Wednesday 31 July 2013

Una giornata a Pratolino fra gli americani e il "buon" vino

      Qualche anno fa, in Italia, un amico americano, direttore della succursale fiorentina di una universita' dell'Arkansas, mi chiese una mano nell'organizzazione di una festa. Per chi non lo sapesse ci sono (o c'erano) ben 16 universita' americane con una succursale a Firenze e dintorni, il che significa un bel numero di studenti americani sul suolo italiano, a cui vanno aggiunti quelli delle basi militari e quelli che si trovano in Italia per lavoro. Insomma, un numero sufficientemente alto perche' valga la pena organizzare un party in grande stile per l' Independence Day, che negli USA cade il 4 luglio, ma che gli americani in Italia festeggiano il sabato piu' vicino al 4 luglio. Lo fanno ogni anno a Pratolino, sopra Firenze, nel Parco di Villa Demidoff, facente parte delle proprieta' della famiglia Demidoff (in origine origine era di una villa medicea, veramente). Si ritrovano da Firenze, da Roma (viene anche 
l'Ambasciatore Americano) e dalle basi militari. Molto meno formali degli italiani, diplomatici, studenti, professori e soldati si mescolano e lavorano come volontari per organizzare il party. Ovviamente non manca la Firenze Bene: Sindaco e Assessori, industrialotti in giacca e cravatta, con le signore che non fosse per il caldo afoso dell'estate fiorentina verrebbero in pelliccia (dovrebbero trasferirsi a Londra, tra l'altro qui nessuno nota se giri in pelliccia a luglio o in bermuda e infradito a Natale). E non mancano gli sponsor, aziende varie che per l'opportunita' di presentarsi a tali personalita' riforniscono il party di cibo e bevande gratis. Quando andai io c'era anche McDonalds: meglio gli hamburger pieni di ormoni di Camp Darby che quelli lavati nell' ammoniaca di McDonalds. Quelli militari sono piu' grossi e saporiti.
     Ma torniamo a me e all'aiuto richiestomi. Una cosa semplice: dovevo venire col mio camion per trasportare dei tavolini da Scandicci (sede dell'universita') al Parco (sede del party). Ovviamente ero invitato con la famiglia. Venne solo mio figlio, bimbetto all'epoca dei fatti, ma poco importa ai fini di questo racconto. Bene, caricati i tavolini a Scandicci, trasportati e scaricati i tavolini al Parco, ero libero di divertirmi. Giocai un poco a frisbee, giocai un poco a pallavolo, mangiai qualche hamburger e qualche hot dog, e poi cominciai ad annoiarmi. Ero sposato e quindi non potevo certo correre dietro alle studentesse americane, ed ero piu' abituato a lavorare che a giocare. Quindi mi offrii di aiutare.
        "Certo che puoi!" mi rispose Robby. "Puoi servire il vino, che' i ragazzi non lo possono toccare."
       Dovete sapere che gli studenti di molte universita' cristiane, negli USA, firmano un contratto, per essere accettati nel college, in cui si impegnano a non toccare alcolici per tutto il tempo degli studi. E intendo proprio toccare, non intendo bere. Pena la sospensione. Questo creava qualche problema, dato che i volontari ai tavoli dove distribuivano da mangiare e da bere erano tutti studenti che avevano firmato questo agreement. E di vino da servire ce n'era in abbondanza. Una stanza piena di scatole e casse di Chianti, Brunello e Rosso di Montalcino, Barolo e Barbera, e molti altri ancora. Fra gli altri, due bottiglie azzurre di Ice Wine tedesco (porcheria assurda di cui parlero' un'altra volta, magari) e numerosi tetrapack da 5 litri ciascuno di vino Ronco. Vi ricordate quella pubblicita' in cui la moglie si alza da una tavola con ospiti, va in cucina, riempie una caraffa di vino e poi col dito in bocca fa il rumore del bottiglia stappata? La scena in cui lei fa il gesto dell'ombrello agli ospiti che non possono vederla e' stata tagliata, ma vi assicuro che nello spot originale c'era. Non sono sicuro, comunque, che fosse lo spot del Ronco o di un altro pseudo-vino, ma ci siamo capiti.
        Dunque, offertomi volontario, sguscio in veste di ospite sotto la fila di tavoli su cui e' disposto il cibo e risorgo sull'altro lato in qualita' di mescitore di vini, con tanto di cavatappi. Non era d'argento, pero'. Inizio a stappare bottiglie di vino a tutta manetta, fra le esclamazioni di giubilo degli ospiti italiani, i quali faticavano a mandare giu' minestra di pane, insalata russa, affettati ed altre prelibatezze del catering con Coca-Cola, Fanta e Sprite. Del buon vino to wash down tutto quel cibo ci voleva proprio.
        Il pomeriggio scorre pigro, ora dopo ora, portata dopo portata, e bicchiere dopo bicchiere. Di fronte ai tavoli del cibo e' tutto un milling di uomini e donne, che si intensifica nell'angolo dove mi trovo io. E dove si trovano le bottiglie di vino, ovviamente. Ci sono pure i Bersaglieri e gli Sbandieratori di Firenze, che hanno fatto parte dell'intrattenimento e ora si godono un paio di bicchieri. Paio? Vedevo le stesse facce ricomparire ogni dieci minuti. Sebbene indaffarato a stappar bottiglie, ci scappava qualche chiacchiera, ora con la signora ingioiellata, ora con l'imprenditore strozzato dalla cravatta (avevamo intorno ai 40 gradi, quel giorno, anche se la tipica afa fiorentina non era riuscita a salire fino in collina). Complice qualche richiesta di consiglio, ho cominciato a darmi arie da sommelier, aiutato nell'inganno dalle mie conoscenze di agraria. "Cosa mi consigli con la minestra di pane?" "Sicuramente un Chianti che e' piu' tanninico!" Del resto nella ribollita ci sono fagioli e cotica, i' tannino ci vole sihuramente!
       
