Sunday 28 January 2018

Emigrare proprio di marzo...



Il sambuco ha iniziato a germogliare e proprio nei giorni della merla. Giorni estremamente miti, peraltro. Quasi caldi. Beh, effettivamente caldi al sole. Ma non c'è odore di primavera, ancora, e mi sa che l'incauto si è mosso troppo in anticipo. Si spera comunque in una primavera precoce e tiepida, buona per la fioritura dell'acacia e per i bulbi del giardino. Ed io che, con molta facilità, dovrò lasciare nuovamente l'Italia proprio ad inizio primavera... Parafrasando DeAndré, ad emigrare proprio di marzo ci vuole tanto, troppo coraggio. 

Dritto all'inferno avrei preferito andarci d'inverno.

Friday 26 January 2018

La storia del venerdì: la nascita dei poteri signorili



Col termine signoria si intende un nucleo autonomo di potere locale capace di inquadrare un territorio e la sua popolazione. La sua formazione, totalmente avulsa dal feudalesimo ma generata dal potere di fatto di esercitare il districtus o banno, cioè il potere di giudicare ed esigere tasse sui loro territori, avviene per due processi distinti. Da un lato signorie che si pongono in continuità ideale coi poteri pubblici i cui titoli sono stati ereditati; dall'altro si formano domini territoriali capaci di esercitare il banno grazie ad ampie clientele armate. La ricchezza dei signori si origina dai loro allodi (proprietà di cui godevano la piena proprietà); dalla dinastizzazione delle cariche pubbliche, sia laiche che ecclesistiche, e dei territori legati a tale carica; dalla patrimonializzazione dei benefici pubblici un tempo destinati ai re, a cui si aggiungono nuove tasse quali quelle sulla circolazione e tributi straordinari. Il potere dei signori di imporre il banno si allarga, così, ad un'area che trascende i territori che sono la loro personale proprietà.

I regni romano-barbarici formatisi durante i secoli V e VI amministrarono i loro territori tramite l'ufficio di conti e duchi, cioè cariche mutuate dal mondo romano. Membri della neonata aristocrazia terriera, i conti avevano compiti militari e giudiziari su specifiche aree chiamate comites (comitati), mentre i duchi amministravano una più ampia area. In un secondo tempo vennero loro aggiunti i marchesi, posti a capo delle marche, ovvero dei territori di confine dei regni, con funzioni anche militari. Fra VI e XI secolo il rapporto di fedeltà, già in uso sia fra i romani che fra i germani, fu il vero collante che garantì la coesione di una realtà così fortemente frammentata. Il vassallaggio, una particolare forma di fedeltà personale perfezionata in epoca carolingia, consisteva in un rapporto in cui il signore (senior) offriva protezione ed investiva di un beneficium (feudum dal secolo X) un suo subalterno (vassus), il quale in cambio “omaggiava” il signore del servizio militare prestando giuramento di fedeltà. Il moltiplicarsi dei rapporti feudali richiesero sempre più terre da dare in beneficio, che i signori si procurarono occupando o usando tramite enfiteusi le proprietà fondiarie della Chiesa che, a fine del IX sec., corrispondevano ad un terzo del totale delle terre.
Una volta caduto l'impero carolingio nel IX sec. si assiste, fino al X secolo, ad un progressivo processo di appropriazione da parte dell'aristocrazia maggiore dei benefici vassallatici e pubblici, fino ad allora conferiti dal re ma ora integrati nei beni delle grandi famiglie aristocratiche e trasformati in ereditari, prima di fatto e, dall'877, anche ufficialmente con il riconoscimento da parte di Carlo il Calvo di tale ereditarietà. E' da questo momento storico che si smette di parlare di comitati e marche e si inizia, invece, ad usare i termini contea e marchesato, in quanto i territori sopposti al controllo di conti e marchesi non corrispondevano più a quelli delle suddivisioni amministrative. A partire dal X secolo e per tutto l'XI, invece, si assiste allo stesso processo da parte dell'aristocrazia minore, con la formazione dal basso di signorie territoriali capaci di erodere i privilegi ed il potere dell'aristocrazia maggiore, fino al riconoscimento da parte dell'imperatore Corrado II dell'ereditarietà dei benefici dell'aristocrazia minore nel 1037.
La debolezza dei sovrani, nel primo caso, permise all'aristocrazia maggiore di sostituirsi allo stato nel controllo del territorio e di incamerare tutti i benefici ad esso legati, dalla dispensazione della giustizia alla riscossione dei tributi; nel secondo caso, la necessità di provvedere alla difesa del territorio durante le invasioni sarecene, ungare e vichinghe, cominciate nell'VIII-IX secolo, insieme alle ricchezze accumulate tramite il sistema curtense da laici ed ecclesiastici, necessarie per l'indispensabile processo di fortificazione di villaggi e monasteri chiamato “incastellamento” e il reclutamento di clientele armate di “milites” per difenderli, permisero ai signori di esercitare di fatto il districtus o “banno”. Da tali clientele armate si formò la cavalleria, una classe separata dal popolo, le cui caratteristiche iniziali erano la disponibilità di un cavallo e delle armi, ottenute per ricchezza personale o per personale concessione da parte del signore, e della possibilità di esercitarsi nel loro uso. Era quindi il servizio militare e non un diritto di nascita che dava accesso alla cavalleria e ne faceva una classe aperta, fino alla istituzione della sua ereditarietà sancita da Corrado II.
Fu in questo periodo che fu istituita anche l'ereditarietà per primogenitura per via paterna, il lignaggio, per impedire il frazionamento dei possedimenti, e che vide la trasformazione dell'aristocrazia, prima quella maggiore e poi quella minore, da una classe permeabile ad una chiusa. E che convertì i sovrani da dispensatori di benefici a quello di esclusivi depositari dell'accesso al rango nobiliare. Nel XV secolo nacque anche la nobiltà di “toga”, ovvero l'appartenenza alle alte cariche della burocrazia di stato, la cui nomina fu appannaggio dei sovrani.


