Saturday, 26 July 2014

Intonso


in-tòn-so
SIGNNon tagliato; nuovo, intatto
dal latino:  in non tondere tagliare, radere.



Per creare il libro, su uno stesso foglio vengono stampate più pagine, che vengono poi ripiegate e tagliate ottenendo il libro così come lo conosciamo oggi. Ma fino agli anni '40 una parte del taglio delle pagine - fascicolate sul lato in alto, ad esempio - era lasciata al lettore: armati di tagliacarte, si liberavano con pazienza via via che si procedeva con la lettura del libro. Alle volte capita ancora di trovarne, nelle bancarelle o nei negozi di libri usati.

Il libro intonso è il libro le cui pagine non sono state ancora tagliate, e quindi non sono state lette: praticamente non è stato toccato. E da qui la fascinosa estensione del significato, retaggio di un passato arcano della legatoria, per cui il libro non era un mattone di cartaccia incollata da smerciare o accaparrarsi a sconto, ma un'entità con cui rapportarsi, da conoscere con il coraggioso e irrevocabile gesto del taglio delle pagine.

La vita è una barzelletta che non ho capito

TESTA - Tornato ad essere single, e seguendo il consiglio di un amico, ho comprato una bottiglia di whiskey con lo specifico scopo di far ubriacare qualche donna. Da allora, sebbene non siano state poche le donne che hanno accettato un invito a casa mia per una cena o pranzo o semplicemente per un drink dopo un'uscita, ho beccato sempre e solo delle astemie, e quella bottiglia di whiskey se ne è rimasta lì a lungo, intatta. Praticamente fin quando non è venuta a pranzo la mia ex.
Poco male, alla fin fine, perché con una donna ubriaca non saprei proprio cosa farci: già ho problemi a spogliare una donna che collabora. Con una che se ne sta a peso morto, crolla a destra e sinistra sghignazzando in modo idiota, o ricorro alle forbici o prima di averla sfilata da dentro i vestiti mi è passata la voglia.

CORPO - Londra mi deprime, non riesco proprio a farmela piacere. E' cosa ormai risaputa per i lettori di questo blog. E non era mai stato il mio piano quello di rimanere qua, bensì di trovare un lavoro fuori da questa Metropoli Farneticante, in qualche proprietà privata in un'area rurale. Ma prima di riuscire a trovare una tale posizione ho iniziato una relazione, quello con la piccola, quindi per forza di cose mi sono ritrovato legato a Londra. Lei doveva finire l'università, poi il suo percorso l'ha portata a cominciare un dottorato, e soltanto alla sua fine avremmo potuto seriamente cominciare a pianificare di andarcene da qualche altra parte. Gli ultimi due anni e mezzo, con altrettanti in previsione, non sono stati semplici sotto questo aspetto, con me incapace di essere pienamente soddisfatto, spesso a ribattere a domande e offese di chi mi diceva di andarmene visto che Londra non mi piace. Due anni e mezzo senza cercare attivamente un lavoro fuori Londra, ignorando le job specification per posizioni come quella che avrei voluto che regolarmente arrivavano alla mia email box, qualche volta anche rifiutando proposte dirette dai recruiter, i quali ovviamente, rifiuto dopo rifiuto, hanno smesso di contattarmi. Due anni durante i quali sono stato accusato anche dalla piccola di essere sempre insoddisfatto, sempre infelice, di essere infelice con lei.
Adesso che la piccola ha ricevuto un'offerta per completare il dottorato ad Atlanta, negli USA, scegliendo anche per me, mi ha messo di fronte alla decisione presa e se ne va. Lei parte, io resto qua.

CODA - Il mondo che mi vado costruendo, quel luogo che troppo spesso è solo un'ombra, è sempre stato dominato da due lune. Rimpianto e Speranza i loro nomi. Rimpianto mi aveva seguito dalla mia precedente vita, una luna antica e dalla superficie ferita in passate collisioni, sempre rifiutandosi di precipitare al suolo, senza mai scendere completamente sotto l'orizzonte. Speranza era sorta da dietro i monti coperti di abeti di questo mio mondo nuovo, giovane e lucente, chiara e perfetta. Ma sempre in parte oscurata dalla presenza di Rimpianto. Nessuno dei miei sforzi è mai stato sufficiente a far scomparire Rimpianto dai cieli del mio mondo, perché solo Speranza potesse navigarli, in solitudine e splendendo in tutto il suo fulgore. Adesso che Speranza abbandona la mia orbita, attratta da un corpo celeste più grande, mi rendo conto che anche Rimpianto è scomparsa, lasciando il mio cielo privo di luna. Solo miriadi di stelle, scintillanti, bellissime e lontane e algide. Insufficienti ad illuminare il cammino.

CONCLUSIONE - Beh, la mia vita deve essere fatta di humor inglese, perché proprio non riesco a capirlo.

Thursday, 24 July 2014

Errata corrige

Nel post sulla caccia al ratto ho concluso parlando di come siano tenute e ristrutturate le case londinesi (scrivo londinesi perché non ho toccato con mano nelle altre contee, ma non mi aspetto un gran che in più). E che grazie a Dio, visto il numero di passaggi aperti che vengo lasciati per dare accesso alle case ad ogni povera bestiola infreddolita od affamata, su quest'isola non ci sono serpenti. Le mie testuali parole sono: "...le intercapedini si sprecano là dove sono completamente inutili se non per fornire passaggi sicuri a topi e ratti. Meno male non hanno serpenti, su quest'isola..."
Devo correggermi.


Ignorate il gioco di parole del titolo, fra la località chiamata Bow e il serpente boa. Lo humor inglese talvolta è... weird, e questo è pure pessimo. Parere mio, ovviamente. Magari gli inglesi lo trovano funny. Ma per farvi capire, sabato scorso sono andato a vedere un film iraniano al Centro Culturale Francese, dopo una cena spagnola, con un Meet Up organizzato da una donna ungherese chiamato "London Uknown Secrets", un film che parlava del dramma di una famiglia caduta in disgrazia e... beh, gli inglesi in sala ridevano come se stessimo guardando una commedia. Chiusa parentesi sullo humor inglese e sull'ironia dei Meet Up londinesi. Comunque il distretto di Bow non c'entra niente con 'ste du' biscie, dato che i due Boa constrictor, entrambi lunghi quasi 2,5 metri, sono stati trovati in un giardino pubblico a sì e no 15 minuti a piedi da casa mia.
Speriamo che i sigilli che chiudono la prigione dell'Oscuro Signore reggano. E speriamo di aver tappato tutti i buchi con la schiuma espansa.