Quelli trincavano piu' di Nonno Trinchetto, e non erano ancora le 6 di sera quando il vino fini'. Rimanevano solo le due bottiglie azzurre di Ice Wine tedesco (argh!) e una parete di tetrapack di Ronco. Leggete "una parete di tetrapack di Ronco" col tono fatalistico di Fantozzi. Voi avreste osato portare in tavola il Ronco, dopo che quelli si erano scolati Chianti, Barbera, Barolo, Rosso e Brunello? Si bevevano pure la Montalcini se faceva tanto di apparire. Be', io osai. Sotto gli sguardi increduli di Bersaglieri e fiorentini della Firenze Bene, mi presentai con questi scatoloni di risciacquatura dei tini e glieli piazzai li'.
       Servitevi.
      E loro si servirono. "Alessiooo", mi fece una voce di donna, lamentosa e anche un poco alticcia, "ma non ce n'e' piu' di quello buono?" "Mi spiace", risposi contrito (e lo ero veramente, c'era da rischiare il linciaggio), "ma e' rimasto solo questo." Quindici minuti e mi ritrovai il tavolo coperto da bicchieri di plastica pieni fino all'orlo di vino assaggiato e lasciato li'. Il Ronco era stato schifato perfino da un Alpino di passaggio. Urgeva un rimedio.
      "David", dissi a un ragazzo troppo giovane per essere iscritto all'universita', "dammi una mano. Prendi tutti i bicchieri col vino, anche quelli dove ci hanno sputato dentro, e portali nell'altra stanza, dove nessuno ci vede."
        E nella stanza sul retro, attorniato dai tetrapack di Ronco e davanti ad un tavolo coperto di bicchieri pieni del medesimo liquido, mi applicai ad una azione degna delle Nozze di Cana. Prese le bottiglie di vino svuotate dai Santi Bevitori fuori nel Parco, le riempii di Ronco. Sia dai tetrapack che dai bicchieri sbevazzati. Gesu' trasformo' l'acqua in vino, io trasformai il Ronco in Chianti, Rosso, Brunello, Barolo e Barbera. Me ne tornai esultante da fuori con le bottiglie ripienate. "Mi ero sbagliato!" annunciai. "Avevano messo delle scatole di vino in un'altra stanza e non lo sapevo." E ripresi a portare bottiglie di vino buono al banco.
        "Sicuramente", penserete voi, "quelli se ne sono accorti." "E a quel punto si' che ti hanno linciato." "Avrai corso piu' veloce di un ghepardo per salvare la buccia." E invece no! Quelli han bevuto senza accorgersi di niente e quando se ne sono andati il Ronco (fornito in quantita' industriale dallo sponsor - non so chi fosse il folle) era quasi terminato. Era stato bevuto pure l'Ice Wine...
        Beh, io, vi assicuro, non vi so dire se un vino e' buono oppure no; pero' vi so dire se mi piace o no. Cosa che, a quanto pare, la maggior parte della gente non e' in grado di fare. Si fa sviare dall'etichetta. Capita anche a voi?

