Friday, 5 January 2018

La storia del venerdì: la peste e la crisi economica




XIV secolo (il 1300, per intenderci): la popolazione cresce, sfamarla diventa un problema a causa della scarsa innovazione tecnologica in agricoltura; la dieta delle popolazioni europee si riduce in varietà, cominciano le prime carestie, tornano i casi di denutrizione e le persone muoiono di fame per strada come non succedeva da secoli; la guerra acquista una nuova forma, a bassa intensità, fatta da piccole bande mercenarie che spogliano i territori amici e fanno tabula rasa in quelli nemici.
1347: a bordo di un mercantile genovese, arriva dall'Asia una nuova malattia, che nessuno sa curare. E' la peste bubbonica, che entro il 1350 ha sterminato metà della popolazione europea. Grazie allo stato di guerra permanente e alla denutrizione, la peste diviene endemica in Europa per circa un secolo (a Londra fino al Grande Fuoco del 1666). Crisi economica e crisi demografica, quindi. Ma anche in tempi di crisi c'è chi riesce a trarre vantaggi. Fra coloro che si avvantaggiano della crisi ci sono gli amministratori della crisi stessa: i funzionari statali, notai, scrivani, tesorieri che gestiscono la raccolta delle tasse e i pagamenti di guerra. Muovono ingenti capitali e molto, molto denaro rimane nelle loro tasche. A crisi finita, realizzano di essere divenuti enormemente ricchi e molti di loro usano quel denaro per comprare titoli nobiliari.
La nobiltà europea contemporanea discende da quei funzionari che sfruttarono le miserie della guerra e delle carestie per arricchirsi.


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