This ain't No Place For No Hero

I can't see where you comin' from
But I know just what you runnin' from:



And what matters ain't the "who's baddest" but
The ones who stop you fallin' from your ladder, baby.

La storia del venerdì: Indoeuropeans, the never happened invasion



Indoeuropean populations' origin is, according to a first theory, linked to the invasion of people coming from the Ukrainian steppes. A warrior population capable of subjugating all the populations already living in Europe and doing it so far to replace their languages almost completely. A second theory places the arrival of Indoeuropeans in relation to the spreading of agricultural techniques in Europe: a peaceful invasion, this time, but still capable of erasing all the original languages when not even the original cultures.
In the 90s of the last century, a new theory was advanced by three linguistics and three archaeologists, of different nationalities and all working independently. This new theory, the Paleolithic Continuity Paradigm (PCP), claims uninterrupted continuity of cultures and languages since Paleolithic. Practically, the Indoeuropean invasion never happened and those populations that we call Indoeuropeans are the people already living on the continent for a long time before the supposed linguistic revolution.
The PCP is based on data that nobody has opposed at present:
  1. archaeological proves of continuity since the Paleolithic through Mesolithic and Neolithic till the Metal Ages and absence of any proof of an invasion: there are no signs of the Celts arrival, even less of the Germans because those populations were always "been there";
  2. scarce signs of other cultures infiltration and, where present like in Italy and Greece where farmers from the Middle East actually arrived, the most differentiation of languages from the Indoeuropean family. That means that the infiltrated populations are the no-Indoeuropeans;
  3. all linguistic proves are against the hypothesis of a late introduction of the Indoeuropean languages, lacking the marks of a recent differentiation: agricultural terms, for example, are sharply different among the Indoeuropean thongs, the sign of an earlier differentiation respect the agricultural techniques introduction in Europe.

The strongest points in favour of CPC are the following:
  1. continuity is the most probable situation, so in absence of any proof is most plausible;
  2. languages are proved much more antiques than believed when the invasion and dispersal theory was formulated and, even more, are much more stable than believed: otherwise the conservation is the fundamental law of language and it doesn't change following a "biological law" but just in concomitance of a strong, external socio-economic event;
  3. many Neolithic invention's names, like the bow and agricultural techniques, are different in the different languages, highlining that those languages had already differentiated at the time of those discoveries;
  4. archaeological boundaries perfectly overlap with language boundaries, denying the theory of a dispersion of the techniques from an area to another one;
  5. 80% of European genetic stock goes back to the Paleolithic, meaning there were no important migrations of no-Indoeuropean people at that time.
Such a scenario sheds a different light on facts like the no affinity of modern Tuscanians and Etruscians, or the very small 5% incidence on the English DNA of DNA of all those populations that invaded Britain since the Romans time. It says that the European populations' origins are much older than so far supposed.
Whoever would like to know more about the Paleolithic Continuity Paradigm and about this never happened invasion can deepen the matter on http://www.continuitas.org/intro.html .

