Era da un po' che uscivamo insieme, ma per vari motivi non si trattava di una frequentazione regolare. E fino a quel momento non ci eravamo spinti piu' in la' di lunghe conversazioni, sebbene, con tocchi fugaci della mano, o prendendomi sotto braccio durante le nostre passeggiate, o lasciando che le passassi il braccio intorno alla vita, mi avesse fatto capire la sua predisposizione. Da una parte, dentro di me, c'era il desiderio di averla, dall'altra c'era quella maledetta apatia. Se non mi cercava lei io non lo facevo, sebbene cercassi di non sconfinare nella scortesia; se un appuntamento saltava per un qualsiasi suo contrattempo all'ultimo minuto non me ne dispiacevo. Era un apatico trascinare il tutto perche'... Non lo so esattamente, il perche'. Non me ne fregava niente, ma allo stesso tempo non volevo lasciar perdere. E quel giorno, seduti nel solito pub vicino a dove viveva, lei mi invito' ad andare a casa sua. Io, guardandola dritto negli occhi dalla perenne espressione frastornata, le dissi: -Se e' come amico che vuoi continuare a vedermi non ci sono problemi. Ma per ogni cosa che vada oltre l'amicizia lo fai a tuo rischio e pericolo.
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