PS Ieri mattina, mentre facevo colazione, colgo un movimento con la coda dell'occhio. Mi giro e vedo un ratto uscire dalla camera di Cosa Nostra. Salto in piedi, afferrò la scopa e colpisco la bestiaccia in testa con la precisione di un samurai.
-Ahia!!!
-Oh, scusa Andrea. Ti avevo scambiato per un ratto.       ; )

Tuesday, 22 July 2014

Autopsia di un amore

Vuoi che ti dica come è finita fra me e lei? E cosa dovrei dirti? Ti devo raccontare l'autopsia di un amore? Ti devo parlare dei dubbi di una mente confusa? Delle paure di un cuore che ha sofferto troppo per la sua età? La piccola ha ricevuto una di quelle offerte che non si possono rifiutare, ma dire che lo ha fatto per la carriera sarebbe sminuirla. Certe decisioni non vengono prese sulla base di un singolo fattore. Oh, certo, lei bruciava di una febbre pericolosa, smaniosa sempre di fare meglio, rosa da dentro dal desiderio di superare se stessa e andare oltre i suoi stessi limiti. A chi dovesse dimostrare cosa non sono riuscito a capirlo. Penso che neppure lei lo sappia.
Ma quell'offerta, quel lavoro che me l'ha tolta, non sarebbe stato così attraente se non ci fosse stato il mio umore perennemente cupo a fargli da contraltare, a farlo apparire più scintillante. La mia perenne insoddisfazione ha reso i suoi giorni con me venati d'amarezza. Poco importa che fosse generata dal dover restare in questa città per lei: solo fuori dal Labirinto si può essere felici; ma solo chi è felice può uscire dal Labirinto.
E per ultima, ma non ultima, c'era la sua paura. Paura di dipendere da un'altra persona, paura di arrendersi ad un'altra persona.  In definitiva, paura di amare. Si era arresa, mi amava; ma non si era arresa completamente: le possibili conseguenze della sua resa la terrorizzavano. Era terrorizzata dal potere che avevo acquisito di mettere la sua anima a nudo, di fare a pezzi il suo spirito. E così è fuggita, patendo ed infliggendo ferite certe per evitare delle ferite possibili. Ci ha provato così tante volte a fuggire, fin dal principio... Che prima o poi ci riuscisse era cosa certa.

Ma chi può dire che non abbia fatto bene? I sentimenti sono cose pericolose, le persone cambiano e chi ha protetto i tuoi sentimenti oggi potrebbe usarli contro di te domani. Quindi, chi può dire che la piccola non abbia fatto bene a fuggire dai suoi sentimenti?

Monday, 21 July 2014

I ratti nei muri 2

Questa volta non erano topi, come ho raccontato qui. Coi quali ho risolto con la colla. Per poi abbattere su ognuno degli sciagurati il martello della rabbia degli dei. Ovvero una martellata in testa per spacciarli. E qui un 'fanculo agli anti-vivisezionisti ci sta proprio bene. Questa volta mi sono ritrovato in casa un fottuto ratto. Stamani alle 5:30 il bestione se ne è venuto fuori da dietro il frigorifero. "Andrea!" dico. Andrea è il mio coinquilino, Cosa Nostra per gli amici, pecchì iddu è sicilianu! "Andrea!" dico. "Che ci fai sveglio a quest'ora?" Ma quello non risponde e continua a procedere lungo il breve corridoio in direzione della sala da pranzo. Senonché noto che cammina a quattro zampe. Ed ha anche una bella coda. "Ma tu non sei Andrea!" Salto in piedi , afferro lo spazzolone per dare lo straccio in terra (stavo per scrivere "il cencio", ma quelli da fuori della Toscana non avrebbero capito) e do dietro all'abusivo. Che nel frattempo ha raggiunto la sala da pranzo.
Allora, i ratti non è che siano animali proprio facili da gestire. Anche i gatti ci pensano bene prima di infastidirli. Se addirittura non scappano quando se ne trovano uno davanti. A casa mia in Italia era il cane che li ammazzava. Meglio non prendere la cosa alla leggera, quindi. Se lo manchi al primo colpo mica è detto che quello cerchi di scappare; può decidere di attaccare. Hanno detti affilati e tendono a diffondere malattie proprio schifose. E poi vorrei evitare di fare troppo baccano e così svegliare Cosa Nostra. Chiudo quindi la cara bestiola fetente in sala da pranzo, creo una barriera per chiudere il corridoio ed impedirgli di tornare verso la cucina, spalanco la porta d'ingresso per lasciare una "via di fuga" ed entro in sala da pranzo brandendo lo spazzolone. In sala da pranzo non ci sono molti mobili. Il tavolo e le sedie, un comodino da letto lasciato dai precedenti inquilini, la nuova libreria e le ultime scatole con la roba della piccola che aspettano di essere portate via. Sposto le scatole, una ad una: niente. Sposto il comodino: niente. Sotto la libreria non può essersi infilato. Che si nasconda dietro la porta? Nemmeno. E allora, dove cazzo è finito?!
Decido di rimandare tutto al 27. Ah no, quello è il vecchio professore di De André. Io rimando tutto a dopo il lavoro. Chiudo la porta e mi preparo per uscire. Ieri era stata una bellissima giornata, per una volta che cominciavo la settimana lavorativa sereno e rilassato, vengo svegliato durante la notte dalle volpi sotto la finestra di camera che ammazzano non so bene che bestia (mi hanno svegliato i lamenti di un animale che si sono interrotti improvvisamente) e poi un ratto che mentre faccio colazione mi passa praticamente sui piedi e gira tranquillo e senza fretta per casa mia. Mi ripeto e convinco che l'uber-topo deve essermi sfilato dietro la schiena mentre lo cercavo per volatilizzarsi in strada. Ma lasciamo tutte le porte chiuse, che non si sa mai. Scrivo una nota per Cosa Nostra, per spiegargli cosa è successo, e vado a lavoro.
Ore 4:30 circa, rientro a casa. Cosa Nostra è sul piede di guerra, vuole darsi alla caccia grossa. Ma sta bon', gli dico. Ciapa qua! Gli metto lo spazzolone in mano, e faccio strada verso la sala da pranzo. Inizio una nuova ricerca, soprattutto per capire se c'erano buchi da cui poteva essere uscito. Ma sicuramente è uscito dalla porta stamani. Dietro i libri non può essere. La mensola più bassa poggia in terra, fammi dare giusto un'occhiata per sicurezza. Sposto giusto un libro e vedo la schifosa pelliccia dell'uber-topo. Merda! E' dietro i libri! Che facciamo? chiede Cosa Nostra. Vai a prendere le scatole che sono in cucina e fai una barriera in corridoio. Io apro la porta d'ingresso.
Quando siamo pronti torno alla libreria. Un colpo deciso dello spazzolone e spingo i libri contro il muro, per schiacciarci il ratto. Quello schizza fuori da dietro i libri, si gira e cerca di tornare dietro la loro protezione. Un altro colpo di spazzolone e gli ultimi libri scorrono contro il muro a precludergli il passaggio, come blocchi di pietra nel tempio maledetto delle avventure di Indiana Jones. Il ratto si lancia balzelloni verso il comodino, si infila dietro di esso e poi sotto. Figlio di... Meglio! fa Cosa Nostra. Spingi il comodino verso la porta e il ratto con esso. Ah, però... le sinapsi ti funzionano, a volte. Comincio a spingere il comodino, godendo nel sentire l'agitazione dell'uber-topo sotto di esso. Fai piano! Perché? Così lo macelli! Eh...quello sarebbe il fine ultimo. Ah, sì? U' maronna... Tieni, va, dico porgendogli una stampella che mi porto dietro dai tempi in cui abitavo a Tooting Broadway. Se cerca di scavalcare la barriera dagli un colpo in testa. Detto fatto: alla spinta successiva impressa al comodino, l'uber-topo si lancia nel corridoio. La stampella con cui ho armato Cosa Nostra si rivela inutile, perché preso in contropiede salta all'indietro per allontanarsi dal ratto, che con due balzelli supera la barriera. Senonché, sebbene Cosa Nostra fosse spaventato dal ratto, il ratto era ancor più spaventato da Cosa Nostra e ri-balza dal mio lato della barriera. Con un solo zompo, questa volta. Fa per tornare in sala da pranzo, ma ci sono io con lo spazzolone, quindi si lancia attraverso la porta d'ingresso e fugge a balzelli ratteschi per strada, illuminato dal sole dell'avvenire come in un vecchio film dal lieto fine. Quanto lieto per l'uber-topo non saprei, dato che si è diretto verso le case sull'altro lato della strada, tutte abitate da indo-pakistrani. Oggi non so, ma qualche anno fa il ratto era l'ingrediente base nella dieta della popolazione di Bombay.
Da parte mia c'è comunque piena soddisfazione, dato che mi sono liberato dell'abusivo. Faccio un poco di pulizia con la candeggina, quindi vado in ferramenta a comprare la schiuma espansa e il veleno per ratti (che qui vendono in farmacia...). E scopro che ricorrere alla schiuma espansa per chiudere vie d'accesso (o di fuga?) agli uber-roditori è pratica comune a Newham. Torno a casa, infilo una vaschetta di veleno nell'intercapedine del finto muro che divide il bagno da camera mia, quindi sigillo con la schiuma l'apertura da cui escono i tubi del lavandino e della vasca. E da cui si suppone sia uscito anche l'uber-topo. Per maggiore precauzione sigillo ogni possibile passaggio e solo a quel punto mi concedo una doccia. Speriamo che i Sigilli che chiudono la prigione dell' Oscuro Signore reggano.
Dopo la doccia racconto alla piccola il fatto. E di come il bastardo sia stato nascosto dietro i libri tutto il giorno, in silenzio, ad aspettare il buio. Che pazienza! mi risponde la piccola su Whatsapp. Poverino. Tutto il giorno digiuno. Ma sei amica mia o amica del ratto?!

