Thursday, 30 January 2014

This is scaring...


Tuesday, 28 January 2014

Working at the Olympic Park in London

   This post brings forward the topic of a more substantial other post regarding the Queen Elizabeth Olympic Park that I'm preparing. But what I run into on Friday couldn't wait.
   The transformation of the Olympic Park in to the Queen Elizabeth Olympic Park, which mostly is of the same nature of the transformation of its name, involved the construction and develop of new areas and venues among other which were not changed at all. This happened for the new bicycle track around the Velodrome. The track is penned with a metal mesh 1 meter hight laid for last, running along some untouched areas.
   On Friday was asked me to transplant some shrubs of a pre-existing bed: the fencing in mesh was supposed to be laid aside the edge of the bed, but for no apparent reason the builders had gone through the bed itself. Just this is weird. The easier way to work is in an open space and not among shrubs. This would be in its own a good reason to avoid doing it. And when you are forced to do it, you are aware that you must make as less damage to the plants as possible. I didn't find the post-war scenario which builders accustomed me to, and to be honest I have to say that they did a really neat work, digging holes and pouring cement to place the enclosure's posts, without damaging the plants. Than, what they did after is even stranger. Or probably, they just run out of patience.
    First I found a plant with a branch bound to the mesh with metal wire, whose coils run all around the branch itself without having damaged it. Then I found this:


   I know, it's just a small thing. But when you run into such things daily in a place like the Olympic Park, well... then you start asking yourself many questions.

Saturday, 25 January 2014

Misanthropus erectus


La verità? La verità è che vi odio tutti.
Vi odio tutti quando state col naso sul vostro smart phone. Vi odio tutti quando pensate che l'amicizia sia quella che trovate su Facebook. Vi odio quando vi lamentate ma poi non muovete il culo per provare a fare qualcosa. Vi odio perché vi scusate con quel liso "tanto è inutile". Vi odio quando dite "è il mercato". Stronzate! E' che siete delle pecore come gli Eloi, e io vi odio perché vi siete lasciati convincere. Vi odio perché non vi importa di chi incrociate per strada. Vi odio perché siete meschini e gretti, siete dei filistei. Vi odio perché non date il meglio di voi stessi se non per interesse personale. Vi odio perché tanto non capireste l'amore, ed è meglio offrire odio piuttosto che indifferenza.

The truth? The truth is that I hate all of you.
I hate all of you when you're keeping your eyes down on your smartphones. I hate all of you when you think that friendship is that one on Facebook. I hate all of you when you complain but then you don't get off your ass. I hate all of you because you justify yourselves saying that "in any case, it's useless trying". I hate all of you when you say that "it's the job market". Bullshit! You're sheep like the Eloi, and I hate all of you because you became convinced of it. I hate all of you because you don't care who you cross on the road. I hate all of you because you are mean and petty, you are philistines. I hate all of you because you give your best just for personal profit. I hate all of you because you wouldn't understand love, and it's better to offer hatred than indifference.

Metropoli farneticante 2


Il Demone aveva fame. Nutrito per secoli con le anime e il sangue delle torme di popolazioni straniere, schiavi e servi fatti giungere da oltre il mare, non era mai sazio. Annidato nelle profondità della Metropoli, sistema vitale della Metropoli stessa, la sua fame era la fame della città. I suoi Signori, celati in ombrosi uffici o luminose dimore sui colli, percepivano la brama del demone e la temevano. Era cresciuto troppo durante i secoli trascorsi dalla fondazione della Metropoli, e continuava a crescere. Alcuni temevano che drenasse ogni fluido vitale della nazione, altri semplicemente ridevano delle loro paure, ormai totalmente asserviti ai desideri del Demone.
La Metropoli, coi suoi milioni di servi ignari d’ esserlo, viveva i suoi giorni senza pensare che il suo destino si annidava sotto di lei in forma di una creatura demente, pronto a condannarla, a perderla nella follia e nell’ ira. Ma i Signori vedevano chiaramente le tensioni crescenti, i punti dove il tessuto sociale andava logorandosi a causa della fame insaziabile del Demone. I commerci continuavano, opere d’ arte e della tecnica venivano create ogni giorno, i giovani di altre nazioni attraversavano il mare per studiare nelle sue scuole. Ma nuove nazioni e vecchie potenze nemiche alzavano il capo nelle nebbie di terre lontane, i mercanti tornavano carichi di frutti privi di sapore e di cibi che non saziavano, le opere degli artisti si ripetevano uguali e presto venivano dimenticate.
Ma il Demone doveva continuare ad essere nutrito. Era inevitabile. Nutrire il Demone significava continuare a far vivere la Metropoli, affamare il Demone per ridurlo all’ impotenza ne avrebbe comportato la morte. Attraverso l’entropia veniva data nuova vita ad una città che altrimenti sarebbe languita fino a spengersi. Le bandiere vennero chiamate, gli uomini vennero  adunati: i Signori pianificavano una nuova guerra. Ma la nazione era in declino, dell’antico impero restavano poche tracce, la presa sulle antiche colonie, sebbene letale, era incerta. L’inventiva e il genio languivano fra la popolazione locale e sempre più stranieri salivano nella scala sociale e questo minava il potere dei Signori.
La lotta ebbe inizio. Il popolo venne indotto a sacrificare la sua vita al Demone: spirito, carne e sangue. Il Demone doveva essere nutrito, innanzitutto, perché la sua forza era la forza della nazione, era la forza dei Signori. Era una guerra infida e non dichiarata, volta ad indebolire i vicini, a ristabilire il possesso sulle fonti di ricchezza oltremare e rubarne di nuove. Le debolezze interne furono addossate alle classi straniere più povere, a coloro che si ritenevano sacrificabili. Le ricchezze vennero indirizzate negli sforzi bellici, a sostenere le armate inviate in terra straniera, a rinforzare i meccanismi di potere. E mentre le condizioni del popolo peggioravano il Demone cresceva. La sua forza cresceva di pari passo con la sua fame. Nuove ricchezze fluivano a tratti per un temporaneo rigermogliare della nazione. Ma i beneficiari erano sempre meno, volta dopo volta, via via che la parte destinata al Demone diveniva sempre più grande. La vera lotta era supportare la crescita del Demone.
E nelle strade sopra la dimora del Demone la gente camminava ignara. Viveva la sua vita in modo sempre più ripetitivo, amava ogni giorno di meno, ascoltando gli inviti alla bramosia e all’ odio. Perdeva ogni giorno qualcosa di sé ma non se ne rendeva conto. La memoria del passato e delle tradizioni si fecero confuse. La curiosità e l’interesse per ciò che non era quotidianità si assopirono, in molti persero la capacità di provarle. Piaceri edonistici furono elevati a dogma per riempire il vuoto delle loro vite. Molti non erano più vivi, ma non lo comprendevano. L’odio e lo scontento fermentavano nei cuori che più non palpitavano, il gusto per i piaceri della vita era stato sacrificato alla necessità di sostenere lo sforzo bellico. Quando la rabbia esplodeva fra coloro che più erano miserabili, essa veniva spenta con metodi ben peggiori che lo spargimento di sangue: si uccideva lo spirito, lo si strappava dalle carni e vi si impiantava il disinteresse per tutto e tutti. La Metropoli andava affollandosi di estranei, di persone fredde, disinteressate al bene altrui. Alle masse era stato tolto tutto: la dignità, la gioia di vivere, la capacità di apprezzare le cose belle e di credere in qualcosa di superiore. In cambio era stata data loro la convinzione di essere degli eletti: il sacrificio per la nazione, il sacrificio al Demone, erano diventate la loro impronunciata religione.
Dopo aver ucciso gli Spiriti della terra i Signori si preparavano ad uccidere la terra stessa per strapparle le sue ricchezza e darle in pasto al Demone. Ed il Demone, giacendo nell’oscurità dei sotterranei della Metropoli, rideva, emettendo gorgoglii dementi.