Thursday 25 January 2018

Outing 3

Continuano a darmi del razzista/fascista... E che devo dire più di ciò che ho già spiegato nel primo post di questa serie? Sono razzista, islamofobo, omofobo e sessista (leggetevi l'altro post se volete capire cosa intendo; se vi interessa prendere tali aggettivi nel loro senso lato, invece, fate pure a meno di leggerlo). Fascista, ufficialmente, lo sono diventato recentemente, incuriosito al punto da avvicinarmi al movimento dalle continue accuse di esserlo. Ma qual è stata la mia colpa, questa volta? Aver chiesto in un gruppo Facebook di italiani che vivono a Dublino ragguagli su un articolo che parlava di baby gang e da lì allargarmi in domande relative al tipo di immigrazione e sulla presenza di ghetti etnici o meno. Una ragazza (donna? dal suo profilo si capisce solo che ama i cavalli, i gay ed è single) si è affrettata a sgonfiare la storia e a precisare che tali baby gang erano composte di "locali". Al mio insistere per sapere se i locali fossero immigrati di seconda o terza generazione mi ha accusato di essere un "grande razzista/fascista". 
Come ho già scritto, lo sono. In un certo senso. Nei sei anni che ho speso all'estero ho vissuto in quartieri a maggioranza islamica, in case di indiani, in nazioni nere, con inquilini nigeriani e partecipato alla vita di comunità in cui ero, letteralmente, una mosca bianca. Sono stato minacciato di morte due volte da neri, una volta da un subalterno e una volta da un ladruncolo che stava minacciando con un cacciavite un mio operaio; una volta sono stato minacciato di morte da un pakistano per il semplice fatto di indossare abiti militari (li uso per lavoro) che, in mezzo alla strada, mimò il gesto di accoltellarmi; una volta mi fu negata una stanza in affitto in una casa di neri per il semplice fatto di essere bianco, una volta lo stesso è stato fatto da indiani; un ragazzino è stato ucciso a coltellate a 200 metri da casa mia per rubargli la bici, un mese dopo il fatto anche il padre è stato ucciso; un gruppo di ragazzini pakistani mi ha coperto di insulti, un giorno, per essermi avvicinato a loro in un vicolo (volevo restituire la tessera del bus persa da uno del gruppo); la mia ex è stata tirata giù dalla bici in pieno giorno da una coppia di neri ubriachi in un tentativo di violenza; sempre in pieno giorno, davanti alla banca vicino casa mia, un gruppo di una quindicina di immigrati clandestini sono saltati addosso ad un ragazzo al bancomat, rubandogli soldi e carta. Questo giusto per citare solo gli episodi più salienti che ho vissuto in prima persona o da vicino.
Beh, chiamatemi pure razzista perché voglio sapere che tipo di composizione sociale ed etnica c'è in una determinata zona, ma all'idea di tornare a vivere in una nazione nera o in un ghetto indo-pakistano o comunque islamico la mia risposta è: NEVER AGAIN.

Ah, e giusto come nota a pie' di pagina, la tipa che ha smentito la storia delle baby gangs ha scritto, testuali parole, "Ci vuol poco a spaventare 4 poveri pensionati (vedi articolo) Sai è il numero la loro forza. Più che altro le baby gang dublinesi hanno picchiato persone che stavo x i zazzi loro la notte- Quelle del mio vecchio quartiere ogni pomeriggio andavano a molestare il pakistano del corner shop e questo chiamava la polizia - fanno molto vandalismo-  chiedono soldi sigarette... (giravo sempre con un borsellino pienissimo di spiccioli just in case...)" Cioè, lei girava con un borsellino pieno di monete per ammansire le bestie, non so se avete afferrato la cosa. Ma il problema sono io razzista/fascista che faccio domande.

Sunday 21 January 2018

Stare bene con se stessi

Bisogna saper stare bene con se stessi... una frase che sento ripetere ovunque, come un mantra. Sono in pace con me stessa, quindi sto bene anche da sola... questa la scrivono le donne sui loro profili dei siti di appuntamenti, ché tanto anche alla più cessa basta uscire la sera e chi le tiene compagnia per qualche ora lo trova. Ma mi volete spiegare cosa significa stare bene, essere in pace con se stessi? Me lo spiegate voi che state bene con voi stessi? Significa che siete riusciti a risolvere tutti i traumi infantili e i conflitti adolescenziali? Se è così, complimenti. Perché è roba da far invidia ai migliori psicoterapeuti, mi sa. Oppure intendete dire che vi accettate così come siete, che siete sicuri di voi stessi per ciò che siete? Significa che siete così sicuri di voi stessi da non curarvi del giudizio altrui e poter gestire la solitudine? Perché a me vien da pensare, ma certo io sono uno che pensa sempre male, che tutto questo preferire starsene da soli, e incontrare persone solo su terreno scelto da voi e con regole prestabilite, sia in realtà indice di una grande insicurezza. Chi ha accettato se stesso non ha problemi a guardare la propria personalità, coi suoi pregi e difetti, riflessa nelle altre persone, non ha bisogno di seguire un copione, è capace di improvvisare.
Comunque prendo atto che state bene con voi stessi e che il fatto di vivere in una società in cui le nevrosi aumentano esponenzialmente, in cui le persone non sono più in grado di costruire relazioni stabili ed accettano contatti solo con persone che la pensano allo stesso non significa assolutamente niente. Buona vita.

My love forever more 2

Non è vero che niente è per sempre, che anche l'amore finisce. Se veramente ami una persona, non importa che ti abbia tradito, mentito, abbandonato, barattato come un oggetto in cambio della carriera, se veramente è amore ciò che provi per quella persona continuerai ad amarla anche dopo tutto questo e neanche il tempo vi porrà rimedio. Non fatevi fregare dall'amore, non ne vale la pena.

It isn't true that nothing last forever. Isn't true that even love will not last forever. If you really love a person, if it's true love what you feel for that person, it doesn't matter if she cheated on you, lied to you, forsaken you, bartered you for a career, you'll keep loving that person and not even the time will heal you. Don't let love screwing you, it doesn't worth it.

