'll never meet my chosen one... in my house


Daddy I forgive you now
You could not keep your vow
You will never return, I'll never see Earth

My time has come - our time has come
I'm emotionally numb - emotionally numb
I'm headed for the stars, I'm leaving my house on Mars

No friends in my house on Mars
No foes in my house on Mars
I was born in my house on Mars
I will die in my house on Mars

Metropoli Farneticante 3

     Il Demone chiamò l'Uomo dei Pallidi Signori. "E' tempo che io cresca", disse il Demone. "Prepara
il terreno per la mia crescita." E l'Uomo dei Pallidi Signori andò a fare come gli era stato detto. I Potenti di altre nazioni furono blanditi con promesse di grande potere se avessero portato le loro ricchezze nella Metropoli; gli uomini di genio nati in altre terre furono attratti con ricche ricompense se avessero messo il loro genio al servizio della Metropoli. Ricchezze ed inventiva furono drenate dalle nazioni vicine. Nuove masse di lavoratori furono deportate nella Metropoli: attratte dalla promessa di una vita migliore, si ritrovarono in un luogo che non potevano più lasciare. E il Demone cominciò a costruirsi un guscio in cui crescere.
   Braccia metalliche eruppero dal suolo, cercando di afferrare il cielo. Nuove escrescenze si svilupparono dalla terra morente, iperplasie scintillanti al sole, algide forme che inghiottivano ogni giorno nuovi servi, inviati a saziare il Demone. Facce stanche, occhi vuoti, menti confuse e cuori induriti: non c'era altro nelle strade della Metropoli. Risate false, voci impastate dall'alcol, copule animali erano tutto ciò che i servi del Demone riuscivano a sperimentare nella loro vita non-vita. L'animo eroso e consumato, giorno dopo giorno fino al suo nocciolo più intimo, si lasciavano morire, scomparivano, tornavano infelici alle terre natie, lasciando il posto a nuovi schiavi moderni.
   E nel sottosuolo, il Demone rideva, un cachinno demente e malvagio, cominciando ad espandere il suo corpo verso il cielo, riempiendo progressivamente tutte le nuove corazze che crescevano sempre più in altezza. Gli uomini percepivano la sua presenza, ma non capivano cosa fosse. Sempre più si rinchiudevano in sé stessi, isolandosi dai loro simili, spendendo il loro tempo libero chiusi in abitazioni più simili a tane di animali che a case d'uomini. L'influenza del Demone, passo dopo passo, privava gli uomini della capacità di comunicare, di esprimere i propri sentimenti. Chiusi in ghetti nessuno parlava più con chi avesse diverse origini, con chi non si rassomigliasse nell'aspetto, con chi parlasse una lingua diversa anche se diceva le stesse cose. Ogni interesse veniva lentamente consumato e si perdeva, lasciando spazio solo per gli istinti più animali e la routine meccanica imposta dai Signori: mangia, dormi, lavora, ripeti. Sempre in meno si preoccupavano del luogo in cui vivevano e di chi ci viveva con loro. Lo sporco si accumulò sempre più nelle strade: chi era pagato per raccoglierlo venne sacrificato al Demone e rimpiazzato con predatori adatti a sottrarre denaro agli abitanti perché la crescita del Demone richiedeva grandi spese. Rancori e dissapori ribollivano sotto la superficie: i Pallidi Signori promulgarono leggi che vietavano ogni reale espressione dei propri sentimenti. La vita nella Metropoli si fece più dura: le paghe dei lavoratori vennero ridotte così da poter assumerne in numero maggiore. I profitti non erano abbastanza: i giovani vennero convinti a lavorare senza paga ma solo per ottenere esperienza che sarebbe stata inutile già il giorno successivo. Le perversioni peggiori si instaurarono  fra la popolazione: droghe ed alcol, violenze e sesso con bambini e le autorità guardarono da un'altra parte, perché tutto ciò rendeva il Demone più forte.
     E il Demone rideva, ed ora la sua risata non solo rimbombava nei tunnel che perforavano il sottosuolo della Metropoli, adesso la si poteva udire anche nell'aria, portato lontano dal vento. L'Uomo dei Pallidi Signori, reso folle dal Demone, decise che la Metropoli doveva crescere ancor di più, salire verso il cielo ed espandersi a coprire tutta la terra. Reso avido dal Demone, promise ai Potenti di altre nazioni la terra e le figlie e i figli del suo popolo. I Potenti arrivarono, comprarono i luoghi più belli della Metropoli, e dopo si volsero ad ogni luogo su cui i loro occhi cadevano. L'Uomo dei Pallidi Signori decise che la Metropoli doveva essere ripulita di ogni individuo che non fosse utile allo scopo, che i servi dovessero vivere fuori della Metropoli in cui lavoravano, perché la città fosse riservata solo ai ricchi e ai potenti della Terra. "Caccia chiunque sia inutile", disse il Demone. "Deportalo nelle terre neglette sotto i cieli grigi del Nord. Per i servi costruirai abitazioni lontano dalla mia vista: scava un percorso sotterraneo che unisca le loro case ai cantieri perché possano venire ogni giorno a servirmi, strisciando come i vermi cui rassomigliano. E quando il tempo sarà appropriato io crescerò lungo quel tunnel, mi insinuerò nelle loro case, e divorerò il cuore e l'anima dei loro figli mentre dormono nei loro letti."