Morale della favola. Le case di una volta venivano costruite abbastanza a casaccio, sia nel Regno Unito che in Italia. Ma mentre in Italia, nel momento in cui la casa viene ristrutturata la si rimette a posto, più o meno bene, certo, con guaine alle fondamenta e alla base dei muri per evitare infiltrazioni, impianti elettrici più o meno a norma e altri simili interventi, qui nel regno unito non ci badano. La pittura si sfoglia e cade dopo una settimana, l'intonaco dei muri interni si gonfia d'umidità alle prime piogge durature, i cavi elettrici sono affogati nel calcestruzzo dei pavimenti o passati liberamente sotto i mobili e dietro i battiscopa o inchiodati ai muri sopra le porte, le intercapedini si sprecano là dove sono completamente inutili se non per fornire passaggi sicuri a topi e ratti. Meno male non hanno serpenti, su quest'isola... E vi assicuro che il fenomeno non si limita solo alle case da affittare a noi "schifosi migranti". Certo, in queste case raggiunge il top e ci sono molti edifici di nuova costruzione che sono costruiti abbastanza bene, sebbene pure questi presentino pecche come bocchettone della doccia avvitato ad altezza di nano, davanzali delle finestre di varie larghezze e forme, muri non in squadra con angoli inutilizzabili e tante altre amenità. Ma niente e nessuno potrà convincermi che non ci sia qualcosa di insano nella mentalità di questa gente, magari a causa di una curva sbagliata nel processo evoluzionistico che quest'isola ha preso durante il suo "splendido isolamento" dell'epoca vittoriana.

Sunday, 20 July 2014

Cantare la disperazione

...non abbiamo forse tutti noi una qualche forma di dipendenza?
...non siamo forse stati tutti noi, forse almeno una volta nella vita, dei vigliacchi?


Saturday, 19 July 2014

Friday, 18 July 2014

Se della vita non hai capito un cazzo...

Che non ho capito un cazzo nella vita me ne sono reso conto molto tempo fa, quando venni a sapere che un idraulico riusciva a fatturare 20 o addirittura 24 ore sommando le ore di quattro clienti e lavorandone sì e no 10, mentre io giardiniere spesso non riuscivo neanche a farmi pagare le 8 ore lavorate dai miei clienti.
Quando poi ti imbatti in notizie come questa, ovviamente non puoi fare altro che rilasciare un profondo sospiro, scuotere la testa alla tua propria dabbenaggine, e chiederti come hai fatto ad essere così scemo. Il titolo dell'articolo nella foto riporta "benefits father of 13", ovvero un uomo che vive di sussidi e che è padre di 13 figli. Al poveretto, che vive di sussidi pari a 53.000 sterline l'anno, hanno ucciso le carpe koi nel laghetto che ha in giardino. Un esemplare valeva intorno alle 1000 sterline. Oltre a dichiarare che uccidere i pesci di una persona è crudeltà contro gli animali, e certo non gli si può dare torto, l'uomo ha denunciato che sia lui che la sua compagna hanno ricevuto minacce di morte da quando la pubblica amministrazione ha assegnato loro una council house (casa popolare) con 7 stanze da letto. Si può dare torto a chi lo ha minacciato? Se non del tutto giusto, quasi niente sbagliato...
La propria inettitudine a vivere nell'odierna società diventa ancor più marcata se dopo un giorno o due dall'aver letto l'articolo di cui sopra, ti imbatti in un altro articolo che parla di una ragazza di 19 anni che in soli 3 anni si è fumata 30.000 sterline in marjuana. Una bella cifra, anche se ha avuto l'aiuto della madre. Entrambe ricevono sussidi; la ragazza la job seeker allowance, ovvero il sussidio per chi sta cercando lavoro. E perché non spendersi in droga i soldi dei contribuenti? Contribuenti per lo più immigrati, tengo a precisare, come già spiegato qui. Se aprite l'articolo del Daily Mail, notate nel trafiletto sotto la foto l'età di madre e figlia e fate la sottrazione. No, non serve che facciate la riprova, il risultato è proprio 16, non avete sbagliato l'operazione. La signora (?) ha sgravato la piccola tossicomane all'età di 16 anni. Non c'è menzione del padre, quindi quasi sicuramente ha cresciuto la figlioccia da sola (se chiedeva aiuto mi sa che era meglio) acquisendo lo status di single mom. Status che garantisce alla troiet... ehm, alla "giovane donna pigra che non ha intenzione né di studiare né di lavorare ma ben decisa a togliersi il prurito" un sacco di soldi in benefits, fidatevi. E il TUSC, il partito socialista britannico (che io ho votato alle ultime elezioni) vuole pure difendere le single moms, perché essere single mom è un lavoro importante. Se educassero i figli forse, ma queste non li rialzano nemmeno se cadono in mezzo alla strada...
Ma secondo voi questa ha mai lavorato un giorno in vita sua? Eppure pare potersi permettere pure lei,
come il super-trombatore del precedente articolo (ma saranno tutti tutti figli suoi?), un bel giardino spazioso con tanto di trampolino. Che tipo di educazione può dare, una donna così? A come vivere da parassita. E se la figlia percepisce l'allowance da 3 anni, significa che ha lasciato la scuola a 16, perché non mi pare che uno studente ne abbia diritto. Insomma, le due non fanno un cazzo da sempre. Beh, di quelli, magari, viste le abitudini delle femmine locali, se ne fanno in abbondanza, ma di sicuro non lavorano.