Friday 19 January 2018

La storia del venerdì: Indoeuropei, l'invasione mai avvenuta





L'origine dei linguaggi indoeuropei viene fatto risalire, secondo una teoria, ad un'invasione di popolazioni provenienti dalle steppe ucraine. Un popolo guerriero capace di soggiogare tutte le popolazioni autoctone già presenti in Europa al punto da sovrascrivere il proprio linguaggio ai loro. Una seconda teoria pone l'arrivo degli indoeuropei in relazione con il diffondersi dell'agricoltura in Europa: un'invasione pacifica, secondo questa teoria, ma ancora capace di cancellare i linguaggi, se non le culture, già presenti.
Negli anni '90 del secolo scorso una nuova teoria è stata presentata da tre linguisti e da tre archeologi, di differenti nazionalità e ognuno lavorando indipendentemente, dichiarando una ininterrotta continuità delle culture e dei linguaggi indoeuropei sin dal paleolitico. In pratica, l'invasione indoeuropea non sarebbe mai avvenuta e i popoli che noi chiamiamo indoeuropei sarebbero in realtà i popoli europei già stabiliti da lungo tempo sul continente all'epoca della presupposta rivoluzione linguistica.
La teoria della continuità neolitica si basa su dati che, al momento, nessuno ha contraddetto:
  1. l'impossibilità di individuare l'urheimat delle lingue indoeuropee, ovvero la loro area di origine;
  2. le prove archeologiche di una continuità fin dal paleolitico, attraverso il mesolitico e il neolitico, fino alle ere dei metalli delle culture europee e l'assenza di ogni prova di una avvenuta invasione: non ci sono tracce dell'arrivo dei celti, tantomeno dei germani, segno che tali popoli sono “sempre stati lì”;
  3. scarsi segni di infiltrazioni di altre culture e, là dove presenti, come in Italia e Grecia dove agricoltori del Medio Oriente sono effettivamente arrivati, il maggior discostamento dei linguaggi dal ceppo indoeuropeo. Segno che le popolazioni infiltratesi sono proprio i gruppi non indoeuropei;
  4. le prove linguistiche sono tutte contro l'ipotesi di una tarda introduzione dei linguaggi indoeuroepi, mancando quei fattori comuni tipici di una recente differenziazione: le terminologie agricole, per esempio, sono nettamente differenziate nelle varie lingue indoeuropee, segno che tali linguaggi si sono differenziati molto tempo prima dell'introduzione delle tecniche agricole in Europa.
I principali punti a favore della tesi della continuità nell'origine dei popoli e linguaggi indoeuropei sono i seguenti:
  1. la teoria della continuità è la più logica e quindi, in assenza di prove contrarie, la più plausibile;
  2. i linguaggi sono comprovatamente molto più antichi di quanto ritenuto dai teorizzatori dell'invasione e della dispersione indoeuropea, ed oltretutto molto più stabili di quanto in passato ritenuto: ovvero la conservazione è la legge di base del linguaggio ed esso non tende a cambiare secondo una “legge biologica”, bensì solo in concomitanza con un forte evento socio-economico di origine esterna;
  3. i nomi di molte invenzioni neolitiche, quali l'arco e le tecniche agricole, sono differenti nei vari linguaggi, indice che tali linguaggi si erano già differenziati al tempo di tali scoperte;
  4. i confini archeologici coincidono con i confini linguistici, negando quindi la teoria di una diffusione di tecniche da un'area ad un'altra;
  5. l'80% dello stock genetico europeo risale al paleolitico, ovvero non ci sono state significative migrazioni di popoli non indoeuropei dopo tale periodo.
Inserite in questo contesto, fatti quali la non discendenza dei toscani dagli etruschi, o l'incidenza nel DNA della popolazione inglese non superiore al 5% da parte dei popoli che dai romani in poi hanno invaso la Bretagna, acquisiscono una valenza nuova, indice di una origine delle popolazioni europee molto più antica di quanto supposto precedentemente.
Per chi fosse interessato a saperne di più sul paradigma della continuità paleolitica e su questa invasione che non è mai avvenuta: http://www.continuitas.org/intro.html.


What does tomorrow want from me?

What does it matter what I see?
If I can't choose my own design,
Tell me where do we draw the line?





"Where Do We Draw The Line"

On your palm an endless wonder
Lines that speak the truth without a sound
In your eyes awaits the tireless hunger
Already looks for prey to run down

So why do we keep up this charade
and how do we tell apart the time to leave from the time to wait?

What does tomorrow want from me?
What does it matter what I see?
If it can't be my design,
Tell me where do we draw the line,
Tell me where do we draw the line?

The dance of flames and shadows in the street
Make poetry nobody's ever heard
The weight of loneliness stands on your feet
The cage already there around the bird

So why don't we join the masquerade
before it all falls apart, before our love becomes insatiate?