Saturday, 6 September 2014

5.Towards Dover

23th of August

Towards Dover. Blackfriars, London St. Pancras, Ashford, Dover. Early on the timetable. As usual. In Blackfriars station a girl runs to catch the train. Needs to hold her bosom with the left forearm. Needs a better bra.
Time for thinking. For remembering. Remember her smiles. Remember her tired eyes. Remember her "smileys". She was of a shocking beauty. There's nothing more cruel then beauty. To remember is not the best thing, in such a situation. But memories are all that remains to you. I liked to breathe the scent of her skin. I did the same with Alice. Breathing scent/skin of a woman by night, in justapoxition to the particulate we breathe by day.
~ ~ ~
Fucking National Railway!!! On the train from St. Pancras. Direct to Dover. First call Stratford International. I live 10 minutes from Stratford! But why did they send me to Central London? I could sleep one hour more.
~ ~ ~
High Speed. Out of the window wind turbines, rows of Black Poplar Trees, warehouses covered with asbestos and electrical pylons. Then a flat landscape: ponds and marshes, grazing cows. Next top Ebbsfleet, where te government wants to build a "garden city" to confine the benefit people and those who can't afford a rent in London.
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Nearly to Ashford. The English countryside became a bit more wavy. We even passed by a wood. I miss my woods. The incompleteness feeling last yet: the feeling to have forgotten something, to be not ready... ready for what?
A girl on a forum asked me what I like the most. Easy to answer: sharing. Now I have nobody to share with. Except my blog few readers. This journey is loosing its purpose. There's no reason to travel out of reach of the people you know when you just don't communicate with nobody.
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Some English cyclists on the train. They speak about Brussels, Paris and the Gioconda. Brussels is horrible, Paris is dirty, the Gioconda is small, London is much cleaner, London is much better. Tipical English behavior: if they can't appropriate of something and say that it's their or that was made thanks to them, they piss on it.
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Collected online paid ferry tickets. "Mr Gennari?" "Yes. Do you need an ID?" "No. When you confirmed me your name it's fine to me." Another tipical behavior.
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The famous white cliffs of Dover are greyish from close. And small. Absolutely no worthy of mention. The caste is everything but impressive. Dover looks to be another homologated town of terraced houses. Cliffs seen from the sea: at least they are long.
To think seriously about selling a kidney. They work too well and some days they are a real nuisance. One would be enough and I could make some money. The fumes coming from the ferry chimney fall down on the poop deck. What do we breathe?
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On French soil. Nobody speaks English. Even at the Port. Watched a comic scene. If the Britons would stop demanding to be understood when they speak quickly... All the journey long I had the engine noise in to my ears. An incessant dull hammering. And the particulate pushed down on the deck by the wind. But I wanted to enjoy the sun.
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Reached the hotel. Collapsed on the bed. Slept 2 hours. Then walked throug Calais. Public gardens wonderful. French gardeners have got the point on the English. Journey even more empty of meaning. Too many thing bring back memories of the trip to Paris. I was happy during those days. Far from London and with her. Don't think she understood the range of what she did to me. She took everything from me. I'll build something else, I always stand up again. But fuck sake it hurts. Thinking to send her the shot of her on the rocking horse in the small public garden. She laughed out loud. Happy and so beautiful. Would it be mean? Or sharing the pain? An attempt to delay the spiritual separation which logically should follow the physical separation?
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Calais is invaded by migrants. Mostly illegals. They mass in every green area. Had troubles in a park because I was taking photos. They wait for the chance to go to England. While I wait the change to flee it...

