Ho portato il mio cane a passeggio nei campi prima dell'alba. Il sentiero a malapena visibile, semicelato nelle ombre fitte di erbe alte ed olivi; i galli si chiamavano l'un l'altro da tutte le direzioni e il torrente rumoreggiava sul fondo della sua gola, un conversale di cui solo a tratti possiamo comprenderne le parole. Respiravo un'aria non intossicata dall'ottimismo della vostra modernità, dalle certezze del vostro liberalismo, dalle vostre soddisfazioni bruciate a metà. I passi andavano tra prugnoli spogli ed ortiche basse, edere striscianti e ligustri rampanti. Ho ripensato ad una casa in pietra, ormai abbandonata ma ancora piena di ricordi, lasciati là come in un santuario in rovina. E mi sono chiesto come facciate a disfarvi tanto leggermente dei ricordi accumulati in una vita insieme alla persona con cui li avete condivisi. Dovessi cancellare quei ricordi, mi rendo conto, non resterebbe niente di me.
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