What does tomorrow want from me?
What does it matter what I see?
If I can't choose my own design,
Tell me where do we draw the line?

What does tomorrow want from me?
What does it matter what I see?
If we all walk behind the blind,
Tell me where do we draw the line,
Tell me where do we draw the line?

Where's the cooling wind?
Where's the evergreen field?
Where's my mother's open arms?
Where's my father lion heart?
It's like the sun's gone down
Sleeps in the hallowed ground now
With the autumn's brown leaves
With the one who never grieves

So why do we keep up this charade
and how do we tell apart the time to leave from the time to wait?

What does tomorrow want from me?
What does it matter what I see?
If it can't be my design,
Tell me where do we draw the line?

Whatever tomorrow wants from me,
At least I'm here, at least I'm free.
Free to choose to see the signs.
This is my line.

Sunday 14 January 2018

Before dawn

I took my dog for a walk into the fields before dawn. The path was scarcely visible, partially concealed among the shadow thick of tall grasses and olive trees: the cocks called each other from any direction and the creek rumbled at the bottom of its canyon, a conversation that just here and there we can understand. I breathed an air which wasn't polluted by the optimism of your modernity, by the certainties of your liberalism, by your half burned satisfactions. My steps went among the bare blackthorns and low nettles, crawling ivy and rampant ligustrum. I cast back to a stone house, deserted but still full of memories, left over there like in a ruined shrine. And I asked myself how can you get so lightly rid yourself of the memories gathered along a life, and get rid of the person you gathered those memories with. Should I remove those memories nothing would remain of myself.

La storia del venerdì: the Roman Empire's crisis




The Roman Empire's crisis happened between the III and the VII century a.C. The stop to the conquest wars brought a stop also in the supply of slaves, while a climate cooling was the reason for harvests decrease, famines and plagues spread, starting a demographic crisis. It is estimated that in the year 700 a.C. the population of the Western part of the Empire was down to 27 million of people against the 67 of the year 200. Other estimations put the data at 19/20 million. The cities depopulated, and so some rural areas, with consequences on the commerce: the long distance commerce disappeared progressively and a new local economy appeared, still based on the latifundium but aiming to the self-sufficiency. Social disparities increased; barbarian populations were let settling inside the Empire's borders to recover the most depopulated regions.
The economic and demographic crisis coincided with the biggest expansion of the Empire, which organisation had required some military and bureaucratic reforms implemented by Diocletian between 293 and 301 a.C. and then strengthen by his successor Constantine. Such reforms, even if necessary, had made bureaucracy and army hypertrophic and expensive and funded by a sharp tax increase. Population decrease, tax evasion, loss to the exchequer of whole regions now inhabited by barbarians lead to the tax system collapse and at the end of all those services provided with public money: road maintenance, aqueducts, public schools, bureaucracy, and army stopped working and the Empire in the pars Occidentis fell.
The immigration policy of the Empire failed definitively when the Visigoths, escaping the Unns, were let passing the Danube in the 375. After a short time, the rebelled and defeated the Imperial army at Adrianopolis on the 378, where Emperor Valens found his death. Since that time the borders weakened and broke in Winter of the 406-407.
The new populations, always in the minority respect to the Romans populations, interacted with them in very different ways: some opted for subjugations (Vandals), others avoided any mixture (Ostrogoths), others accepted the Catholicism, which was the State religion since the 380, and integrated with the local populations. Faster was the integration, longer lasted the new politic reality born, like the Franks Kingdom of King Clovis, who converted from paganism in 496.
In the V century, the Empire in the West was just a concept: the Roman-barbarians kingdoms acknowledged the Emperor's authority just formally. And in the 476, the Roman general Odoacer overthrew the last Emperor Romulus Augustulus and created a personal domain which will fall before the end of the century by hands of the Ostrogoths. The illiteracy became substantial among the laypeople and especially among the aristocracy. It was the beginning of the Church monopoly of culture which would have lasted until the XI century.


Instead, in the pars Orientis, backed by the strongest economy, less damaged by the climate change, the Empire tackled the barbaric migrations and lasted, even if reduced in size and with mixed fortunes until the Turkish conquest of Byzantium in 1453.