Wednesday, 3 September 2014

4.Pre-departure apprehension

22nd of August, London

Pre-departure apprehension. It will pass as soon as I get in to the train. But the previous 2 days a departure are always a torment. Lazy day at work. Nobody wishes to work on Friday. I think to the russian website. Instructions in the email are a code. A combination. Up and down among the pages. Why? I don't really wish to find it out.
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I think to the small diary. Moleskina in Italian. It was Luca's gift, first person in London I befriended. He left. As many others. As the most. You must have something wrong in you to want to stay in London. Something written more then 2 years ago. I'm surprised how far forward I've been able to see. Sandra happy but dissatisfied. Then like now. Then like now trying to turn over the situation to make me seem the dissatisfied one. To have a reason for leaving. She always wanted to leave, since the beginning. Happy but dissatisfied. Wishful but scared. Determined but unstable. Wanted to stay and wanted to leave.
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And the stains coming from my blood tell me go back home... I like this White Stripes' song. Restlessness grows, there's no reason anymore to stay in place carving you inside.
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Toilets flooded. The last one clogged, obviously the incline is towards the door. A cook got in. "You should start cooking something better", I told him. He laughed. I was serious. I bring my own food from home. the Lituanian girl who clean the "gentlemen" toilets saw about it. The blonde girl deserves an award. She will get nothing, of course.
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Arranged last things before departure. Even yesterday procrastinations. Got airplane ticket to my son. I don't see him since... October of 2 years ago? Life is odd. And I even more. Tomorrow usual early start, but at least a different trip. This evening headache.

PS Received 2 photos on Whatsapp, in the afternoon. My uncle, my cousin and her husband in the first one. One of my nieces, my brother's daughter, in the second one. I struggle to remember my nieces' name. I said I'm weird.

3. To do list

21st of August, London

It's growing cold by night. Had to leave the bed to wear pajamas. Again grey water washing my hands at work. When the tube arrived this morning, its lights lighted up a particulate cloud suspended in the air. All stuff we breathe.
What we breahe was Sandra's obsession lately. She complained about the new air refiners at the laboratory. Couldn't work. She had 3 eye infections in few months, indeed. Asked why she didn't have them changed. "They don't know", she answered. "They can't know."
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Managers inspection. Everything seems okay. Happy. Seeming is enough. Everything is temporary in this city, nothing is made for last, so it doesn't really matter. Sublimated precariousness. Concept applied to people too. I'm waiting for the weekend. By now, I live awaiting the weekend. But there was a time when I work Monday-Saturday and Sunday awaited Monday again. I had passion for my job. I wonder how it has been taken away from me...
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To do list:
-calling my son to arrange his visit
-sending money to my wife
-printing tickets and map of Calais
-sending holiday forms to the office
-packing luggage
-preparing documents for Tuesday medical check
Things to do between today and tomorrow. Forgot one thing... is it important?
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Been to Blackfriars and done all the rest. Just luggage remains. And calling my son. Procrastination.
http://www.dominion.ru/ Clicked the link, in the end. Russian website, in Cyrillic characters. Transleted with Google. It appeared an online game on the WWII. It's an internet service society. Instructions in the email are a route to follow. Looks like uo and down among the pages. Like a combination. I'll try it tomorrow, now I'm too tired. Procrastination.

