XIV
secolo (il 1300, per intenderci): la popolazione cresce, sfamarla
diventa un problema a causa della scarsa innovazione tecnologica in
agricoltura; la dieta delle popolazioni europee si riduce in varietà,
cominciano le prime carestie, tornano i casi di denutrizione e le
persone muoiono di fame per strada come non succedeva da secoli; la
guerra acquista una nuova forma, a bassa intensità, fatta da piccole
bande mercenarie che spogliano i territori amici e fanno tabula rasa
in quelli nemici.
1347:
a bordo di un mercantile genovese, arriva dall'Asia una nuova
malattia, che nessuno sa curare. E' la peste bubbonica, che entro il
1350 ha sterminato metà della popolazione europea. Grazie allo stato
di guerra permanente e alla denutrizione, la peste diviene endemica
in Europa per circa un secolo (a Londra fino al Grande Fuoco del
1666). Crisi economica e crisi demografica, quindi. Ma anche in tempi
di crisi c'è chi riesce a trarre vantaggi. Fra coloro che si
avvantaggiano della crisi ci sono gli amministratori della crisi
stessa: i funzionari statali, notai, scrivani, tesorieri che
gestiscono la raccolta delle tasse e i pagamenti di guerra. Muovono
ingenti capitali e molto, molto denaro rimane nelle loro tasche. A
crisi finita, realizzano di essere divenuti enormemente ricchi e
molti di loro usano quel denaro per comprare titoli nobiliari.
La
nobiltà europea contemporanea discende da quei funzionari che
sfruttarono le miserie della guerra e delle carestie per arricchirsi.
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