       La giornata fini' verso mezzanotte, con una ventina di studenti che necessitavano di raggiungere la strada principale caricati sul cassone del camion. Arrivati in cima al Parco sollevai il ribaltabile. Solo un pochino, per fargli prender paura. 

      Ah, me ne tornai a casa con alcune bottiglie di vino. Di quello buono, ovviamente.

Tuesday 30 July 2013

Che t'aggia di


Monday 29 July 2013

Purtroppo non ho scattato nessuna foto

       Londra era, in principio, solo il primo passo del mio viaggio. Una tappa forzata nella ricerca di un lavoro in una terra dove non conoscevo niente e nessuno. La stessa lingua inglese la conoscevo a malapena a sufficienza da farmi capire. Spesso a fatica. Poi, l'alterna onnipotenza delle umane sorti mi hanno costretto a rimanenere nella capitale britannica, i sentimenti provati per la quale ritengo di averli ampiamente spiegati altrove. Ma da lungo tempo nutro l'idea che la possibilita' di vivere lontano da Londra mi riappacificherebbe col Regno Unito. Ora ne ho la certezza.
       Il fine settimana appena trascorso sono stato in Galles. Ho noleggiato un'auto e, insieme alla mia ragazza, siamo andati a trovare un amico che vive nelle valli a nord di Cardiff. Circa 300 chilometri attraverso le campagne inglesi e poi gallesi. La campagna inglese e' piatta, divisa in campi recintati e priva di boschi, sebbene alberi siano stati piantati in fasce frangirumore lungo tutte le strade e in filari a delimitare le proprieta'. I pochi boschetti che si incontrano li attraversi a piedi in un tempo non superiore ai 30 minuti. Datele un'occhiata con Google Earth per rendervi conto di come sia. Disegnata col righello. Al contrario delle sue strade che, non si perche', non riescono ad andare diritte per neanche un chilometro, ma ondeggiano come serpenti in ogni direzione. Forse volevano farle passare vicino ad ogni centro abitato, oppure hanno dovuto evitare delle proprieta'. Non saprei dire, ora come ora. Manco a fare le strade dritte hanno imparato dai Romani.
        Il cambiamento, entrando in Galles, e' graduale. In principio cambia la vegetazione: ci sono piu' pini marittimi, piu' felci, il colore e' piu' verde. D'improvviso cominciano i rilievi. Niente a che vedere con l'Appennino, ma i crinali sono coperti di boschi, oppure di eriche e altra vegetazione arbustiva tipo il common gorse, la' dove la roccia affiora in superficie o le pendenze sono eccessive per il bosco. Si sentono anche gli odori, del bosco. Non forti come in Italia, ma dopo Londra sono apprezzabilissimi. La viabilita' non e' incasinata come nell'area londinese e dintorni, anche se la segnaletica in inglese e gaelico mi ha messo un po' in difficolta'; le strade molto meno trafficate. Perfino le case sono costruite meglio che in inghilterra. Un poco ripetitive, magari, tirate su a schiere che spesso seguono le isoipse delle colline, in file spesso color confetto, ma con muri in pietra propriamente eretti (quelli esterni e i portanti, per lo meno). Con buoni infissi, tetti robusti e pavimenti e scale stabili che non cigolano e minacciano di cedere sotto il tuo peso appena ci appoggi un piede sopra.
