Apertosi
la via oltre lePorte di Ferro
Sconfitti
i Guardiani delle Mura d'Ombra
Camminando
fin oltre il Pozzo del Sangue
Giunto
e' il Guerriero dei Sogni,il monaco-guerriero
A
fronteggiare il Trono Nero, su cui assiso e' il
Signore
del Dolore.
Rossa
di sangue la spada, nera di tenebre e'
la
vasta sala.
Unica
testimone la luna - riversa il suo sguardo
luminoso
ai piedi dei due contendenti.
>>Io
sono il Guerriero dei Sogni, monaco-guerriero
Io
sono un ideale, e tu sei gia' morto. Non serve ti trafugga.<<
La
lama torna a riposare nel suo fodero
Mai
piu' sara'sguainata - perche' un ideale e' piu' forte
di
qualunque armata.
E
il monaco-guerriero si siede, incrocia le gambe e riposa.
Non
si teme colui che gia' e' morto - il Signore del
Dolore
niente puo'
Perche'
un ideale non si puo' fermare.
Con
tre passi giunge a portata del suo bersaglio. Ma la lama rientra nel
fodero e i raggi di luna spengono i loro riflessi sul suo filo. L'
ombra sul trono non si rilassa, ne' si fa piu' tesa. Nella luce
lunare che si riversa dai lucernari, le due figure sono ombre nelle
tenebre, una assisa sul trono, l'altra in piedi di fronte alla prima.
Entrambe immobili. Le tenebre nascondono i confini della sala. Un
ultimo movimento nel buio, un rantolo di morte, poi torna il
silenzio.
Sporgendosi
verso il guerriero, l'ombra assisa sul trono raschia la tenebra con
la sua voce: -Infine il Guerriero dei Sogni e' giunto.- Una vena di
divertimento conferisce minaccia alla voce.
-Non
il Guerriero dei Sogni, ma il monaco-guerriero e' ora davanti a te,
-Guerriero
dei Sogni... monaco-guerriero... non cambia niente.- Un tono quasi
annoiato. -Posso ucciderti prima che tu riesca a fare una singola
mossa.
-Tu
non puoi uccidermi, perche' io sono gia' morto.
Un
breve silenzio, poi la voce raschia il buio nuovamente, venata di
rabbia questa volta. -Posso annichilire il tuo corpo, posso riempirlo
di cosi' tanto dolore che la tua mente esplodera' in migliaia di
frammenti. Cosi' tanti che non potrai mai ricomporla. Non hai nessuna
possibilita' di uccidermi!
-Io
non sono qui per ucciderti. Sono qui per sconfiggerti. E questo l'ho
gia' fatto, senza bisogno di ucciderti.
-E
come puoi rovesciarmi da questo trono?- chiede l'ombra divertita.
-Non
te ne rendi conto, ma il processo e' gia' cominciato. In molti mi
hanno visto entrare, in questo momento c'e' chi vede che io sono
arrivato fino a te. La sfida e' stata lanciata, e tu non sei stato in
grado di fermarla. Uccidi pure il mio corpo, ma non mi fermerai.
Perche' io non sono questo corpo, ma un ideale. Se uccidi il mio
corpo, altri raccoglieranno l'ideale. In molti sanno gia' che non sei
irraggiungibile, che non sei intoccabile, e la voce viaggera' veloce.
"Sei
gia' stato sconfitto, anche se non lo vuoi accettare.
Un
sospiro, quasi un grugnito. La figura sul trono torna ad appoggiarsi
indietro contro lo schienale.
-Uccidendoti-,
pondera poi nel buio, -farei di te un martire, e gli uomini
correrebbero a raccogliere la tua bandiera. Ma posso imprigionarti ed
esporti come un trofeo, e gli uomini compatirebbero la tua debolezza.
-Hanno
visto che sono arrivato sufficientemente vicino per infliggerti il
colpo finale e che ho deciso di non farlo. Catturami, e tutti
penseranno che ne sei stato capace solo perche' io l'ho permesso.
Imprigiona pure questo corpo, ma non potrai umiliarlo col dolore ne'
con la paura di sottrargli qualcosa, perche' essendo gia' morto non
c'e' niente che io tema di perdere. Rinchiudimi e non otterrai
alcunche', perche' non puoi impedire a un'idea di correre libera.
Il
silenzio cala una volta ancora e si protrae nelle tenebre. Le due
ombre, l'una seduta e l'altra in piedi, si fronteggiano immobili. Un
rivolo di sangue, lentamente, scorre dall'oscurita' nella pozza di
luce lunare. Unica prova di un confronto mortale da poco conclusosi.
-Entra
al mio servizio-, mormora l'ombra sul trono. -Avrai poteri superiori
a quelli di ogni altro uomo mai vissuto in questo Impero. Dovrai solo
indicare cio' che desideri e lo avrai: uomo, oggetto o animale.
Potrai avere qualsiasi cosa si trovi fra i Bordi del Cielo e i
Confini del Sottomondo. Ti daro' l'immortalita' e sarai adorato come
un Dio!
-Tu
non hai niente che possa interessare un morto.
-Tu
non puoi colpirmi! Non hai mai avuto la possibilita' di infierire
quell'ultimo colpo!
Con
un movimento lento e fluido, senza muovere le braccia ma solo
piegando le gambe, il monaco-guerriero si abbassa a sedere. Incrocia
le gambe e resta immobile davanti al trono. -Io ti ho gia' ucciso. Ho
ucciso la paura che dominava il cuore degli uomini e li obbligava ad
obbedirti. Adesso sono liberi, perche' sanno che ti si puo' sfidare.
E cio' che puo' essere sfidato puo' anche essere sconfitto. Non
avranno piu' paura di morire, perche' l'ideale e' in loro. Non ti
saranno piu' asserviti, perche' non erano asserviti a te ma alla loro
paura: io ho ucciso la loro paura ed uccidendo quella parola ho
ucciso te.
Le
due figure sono nuovamente immobili: una in alto sul trono, l'altra
seduta in terra. Nuovamente le tenebre sono silenziose. Il sangue,
nero nella luce lunare, ha smesso di scorrere.
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