Skyrider


Wednesday, 22 January 2014

Living on the edge



Living on the edge. There are so many ways to live on the edge.
Just have a look beyond the border, we just want to know what's farther it.
Don't be scared, what is it even if we fall?
Living on the edge. Just pick another way to do it.
Push harder, push closer the border. You want to know what is lying in to the darkness.
Living on the edge. Stretch yourself out till to reach your limits and over.
Listen. Listen to the snap...

Soon. Soon you'll know what is lying in to the darkness.

Tuesday, 21 January 2014

Great expectations

    Secondo una ricerca guardare film romantici crea nelle donne troppe aspettative riguardo la vita di coppia. La stessa cosa viene provocata agli uomini dal guardare film porno. Serviva una ricerca per affermare qualcosa di ovvio. Così ovvio, però, che spesso non ci pensiamo. 

    According to a study, watching romantic movies creates too high expectation in women about relationships. The same happens to men if they watch porn movies. A study wasn't necessary to state what is obvious. So obvious that often we don't think about it.

    Se in passato erano gli uomini a rompere un rapporto, oggigiorno la tendenza è invertita. E nella mia esperienza ho potuto osservare che generalmente la decisione da parte della donna di lasciare il suo uomo è conseguenza, o comunque è condita, di una buona dose di delusione dovuta all'incapacità del loro compagno di soddisfare le loro aspettative al riguardo. 

     If on the past were men the one to live the marriages, nowadays the tendency is the opposite. And in my experience I had observe that generally the woman decides to leave a marriage it has a lot do with a man's incapacity to match her expectations.

   Io sono anni che dico di non leggere le fiabe alle bambine! Perché poi crescono con questa idea del Principe Azzurro, alto, bello, forte ma gentile, affascinante e dolce. E nessuna si accorge che il bravo Principe Azzurro non era proprio un esempio di fedeltà. Se le è scopate tutte: Biancaneve, la Bella Addormentata e Cenerentola. E' questo l'uomo che volete le vostre figlie sognino?

   For years I've been saying don't read fables to yours daughters. Because then they grow up with the idea of the beautiful Prince, tall, strong but gentle, charming and dear. But nobody notices that the charming Prince wasn't a great model of devotion. He fucked all of them: Snow White, Sleeping Beauty and Cinderella. Is this the man you want yours daughters to dream about?

   Non che si possa dare tutta la colpa ad Azzurro, certo. Lui era lì che si fregava le mani quando seppe di Biancaneve. "Usti!", pensava. "Questa si fa sette nani tutti insieme! Che porcona deve essere." E già sognava le notti di sesso selvaggio come nell'ultimo film porno che aveva guardato a casa della Strega Cattiva (ma bona). Il poveretto non sapeva che Bianca era frigida. Colpa delle mele, pare ne mangiasse troppe. Niente di strano abbia provato, senza successo, con la Bella Addormentata. Del resto, una che sta lì e fa finta di dormire mentre tu la tocchi ovunque... una così ci sta di sicuro a fare cose strane. E invece niente. La posizione del missionario, quando andava di lusso. La maggior parte delle volte Azzurro andava in bianco.

   But the whole fault doesn't lay with the Prince. He rubbed his hands together when he found out about Snow White. "Wow!" he thought. "She's screwing seven dwarfs all together! She must be a slut." So he was just dreaming nights of wild sex, like in the last watched porn movie at home of the Wicked Witch (wicked but good). The poor guy didn't know that White was frigid. Apples' fault, it seems she ate too many of them. Unsurprisingly he tried, unsuccessfully, with the Sleeping Beauty. What would you expect from a girl who pretends sleeping while you touch her? The Prince was sure she was pretending, though. Such a girl would be for sure interested in kinky sex, he thought as well. Instead nothing.  No way. Missionary position if he was lucky. More often there not was no nooky for him at night.

   E così Azzurro decise di provare con Cenerentola. Dati i trascorsi familiari della ragazza si aspettava che le piacesse essere dominata. Troppo tardi scoprì che piuttosto la "dolce ragazza" aveva intenzione di rifarsi di tutte le umiliazioni e percosse ricevute. Su chiunque le capitasse sotto mano.  
   Un peccato che Azzurro non sia sopravvissuto al Club delle Tre Cornute: gliele hanno fatte pagare tutte. Pure quella scappatella con una cameriera che gli è costato il matrimonio con Cenerentola, gli ennesimi alimenti da pagare e il suo ultimo castello. 

   So the Prince tried with Cinderella. Considering her family history he expected she would have been accustomed to submission. No way. Too late he found out that the "sweet girl" meant to take revenge for all the humiliations and beatings suffered. And she meant to take it on everyone at hand.
     It was a shame that the Prince didn't survive the Club of the Three Cuckold Women. They made him pay dearly for everything, even that hanky panky with a maiden, which cost him his marriage with Cinderella, alimony and his last castle.