Tuesday, 2 September 2014

Nel sottobosco

Ti piace come scrivo, dici, ma dovrei metterci qualche raggio di sole in più. Anche tu... Ma perché chiedete tutti il sole a me, che sono solo un'ombra in cerca del suo sole? Io sono un angolo oscuro nel cuore di un uomo, e con il sole... beh, con il sole semplicemente svanirei. Io vivo nel sottobosco, sotto le fronde fitte ed intrecciate di alberi secolari. E' in questo luogo di ombre ed odori, umido e talvolta freddo ma brulicante di vita, che vivo, osservo, creo e compongo. E ciò che creo, purtroppo, sarebbe banale se portato in piena luce. Meglio lasciarlo indugiare nel gioco di luci ed ombre del sole che trafigge il fogliame. O muoversi lento là dove il bosco è più folto, per lasciare alla vostra immaginazione il compito di dargli forma e dimensione perché la luce non è abbastanza per dargli una definizione.
Del resto, un po' di ombre servono anche a voi. Talvolta la luce abbaglia, o rende troppo vistosi certi difetti; oppure c'è qualcosa che preferite non si veda, qualche peccatuccio che scintillerebbe nel sole pomeridiano. Ed allora, quando ne sentite il desiderio, o ne avete il bisogno, venite pure da me, fra i prugnoli ed i rovi, qui dove ho la mia tana, scavata tra le robuste radici di un albero nodoso. Vi intratterrò coi miei racconti, susciterò emozioni contrastanti con le mie storie. Io mi beerò dei vostri applausi, poi vi lascerò tornare alla luce dalla quale siete nati. Foglie marcite, muschio e vermi, odore di funghi e terra bagnata: questi tesori sono per me e me soltanto. Ognuno viva nel suo regno, e non cerchi di cambiare l'altro.

Sunday, 31 August 2014

The sacrifice

Lay down on the blood encrusted stone, let them rip your heart out. They will bite and eat it, will burn it on the charcoal fire. Let them dismember your body, the scream of your flesh will soar to the sky. The arid ground will drink your blood, the idols will cackle and cheer, but only in the idolaters' eyes. Let them break your bones, let them plough your body like soil to sow. They will ground all the bones of your body, put hooks in your flesh, steal the light from your eyes and take your breath away. Let them seizing everything from you, let them leaving your body in ruin, abandon your tortured soul at the edge of the road feast for your mind's crows. Won't be resurrection for you, nor new life in a new form. You'll be cripple and dying, nothing will be left to you. But of every thing they have deprived you they won't keep the smallest part. It will slip like water through their fingers, it will be like trying to grab the wind. To you nothing will remain but pain, to them not even it.

Il sacrificio

Distenditi sulla pietra incrostata di sangue, lascia che ti strappino il cuore. Lo mangeranno a morsi, lo bruceranno sui carboni ardenti. Lascia che smembrino il tuo corpo, l'urlo della tua carne salirà al cielo. Il suolo arido berrà il tuo sangue, gli idoli rideranno e gioiranno, ma solo negli occhi degli idolatri. Lascia che spezzino le tue ossa, che aprano il tuo corpo con un aratro come fosse terra da seminare. Sbricioleranno tutti gli ossi del tuo corpo, metteranno uncini nella tua carne, ruberanno la luce dei tuoi occhi e ti porteranno via il respiro. Lascia che ti prendano tutto, che lascino il tuo corpo in rovina, che abbandonino la tua anima torturata sul ciglio della strada come banchetto per i corvi della tua mente. Non ci sarà resurrezione per te, né nuova vita in una nuova forma. Sarai storpio e morente, non ti sarà lasciato niente, ma di tutto ciò che ti hanno tolto loro non potranno trattenere neanche la minima parte. Scivolerà come acqua fra le loro dita, sarà come provare ad afferrare il vento. A te non resterà niente se non il dolore, a loro neppure quello.



Saturday, 30 August 2014

Scritti col sangue

Scivolando sempre più a fondo nel torpore, a tratti risalendo verso il sole per prendere una boccata d'ossigeno. Osservando figure aliene, legami chimici che non possono funzionare. Vermi che lenti risalgono dall'umido centro deteriorato, tessuto pulsante e stanco, sfibrato e strappato. Fantasmi vivi più delle persone, persone più eteree dei fantasmi. Luoghi stranieri, cimiteri di desideri. I sogni restano indietro, vengono dimenticati, muoiono soli sulla strada e sono calpestati.
Ti passano davanti, uomini dagli occhi voraci e pensieri nascosti dietro una sigaretta. Corrono senza vederti, ragazze interrotte e donne perse a rincorrere il loro profumo. Sempre più esigenti, sempre più vuoti, priorità confuse, occhi che non vedono e cuori capaci solo di soffrire. Ti perdi, ti fermi e resti immobile. Ti senti estraneo, non capisci né i luoghi né le persone. Ciò che ti sembra facile è per loro impossibile, nei luoghi della mente dove l'apparenza ha ucciso l'essenza. Ma quando ti strappano la pelle, come una veste che sei indegno di portare, tu e noi, siamo tutti rossi: siamo libri scritti col sangue.



