Thursday, 13 September 2012

Metropoli Farneticante

 

 Arrivarono da oltre il mare ed edificarono la loro citta' sulle rive di un fiume. Acque scure ben presto infestate dei cadaveri dei nemici sconfitti, i cui corpi affondarono nei fondali fangosi. Le pianure a nord del fiume, coperte da un'immensa foresta, furono private dei loro alberi: abeti giganteschi, querce maestose e faggi e carpini imponenti caddero sotto colpi di scure, diventando combustibile e cedendo la terra a nuove costruzioni. I colli a sud del fiume furono fortificati, cavalieri in armatura presero stanza in castelli turriti.
     La citta' crebbe, invecchio', luride strade strette fra palazzi maestosi. Divenne una metropoli sotto la spinta di un'industria instancabile. Sub-umani ed appartenenti di nuove razze di Inumani migrarono nelle sue periferie: schiavi nelle manifatture i piu' deboli, soldati per costruire un impero i piu' feroci. Una sola razza, fredda e calcolatrice, nata in luoghi celati da nebbie, dominava incurante sulla citta' e i suoi possedimenti.
     Il cemento e la pietra presero il posto delle foreste, una nuova foresta pietrificata che racchiudeva, come uno scrigno, pietre preziose fatte di boschetti antichi e giardini di oscura bellezza, luoghi di quiete e cimiteri, distese infinite di lapidi e distorti alberi stanchi. E nei suoi meandri abitati da ratti e umanita' decaduta, una nuova entita' andava crescendo: un Demone vorace e mai sazio, nutrito con le spoglie degli Spiriti antichi che avevano abitato le foreste vergini ed il sangue dei nuovi flussi migratori.
     La citta' crebbe, tentacolare, fagocitando le piu' piccole citta' satellite, trasformandosi in un organismo immenso la cui ossatura era formata da oscuri tunnel usati dalle sue milizie per mantenere il controllo piu' ferreo anche nelle periferie derelitte. Secolo dopo secolo, la razza dominante si ritiro' in palazzi sempre piu' inaccessibili, facendo solo ben programmate uscite pubbliche, mentre nuove forme di controllo venivano sperimentate sulla popolazione a sua insaputa. Una strisciante forma di omologazione si sparse lentamente strada per strada, quartiere per quartiere, dal piu' antico nucleo del centro cittadino, fino alle ultime moderne periferie che venivano rapidamente edificate per supportare le differenti classi sociali. Col tempo, tutte le strade finirono per rassomigliarsi, mentre gli edifici stessi assumevano lo stesso aspetto: i vecchi mutavano, i nuovi venivano costruiti simili ai vecchi, cio' che non poteva essere cambiato veniva nascosto con insegne luminose di catene di negozi tutti aventi lo stesso nome. Abbigliamenti omologati vennero imposti agli abitanti, chi cercava di mantenere un'indipendenza di pensiero veniva lentamente e senza clamore escluso dall'accesso ad ogni possibilita' di migliorare la sua condizione. Controllori dalle menti omologate vennero collocati in posizioni chiave. Ogni accesso al Sapere, a quello vero, fu abilmente impedito, fino a ridurre le varie razze popolanti la metropoli una sola gente priva della capacita' di affrancarsi.
     E mentre i Pallidi Signori della citta', devoti alle varie forme di lotta e violenza, capaci solo di combattere perche' incapaci di provare amore e passione per qualsiasi altra cosa, accrescevano il loro potere e la loro ricchezza, la miseria cresceva fra le popolazioni sottomesse. Le nazioni conquistate dalle loro orde, spogliate ed impoverite, divennero un bacino di schiavi volontari, attirati dalla speranza di un futuro migliore. Futuro che in principio sorrise a molti, finche' la ricchezza dello schiavo rendeva ancor piu' ricco il padrone. Ma quando le cose cambiarono nel mondo, quando nuove guerre sconvolsero ogni terra al di la' dei mari, fu necessario cambiare il sistema di sfruttamento, perche' il Demone nato dalla fusione di ossa e matallo, escrementi e sangue che erano le fondamenta della metropoli e il suo scheletro, potesse essere regolarmente nutrito e non si rivoltasse contro coloro dalle cui menti fosche era stato partorito. E cosi', nuove masse  di schiavi furono importate nella metropoli, imprigionati nei suoi meandri, sfruttati per costruire opere colossali, per riprendere ai loro simili cio' che era stato concesso, torturati ed uccisi per il sadico piacere di pochi, ed infine le loro carni usate per sfamare il demone.
    Guardando la metropoli da fuori, da un'ipotetico punto sospeso nel suo cielo, essa si presentava uguale ed omogenea, con strade una uguale all'altra distese a circondare i magnifici monumenti eretti alla vanagloria dei Pallidi Signori. Invece la sua popolazione era varia, le molte razze differenti per statura e colore pitturavano le vie tutte uguali: pelli nere e rosse, capigliature ispide o fluenti, crani rasati, corpi coperti di tatuaggi, carni trafitte da ossi e metalli, cresciute in simbiosi con meccanismi elettronici, corpi deboli o forti, energumeni stolidi, creature longilinee, sottili come fogli di carta o soverchiate da masse di grasso, bellissime, deformi, agili e scattanti o lente e possenti. Ma per quanto i loro corpi fossero diversi, tutte le loro menti erano uguali, tutte le loro menti erano, in un modo o in un altro, sotto controllo.
      E al centro di tutto, e al contempo esteso ovunque grazie ai buii cunicoli sotterranei, il Demone, idiota e malevole, rideva e farneticava e si nutriva, crescendo sempre piu grande dentro il suo guscio che era la citta' stessa. E premendo, infestando la veglia e i sonni dei suoi abitanti, il Demone comincio' a far sentire la sua forza, ancora incubata, in sprazzi di violenza, in pura follia scatenata nelle strada da folle impazzite che depredavano e bruciavano, o negli anfratti buii dove la depravata crudelta' veniva consumata come il pasto di una fiera ferita. Qualcuno, fra i Pallidi Signori, comincio' a temere che la situazione potesse sfuggire di mano.
    E il Demone, farneticante, continua tutt'ora a crescere, nutrito di sofferenza, fin quando rompera' il guscio, dilagando ed avvelenando tutto cio' che tocchera'.

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