       In due giorni, piu' il viaggio di andata di venerdi' pomeriggio e quello di ritorno di questa mattina, ho avuto la possibilita' di avere una buona vista delle zone costiere di Newport, delle valli a nord di Cardiff, di Caerphilly e del suo festival medioevale, e della campagna tra Cardiff e Swansea. Per quello che ho visto non posso che dire che il Galles e' molto ma molto piu' bello dell'inghilterra. Non che ne conosca una vasta area, intendiamoci: conosco l'Hertfordshire per averci abitato (che poi e' uguale al Cambridgeshire e mi sa anche alle altre contee confinanti), conosco il Berkshire e il Surrey per averci lavorato, il Kent e il Sussex per averci viaggiato. Non una conoscenza approfondita, certo. Ma che devo dire: sara' che i boschi del Galles assomigliano a quelli dell'Appennino e ci puoi trovare pure i funghi, ma a me il Galles piace. Mi ci trasferirei seduta stante, avendone la possibilita'. Ho visto segni che mi fanno pensare che anche il giardinaggio sia condotto con uno stile piu' simile a quello italiano. Insomma, credo che mi ci troverei bene.
        Qualcuno non ha mancato di farmi notare alcuni lati negativi, ovviamente. Il tempo molto piu' variabile e piovoso di Londra e le donne "che sono inguardabili". Piovere piove effettivamente piu' che a Londra, dove le precipitazioni annue sono meno che a Dallas e Roma ma distribuite su piu' giorni in una pioggerellina, la drizzle, che non arriva neanche a bagnare il suolo. Rompe solo i coglioni. In Galles le precipitazioni sono piu' forti, come in Italia, e alla grigia monotonia londinese si sostituisce una variabilita' fatta di acquazzoni e cielo aperto e pulito, con nubi basse che passano veloci. In quanto alle donne, hanno, effettivamente, la tendenza a svaccare in giovane eta', probabilmente per una conincidenza di fattori genetici e cattiva alimentazione. Ma questo problema non mi riguarda. Una donna inglese mi ha spiegato la cosa con un commento sprezzante: "Mangiano tutti male la', come in Scozzia." Certo, in Inghilterra mangiano bene... Poi ha aggiunto: "Mangiano e bevono. Vivono tutti di benefits." Che strano, mi e' sembrato che parlasse di Londra e dintorni...
        Durante il viaggio dalla campagna inglese a quella gallese, mi e' venuto da pensare che Tolkien, quando a creato Mordor pensasse a Londra. Ci sta tutta, se si identificano i signorotti inglesi di campagna con gli Hobbits: Londra, vista come concetto di crescita economica, ha depauperato la naturale bellezza della campagna inglese, distruggendo lo stile di vita delle sue popolazioni, lasciando una pianura che, sebbene a primo acchitto possa apparire bella, e' in realta' monotona e squallida. Cosi' come la citta' di Londra stessa, che si ripete quasi uguale in ogni sua zona. In Galles non hanno distrutto la loro campagna, probabilmente solo perche' non hanno potuto, e sono molto meno benestanti degli inglesi. Ma potrebbero avere una qualita' della vita decisamente superiore.

       Il rientro a Londra e' stato traumatico. Il peggior rientro che abbia mai sperimentato. Dopo i boschi e il verde e gli odori, le colline e la terra che e' terra e non il top-soil o il compost con cui i londinesi coprono i loro giardini, Londra appare ancor piu' desolante. Per non parlare del contrasto dato dalla totale assenza, in Galles, di quella immigrazione sub-umana che tanto contribuisce a rendere la capitale invivibile. Dovessi, nei prossimi anni, rendermi conto che saro' impossibilitato a lasciare questa isola, credo che rivolgero' i miei sforzi a trasferirmi in Galles. I rapporti umani sono gli stessi che a Londra, intendiamoci. Da est a ovest, da nord a sud, gli abitanti dell'isola sono repressi e falsi, incapaci di reali rapporti umani se non, forse, all'interno della loro famiglia (vivono ancora divisi in clan, anche se non se ne rendono conto). Ma almeno l'ambiente e' migliore.