Written with blood

Sleeping deeper and deeper into lethargy, sometimes going back up towards the sun to take a breathe of air. Observing alien figures, chemical bonds which cannot work. Worms which slow come up from the damp, deteriorated core, pulsing and tired tissue, worn out and torn. Ghosts more alive than people, people more airy than ghosts. Strange places, cemeteries of desires. Dreams fall back, are forsaken, die alone on the road and are trampled on.
Passing by in front of you, men with voracious eyes and thoughts hidden behind a cigarette. Running without seeing you, interrupted girls and women lost in chasing their parfumes. More and more demanding, more and more empty, confused priorities, eyes which can't see and hearts able just to suffer. You get lost, stop and stay still. You feel extraneous, don't understand nor the places nor the people. What seems easy to you it's impossible to them, in the places of the mind where the appearance killed the essence. But when you're stripped of your skin, like of a clothing you're unworthy to don, like all of us, you are red: we all are books written with blood.

5.In direzione Dover

23 agosto, Londra, poi Calais

In direzione Dover. Blackfriars, London St. Pancras, Ashford, Dover. In anticipo sulla tabella di marcia. As usual. A Blackfriars una ragazza corre per prendere il treno sulla piattaforma opposta. Deve arreggersi le tette con l'avambraccio sinistro. Le serve un reggiseno migliore.
Tempo per pensare. Per ricordare. Ricordare i suoi sorrisi. Ricordare i suoi occhi stanchi. Ricordare le sue "faccine". Era di una bellezza sconvolgente. Non c'è niente di più crudele della bellezza. Ricordare non è la migliore cosa, in queste situazioni. Ma i ricordi sono tutto ciò che ti rimane. Mi piaceva respirare l'odore della sua pelle. Ho fatto la stessa cosa con Alice. Respirare odore/pelle di donna alla notte, in contrapposizione al particolato che respiriamo di giorno.
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Fucking National Railway!!! Sul treno da St. Pancras. Diretto per Dover. Prima fermato Stratford International. Vivo a 10 minuti da Stratford! Perché mi hanno mandato in Central London? Potevo dormire un'ora in più.
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High Speed. Fuori dal finestrino pale eoliche, filari di pioppi neri, magazzini coperti di amianto e tralicci elettrici. Poi un paesaggio piatto: stagni e acquitrini, vacche al pascolo. Prossima stazione Ebbsfleet, dove il governo vuole costruire una "città giardino" per confinarci i sussidiati e tutti quelli che non possono permettersi gli affitti londinesi.
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Quasi ad Ashford. La campagna inglese si è fatta un poco ondulata. Abbiamo passato anche un bosco. Mi mancano i miei boschi. Quella sensazione di incompletezza permane: la sensazione di avere dimenticato qualcosa, di non essere pronto... pronto per cosa?
Una ragazza su un forum mi ha chiesto quale sia la cosa che mi piace di più. Risposta facile: condividere. Ora non ho nessuno con cui condividere. Eccetto i pochi lettori del mio blog. Questo viaggio perde di significato. Non c'è motivo di viaggiare in una zona fuori del raggio di comunicazione delle persone che conosci quando già non comunichi con nessuno.
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Gruppo di ciclisti inglesi sul treno. Parlano di Bruxells, Parigi e della Gioconda. Bruxelles è orribile, Parigi è sporca, la Gioconda è piccola, Londra è molto più pulita, Londra è molto meglio. Tipico comportamento inglese: se non possono appropriarsi di qualcosa e dire che è loro o che è stato fatto per merito loro, ci pisciano sopra.
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Ritirati biglietti del ferry pagati online. "Mr Gennari?" "Yes. Do you need an ID?" "No. When you've confirmed me your name it's fine to me." Tipico anche questo.
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Le famose bianche scogliere di Dover sono grigiastre da vicino. E piccole. Assolutamente indegne di nota. Il castello tutt'altro che imponente. Dover appare essere un'altra omologata cittadina di case a schiera. Scogliere viste dal mare: almeno sono lunghe.
Considerare vendita di un rene. Funzionano troppo bene e certi giorni sono una vera seccatura. Uno mi basterebbe e potrei tirar su un qualcosa di soldi. I fumi che escono dalle ciminiere del ferry ricadono sul ponte di poppa. Cosa respiriamo?
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Su suolo francese.Nessuno parla inglese. Neanche al porto. Assistito scena comica. Se gli inglesi smettessero di pretendere di essere capiti quando parlano a raffica... Tutto il viaggio ho avuto il rumore dei motori nelle orecchie. Martellare sordo incessante. E il particolato spinto giù sul ponte dal vento. Ma volevo godermi il sole.
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Arrivato all'albergo. Crollato sul letto. Dormito 2 ore. Poi uscito per Calais. Giardini pubblici stupendi. Danno i punti agli inglesi. Viaggio sempre più vuoto di significato. Troppe cose mi riportano alla memoria il viaggio a Parigi. Sono stato felice in quei giorni, lontano da Londra e insieme a lei. Non credo abbia capito la portata di ciò che mi ha fatto. Ha portato via tutto di me. Ricostruirò qualcosa, mi rialzo sempre. Ma cazzo se fa male.
Sto pensando di mandarle il filmato di lei sul cavallino a dondolo. Quello fatto in un giardinetto di Parigi. Rideva forte. Era felice e tanto bella. Sarebbe una cattiveria? O una condivisione del dolore? Un tentativo di rimandare la separazione spirituale che logicamente dovrebbe seguire quella fisica?
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Calais è invasa di migranti. Per lo più illegali. Si ammassano in tutte le aree verdi della città. Avuto problemi in un giardino perché facevo delle foto. Aspettano l'occasione per andare in Inghilterra. E io che aspetto l'occasione per fuggirmene...