Saturday 13 January 2018

La storia del venerdì: la crisi dell'Impero Romano



La crisi dell'Impero Romano maturò fra il III e il VII sec. d.C. L'interruzione delle guerre di conquista comportò una riduzione nell'approvvigionamento di manodopera schiavistica, mentre a causa di un raffreddamento del clima i raccolti si ridussero, si diffusero carestie ed epidemie che, a loro volta, innescarono una crisi demografica. Si stima che nell'anno 700 d.C. la popolazione della parte occidentale dell'Impero Romano era ridotta a 27 milioni di abitanti contro i 67 dell'anno 200. Altre stime fissano la cifra a 19/20 milioni. Le città si spopolarono, e così pure alcune aree rurali, con conseguenze sui commerci: quelli a lunga distanza andarono via via scomparendo lasciando il posto ad economie locali che continuarono a basarsi sul latifondo ma puntarono all'autosufficienza. Le disparità sociali aumentarono; le popolazioni barbariche furono lasciate insediarsi entro i confini per recuperare regioni ormai totalmente spopolate.
La crisi economica e demografica coincise col momento di maggior estensione dell'impero, la cui gestione aveva richiesto riforme in campo burocratico e militare, attuate da Diocleziano fra il 293 e il 301 d.C. e poi rafforzate dal successore Costantino. Tali riforme, sebbene necessarie, avevano reso burocrazia ed esercito ipertrofici e dispendiosi, con un conseguente e costante inasprimento del regime fiscale per sovvenzionarli. Riduzione della popolazione, evasione fiscale crescente, perdita al fisco di intere regioni ripopolate di germani condussero al collasso del sistema fiscale e di tutti quei servizi che da esso erano sostenuti: manutenzione viaria, acquedotti, scuole pubbliche, burocrazia, esercito, commercio smisero piano piano di funzionare e la pars Occidentis dell'impero si disgregò.
La politica immigratoria dell'impero fallì definitivamente quando i Visigoti, in fuga dagli Unni e lasciati passare il limes danubiano nel 375, si ribellarono e sconfissero l'esercito imperiale ad Adrianopoli nel 378, dove l'imperatore Valente morì. Da quel momento i confini iniziarono a logorarsi e cedettero definitivamente sul Reno nell'inverno del 406-407.
Le nuove popolazioni, sempre minoritarie rispetto alle popolazioni romane, interagirono in modi differenti con queste: alcune optarono per la sopraffazione (Vandali), altre evitarono ogni commistione (Ostrogoti), altre ancora si integrarono e convertirono al cattolicesimo, che dal 380 era la religione di stato dell'impero. Più veloce fu l'integrazione, più duratura fu la realtà che si creò, come il regno dei Franchi, che re Clodoveo portò dal paganesimo direttamente al cattolicesimo nel 496.
Nel V sec., ormai, l'impero in Occidente esisteva solo come concetto: i regni romano-barbarici riconoscevano l'autorità dell'imperatore solo teoricamente. E nel 476, Odoacre, un generale romano, depose l'ultimo imperatore Romolo Augustolo, creando in Italia un suo dominio personale che cadrà poi sotto la conquista ostrogota entro la fine del secolo. La dealfabetizzazione divenne sostanziale nel laicato e soprattutto fra l'aristocrazia: iniziò l'egemonia ecclesiastica della cultura che perdurerà fino a tutto l'XI sec.

Nella pars Orientis, invece, sostenuto da un'economia più forte, meno colpito dai cambiamenti climatici, l'impero riuscì a respingere le invasioni barbariche e continuerà ad esistere, sebbene sempre più ridotto in dimensioni e fra alterne vicende, fino alla conquista turca di Bisanzio nel 1453.


Wednesday 10 January 2018

Desperation



Chissà se quella disperazione che certe notti ti scuoteva tutta era qualcosa che ti portavi dentro da prima che ti incontrassi, o se era qualcosa che io avevo provocato. Chissà se ero la lama che incideva la pustola per farne uscire il pus, o se ero l'infezione che bruciava la tua carne. Chissà se sono stato il mezzo per liberarsi di una pressione non più tollerabile, scartato una volta adempiuto il suo compito, o se sono stato l'elemento di disturbo, la forza negativa da cui era necessario allontanarsi

I wonder if that desperation shacking you deeply some nights was something you carried with you since before we met, or if it was something that I had aroused. I wonder if I was the scalpel cutting the pustule to let the pus flow out, or if I was the infection burning your flesh.  I wonder if I've been the tool necessary to get rid of a pressure not endurable anymore, discarded once accomplished its purpose, or if I've been the bad influence of which was compelling to go away.

La storia del venerdì: the plague and the economic crisis



It's the XIV century (from 1301 to 1400): the demographic growth has made hard to feed everybody, due to a lack of technological development in agriculture; European people's diet gets less varied, famines spread, denutrition comes back e people starve in the street like it didn't happen since centuries; the war becomes at low intensity, fought by mercenary groups that exploit friends' territories and make a tabula rasa of enemies'.

1347: on a Genoese mercantile, comes from Asia a new disease that nobody is capable to cure. It's the Black Death, the plague, which by 1350 exterminates half of the European population. Due to the permanent condition of war and denutrition, the plague becomes endemic in Europe for roughly a century. In London, it will last until the Great Fire of 1666. So, an economic crisis made worse by the demographic crisis. But also is crisis time, someone can take advantage. Those people are the administrators of the crisis themselves: public officials, notaries, scribes and treasurers who manage the tax collection and war payments. They move huge amounts of money and much of them remain in their hands. When the crisis is over, they realize that they have become incredibly rich, and many of them use that money to buy a peerage.
The contemporary European aristocracy descends from those officials who took advantage of war's misery and famine to make themselves rich.