Sunday 21 July 2013

Punti di vista

      Nel team di landscaping che lavora al Parco Olimpico ci sono molti rumeni che parlano l'italiano meglio dell'inglese, avendo vissuto alcuni anni in Italia, di cui, chi più chi meno, hanno buoni ricordi. Durante una pausa, parlando appunto dell'Italia e delle impressioni che abbiamo riguardo il paese dove insieme risiediamo attualmente e che ci accomunano in quanto a nessuno di noi il Regno Unito piace, uno di loro mi ha detto, testuali parole: "Mi dispiace per ciò che sta succedendo in Italia. Mi dispiace perché l'Italia a me ha dato la vita."
       La cosa mi ha dato sensazioni contrastanti: piacevoli perché qualcuno apprezzava l'Italia, tristi perché un immigrato è quasi sempre e quasi ovunque voluto e tollerato per sopperire ai bisogni della nazione ospite. Ma lui aveva avuto qualcosa in cambio, qualcosa che era stato di gran valore nella sua situazione di allora. Poco dopo mi è capitato di parlare con un altro rumeno. Questo non era mai stato in Italia né parlava italiano. Aveva lavorato 5 anni in Israele, prima di trasferirsi a Londra. Una persona con una gran desiderio di tornare a casa sua, che si portava dietro una tristezza intima che traspariva da certi modi di dire e dallo sguardo, e che insieme alla tristezza aveva però anche una profonda gratitudine per Londra, perché gli aveva dato la possibilità di ottenere qualcosa nella vita, possibilità negatagli dalla sua nazione. Anche lui aveva ottenuto qualcosa in cambio, qualcosa di gran valore.
     Abbiamo parlato un poco di questa gratitudine, gratitudine che lui provava e che io non riuscivo, non riesco né mai riuscirò a provare. Nonostante le possibilità che qui sono riuscito ad ottenere e che l'Italia mi avrebbe negato, non riesco a non sentire la sensazione di essere usato. In due anni ho ricevuto da molte persone diverse, sia a lavoro che fuori, un'infinità di promesse e rassicurazioni puntualmente disattese, fatte solo per tenermi a disposizione nell'eventualità che non trovassero qualcuno più adatto alle loro esigenze. Never speaking clear, always keeping every door open till the last moment. In the end an email of apologies will be enough. Questo è il motto egli inglesi, che mai mentono ma mai sono chiari. "Falso come un inglese" equivale a dire "Falso fino al midollo".
     In questi due anni sono stato costretto a cambiare lavoro due volte per pressioni dei miei manager a cui risultavo non gradito, forse perché ero gradito ai titolari; sono stato aggredito una volta e ricevuto risate in faccia dal mio manager come risposta alla richiesta di sistemare la cosa; fatto oggetto di delazione da un collega su cose false; da tre ditte differenti sono stato costretto, per lavorare, a provvedere in proprio all'antifortunistica quando fornirla è obbligo specifico del datore di lavoro, e in un caso parte del mio equipaggiamento è stato fatto scomparire durante le ferie estive quando solo managers e titolari avevano accesso al magazzino. In due casi sono stato insultato dai miei sottoposti, una volta con sfondo razzista, e mi sono sentito dire dal mio manager che devo stare attento a come parlo perché "in questa nazione i lavoratori hanno molti diritti e se usi le parole sbagliate ti puoi ritrovare in tribunale". Evidentemente questi diritti non si estendono agli stranieri? Una volta, lasciando una compagnia, non mi sono state rimborsate le spese anticipate per parcheggio e materiali (e che dovessi anticipare le spese la dice già lunga); due volte hanno provato a non pagarmi le ferie ed una volta hanno provato a non pagarmi tutte le ore, costringendomi a tampinarli per mesi; una volta da un datore di lavoro che ha fatto bancarotta, invece di spiegazioni sul perché non poteva pagarmi il dovuto ho ricevuto minacce. Lasciando la penultima ditta per cui ho lavorato, la sera dell'ultimo giorno, dopo aver lavorato e fatto lavorare più duramene del solito tutto il team in una giornata con temperature sotto zero per completare un lavoro, ho dovuto litigare col boss perché avevo "usato il tempo pagato da lui per cose della ditta a cui mi stavo trasferendo": in pratica lui aveva annullato il mio pass di accesso al Villaggio Olimpico prima ancora che finisse la giornata ed io avevo provveduto ad averne uno nuovo con l'altra ditta. A parte il fatto che senza non sarei potuto uscire dal recinto che racchiudeva il Villaggio, lo avevo fatto nella mia pausa pranzo. Una volta un affittatore ha provato a non restituirmi il deposito per la camera in cui avevo alloggiato, senza fornire alcuna motivazione, semplicemente non ha restituito i soldi finché non ho minacciato le vie legali.
       Tutte le persone coinvolte in questi fatti erano inglesi, eccettuato per gli insulti razzisti ricevuti che mi furono fatti da una donna gallese.