Che dire? A parte dire "paese che vai, parassita che trovi": qui hanno la benefit people, noi in Italia abbiamo le pensioni facili, baby o d'oro che siano. Dico e ripeto che io della vita non ho capito un cazzo. Ecco cosa dico. E porca miseria ne vado fiero!







PS Se vi chiedete come un idraulico possa fatturare 24 ore in un giorno ecco la spiegazione: visita 4 clienti nello stesso giorno, a cui segna un'ora di lavoro ed un'ora di viaggio ciascuno; poi va a comprare i pezzi che gli servono alla termoidraulica di fiducia, dove ci sbarba tranquillamente tutto il pomeriggio (ho visto termoidrauliche col calcio balilla e altri intrattenimenti); quindi ricarica 4 ore a ciascun cliente per il tempo "perso" alla termoidraulica, invece di dividerle fra tutti. Ed ecco che si arriva a 24. E voi coglionazzi non provate nemmeno a capire dove vi fregano, come nemmeno protestate per la tariffa oraria che vi fanno pagare. Solo per poi lamentarvi del giardiniere, che in genere naviga su cifre che sono la metà di quelle di un idraulico. Se si tratta di un giardiniere costoso. E fortunato, perché deve esserlo per riuscire a farsi pagare la metà di un idraulico.

PPS Se della vita non hai capito un cazzo... ti tocca lavorare.

Thursday, 17 July 2014

Amore foc...oso

Vedendo la foto di un'amica con lo sfondo di un meraviglioso mare siciliano, le scrivo d'impulso un messaggio su Whatsapp:

Io: Se porti in dote quel mare meraviglioso sono disposto a sposarti!

Lei: Quindi non sei interessato a me! E' il mare che vuoi!

Io: Ma cosa dici mai, mia bella foca?! Se tu non sarai monaca io sarò il tuo tricheco, ed il nostro sarà un amore salmastro al sapore di pesce!


Chissà perché non mi ha più risposto...

Sunday, 13 July 2014

Catabasi

La discesa agli Inferi, o catabasi, è da sempre presente nei miti dell'uomo. Si pensi ai miti greci di Ercole, che deve recarsi nell' Ade per compiere la sua ultima fatica, e di Orfeo, che vi si reca per riportare in vita Euridice. E poi alla dea sumera Inanna, al mito ittita di Kessi il cacciatore, alla letteratura italiana con Dante Alighieri. In tutti i casi si tratta sempre di personaggi che possiedono caratteristiche non comuni, che permettono loro di superare la furia delle prove che li attendono in un luogo governato da potenze ultraterrene e a far ritorno alla terra dei vivi. Una sorta di purificazione è sempre necessaria, spesso unita all'apprendere un qualche mistero. L'eroe deve, per poter aver successo nella sua ricerca, per giungere alla fine del viaggio che volente o nolente ha intrapreso, raggiungere una moralità non comune, far proprio un superiore codice spirituale che gli permetta di padroneggiare la conoscenza di sé e dell'universo. Tale consapevolezza gli porterà controllo e potere che, se sapientemente utilizzati, gli permetteranno di intraprendere la catabasi e raggiungere integro il suo traguardo.
Ma c'è un'altro tipo di discesa agli inferi. E' quella che un uomo intraprende quando rinuncia alle sue regole morali, quando abbandona tutto ciò che aveva tenuto insieme il suo Io e guidato la sua vita. E' quel desiderio di sapere cosa giace nel buio, nelle stanze oscure dell'animo umano. E' la volontà di lasciarsi guidare da quel desiderio per qualcosa che sappiamo non ci porterà niente, se non delusione e senso di vuoto. E' l'euforia falsa per ciò che è proibito, che ci hanno proibito, o che noi stessi ci siamo proibiti. E' un processo autodistruttivo, che decidiamo di affrontare, decisione presa consciamente talvolta, inconsciamente molto più spesso.
Altre volte mi era capitato di indugiare davanti alla Porta del Tramonto, così come capita a Kessi il cacciatore. Un nome invitante per un passaggio che conduce in un luogo di tenebra. Spesso ho sentito l'urgenza di aprire quella porta. Per lo più gli ho girato le spalle e me ne sono andato da quella tentazione. Altre volte ho provato la maniglia, ma qualcosa era sempre successo che mi aveva allontanato, come una persona che mi afferrasse per il colletto per trascinarmi via mentre già cominciavo a sbirciare nella porta socchiusa. Questa volta no.
Solo, mi sono trovato davanti alla porta. Solo, ho indugiato abbastanza a lungo, resistito ai tentativi di allontanarmi. Ho aperto quell'accesso, sono scivolato silenziosamente attraverso l'apertura e ho mosso il mio primo passo per intraprendere la mia catabasi. Nel modo esattamente opposto a quello che dovrebbe essere. Senza la protezione e la forza di quelle regole morali che mi sono lasciato alle spalle per poter intraprendere questo viaggio. So che non c'è niente per me in tali luoghi dell'animo umano, non sono esperienze che portano un uomo a crescere. Non gli danno niente. Lo so, ma voglio comunque continuare.
Il primo passo è stato fatto. Non è mai troppo tardi per tirarsi indietro. Ma non voglio. Non ho idea di quanto vicino al fondo arriverò, ma ciò che conta non è quanto lontano vai dal confine che non dovevi oltrepassare. Ciò che conta è che hai oltrepassato quel confine. Ed io l'ho fatto, sapendo che non c'è niente al di là di esso, niente che valga il costo. Ed allora, allora perché?