Saturday 6 January 2018

Prima dell'alba

Ho portato il mio cane a passeggio nei campi prima dell'alba. Il sentiero a malapena visibile, semicelato nelle ombre fitte di erbe alte ed olivi; i galli si chiamavano l'un l'altro da tutte le direzioni e il torrente rumoreggiava sul fondo della sua gola, un conversale di cui solo a tratti possiamo comprenderne le parole. Respiravo un'aria non intossicata dall'ottimismo della vostra modernità, dalle certezze del vostro liberalismo, dalle vostre soddisfazioni bruciate a metà.  I passi andavano tra prugnoli spogli ed ortiche basse, edere striscianti e ligustri rampanti. Ho ripensato ad una casa in pietra, ormai abbandonata ma ancora piena di ricordi, lasciati là come in un santuario in rovina. E mi sono chiesto come facciate a disfarvi tanto leggermente dei ricordi accumulati in una vita insieme alla persona con cui li avete condivisi. Dovessi cancellare quei ricordi, mi rendo conto, non resterebbe niente di me.

Friday 5 January 2018

La storia del venerdì: la peste e la crisi economica




XIV secolo (il 1300, per intenderci): la popolazione cresce, sfamarla diventa un problema a causa della scarsa innovazione tecnologica in agricoltura; la dieta delle popolazioni europee si riduce in varietà, cominciano le prime carestie, tornano i casi di denutrizione e le persone muoiono di fame per strada come non succedeva da secoli; la guerra acquista una nuova forma, a bassa intensità, fatta da piccole bande mercenarie che spogliano i territori amici e fanno tabula rasa in quelli nemici.
1347: a bordo di un mercantile genovese, arriva dall'Asia una nuova malattia, che nessuno sa curare. E' la peste bubbonica, che entro il 1350 ha sterminato metà della popolazione europea. Grazie allo stato di guerra permanente e alla denutrizione, la peste diviene endemica in Europa per circa un secolo (a Londra fino al Grande Fuoco del 1666). Crisi economica e crisi demografica, quindi. Ma anche in tempi di crisi c'è chi riesce a trarre vantaggi. Fra coloro che si avvantaggiano della crisi ci sono gli amministratori della crisi stessa: i funzionari statali, notai, scrivani, tesorieri che gestiscono la raccolta delle tasse e i pagamenti di guerra. Muovono ingenti capitali e molto, molto denaro rimane nelle loro tasche. A crisi finita, realizzano di essere divenuti enormemente ricchi e molti di loro usano quel denaro per comprare titoli nobiliari.
La nobiltà europea contemporanea discende da quei funzionari che sfruttarono le miserie della guerra e delle carestie per arricchirsi.


Wednesday 3 January 2018

Falling in love?

No, I don't fall in love.
...
Believe it or not, you can keep a hormonal storm under control and get rid of the butterflies in your belly with a laxative.
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There are people capable to fall in catalepsy at wish, I don't see why shouldn't be possible with hormones.
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I was sure you wouldn't understand. Let me put it this way: most people choose the person they fall in love with; I fall in love with the person I have chosen.
...
No, it's not sad at all.
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It doesn't create any problem neither. Except when the best two courses are served at the beginning of the banquet. In such a case, all the following dishes are tasteless.

Innamorarsi?

No, io non mi innamoro.
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Credici oppure no, le tempeste ormonali possono essere tenute sotto controllo e per le farfalle nello stomaco ci sono i lassativi.
...
C'è chi riesce ad andare in catalessi a comando, non vedo perché non si possa fare con gli ormoni.
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Eh, lo sapevo che non avresti capito. Mettiamola così: la gente sceglie la persona di cui si innamora; io mi innamoro della persona che scelgo.
...
No, non è affatto una cosa triste
...
E no, non crea nessuno tipo di problema. Eccetto quando le due portate migliori ti vengono offerte all'inizio del banchetto. In questo caso, tutti i cibi che seguono paiono insipidi ed insapori.

Eros



With the taste of paradise on his tongue, he rose his stare to meet two slightly open lips, two blurred eyes. Small fingers entwined his hair, scratching while pulling his head up, to leave a saliva stream on the tender skin first, on the excitement wrinkles then, till to a wet kiss, because everything he experienced would be shared.


Col sapore di paradiso sulla lingua, alzò lo sguardo ad incontrare due labbra dischiuse, due occhi appannati. Piccole dita si intrecciarono ai suoi capelli, lo graffiarono leggermente, trassero la sua testa verso l'alto, a lasciare una scia umida sulla pelle tenera prima, sulle grinze dell'eccitazione poi, fino ad un bacio bagnato, perché ogni cosa che lui provava fosse condivisa.

Monday 1 January 2018

The Year of...

Il mio zodiaco si è fatto confuso, offuscato dal mondo nuovo in disfacimento, anzi, totalmente disfatto, ormai. I suoi segni sono intangibili, indistinguibili, si ripropongono privi di sostanza in un carosello muto senza che di nuovi vengano a dare loro il cambio, imprigionati dalla fine della spinta creativa. E così torna l'Anno del Maverick, a seguire un Anno del Lupo che già si era consumato. O forse è un anno che non nasce sotto alcun segno. Anzi, non c'è proprio alcuna rinascita con l'Anno Nuovo.