   Il poveretto morì di affanni, ridotto in miseria e a vivere in casa della Strega Cattiva. Fosse vissuto un po' più a lungo, magari avrebbe conosciuto Cappuccetto Rosso, una Lolita tutto pepe che dopo aver fatto impazzire di desiderio il Lupo ed averlo condotto ad una fine prematura, coinvolse il Cacciatore in un threesome con la Nonna. Lei sì, che sarebbe stata quella giusta per il Principe Azzurro, capace di soddisfare tutte le sue voglie. Ed invece è il Cacciatore che si spupazza Cappuccetto Rosso. Ma si sa, i popolani a letto sono meglio.

    After he had become a beggared guest at the Wicked Witch's home the poor devil died of stress. Would he had lived a bit longer he may have known Little Red Riding Cap, a hot Lolita who, after having driven the Big Bad Wolf crazy into fit of passion which led him to his untimely end, is now involved in a threesome with the Hunter and her Grandma. Oh yes, she would have been the right one for the Prince, the one who want to satisfy his itches. Instead the Hunter fondles Red Cap, now. But it's known, gutties are better in bed.

It's on my head 2

Normalmente le persone tendono a dimenticare le cose spiacevoli capitate loro nel passato. Esse vengono totalmente cancellate, rimosse. O per meglio dire, vengono spinte così a fondo nel pozzo della memoria, vengono mandate nel buio, dove gli occhi della nostra mente non possono vederle, e così non possono ricordarle. E questo nel tentativo di rendere la vita più piacevole.

Normally people have the tendency to forget unpleasant things happened to them in the past. They are totally canceled, completely removed. Or better said, they are pushed deeply into the memory pit, are sent into the gloom, where our mind's eyes can't see them. And so we can't remember them. All this in the attempt to make life more pleasant.

I luoghi solitari, il silenzio vengono spesso poi evitati, perché sono situazioni introspettive che potrebbero permettere alla mente di vedere, o magari intravedere qualcosa di ciò che non si vuole sia visto. Anche il solo percepire che laggiù, in quella zona buia dove non andiamo mai c'è qualcosa crea ansia.

Solitary places, the silence are often avoided, because they are introspective situations which could allow the mind to see, or maybe to glimpse what we don't want being seen. Even just to perceive that over there, in that dark zone where we never go, there is something generates angst.

Nel mio lavoro mi ritrovo spesso solo, in silenzio, portando avanti azioni che non richiedono l'uso della parte cognitiva del nostro cervello, e così questa è libera di vagare, di andare a rimestare nella palude dei miei ricordi. E' come se per me tutto funzionasse al contrario. Se voglio ricordare qualcosa di bello, un momento piacevole del mio passato, devo andare a scavare, faccio fatica a riportarlo alla memoria. I fatti accadutimi che sono spiacevoli, tristi, dolorosi, umilianti, deprimenti invece si presentano da soli. Sfilano in una lunga catena, mescolati in ordine sparso per gravità ed epoca; inarrestabili, ineludibili. E allo stesso modo, se la mia mente comincia a ragionare autonomamente su una qualsiasi questione, sono inevitabilmente quelle che o mi rendono triste o che mi fanno arrabbiare.

On my job I'm often alone, in silence, working on tasks that don't need the use of brain's cognitive part. So this part is free to wander, is free to drag up from the bog of my recollections. It's like if everything would work reverse to me. If I want to remember something beautiful, a pleasant event from my past, I have to dig it up, I struggle to remind it. Insteed, all the cases whic are unpleasant, sad, painful, humiliating, depressive show themselve in their own. They parade in a long chain, mixed in a jumble; unstoppable, inescapable. In the same way, if my mind thinks autonomously on a random issue, they are inevitably those ones which make me sad or which make me angry.

Talvolta mi viene da pensare ci sia qualcosa di rotto, dentro la mia testa, che avrei bisogno dell'aiuto di uno specialista. Mi dico, "Ma perché non vai da uno psichiatra?". Ma poi le voci mi dicono che non importa, che è tutto a posto.
Ehy bambina! Torna presto, mi servi tu. L'insanità mi chiama e solo tu puoi trattenermi.

Sometimes it comes to me that something is broken inside my head, that I would need the help of a specialist. I say to myself, "Why don't you go to a psychiatrist?". But then the voices tel me that it doesn't matter, that everything's ok.
Ehy baby! Come back to me, I need you. Insanity is calling me. And just you can hold me.

Thursday, 16 January 2014

The prize of sorrow

We tend to bliss. We crave for it. We struggle through out our lives crying for it. Have you ever had fear of it?

The happy days were sufficient to themselves. I lived them and they were past, forgotten. They left me nothing. But I was well on that time! I should remember them, holding those days like precious pearls. But nothing remains to me. Just few blurred recollections. They were sufficient to themselves.

It's like I spent a long time astray on a boat. The sorrow was a sharp, cruel companion. Always with me. After a long while I saw the shore, the wreckage I was on got me there. And suddenly I realized: I was scared to leave the boat. I was scared to be happy. I was scared to lose my sorrow.
Because in those sorrow I grew my art, because in those sorrow I grew myself. Would I lose myself if I forsake my grief? It's the source of my creativity, my immagination has its origin in it. What will it happen to me if I embrace the bliss?

Wednesday, 15 January 2014

Per chi cerca lavoro in UK 4


Riporto un' altra discussione da Italiani a Londra, per fornire qualche altro punto di vista a chi fosse interessato a Londra. Inutile dire che mi trovo in piena sintonia con l'ultimo commento. Il primo commento, quello scelto come Miglior Risposta dall'autore del post (perché mai non riesco a capirlo) e che compare giusto alla fine del post, va inserito cronologicamente fra l'ottavo ed il nono commento, entrambi di TheCrow. Tenete sempre a mente il contesto, ovvero ciò che è scritto nel titolo del post, cioè...

Postata da the_sun
02/12/2013 08:29:00
Vorrei lavorare a Londra, ma ho già un lavoro in Italia...
Buongiorno a tutti, complimenti per il sito.
Vorrei chiedervi un consiglio, sono molto combattuto...
Sono un ragazzo di 30 anni, attualmente lavoro presso una ditta italiana, un lavoro stabile, ma con uno stipendio base che non mi permette di fare progetti per il futuro.
E' un lavoro molto tranquillo, ma non faccio ciò che vorrei.
Prima di questo lavoro ero impegnato nel campo IT (no programmazione) come sistemista di rete/sistema e vorrei continuare a farlo fuori dall'Italia.
La mia ragazza è laureata in lettere ma al momento è disoccupata.
Qui ho in miei agganci, i miei contatti, che mi permettono di vivere una vita "normale". Ma vogliamo andar via lo stesso perchè siamo sicuri che fuori si possa vivere meglio.
Il nostro livello di inglese è medio e abbastanza fluente, andrebbe solo perfezionato (credo che un mese intento basti...)
Sono combattuto, perchè dovrei lasciare il mio lavoro stabile (di questi tempi...) per cominciare tutto daccapo.
Ma d'altro canto, vorrei evitare di rimanere qui in Italia, con uno stipendio base e senza prospettive di lavoro per la mia donna (l'unico lavoro disponibile è come commessa a 300€ al mese), per non parlare di eventuali default di governo e future "non pensioni".
Viviamo ormai in un paese totalmente privo di cultura e meritocrazia....