Tu sai darmi una ragione?



The descent to the Underworld, or catabasis, has alway been present among the myths of mankind. For instance, let's think about the Greek myth of Heracles, who has to go to Ades to undergo the last of his labours, or Orpheus', who descends to take back to life Eurydice. And then the Sumerian goddess Inanna, the Hittite myth of Kessi the hunter, the Italian literature with Dante Alighieri. Always it involves characters who have no common features, which allow them to overcome the rage of the trials waiting in a place ruled by preternatural powers and to come back to the world of the alive. Some kind of purification is always necessary, often together with the learning of a mystery. The hero, to achieve in his search, to complete the journey, has to grasp a no common morality, to make a superior spiritual code of him. So he'll be able to master the knowledge of himself and of the universe. Such a awareness will give him control and power which, if wisely used, will let him to undergo the catabasis and to reach intact his aim.
But there's another kind of descent to the underworld. It's that one that a man undertakes when he gives away his moral rules, when he forsakes everything which had held his inner self and leaded his life. It's that desire to know what is waiting in to the dark, in to the obscure rooms of the human soul. It's the will to be driven by the desire for something that we know won't give us anything but delusion and emptiness. It's the false euphoria for what is forbidden, that someone else forbade to us, or that ourself forbade to us. It's a self-destructive process, which we decide to face, decision taken consciously sometimes, unconsciously more often.
On other occasions it happened to me to linger in front of the Sunset Door, like it happened to Kessi the Hunter. An inviting name for a passage leading to a place of darkness. Often I felt the urge to open that door. Generally I turned my back to it, going away from the temptation. On other times I tried the handle, but something always happened to take me away, like a person grabbing me by the collar to drag me away while I just was peeking into the crack. But not this time.
Alone, I was in front of that door. Alone, I lingered long enough, held against the attempts to remove me. I opened the access, silently slipped through the opening and moved my first step to undertake my catabasis. Exactly in the opposite way it should be undertaken. Without the protection and the strength of those moral rules which I left behind to start this journey. I know there's nothing for me in such places, that those are not experiences which let a man to grow. They don't give him anything. I know it, but I want to go on anyway.
The first step has been taken. It's never too late to stop. But I don't want. I have no idea how close to the bottom I will arrive, but what matters isn't how far you'll go beyond that boundary. What matters is that you overstepped the boundary you mustn't to. And I did it, knowing that there's nothing beyond, anything which is worth the cost. And then, then why?

Can you give me a reason?

Quotes

Mi hanno detto:

-Your vision of life is not a "bit gloom". It's fucking dark!

Lei: Lo sai che hai un bel culo?
Io: Sì. Me lo dicono tutte.
Lei: Stronzo.

Ho detto:

Si fa sempre più difficile tracciare una linea che divida il giusto dall'ingiusto.

Sono nato in ritardo. Da lì in poi è stato tutto un perdere terreno ad ogni tappa.

Friday, 11 July 2014

Protect me



A friend in need's a friend indeed




"Pure Morning"
A friend in need's a friend indeed,
A friend with weed is better,
A friend with breasts and all the rest,
A friend who's dressed in leather,

A friend in need's a friend indeed,
A friend who'll tease is better ,
Our thoughts compressed,
Which makes us blessed,
And makes for stormy weather,

A friend in need's a friend indeed,
My Japanese is better,
And when she's pressed she will undress,
And then she's boxing clever,

A friend in need's a friend indeed,
A friend who bleeds is better,
My friend confessed she passed the test,
And we will never sever,

Day's dawning, skins crawling [repeat three more times]
Pure morning, [repeat this three more times]

A friend in need's a friend indeed,
A friend who'll tease is better,
Our thoughts compressed,
Which makes us blessed,
And makes for stormy weather,

A friend in need's a friend indeed,
A friend who bleeds is better,
My friend confessed she passed the test,
And we will never sever,

Day's dawning, skins crawling [repeat three more times]
Pure morning,[repeat this three more times]

A friend in need's a friend indeed,
My Japanese is better,
And when she's pressed she will undress,
And then she's boxing clever,

A friend in need's a friend indeed,
A friend with weed is better,
A friend with breasts and all the rest,
A friend who's dressed in leather

Liquid style




From Hell to Heaven and return

From Hell to Haeven and return. In Angel Heart, at least, there was a lift to go down to Hell. But if you want to leave Hell, then you have to climb up all the bloody stairs. Twelve stories in all, just to arrive at the top and breathe the thin air up there. Knowing that you have to go back, down to the thick and too warm air of the 
underground. 
O, I didn't do anything particular. Even if the stairwell looks like the one of a horror movie, the hotel where I'm presently based is not dangerous. I just climbed up from the basement to the top roof at the eleventh floor as 
exercise, since I don't have the 
chance to make a lot of movement with this job. Well, at least I hope that this is all that I did.

Thursday, 10 July 2014

Boulders

Sì, lo so. Io prendo tutto molto seriamente. Mi sono caricato di macigni, lo so. No, credimi. Non ne posso fare a meno. Ho detto che non posso... non ci riesco. Sono fatto così. Non riesco a prendere le cose leggermente. Ma quale insostenibile leggerezza dell'essere! Ma mi ci vedi? Basta, per favore. Per favore, lasciami trasportare i miei macigni. Non ti chiederò di portarli per me, tranquilla.

Yes, I know. I make of everything a really serious issue. I know, I burdened myself of boulders. No, trust me. I can't do it differently. I said I can't... really, I can't do it. That's just how I am. I can't take it easy. What? The unbearable lightness of being? Do you really think I can do it that way? Give up, please. Please, let me bear my boulders. Be easy, I will not ask you to share the weight.