Però, su Twitter, sono incappato in un oroscopo molto interessante, gentilmente offerto da Alessandro Greco.

OROSCOPO 2018
Ariete: sarà un anno di merda.
Toro: questa è la tua ultima settimana. Saluta tutti.
Gemelli: finora ti sei salvato. Ma adesso corri a farti una TAC. C'è una sorpresa.
Cancro: non aggiungo altro.
Leone:la fortuna è dietro l'angolo. Rimarrà lì.
Vergine: cazzi tuoi.
Bilancia: le stelle prevedono un arresto cardiaco. 
Scorpione: del 2018 vedrai appena 3 mesi. Goditeli. 
Sagittario: ictus in arrivo, si consiglia di dormire al Pronto Soccorso.
Capricorno: mi spiace. RIP.
Acquario: entro un mese affogherai nella vasca da bagno.
Pesci: anche tu.

My Zodiac has become confused, blurred by my decaying new world, already decayed, actually. Its signs have become incorporeal, indiscernible, they come back again and again deprived of substance in a mute merry-go-round without anyone new coming to take their place, imprisoned by the depletion of the creative push. So, the Year of the Maverick is back again, following a Year of the Wolf which had already repeated itself. Or maybe, this is a year which is born under no sign. Rather, there's no rebirth at all with the New Year.

Yet, I have found an interesting horoscope on Twitter, kindly powered by Alessandro Greco.

HOROSCOPE 2018
Aries: it will be a shitty year.
Taurus: this is your last week. Say goodbye to all.
Gemini: you have avoided it, so long. Now get quickly to have a CT scan. A surprise is waiting for you.
Cancer: I don't say anything more.
Leo: the good luck is just around the corner. And there it will stay.
Vergin: your problem.
Libra: the stars predict a heart attack.
Scorpio: you will see just 3 months of 2018. Enjoy them!
Sagittarius: a seizure is coming. Sleeping at the A&E is recommended.
Capricorn: I'm sorry... RIP.
Aquarius: by the end of the month you will drown in the bath.
Pisces: the same for you.





La storia del venerdì: the Lombards and the Southern Question

"La storia del venerdì" is a weekly column about curious, unknown and misknown historical facts, which will be published every Friday in Italian, then translated into English during the following week. I kept the Italian title because it's not translatable in English, playing with the word "storia", meaning both history and story. Enjoy the reading!



Year 569 a.C.: led by King Alboin, the Lombards have moved from Pannonia to Italy through Friuli. Worn out by the twenty years long Gothic War, fought between Justinian, the Emperor of the Byzantine Empire, and Goths, holding on that time a kingdom in Italy, brought on their knees by famine and plagues, the Latin population of Italy is not capable to stand against the invasion. The Lombards settle without any plan and in an uneven way in three areas: the Padan Plain, Tuscany and the territories around the cities of Benevento and Spoleto. The Byzantines keep the coasts, Ravenna, the Pentapolis, Rome and a string of castles linking to the Adriatic coast, and the Major Islands.
The Lombards are a fragmented military society, one of the roughest barbarian people, described by historical sources as "fiercely alien" to the Roman society. Their leaders are Arians (Arianism has been declared heresy in 325 a.C.), while the people are pagans. Their settling in Italy has a violent impact on the Romans: the gentry is scattered and its lands confiscated by the Lombards military leaders, who become a landed aristocracy; same destiny happens to the Catholic Church's properties, which are handed out to the Arian Church.
The Romans' condition improves when the conquest and settling are over, especially after the Lombards convert to Catholicism, through a process begun by King Agilulf and the wife Theodelinda in 591 and completed in 653 when King Aripert abolishes the Arianism. In the VIII century, the two societies are ethnically mixed and, under King Liutprand, they find further strengthening.
It's King Liutprand who, taking advantage of the Empire weakness and of a riot happened in the year 727 against the Emperor Leo III-led iconoclasm, that snatches some territories to the Empire. Some of those territories are then offered to the Pope, to acknowledge his new political role or maybe to buy his support. But it is the Pope who calls for help when the Kings Aistulf first and Desiderius then, in the second half of the century, resume the expansion to Byzantium's detriment. The Franks answer the Pope's call and counterfeit the Lombards, depriving them of some territories, which the Franks hand over to the Pope. The fight between Franks and Lombards ends in the 774 with Charlemagne conquering the Lombards Kingdom. The Duchies of Spoleto and Benevento avoid the occupation and will last until the Normann conquest, completed in 1076 with the conquest of Salerno.


The Lombards seizure and then their submission by the Franks produced two consequences which still afflict Italy. The first is the beginning of the Pope's temporal power, funded on the donations of Liutprand (728) and of the Pippinids (756). The second consequence is the splitting of Italy into two halves never reunite until the XIX century, which developments and cultures proceded independently at different speeds since then: the Southern Question was born.