No, non riesco proprio a provare il più piccolo briciolo di gratitudine.

Saturday 20 July 2013

Se questo e' un uomo

Di persone che vivono in condizioni indegne ne ho incontrate non poche in Italia, anche se dagli anni '80 in poi, fino al 2011 anno in cui sono venuto a vivere in UK, non ne ho incontrate in numero eguale a quante ne ho incontrate a Londra in due anni. Anche se conto i cinesi a Prato con cui ho avuto a che fare. I motivi erano ignoranza, malattia e problemi economici, per lo piu'. In una nazione tanto piu' ricca dell' Italia com'e' l'Inghilterra ti aspetteresti di trovare un altro trend, ma non e' cosi'. Guardate come qualcuno "decide" di vivere. La persona in questione ha un buon lavoro, e' proprietaria della casa, paga il dogwalker per la bestiola in fotografia svariate ore al giorno.



La camera da letto si trova oltre un bagno che non e' ensuite, cioe' il bagno privato della camera...  




























...bensi' il bagno principale della casa. 

Fortuna ce n'e' uno piu' piccolo al piano inferiore, con doccia ma senza lavandino. Quindi quando il tipo  e' sveglio si deve usare il lavandino della cucina.






Il cagnolino vive praticamente sul letto, notte e giorno, tranne quando e' con la dogwalker. Ci ha pure la sua cuccia. Che non usa, come vedete




E spesso ci porta anche il cibo sul letto.































Il caos, credetemi, e' perenne... 









...mentre il ventilatore e' per le calde notti d'estate. Non ci sono calde notti nella British Summer? Provate a stare dentro questa stanzetta senza mai, dico mai, aprire la finestra e vi accorgerete che anche in Inghilterra le notti diventano calde.


Sapete perche' non apre mai la finestra, neanche quando e' casa? Perche' qua "vicino ci sono dei ladri", che mandano i bambini dentro le case attraverso le finestre per poi aprire la porta principale. Gia', tanti piccoli Spider-Man, capaci di arrivare senza scala alle finestre del primo piano e che percorrono i giardini sul retro di queste case a schiera, indisturbati ovviamente, saltando le innumerevoli recinzioni fra un giardino e l'altro, cercando le finestre aperte.