Wednesday, 9 July 2014

The Devil in the Tower


Hidden in the silence of your room
he whispers lies that will bring your doom
the Devil (the Devil)
he walks with his hoofs of goatish male
chaining the men to the egoism jail
the Devil (the Devil)

for black magic power
high, majestic tower
fills your heart of ire
promises of desire
for black magic power
high, majestic tower
fills your mind
a beam falls down from a clean sky
bringing ruin to you, my friend

the bells chime, Devil in the tower
looks over his column at the human fall
no more time, Devil in the tower
and ever in your mind you feel his call
two men are falling down
the souls cry and the torns
will be your crown
the sceptre in my left hand
I ever reign in the material land
you will read the book of truth
then you will feel madness
screaming form your truth
humanity enemy
I am the guardian of the mystery

a beam falls down from a clean sky
bringing ruin to you, my friend
the bells chime, Devil in the tower
looks over his column at the human fall
no more time, Devil in the tower
and ever in your mind you feel his call
in the nightfall
you will be a thrall
of his evil lies
cruel nightmare
like black prayer
full of scorn and vice
the end of the balance
is your defeat
while you dance the Devil's suite
climb the tower
it's the hour
dream the reality
out your flesh husks
in the soul dusk
come your agony
you're falling down
so falls the mask
it's time to answer and ask

silence in the room (bis)
the Devil lies in the nightfall (bis)
Devil in the tower (bis)

for black magic power
high, majestic tower
fills your heart of ire
promises of desire
for black magic power
high, majestic tower
fills your mind
bringing ruin to you, my friend

the bells chime, Devil in the tower
looks over his column at the human fall
no more time, Devil in the tower
and ever in your mind you feel his call (X2)

hidden in the silence of your room
he whispers lies that will bring your doom
the Devil (the Devil)