Attendo vs. consiglio




Miglior risposta
Scelta dall'autore della domanda
The Crow, sai leggere? Non ho detto che tanto qui un lavoro lo trova perché è meglio dell'Italia, ho più volte ribadito che devi avere una preparazione alta in fatto di lingua parlata e di competenze nel tuo settore per trovare un buon lavoro a Londra di questi tempi. Il fatto che qui sia meglio dell'Italia da un punto di vista lavorativo non credo, purtroppo, che sia questionabile, ma non perché l'Inghilterra sia un Paese fantastico, piuttosto perché la situazione in Italia è davvero tragica. Inoltre, personalmente credo che sia più importante la possibilità di immaginarsi un futuro piuttosto che tenersi un lavoro senza però potersi costruire una vita attorno a quel lavoro. Facile per voi parlare e scoraggiare le persone, voi che tanto siete già qua con un lavoro, presumibilmente buono, e non vivete la frustrazione di non poter realizzare i vostri progetti perché vivete in un Paese fermo che non vi dà nulla!
by silviafab il 11/12/2013 alle 01:02

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Premesso che la meritocrazia qui non esiste, esiste solo il "bisogno" di alcune imprese che le portano a pagare piu' che in Italia, e premesso anche che questo bisogno sta diminuendo a vista d'occhio grazie all'importazione massiccia di migranti, tieni ben presente che tutto cio' da cui vuoi scappare lo ritroverai anche qui. Non mi dilungo ora, ma se lo desideri posso fornirti tutti i dati che vuoi riguardo corruzione, malasanita', sfascio sociale e familiare. Quindi sui piatti della bilancia devi mettere da un lato una vita "normale" e dall'altro una paga forse piu' alta ma con una vita che avra' sicuramente (a parita' di spesa) una qualita' decisamente piu' bassa. La pensione che uno puo' sperare qua e' di 120 sterline a settimana. O guadagni abbastanza da farti un'ottima pensione integrativa, o da pensionato andrai a vivere sotto un ponte. Perche' come straniero scordati di avere accesso a qualsiasi benefit. Qualcuno ci vorrebbe pure togliere la sanita', nonostante sia provato che i migranti EU pagano piu' tasse di quanto prendono in benefit (il 36% in piu'), mentre i British prendono in benefit piu' di quanto pagano in tasse (11 o 16%, nn ricordo bene).
Detto tutto questo, il mio consiglio e' di non lasciare un lavoro sicuro per venire alla ventura. Se proprio pensi che qua potrai trovare di meglio, prova a cercare lavoro in remoto. Non so se sia possibile per la tua specializzazione come lo e' per i programmatori, ma se non lo fosse comincia a cercare contatti, tasta il terreno e poi sfrutta delle ferie, ma non fare salti nel buio. Credimi, non e' il momento adatto.
by Bisanzio72 il 02/12/2013 alle 20:12 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo
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ciao. innanzitutto non so cosa ti faccia pensare che qui con una laurea in lettere si possa aspirare a qualcosa di piu'. Servono conoscenze o skills specifiche senno' anche qui si finisce a fare i commessi a paga minima o si lavora nella ristorazione. Entrambe ormai piuttosto difficili da trovare vista la concorrenza e pagati in modo molto misero.
Per quanto riguarda te invece..se dai un'occhiata ai siti di ricerca lavoro tipo monster ti accorgerai che di sistemisti ne cercano ancora, ma negli ultimi anni per via della crisi e dell'immigrazione le paghe si sono abbassate e le skills richieste aumentate notevolmente. Inoltre spesso cercano personale che parli inglese piu' almeno altre due lingue straniere fluenti.
Se sei bravo con Linux, Sql/databases o reti e sei certificato (ormai richiedono certificazioni dappertutto) qualcosa dovresti trovarla.
Per quanto riguarda i lavori nel supporto tecnico ce ne sono sempre meno per via dell'incessante trasferimento di questi in paesi come le filippine, india o polonia.
Spero ti sia di orientamento.

by fabjodo il 02/12/2013 alle 21:29 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo



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Buongiorno a tutti e grazie per le risposte.
Preciso che non abbiamo intenzione di trasferirci subito, nei prossimi mesi verremo a Londra per renderci conto della situazione e per vedere se ne vale la pena.
Per quanto riguarda la qualità della vita, non penso possa andare peggio dell'Italia. Qui è ogni giorno sempre peggio....
Grazie per il consiglio, vi aggiorno sulle decisioni.
by the_sun il 03/12/2013 alle 07:08 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo



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Fatti vivo quando sei qui e ti faccio toccare con mano cio' che intendo per "scarsa qualita' della vita": un giro turistico nei retroscena londinesi te lo faccio fare volentieri, con una birretta alla fine. Auguri. Prima o poi l'euro crolla e l'economia riparte anche in Italia. Bisogna solo riuscire a sopravvivere fino a quel momento.
by Bisanzio72 il 03/12/2013 alle 17:13 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo



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Scusate il ritardo, sono stato un po' fuori...
Grazie per i consigli, non appena saremo lì, vi faremo sapere
by the_sun il 06/12/2013 alle 08:06 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo



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Ciao,

in genere non partecipo a queste discussioni ma questa volta vorrei intervenire perché sono un po' stanca di vedere gente che scoraggia altre persone pensando di avere in tasca la conoscenza di una città come Londra e di una società complessa come è diventata quella inglese.
Concordo pienamente sul fatto che se volete venire qua dovete essere "preparati": sapere l'inglese a livello alto, saper fare molto ma molto bene il vostro lavoro, avere le idee chiare su quello che volete fare nella vita (con una laurea in lettere e basta anche qua non si combina nulla), avere le palle per affrontare situazioni depressive e non farsi scoraggiare subito. Londra non è, di questi tempi, una città per tutti, bisogna essere portati per riuscire a starci bene.
Detto questo, se credi di essere "preparato", io ti consiglio di venire, anche senza un lavoro, non è vero che non esiste meritocrazia, è vero che anche qua, come in tutto il mondo i contatti contano, i contatti non le raccomandazioni, è un po' diverso e credimi che in fatto di meritocrazia e corruzione qui le cose vanno di gran lunga meglio che in Italia. Inoltre è vero che gli Inglesi si sanno vendere bene, sanno stare sul mercato perché sanno fare un gran bel networking, tutte cose che noi Italiani non sappiamo fare, però è anche vero che in tanti settori non sono poi così preparati.
Le pensioni statali è vero, sono basse, ma è appena passata una legge per cui tutti i datori di lavoro devono garantire uno schema pensionistico privato ai propri dipendenti (in aggiunta alla pensione statale).
Non è vero che gli stranieri non possono prendere i benefits, in quanto cittadino UE ne hai diritto ugualmente come gli Inglesi (se poi questi decidono di uscire dall'UE, questo è un altro discorso). Finché staranno nell'UE, hai tutti i diritti economici e sociali pari ai cittadini di nazionalità inglese.
Qualità della vita: dipende che tipo di vita vuoi condurre, io non sono una persona da grandi pretese, con uno stipendio di circa 29,000 sterline l'anno (lordi) - che pare sia basso per gli standard inglesi - mi posso permettere di vivere in una zona non figa ma decente e in zona 2, condividendo con solo un'altra persona in una bella casa, esco tutti i fine settimana (anche se è vero che non sono una da discoteca tutte le sere e non bevo troppo), faccio 1 o 2 viaggi fuori dall'Europa all'anno più i ritorni in Italia per le vacanze, mi tolgo le mie soddisfazioni in fatto di shopping e riesco pure a risparmiare.
Detto questo, io sono arrivata con un livello di inglese C2 e lo parlavo già molto bene ma soprattutto sono arrivata con una idea chiarissima di quello che volevo fare e già dell'esperienza nel mio settore (cooperazione allo sviluppo). Quindi, se credi di essere preparato nel tuo lavoro e di avere un alto livello di inglese io ti consiglio di venire, perché qui si sta meglio che in Italia. Se non sei preparato e un po' confuso, lascia stare perché finiresti a fare il cameriere e lì sì che le paghe sono una miseria.
Ciao
Silvia
by silviafab il 07/12/2013 alle 15:10 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo



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Silvia, non dico che tu abbia detto cose sbagliate, ma dovresti riferirle al periodo in cui sei arrivata. Il 2011/12 ha visto dei cambiamenti notevoli, per alcuni settori, dove proprio l'obbligo di fornire una pensione integrativa (insieme ad altri fattori del mercato) ha portato molte ditte a licenziare personale per poi riassumerle tramite agenzie. In genere non nel settore dei servizi, ma riducendo i salari di molte persone si finisce inevitabilmente per influenzare tutta l'economia. Esattamente come e' successo in Italia. Qualcuno si aspetta che con l'arrivo dei rumeni, che escono di scuola con alcune certificazioni IT, le junior positions nel settore andranno a sparire, e quelle superiori saranno ovviamente pagate meno. Vedremo l'anno prossimo che succede.
In quanto allo stare meglio qui che in Italia, dipende dalla persona, da dove viene, da cosa lascia in Italia e cosa viene a cercare qui. A meno che tu non parli meramente della questione lavoro, nel qual caso e' tutt'ora migliore qui. Importante e', a mio avviso, sfatare il mito del migrante chearriva e non sa parlare inglese e in pochi anni scala le posizioni lavorative fino a diventare manager. Vero fino a qualche anno fa, e' qualcosa di ormai impensabile per la maggioranza delle persone.

In quanto alla meritocrazia, per stabilire se esista o meno, non credo si debba guardare se qui ottieni piu' che in Italia, bensi' chiedersi dove arriveresti se il tuo cognome fosse inglese. Che una nazione dove esite la classe nobiliare, e quindi il diritto di nascita, possieda un reale concetto di meritocrazia io lo dubito fortemente.
by Bisanzio72 il 07/12/2013 alle 17:24 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo



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Certo Silvia, che ti prendi un abella responsabilita' a consigliare a qualcuno che ha un lavoro in Italia di lasciare tutto e venire qua anche se non ha un nuovo lavoro, che' tanto lo trova perche' qui e' meglio dell'Italia. Mah...
by TheCrow il 09/12/2013 alle 20:16 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo



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"[...]se credi di essere "preparato", io ti consiglio di venire, anche senza un lavoro, non è vero che non esiste meritocrazia,[...]" eccetera eccetera. Che vorrebbe dire questo? Al di la' della spocchia da sedicente intellettuale, a parte l'imprecisione sui benefits (mi sa che non ti tieni molto aggiornata su cio' che capita qua ma ti limiti alla "teoria"), ripeto che con cio' che hai detto ti stai prendendo una grossa responsabilita'. Perche' con tutte le differenze che ci sono fra il sistema economico britannico e quello italiano, qui stanno succedendo pari pari le stesse cose che sono successe in Italia. Chi puo' delocalizza e chi non puo' sta sfruttando la migrazione di massa per abbassare i salari. Tra l'altro il consiglio che era stato dato a the_sun era di cercare un lavoro dall'Italia prima di partire, dato che nel suo settore e' possibile. Tutta la discussione e' nata dal fatto che tu non hai saputo leggere quello che Bisanzio72 ha scritto.
by TheCrow il 11/12/2013 alle 18:47 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo



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Caro The Crow, io sui benefits ci sono stata, so perfettamente di cosa parlo! Che poi stiano facendo dei tagli lo sappiamo tutti ma la nazionalità non c'entra nulla!
Quanto alla spocchia da sedicente intellettuale, non so perché ma ogni volta che la gente tira fuori questa carta puzza tanto del non sapere come argomentare la propria posizione, più facile accusare gli altri di essere spocchiosi sedicenti intellettuali...del resto tu non fai altro che confermare che questo sito è pieno di non-intellettuali (ora sì che ti do la ragione di definirmi una spocchiosa sedicente intellettuale, vedi, ti ho anche fatto un favore!)
by silviafab il 11/12/2013 alle 19:30 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo



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Nella mia esperienza con gli italiani qui a Londra, sono proprio quelli che hanno un buon lavoro ad incoraggiare gli altri a venire qui, senza chiedersi se l'altra persona potra' trovarsi bene o male: nella maggior parte dei casi mi sembrano persone che ripetono all'infinito che qui tutto e' meglio solo per convincere se stesse. E di solito sono proprio le persone con meno argomentazioni che cominciano ad essere offensive per prime, proprio come hai fatto tu, Silvia, con quel "sai leggere?" Ti avrei potuto dire la stessa cosa alla tua prima risposta.
by Bisanzio72 il 11/12/2013 alle 19:59 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo



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Visto che tu "sei stata sui benefits" (poverini, spero tu non li abbia schiacciati!) saprai che nell'anno fiscale 2012/13 le claims fatte da cittadini stranieri hanno ottenuto una risposta negativa nel 50% di casi in piu' rispetto a quelle fatte da cittadini britannici e irlandesi sebbene in possesso degli stessi requisiti. E poi avrai seguito tutta la polemica di come i migranti EU siano accusati di turismo sessuale... ah no, quello e' in Thailandia... volevo dire che ci accusano di health tourism. Becera propaganda pre-elettorale, ma pare funzioni nonostante le smentite.
by TheCrow il 11/12/2013 alle 20:08 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo



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Ciao the_sun,
non so se può esserti utile, comunque io la decisione l'ho presa recentemente, infatti mi trasferirò a Londra il 1 febbraio.
Come qualcuno ha ricordato, ogni persona ha una situazione personale differente, differenti possibilità economiche per sostenere le prime spese, differenti aspettative ed aspirazioni ecc. ecc. , e quindi dare consigli è difficile.
Ad esempio io ho lasciato volontariamente l'azienda per cui lavoravo (anch'io lavoro nel settore IT) in quanto stava navigando in cattive acque ed ho scelto di portare a casa qualche soldo (almeno spero) e buttarmi in questa avventura a 43 anni suonati.
Non so se avrei fatto la stessa scelta se mi fossi trovato con un posto di lavoro stabile e sicuro, è sempre un salto nel buio.
Ho tastato il terreno diverse volte, con soggiorni più o meno lunghi a Londra, e mi sono fatto l'idea che di possibilità ce ne sono ancora per persone determinate, con una professionalità solida ed una buona conoscenza della lingua, anche se la concorrenza è forte in tutti i settori.
Tutto dipende da quanto sei pronto a metterti in gioco, quanto sei stufo dell'andazzo italiano, quanto sei curioso di provare un nuovo stile di vita.
Ti saprò dire tra qualche mese se ho fatto la scelta giusta.

Luca


by lucadezena il 16/12/2013 alle 18:54 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo



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Grazie davvero a tutti per le risposte.
Ho messo un +1 alla risposta di Silvia, perchè ha colpito nel segno con una sola frase:
"...non vivete la frustrazione di non poter realizzare i vostri progetti perché vivete in un Paese fermo che non vi dà nulla!"
E' proprio questo il problema di fondo, qui è tutto fermo e non è possibile fare nessun progetto. Non esistono più ambizioni e non si ha più fiducia in uno stato immobile, con politici che cercando solo di prosciugare le ultime gocce rimaste.
Ho un posto fisso, ma anche quello sta diventando un'utopia, visto che le aziende falliscono ogni giorno di punto in bianco.
La mia voglia di cambiare non per un cambiamento attuale, ma in prospettiva per il futuro...
by the_sun il 19/12/2013 alle 07:57 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo



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Allora pensaci bene, perche' qui sta per diventare come in Italia. Il governo vuole gli investimenti cinesi e mussulmani: i primi in cambio chiedono licenziamenti facili, i secondi di controllare posizioni chiave. E vengono accontentati. Eccettuati alcuni lavori altamente specializzati, le paghe si abbassano; le aziende delocalizzano; le ditte che hanno costruito lo Shard non sono state pagate e hanno fallito; il Parco Olimpico e' un'immensa corruzione, con una "scultura" il cui costo e' lievitato da 19 a 109 milioni e lo stadio costato piu' dello Shard. Qui in UK una grande percentuale della popolazione vive da anni nelle condizioni da cui gli italiani stanno fuggendo. Per forza di cose UK e' dentro la crisi dell'euro e non migliorera' se nn si risolve il problema euro. Se volete venire qui per costruirvi un futuro, venite, ma se non riesci a trovare un lavoro che ti offra 30K sterline l'anno come entry level scordati di fare una vita di coppia decente. Le vie di mezzo paiono non esistere. Poi questa e' la mia opinione personale e altri saranno ovviamente in disaccordo. Ma che mettano sul piatto le loro esperienze in modo onesto e poi vediamo. Io qui, come giardiniere dipendente, guadagno quanto guadagnavo in Italia da titolare, con molto meno stress e lavorando meno ore. Molte meno ore. Ma la qualita' della mia vita e' precipitata. Ripeto: se ottieni un lavoro da 30K in su per cominciare, facci un pensiero, altrimenti io te lo sconsiglio.
by Bisanzio72 il 19/12/2013 alle 19:37 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo



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Ciao! Leggevo tutti questi commenti e volevo dire la mia. Sono a Londra da 4 anni e mezzo e da sempre ho lavorato come Nanny...lavoro che mi ha permesso di vivere bene e togliermi sfizi vari.questo e' ancora un settore ben pagato ma le cose qui stanno precipitando..vedo stipendi abbassarsi incredibilmente e una competizione incredibile anche per lavori semplici e mal pagati. ormai tutti assumono al minimo sindacale e questo nn permette di vivere bene a Londra,citta' sempre piu' cara con affitti alle stelle x case schifose, bollette che aumentano vertiginosamente come l'abbonamento ai mezzi....non voglio dire niente di piu' rispetto a quello che e' stato gia'' detto...solo pensare bene alla qualita' della vita.si' trovi lavoro ma con quello che guadagni adesso ( appena arrivati e senza esperienza guadagnerai circa 15000 lorde annue) e' dura, licenziano super facilmente,si lavorano tante ore piu' metti in conto il tempo che ci metterai per arrivare a lavoro, qui e' calcolato in media un ora x andare e un'ora x tornare e ti assicuro che e' così, a meno che nn hai la fortuna di vivere vicino al lavoro ma e' difficile. In piu' calcola che in questo tempo che impieghi x andare a lavoro ti sposterai con i mezzi allora sarai esposto a vento,freddo,neve,gelo,gente che corre e spinge,calca sui mezzi,puzze di ogni tipo,interi viaggi in piedi se nn trovi posti a sedere,magari se sei fortunato con un solo mezzo ci arrivi diretto altrimenti e' un correre x non perdere le coincidenze,uno stress assurdo! In piu' il tempo e' brutto,quest'anno siamo stati fortunati ma di solito il sole non esiste, trascorri mesi interi senza vedere il sole,non c'e' il mare e il parco non e' assolutamente la stessa cosa. Il cibo buono costa un sacco, passerai molto tempo da solo,moltissimo tempo,farai amici ma qui e' tutto un via vai e perderai molte persone x strada...e non saranno mai i tuoi amici d'infanzia, quelli con cui sei cresciuto e che ti mancheranno da morire come ti manchera' la tua famiglia e le tue abitudini. Onestamente, vivere qui e' dura e sia io che il mio ragazzo abbiamo due buoni stipendi ma se pensiamo a una famiglia qui ci vengono i brividi,anche parlando con persone che sono qui da una vita e guadagnano piu' di noi ci rendiamo conto che nessuno vuole fare figli qui...significherebbe affittare una casa piu' grande e gia' paghiamo 1020 pound al mese per 32 mq bollette escluse! E non e' tanto! In piu' io dovrei smettere di lavorare e con uno stipendio in meno sarebbe impensabile,neanche col benefit che prenderei ci rientrerei. Per non parlare delle scuole e i loro costi! Altissimi! Londra ormai e ' diventata una città per ricchi e lo diventerà sempre più . Personalmente noi stiamo per tornare in Italia , so che sarà dura ma qui la nostra vita ormai e' ridotta a casa e lavoro e qualche cena fuori con amici il week end, non si ha neanche il tempo di un caffè con un amico durante la settimana perché dalle 6:30 che mi sveglio rientro a casa alle 19:00 e sono cotta,mangio e vado a dormire. Idem il mio ragazzo, idem la maggior parte dei nostri amici. Sai all' inizio si e' pieni d'energia e curiosità ma poi, dopo che hai girato un po', il peso della citta' ti arriva addosso e anche qui tutto diventa statico.
Riguardo quello che dice Silvia e' vero che con il suo stipendio puoi fare le cose che fa lei ma considera che 29000£ non te li daranno mai appena arrivato....il mio ragazzo lavora nel campo informatico,super curriculum con 11 anni di esperienza in Francia e tre lingue parlate perfettamente ha dovuto lavorare da caffè nero x sei mesi sottopagato e sfruttato quando ha deciso di raggiungermi a Londra . E ha trovato lavoro nel suo settore solo perche' un nostro amico cambiava lavoro e per accelerare i tempi ha proposto il suo cv ai boss per farsi sostituire. Purtroppo e' così . In piu' il settore informatico e' in forte crisi, dal mio ragazzo fanno trovare lettere sulla scrivania la mattina e sei licenziato in tronco....e questo spesso succede per poi riassumere a condizioni svantaggiose, se sei fortunato che ti riassumono,tipo se licenziano un impiegato che guadagnava 28000£ annui lo riassumono, forse, a 18000£... Ha fatto un mare di colloqui per posizioni migliori ma c'e' troppa concorrenza,manager a spasso che applicano per posizioni inferiori pur di lavorare, ormai chi seleziona giudica anche come respiri.
Tutte queste chiacchiere per farti un quadro di una futura probabile quotidianità che può diventare un macigno!
Concludo dicendo e affermando che la maggior parte degli inglesi e' razzista,non lo ammetteranno mai per non perdere la faccia ma lo sono eccome! Se sei inglese sei avvantaggiato soprattutto se cerchi lavori in settori pubblici e ben pagati, loro hanno un loro codice segreto per assumere, prima gli inglesi di Londra,poi gli inglesi della regione di Londra,poi altri inglesi,poi europei,poi resto del mondo....detto da chi ci lavora su queste cose! Devono far eccezione con gli indiani e con tutti gli stranieri del Commonwealth o delle ex colonie che proprio in quanto tali e parlando benissimo inglese hanno diritto a buoni posti di lavoro....eccoli infatti nelle banche ecc ecc....infine sempre meno benefit e pensioni, a noi italiani finiranno col non darci piu' niente!
Questa e' la mia realtà, non deve essere un assoluto ma un racconto da considerare, perché quando si fa un passo così importante bisogna pensarci bene e considerare TUTTO!
Posso consigliarti Dublino o Amsterdam se lavori nel campo informatico.
Per il resto, in bocca al lupo di cuore qualsiasi sia la tua scelta!
by FrancyCit il 14/01/2014 alle 10:53 -