Wednesday, 27 August 2014

Carved inside


Carved inside - carved outside
Scream at the sky - forever fight
My peace of mind - I got to find
True peace of mind - so hard to find

Now...
I feel your soul inside
Now...
Carved inside

They try to bring us down
We're growing all around
Inside you must be free
To find your destiny
Lose yourself
Find yourself
Nothing to prove
To nobody else

Now...
Feel your soul inside
Now...
Carved inside

My life is mine
My right is mine
Your eyes petrified
Fire from inside...

Carved inside - carved outside
Feel your soul glow - in the sky...
Let your soul now - move the world now
Feel your soul now - let your soulfly...

You must change from
Inside out
You fall, we rise
Inside out

An arrhythmic pulse

Siamo spinti da pulsioni dimenticate, istinti sepolti profondamente nella nostra carne, impressi nella memoria del citoplasma cellulare. Dominati dal primievo, là dove siamo convinti che la ragione abbia una presa sicura sulle essudazioni della nostra carne. Inconsciamente perdiamo parti del nostro "essere", buchi che si formano nella nostra vita, cavità nella nostra storia che non siamo più capaci di colmare. Eventi della vita dei nostri figli che perdiamo, momenti che ci sfuggono, legami recisi, cari che vengono a mancare. Vuoti che si creano, buchi che noi stessi scaviamo, ferite che ci vengono inflitte. Come nel suolo, il corpo della Terra, i vuoti vengono usati da acqua e gas per muoversi e migrare, e dai vermi insieme ad essi, così gli umori del nostro io ancestrale essudano sulla superficie dell' io moderno. E con gli umori risalgono i nematodi delle pulsioni animali, delle paure archetipiche e dei desideri più feroci, vermi che infestano il cadavere dell' uomo evoluto, lo scavano all'interno e privano di un nucleo intorno a cui aggregare sé stesso. La vita che porta la morte, che nasce dalla morte, che vi passa attraverso, iniziando a divorare l'ospite ancora vivo, dando poi moto al corpo ormai insensibile, per infine emergere in un'esplosione purulenta, in una forma volutamente dimenticata che non può accettare di rimanerlo.

We are driven by forgotten impulses, instincts deeply buried in our own flesh, imprinted into the cellular cytoplasm. Ruled by the primordial, where instead we are sure that the intellect has a solid grasp on the exudations of our own flesh. Unconsciously we lose parts of our being, holes which appear into our life, cavities into our history which we are no more able to fill up again. Events in our children's life which we miss, moments we don't snatch at, severed bonds, loved ones who pass away. Voids which are created, holes dug by ourselves, wounds which we receive. Like in the soil, body of the Earth, the empty spaces are used by the
water and the gases to move and migrate, and by the worms with them, so the fluids of the ancestral ego exude on the surface of the modern ego. And with the fluids the worms go back up, the nematodes of the animal impulses, of the archetypal fears and most ferocious desires, worms which infest the corpse of the evolute man, carving its inside and depriving it of a core to hold to. The life bringing death, life born from death, life passing through death, starting to devour the still alive host, then giving motion to the insensitive corpse, to eventually emerge in a purulent explosion, in a deliberately forgotten shape which can't accept to remain so.