Tuesday, 8 July 2014

Perché a Londra la professionalità è un must

Molti italiani, ma non solo, sono usi dire che a Londra gli ambienti lavorativi sono realmente professionali, che ci si deve velocemente portare ai loro standard se si vogliono avere possibilità di successo ed altre menate simili. Fin'ora ho potuto distinguere queste persone in due categorie: quelli arrivati da poco, e quelli che vogliono mantenere una facciata.
A onor del vero, bisogna dire che la prima impressione per chi arriva a Londra è veramente quella di avere a che fare con un ambiente altamente professionale ed efficiente. Quando entrate in una banca, per esempio, c'è sempre qualcuno vicino alla porta pronto ad accogliervi e spiegarvi come fare ciò che dovete fare, a quale sportello andare. Spesso vengono pure ad "importunarvi" mentre siete in coda per il vostro turno con un cassiere. Cosa che successe a me la scorsa settimana.
Ero andato a depositare del contante sul mio conto e stavo facendo la coda per uno degli sportelli quando un'impiegata mi si avvicina e mi chiede cosa devo fare. Le dico che voglio depositare del contante e lei mi risponde che posso farlo usando il sistema self-service, ovvero mettere i soldi su una busta che non si sigilla neanche per bene, scriverci i miei dati sopra, quindi mettere la busta dentro uno sportello/buca per lettere (tipo quelli che negli uffici postali italiani vengono usati per passare i pacchi di piccole dimensioni oltre il vetro divisorio). Sportello non trasparente e che per quanto ne so potrebbe lasciar cadere i miei soldi direttamente nella caldaia dell'edificio. Unica prova in mia mano per dimostrare che ho depositato i soldi, una cedolina da staccare dalla busta dopo averla chiusa, praticamente una ricevuta che mi auto-produco e auto-firmo.
No, grazie, rispondo alla signora. Non mi fido di questo sistema. Ma quella insiste, io pure, al che mi dice di seguirla da una cassiera che farà l'operazione per me. La seguo, parlo con la cassiera, che mi spiega come funziona il sistema di self-deposit. Sì, guarda, le dico, siete proprio bravi, ma non mi fido lo stesso. Se qualcuno fa un errore io lo prendo nel didietro e non posso provare niente. Ma questa è Londra, prendere o lasciare. A breve il sistema sarà l'unico disponibile e i cassieri non potranno neanche più toccare il contante, sarà loro proibito. E questo è uno dei motivi per cui in UK c'è meno corruzione che in Italia. Ovvero i livelli più bassi di enti e uffici, siano pubblici o siano privati, sono messi in condizione tale che non hanno la possibilità di essere corrotti o chiedere mazzette. Questo è un privilegio che chi sta ai piani alti si è riservato per se stesso. E, liberi di non credermi, la corruzione ai piani alti fa paura pure qui. E' solo che la chiamano con altri nomi: liberismo, creazione di posti di lavoro, investimento, crescita... trovatene uno bello e che vi piace, che vi dia l'impressione di efficienza e avrete trovato la corruzione made in Britain.
Ma torniamo al mio caso. Deposito i soldi nel modo in cui sono abituato, con una ricevuta FIRMATA DALLA CASSIERA e non da me stesso, poi vado a parlare con l'impiegata addetta all'accoglienza clienti. Le spiego che ho un "joint account" con la mia compagna che ormai è una ex compagna e che quindi vogliamo togliere la sua firma da quell'account. Semplice, mi dice la tipa, gentile e sorridente. Venite qua insieme e recatevi negli uffici al primo piano. Provvederanno a tutto loro. Non vi serve un appuntamento, basta che veniate insieme. Perfetto.
Mi metto d'accordo con la piccola per il sabato successivo, ovvero lo scorso sabato, e all'apertura della filiale siamo lì. Per prima cosa vado a depositare dell'altro contante. Col loro "bloody self-deposit system", questa volta. Inutile opporre resistenza o lottare, i muri di gomma li hanno inventati in questa nazione. Ci si può solo adattare. Compilo la busta, la sigillo, mi accerto che la busta non si sigilla appropriatamente come deve essere (sono ironico, per chi non l'avesse capito) e mentre sto per recarmi allo sportello/buca delle lettere vengo approcciato dall'impiegata di turno addetta all'accoglienza, che mi chiede se può aiutarmi. Mah, visto che sei qui guarda se ho compilato la busta per bene. Ma sai com'è, non è che sia proprio idiota... un po' lento a capire certe cose, magari... ma nome, cognome, cifra da depositare, numero di conto e di telefono sono in grado di scriverli da solo. Dovresti riservare queste attenzioni per quelli della tua razza e non
preoccuparti per chi non ha sul viso un'espressione da cercopiteco. Tutto perfetto! Venite! E fa strada a me e alla piccola per i 10 metri 10 che ci separano dallo sportello. Lo apre, ci butta la mia busta, lo chiude e pigia l'unico bottone presente e grosso come il mio naso a patata. Ecco, ora va di là, dice contenta i "essermi stata utile". Great... io ho solo la mia cedolina/ricevuta auto-firmata. E fino al lunedì non saprò se le mie 600 sterline son finite sul mio account o nel fuoco del riscaldamento dell'edificio.
Posso aiutarvi in altro? chiede desiderosa di aiutarci. Dobbiamo togliere la sua firma da un joint account, dico io. E quella non capisce. Colpa mia che ho usato la parola "withdraw", ovvero "ritirare", invece della più generica "remove", ma pensando fosse colpa della mia pronuncia mi sono ripetuto altre due volte prima che quella capisse... santa pazienza... Ah, ma vi serve un appuntamento! Come un appuntamento!? scatto io. Mi hanno detto che non serve, che basta andare al piano di sopra. Non è che io alzi la voce, in queste situazioni, ma mi dicono che la mia voce suona... come dire... minacciosa. Infatti l'impiegata si affretta subito a dire: No no! Non serve, non serve! Mi sono sbagliata io. Appena hai parlato mi sono ricordata che la manager ci aveva detto che per queste cose non serve. Ah, ecco. Andate pure al primo piano e chiedete di Roxana, lei farà tutto. E ci fa strada per i 15 metri 15 che dividono lo sportello del self-deposit dalle scale. Sì, vi siete fatti una pianta dell'edificio abbastanza corretta: non è possibile perdersi in questa filiale.
Mentre saliamo le scale la piccola mi fa, con un sorriso: La vena sul collo aveva cominciato a gonfiarsi. Ma no, dai... non mi si gonfia nessuna vena sul collo. Noo? Beh, magari un pochino... Vabbe', siamo arrivati al primo piano. Cerco Roxana, che è impegnata con una famiglia di cercopitechi... ehm, no, erano indo-pakistrani. Più avanti capirete il perché li ho confusi. Le spiego cosa dobbiamo fare e lei: Ma vi serve un appuntamento! Cosa!? Ma allora mi volete proprio incazzato. Due tue colleghe mi hanno detto che non serve. Ok, una me lo ha detto sotto minaccia, ma la prima no. Beh, servono solo 10 minuti per sbrigare la vostra pratica, posso farlo. Ma dovete aspettare che finisca con i clienti che sto servendo... ci vorranno 30 o 40 minuti... Non c'è problema, aspettiamo. E così ci fa accomodare in un cubicolo il cui impiegato oggi non lavora, e ci disponiamo pazientemente ad aspettare.
Mentre aspettiamo lungo un'attesa che si protrae, alla fine, per più di un'ora e mezza, occupiamo il tempo per parlare. Cosa faremo, cosa nel mio umore a creato disagio alla piccola, come stiamo affrontando la separazione. Ed osserviamo la fauna umana che insieme a noi affolla l'ufficio. Il pakistano in abiti tradizionali che, col loro tipico disprezzo per la donna, mentre un impiegato sta sbrigando la pratica per due ragazze rumene, se ne sta a meno di due metri dalla scrivania fissandole con un sorrisetto di superiorità. Aspettava il suo turno, e voleva essere sicuro che l'impiegato non servisse qualcun altro prima di lui. Dato che un appuntamento non ce l'aveva e voleva passare avanti a chi ce lo aveva. E l'impiegato ha avuto il suo da fare per fargli capire che lo avrebbe servito, ma prima doveva sbrigare i suoi appuntamenti. Poi c'è stata la coppia indiana: lei parlava con una voce piagnucolosa, lui la trattava in modo brusco. Ma perché parla in quel modo! sbotta la piccola a sentire la donna. Non è che la piccola sia la persona più tollerante di questo emisfero, ed è anche per questo che mi piace! Ma l'hai vista in faccia? le chiedo io. Che c'entra? Ovvio che si lamenta sempre. Guarda come Madre Natura l'ha trattata. E in aggiunta le hanno dato un marito che è un animale. La piccola mi guarda strano, un mezzo sorriso sulle sue belle labbra e uno sguardo interrogativo nei suoi altrettanto begli occhi. Piccola, le faccio, io sono un animale solo tra le lenzuola, ma quello è un animale 24/7. E mentre lei scoppia a ridere l'animale da prova di non essere neanche un esemplare particolarmente intelligente. Dice all'impiegato che gli serve lo statement (estratto conto) dell'ultimo mese. E l'impiegato: You can go to the machine downstairs and print up to three months (Puoi andare alla macchina al piano terra e stampare fino a tre mesi). I need one month statement, ripete l'ani... l'indiano. Yes, but at the machine you can print up to three months. Do you understand? I need one month statement. No, non capisce. You can print up to three months but you can chose to print one month. I need one month satement. Yes, go down to the machine and you can print one month statement. Thank you! E se ne va via felice, trascinandosi dietro la moglie piagnucolosa.
E tutto questo mentre la prole cercopitechica correva, rollava, rotolava, piangeva e strillava per la sala d'aspetto su cui i loculi degli impiegati si aprono. Non che dessero gran fastidio, a dire il vero. L'unico infastidito, che ha provato a far smettere il bimbo più piccolo della nidiata di far casino, era il pakistrano cafone di cui ho scritto più sopra. Son sempre a dire ai figli degli altri come comportarsi ma non dicono mai niente ai loro. Deve essere un altro carattere razziale.
Infine la famiglia che stavamo aspettando se ne va e Roxana ci fa accomodare nel suo loculo. Se nonché il figlioletto più grande torna indietro di corsa, dice "Excuse me" e mi passa su un piede, spingendomi da parte, costringe la piccola a saltare via dalla sedia per evitare che le si arrampicasse addosso e si fionda in fondo al loculo dove avevano abbandonato alcuni sacchetti contenti cosa non si sa. Forse armamentario per la gestione della prole in trasferta. Ecco perché li ho scambiati per cercopitechi. Se ti comporti da bestia, io penso che sei una bestia. Ed ovviamente il colore della pelle non c'entra niente.
Alla fine abbiamo sbrigato tutto, in quindici minuti, dopo un'attesa di circa un'ora e quaranta minuti e dopo che il resto del mio programma per la mattinata è stato cancellato. E solo perché "non mi serviva un appuntamento". Dire ad una persona che è venuta per fissare un appuntamento che l'appuntamento non serve e poi fargli aspettare oltre un'ora e mezza è professionalità? E chi si ostinasse a pensare che questo è solo un episodio, o non volesse credere alle varie disavventure mie e di altre persone che ho raccontato in precedenza su questo blog, lo invito a fare una passeggiata all' East Village, il complesso di palazzi che fu l'Athlete Villagge olimpico e che è stato riconvertito in appartamenti. Mettetevi sotto i terrazzi e guardate come non sono neanche stati capaci di  costruirli allineati. Girate per l'Olympic Park ed osservate la delusione dei turisti sudamericani, francesi e tedeschi nel vedere come il Parco è stato costruito. Parlate con qualche programmatore italiano qui a Londra, e fatevi raccontare di quanti cialtroni incapaci lavorano nelle ditte qui, magari per una banca guadagnando intorno alle 100.000 sterline l'anno. Fatevi raccontare del pizzaiolo cipriota che riusciva a farsi assumere come programmatore sebbene non sapesse programmare, con un notice di due settimane ed una paga di 500 sterline al giorno. Ditte che assumono persone così sono professionali? Guardate in queste due foto in cosa consistono i meeting nelle ditte di programmazione.