Monday, 13 January 2014

La mia Londra

     Penso che qualcuno, soltanto leggendo il titolo, abbia già capito che me ne è successa un'altra. A questo punto è ufficiale, sono un catalizzatore di sfiga, un attrattore di rogna. Statemi lontani che è meglio.
    Giovedì un corriere, TNT, passa da casa mia per consegnare un pacco. Nessuno è in casa quindi lasciano la cartolina per avvisare che sono passati ma non mi hanno trovato. Io ho scoperto la cartolina solo sabato mattina perché, molto gentilmente, l'inquilina del piano di sopra, una ragazza madre mussulmana che organizza i burka party per le amiche e non apre al delivery-man del take-away a cui ha ordinato il cibo (spesso  non apre neanche alle amiche), l'aveva ficcata fra i cumuli di posta che arrivano per i precedenti inquilini (in genere da agenzie di recupero crediti, bailif ed avvocati). La cartolina in questione non riportava segnato alcun nome e solo un 26 scritto a margine faceva pensare che fosse per questo indirizzo. E poi, 26A o 26B? Beh, la ragazza madre mussulmana l' aveva lasciata lì, probabile non aspettasse nessun pacco, quindi si supponeva fosse per noi. Dato che in queste settimane sono solo a casa non avevo neanche modo di chiedere alla mia compagna se lei aspettasse qualcosa. Io ho ordinato un bel po' di oggetti su Amazon, ma mi sembrava fosse arrivato tutto (ultimo una graphic novel -fa più chic che libro a fumetti- sulla vita di Leonardo da Vinci che è arrivato da New York). Telefono alla TNT, quindi. Mi mettono in linea col primo centralinista, spiego la situazione -ho trovato la cartolina ma non c'è nessun nome come faccio a sapere per chi è?-, fornisco il numero di delivery e cade la linea. Capita. Chiamo di nuovo, rispiego tutto questa volta ad una centralinista, fornisco il numero della delivery. Qual è il tuo nome? Glielo dico. Sì è per te. Viene dall'Italia, dalla ditta Tal dei Tali. Ah, okay. Strano, non aspettavo niente... Te lo rispediamo? Potete passare dopo le 4 del pomeriggio? No. E certo, figuriamoci se qui riescono ad organizzarsi per fare una consegna in una precisa fascia oraria. Cioè, una fascia oraria te la danno: fra le 8am e le 8pm. Lasciamo perdere, vengo a prenderlo io il pacco. Quando? Lunedì sera. Bene, segno tutto. Ricordati di portare un ID con fotografia e una proof of address. Ah, mi sovviene prima di chiudere la chiamata, quanto è grande il pacco? Mah, è circa un chilo. Ah, bene. Riesco a portarlo a casa con la bici. Del resto ho portato questa. Risata della centralinista e chiudo la telefonata interrogandomi su chi possa inviarmi un pacco. Di sicuro non è un orecchio della mia ex- moglie o di mio figlio, perché è chiaro a tutti che anche volendo non avrei modo di pagare un riscatto. Quindi? Boh...
    Solo a quel punto mi viene da pensare che la centralinista non mi ha chiesto lo spelling del mio nome. Chi conosce me e la mia compagna sa che abbiamo praticamente lo stesso nome, cambia solo la lettera finale. Chi non ci conosce può provare ad indovinare quale nome sia. Questi impiastri (i native English speakers) non riescono neanche a pronunciare i nostri nomi correttamente, figuriamoci se riescono a notare la differenza della lettera finale. Vabbe', a richiamare mi tocca parlare con un altro operatore, dico a me stesso, e finisce che faccio casino. Che fanno casino. Lunedì sera lo scoprirò.
    Controllo appropriatamente il percorso: sono più di quattro miglia attraverso East London, perdersi è un attimo. Oltre al passaporto, alla patente e all'estratto conto della banca, metto nello zaino anche la tessera sanitaria della mia compagna e la council tax bill su cui compaiono entrambi i nomi. Giusto per provare ad avere il pacco ugualmente anche se fosse stato per lei. Quindi parto, col buio ed un temporale che avanzano.
    Girare in bici in quest'area, dominata da guidatori appartenenti a quelle razze che una volta veniva definite "inferiori" (non sono più così sicuro che fosse a torto, anche se continuo a ripetermi che a Londra deve venirne solo la feccia e quelli intelligenti vanno da qualche altra parte) non è né semplice né sicuro. Già le strade fanno invidia alla più schifosa e malandata delle strade italiane, con buche, avvallamenti perennemente allagati (ho trovato una pozzanghera di due metri pure su una strada in salita, una volta), fessure, crepe e rigonfiamenti spesso di origine sconosciuta. Poi la segnaletica è penosa e assurda: pensate che in un tratto del percorso ho trovato una pista ciclabile costituita da una serie di disegni di una bicicletta applicati, ben distanziati fra loro, sulla strada a fianco della fila delle auto parcheggiate. Non si sono neanche presi la briga di mettere la linea tratteggiata per definirne la larghezza. Ma fa chilometraggio e così Boris può dire che ha fatto le piste ciclabili. Mmmh, ricorda l'Italia...
    A quanto detto sopra aggiungete i comportamenti non da incivili ma da selvaggi della popolazione indigena di questa zona depressa di Londra. Auto parcheggiate sulla bus lane, furgoni fermi sulla pista ciclabile, una Jaguar che quasi mi investe su una rotatoria per la fretta di inserirvisi, un'altra auto che riparte ad uno stop troppo presto e quasi mi colpisce di lato e per giunta mi strombazza mentre io mando il guidatore allegramente a farsi fottere, due negretti che dovendo attraversare in una zona buia (già sono neri e in più si vestono di scuro) lo fanno dove non c'è un attraversamento pedonale (la media è di un attraversamento pedonale ogni 50 metri) e sostano sulla bus lane in attesa che passino le auto, per decidere di tornare indietro proprio mentre mi sto infilando fra loro e il marciapiede. Ovviamente non mi avevano visto arrivare, e la comparsa improvvisa di una bici nel loro campo visivo ne ha fatto schizzare uno verso il marciapiede e uno verso il centro della strada per poi tornare a riunirsi esattamente sulla mia traiettoria. Ma di queste cose ne avevo già raccontato qui e qui, per chi avesse voglia di andarsele a rileggere. 
     Comunque, ne sto scrivendo, quindi significa che sono riuscito a tornare a casa. Col pacco? No, senza pacco. Ma non per il motivo che pensate voi. Ma andiamo per ordine. Riesco a trovare il deposito della TNT senza troppe difficoltà e mi reco all'ingresso, una guardiola di discrete dimensioni che da sulla strada e davanti a cui si deve passare per arrivare alle sbarre. Sono venuto per ritirare un pacco, dico. Il nero dietro la finestra, che ha aperto solo di dieci centimetri, è impegnato in una conversazione telefonica, come gli auricolari conficcati nelle sue orecchie pelose mi fanno capire. Ovviamente interromperla non si può. Number! mi fa. E va bene, eccoti il numero. E gli passo la cartolina. Richiude la finestra e chiama il magazzino (suppongo) usando il telefono interno e senza rimuovere gli auricolari dalle orecchie pelose. Avrà portato avanti le due conversazioni contemporaneamente? Dopo un minuto riapre la finestra e mi dice: Il pacco è stato lasciato al numero 24. Come?! Ma ho telefonato sabato e fissato per venire a ritirarlo io... Stai al 26 di Dorset Road? Sì. Il tuo vicino ha firmato per te. Ma perché non sono stato avvisato? Si stringe nelle spalle e richiude la finestra. Non ti sputo perché se no ti profumo.
     Ed eccomi quindi sulla via del ritorno. Arrivo a casa senza incidenti, anche se ci sono andato vicino, e suono alla porta del mio vicino. Mi apre un ragazzetto segaligno a cui mi presento. Lui mi da il pacco e gli chiedo quando lo avessero portato. Stamani, mi dice. Ok, grazie. 
    Nella maggior parte delle ditte per cui ho lavorato i miei colleghi si lamentavano per la mancanza di comunicazione, così forte al punto da sconfinare nel ridicolo. A quanto pare è molto comune. Tra parentesi, nessuna nuova cartolina è stata lasciata a casa mia, per comunicarmi che il pacco era stato lasciato al mio vicino. Dedico alla TNT, quindi, questa scultura che sta per essere installata nel Parco Olimpico.


     Se non sapete cosa il V sign significa leggete qui.

     PS una nota positiva c'è stata: ha cominciato a piovere solo dopo che sono rientrato a casa.