Meet the Highwayman

Giunto da luoghi sconosciuti, protetto da un potere ancestrale; portatore di rovina ed araldo della crudeltà; spirito incarnato del dolore e della disperazione. Lui è l'opzione sbagliata di ogni tua scelta, il lato oscuro di ogni tuo desiderio, il senso di autodistruzione incistato nella tua carne. Siederà a bere al tuo fianco, sorridendo, e lo riconoscerai quando è ormai troppo tardi. 







Arrived from an unknown place, shielded by an ancestral power; bearer of ruin, herald of ruthlessness; incarnate spirit of pain and desperation. He is the wrong option of every your choice, the dark side of every your desire, the self-destruction sense encysted in your flesh. He will seat aside you, smiling, sneering, and you'll recognize him too late.

Tuesday, 26 August 2014

What men want

Certo che non è stato facile convincerti a venire al pub con me. Ma dai, che male c'è a conoscerci un po' meglio? Direi di partire dalle cose basilari. Innanzitutto, come ti chiami? Mmh, bel nome. Come? Perché ti ho chiesto di uscire? Secondo te cosa voglio? Ma ovviamente quello che vorrebbe qualsiasi uomo: portarti a letto. No no, guarda. Se un uomo ti dice diversamente sta mentendo spudoratamente. Credimi, ciò che interessa a tutti gli uomini è portarsi le donne a letto. Il resto... l'amore, l'istinto di protezione, il confronto e lo scambio di idee, la famiglia... sono solo un contorno di cui faremmo volentieri a meno.
No, non sono cinico. Sono realista. Perché portarvi a letto è la cosa più semplice, tutto il resto richiede uno sforzo enorme che non vale la pena. Lo dico perché cercare di farvi contente, di tenervi al centro dell'attenzione è solo fatica sprecata. Regalare mazzi di fiori; farli recapitare sul posto di lavoro; far credere che il ristorante per l'anniversario è stato scelto all'ultimo momento ma avere là già un mazzo di rose che il cameriere porterà a sorpresa; farvi pensare che il solo regalo per un compleanno è giusto un bigliettino di auguri, ma averci attaccato dietro orecchini di perle; imparare a cucinare piatti particolari per fare pace e cercare una cantina aperta alle otto di sera per comprare il vino giusto; essere svegliati tutte le notti da telefonate perché avete avete incubi orrendi e non riuscite a calmarvi senza che vi si parli; leggere ad alta voce o massaggiarvi il collo per farvi addormentare tranquille; svegliarsi non appena iniziate a agitarvi, per abbracciarvi e sussurrarvi nell'orecchio. Son tutte cose che lasciano il tempo che trovano. Non sono mai abbastanza per fare pari con gli errori. Quelli ce li marchiate a fuoco nella carne.
Quindi perché affannarsi tanto?

Well, it's been not easy to convince you to have a drink together. Come on, what's wrong in knowing each other better? I say let's start from the basic. First, what's your name? Mmmh, beautiful name. What? Why did I ask you to come with me at the pub? In your opinion what do I want? Obviously I want what every man wants: to have sex with you. No, listen. If a man tells you differently, he's a flaming liar. Trust me, what men want is having sex with women. All the rest... love, protection instinct, confrontation and exchange of ideas, the family... it's just a frame which we would make glady without.
No, I'm not cinic. I'm realistic. Because lay you on a bed is the simplest part, it's the rest which needs a great effort. And it isn't worth. I say it because trying to make you happy, to keep you at the centre of attention is just a waist of energy. To give bunch of flowers; to have them delivered at the work place; having you believe that the restaurant was picked at the last moment but had brought a bunch of roses there previously, which the waiter will bring at the table like a surprise; having you think that for a birthday the only gift is a card, but had stuck pearl ear rings on its back; learning to cook special meals to make up and looking for a wine shop open till late to buy the right wine; being awaken every night by the phone, because you had horrible nightmares and you can't calm yourself if someone doesn't speak to you; reading aloud or massaging your neck to let you relax and sleep; awakening suddenly as soon as you start to stirr and hug you and whisper in your ear. All those things are more effort than is worth. They are never enough to make up with the mistakes. These you women score deep in our flesh.
Then, why to worry about?