Ma davvero secondo voi questa è professionalità? E questo è quanto mi ha scritto riguardo la sua ditta:
Qui a "lavorare" in 2 mesi ho visto...
un dibattito serale con rinfresco pagato per discutere di un argomento inutile giusto per affinare la retorica,
birrate serali mensili,
colazione gratis mensile,
una settimana di assoluto non lavoro per un blocco informatico (lavora in una ditta di informatica, ndr),

un pomeriggio sponsorizzato al bowling per cementare i nuovi team,
sessioni (gratis) di massaggi  su sedia,
organzizzazione di partite di poker dalle 5pm alle 7pm,
gente che si spara proiettili di gomma con pistole di plastica,
un sacco di gente che "lavora" da casa,
un rinfresco pagato dal cliente come ringraziamento.
Spam autorizzato spedito addirittura dall'Human Resources...
Questo XP meeting con barchette, palloncini, carte, ecc... (quello nella foto, ndr)
Noi 3 italiani che guardavamo le partite (ma questo è il meno)...



Quello che vedete nella foto qui accanto è un tubo dell'impianto di irrigazione di un "green roof" di un locale londinese veramente costoso e posh (12 sterline per un sandwich...) ed è stato lasciato così in piena vista dei clienti del locale. E' professionalità questa?

Una cosa invidio agli inglesi: la loro capacità di auto-promozione. Ti vendono il sole a mezzogiorno. Se ne possedessimo solo il 5% l'Italia volerebbe alto. Ma certo, per prima cosa dovremmo smettere di sputtanarci a vicenda come ci piace tanto fare, dovremmo cominciare a lavorare insieme, e smettere di appoggiare lo straniero solo per fare un dispetto al nostro vicino. E crearci una vera etica professionale, tipo: se proprio vuoi metterlo nel culo al turista, almeno convincilo che gli piace. Come sanno fare qui in UK, insomma.

Monday, 7 July 2014

Quando tutto cade in rovina

Le nostre mura sono cadute in polvere,
le nostre lame si sono trasformate in ruggine.Gli aratri sono abbandonati ed ora i nostri campi sono incolti, pascolo delle bestie selvatiche.
Ciò che dovrebbe essere dolce sulla lingua non ha
per me gusto alcuno, le mie labbra anelano una freschezza che non so in chi cercare.
Mi sento vuoto, vuoto come può essere solo chi ha scoperto che ciò che dovrebbe dare piacere al corpo
non da niente alla sua anima.

Back to the beginning of the Labyrinth

I bought it when I first moved to London. I had it set aside long time ago...



...it's time to wear it again.

Sunday, 6 July 2014

Just for real Star Wars fans


Somebody that I used to know


Now and then I think of when we were together
Like when you said you felt so happy
You could die
Told myself that you were right for me
But felt so lonely in your company
But that was love
And it's an ache I still remember
You can get addicted to a certain kind of sadness
Like resignation to the end, always the end
So, when we found that we could not make sense
Well, you said that we would still be friends
But I'll admit that I was glad that it was over
But you didn't have to cut me off
Make out like it never happened
And that we were nothing
And I don't even need your love
But you treat me like a stranger
And that feels so rough
No, you didn't have to stoop so low
Have your friends collect your records
And then change your number
I guess that I don't need that though
Now you're just somebody that I used to know
Now you're just somebody that I used to know
Now you're just somebody that I used to know
Now and then I think of all the times you screwed me over
But had me believing it was always something that I'd done
But I don't wanna live that way
Reading into every word you say
You said that you could let it go
And I wouldn't catch you hung up on somebody
That you used to know
But you didn't have to cut me off
Make out like it never happened
And that we were nothing
And I don't even need your love
But you treat me like a stranger
And that feels so rough
No, you didn't have to stoop so low
Have your friends collect your records
And then change your number
I guess that I don't need that though
Now you're just somebody that I used to know
Somebody I used to know
Somebody
Now you're just somebody that I used to know
Somebody I used to know
Somebody
Now you're just somebody that I used to know
I used to know
That I used to know
I used to know
Somebody

Shall we do something for the global warming or not?




Thursday, 3 July 2014

Come stai?

   Come sto? Sto bene. Sì, tranquilla. Fidati. Devo solo smettere di sanguinare e starò bene. Come si fa a far smettere di sanguinare il cuore? Lo si avvolge stretto stretto col nastro adesivo, ovvio. Anche se, a dire il vero, non sono proprio sicuro che si tratti del cuore. Perché potrebbe anche essere l'orgoglio, sai? Perché ti ho dato tutto quello che potevo dare e non è bastato. Non è cosa che aiuti l'autostima.
    Come? Ti sembra che mi stia isolando? No, ma che dici? Da dove ti viene questa idea? E' che le persone hanno la tendenza a venirti a cercare solo quando non vuoi più saperne di loro. Una vera seccatura. Ma tranquilla, avrò sempre qualcuno a guardare il mio spettacolo. Almeno fin quando non deciderò di uscire di scena.

Il presupposto sbagliato

Lei: Bisogna godersi il momento ed essere felici perché si possono
        organizzare delle belle uscite con persone interessanti.

Io: Tu parti dal presupposto che io vi trovi interessanti.

Lei: Parto dal presupposto che quando ti diverti molto e stai molto
       bene è perché sei circondato da persone che ti arricchiscono.

Il difetto nel tuo discorso sta nel partire dal presupposto che io veramente vi trovi interessanti, quando invece siete voi che trovate interessante me, che siete arricchiti dallo stare con me. Anche se poi gettate via tutto quello che vi do. Io ho solo bisogno di un pubblico. Ed il pubblico cambia ogni sera.

Wednesday, 2 July 2014

I'll get rid of you all

What's the good of spending happy time with people who'll forget you as soon as they get out from your door? It's much better to share the sorrow of a person and to be bond together.
I have no more a place which I can call mine. I quit such a place and I won't find another one. Now I know it. Then, why to wear myself out in searching for it? A place where to hide myself in is enough.
I love because I need it, not because I need you. And you can't accept it. Leave me alone, then. I will learn again what I've forgotten. One day, I will stand-alone. One day, I'll be strong enough. One day, I'll get rid of you all.

Mentre i giorni scorrono

I miei punti di riferimento sono stati mescolati, le persone su cui facevo affidamento se ne sono andate, il luogo dove volevo recarmi lo ho dimenticato e ciò di cui ho bisogno è qualcosa che non riesco a comprendere.

Il mio tempo si consuma in sterili conversazioni, il mio futuro si perde dove non posso seguirlo, il mio passato mi si rivolta contro e il presente si fa confuso.

Il senso di vuoto si fa più grande in me, e quel buio che da sempre mi porto dentro cresce a riempirlo, mentre i miei pensieri si fanno amari. Il senso delle cose si è perso lungo la via, l'amicizia non ne ha mai avuto uno.

A che gioco giochiamo, noi due? Io amo perché ne ho bisogno, non perché ho bisogno di te, ma esiste qualcosa che mi da' il diritto di avere speranza? Posso in qualche modo acquisire il diritto di stravolgere la tua vita, per portare ordine nella mia?