Siamo spinti da pulsioni dimenticate, istinti sepolti profondamente nella nostra carne, impressi nella memoria del citoplasma cellulare. Dominati dal primievo, là dove siamo convinti che la ragione abbia una presa sicura sulle essudazioni della nostra carne. Inconsciamente perdiamo parti del nostro "essere", buchi che si formano nella nostra vita, cavità nella nostra storia che non siamo più capaci di colmare. Eventi della vita dei nostri figli che perdiamo, momenti che ci sfuggono, legami recisi, cari che vengono a mancare. Vuoti che si creano, buchi che noi stessi scaviamo, ferite che ci vengono inflitte. Come nel suolo, il corpo della Terra, i vuoti vengono usati da acqua e gas per muoversi e migrare, e dai vermi insieme ad essi, così gli umori del nostro io ancestrale essudano sulla superficie dell' io moderno. E con gli umori risalgono i nematodi delle pulsioni animali, delle paure archetipiche e dei desideri più feroci, vermi che infestano il cadavere dell' uomo evoluto, lo scavano all'interno e privano di un nucleo intorno a cui aggregare sé stesso. La vita che porta la morte, che nasce dalla morte, che vi passa attraverso, iniziando a divorare l'ospite ancora vivo, dando poi moto al corpo ormai insensibile, per infine emergere in un'esplosione purulenta, in una forma volutamente dimenticata che non può accettare di rimanerlo.
We are driven by forgotten impulses, instincts deeply buried in our own flesh, imprinted into the cellular cytoplasm. Ruled by the primordial, where instead we are sure that the intellect has a solid grasp on the exudations of our own flesh. Unconsciously we lose parts of our being, holes which appear into our life, cavities into our history which we are no more able to fill up again. Events in our children's life which we miss, moments we don't snatch at, severed bonds, loved ones who pass away. Voids which are created, holes dug by ourselves, wounds which we receive. Like in the soil, body of the Earth, the empty spaces are used by the
We are driven by forgotten impulses, instincts deeply buried in our own flesh, imprinted into the cellular cytoplasm. Ruled by the primordial, where instead we are sure that the intellect has a solid grasp on the exudations of our own flesh. Unconsciously we lose parts of our being, holes which appear into our life, cavities into our history which we are no more able to fill up again. Events in our children's life which we miss, moments we don't snatch at, severed bonds, loved ones who pass away. Voids which are created, holes dug by ourselves, wounds which we receive. Like in the soil, body of the Earth, the empty spaces are used by the
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