E piano piano sbiadiscono, i nostri fantasmi. Quei ricordi dolci e dolorosi, che per testarda volontà portiamo con noi attraverso il tempo e lo spazio, recedono nelle linee più arretrate di una memoria che si confonde con l'immaginario ed immaginario essa stessa diventa. Il canto mattutino degli uccelli copre i sussurri di morbide labbra un tempo use ad accogliere il tuo risveglio; la carezza delle foglie sulla schiena non viene più confusa con quella di lunghi capelli di seta; una data viene inspiegabilmente dimenticata, dopo che era stata come un marchio impresso a fuoco nella tua memoria per oltre venti anni.
Sbiadiscono e recedono, i fantasmi, la malinconia viene arginata e il tuo spirito infine si bea in ciò che non è soltanto dolore. La speranza di tornare libero, di sfuggire a quelle mani eteree, piccole e delicate eppur dalla presa ferrea, si fa strada nel tuo cuore alleggerito. E ti chiedi se potrai mai impedire che nuovi fantasmi si facciano avanti per prendere il posto di quelli che infine ti hanno riconsegnato la tua libertà.
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