Friday 19 July 2013

Traduzione Anglo-EU


Turn, turn, turn


Turn! Turn! Turn!
Music by Pete Seeger
(Adapted from Ecclesiastes)

To everything (turn, turn, turn)
There is a season (turn, turn, turn)
And a time to every purpose under heaven

A time to be born, a time to die
A time to plant, a time to reap
A time to kill, a time to heal
A time to laugh, a time to weep

To everything (turn, turn, turn)
There is a season (turn, turn, turn)
And a time to every purpose, under heaven

A time to build up, a time to break down
A time to dance, a time to mourn
A time to cast away stones, a time to gather stones together

To everything (turn, turn, turn)
There is a season (turn, turn, turn)
And a time to every purpose, under Heaven

A time of love, a time of hate
A time of war, a time of peace
A time you may embrace, a time to refrain from embracing

To everything (turn, turn, turn)
There is a season (turn, turn, turn)
And a time to every purpose, under Heaven

A time to gain, a time to lose
A time to rend, a time to sew
A time for love, a time for hate
A time for peace, I swear it's not too late

Thursday 18 July 2013

Ecco in cosa siamo veramente diversi

Mi hanno fatto leggere questo interessante articolo riguardo la minaccia britannica di bandire gli studenti Erasmus italiani dal Regno Unito quale ritorsione per il taglio delle paghe dei "lecturers", ovvero laureati stranieri abilitati in Italia all'insegnamento della loro lingua madre. Un taglio alquanto sostanziale deciso dalla Legge Gelmini, dato che l'abbattersi della scure ha portato via circa il 60% della loro paga. La notizia compare inizialmente su Italian Insider, giornale online italiano completamente in inglese, che riporta le parole del Membro del Parlamento David Lidington che, alla Casa dei Comuni, ha dichiarato l'atto discriminatorio, inaccettabile ed illegale. Attualmente, in accordo con Lidington, il Ministro inglese per l'Universita' e la Scienza David Willetts e l'Ambasciatore britannico in Italia stanno discutendo la questione con l'attuale Ministro dell' Istruzione Maria Chiara Carrozza.
Ora, al di la' che nel Regno Unito non si fanno alcun problema a discriminare uno straniero se e quando gli fa comodo, al di la' della Legge "porcheria" Gelmini dichiarata illegale 6 volte dalla Corte di Giustizia Europea, quella stessa Corte contro cui gli inglesi tuonano ogni volta che dice qualcosa che a loro non piace e che vorrebbero disconoscere ma a cui si riferiscono immediatamente non appena e' nel loro interesse, quello che volevo far notare e' il numero di cittadini britannici che hanno spinto il governo UK a muoversi. Il Messaggero riporta:

"in Italia riguarda 200 professori che vivono e insegnano nel nostro Paese ma che hanno un trattamento molto diverso da quello dei loro colleghi universitari. Americani, britannici, canadesi, cinesi, tedeschi, sudamericani, spagnoli e russi: docenti da decenni nelle nostre facoltà."

Mentre Italian Insider e' ancor piu'l preciso:

"the legislation forced 31 British and 58 other non-Italian lecturers to take pay cuts of up to 60 percent, having downgraded them to the status of language technicians."

E meglio ancora, a sollevare il problema presso la Casa dei Comuni e' stato il parlamentare Andrew Bridgen in seguito all'appello di uno solo dei suoi elettori, Ian Gavin, che lavora all'Universita' del Salento. Il governo britannico si e' mosso contro un'altro Stato per far valere i diritti di 31 suoi cittadini e su richiesta di 1 soltanto di loro.

Quando mai lo Stato Italiano ha solo provato a fare qualcosa per aiutare i suoi cittadini vittime di ingiustizie all'estero? Noi non siamo altro che merce di scambio per i nostri Governi, anche quando "servitori" in prima linea come nel caso dei due Maro' imprigionati (a torto o a ragione) in India. Ma vi dico una cosa, non biasimo minimamente i nostri Governi che ci vendono e svendono. Per un motivo molto semplice: la colpa e' nostra. Ogni italiano pensa al suo e basta, e' disposto a fare la miseria pur di guadagnare 50 centesimi in piu' del suo vicino, o meglio, purche' il suo vicino guadagni 50 centesimi meno di lui; perche' e' nella natura italiana essere felici dell'infelicita' altrui e infelici della felicita' altrui. In questo gli inglesi sono migliori degli italiani, immensamente migliori: un'offesa ad uno di loro e' un'offesa a tutti loro, e reagiranno di conseguenza.

 Certo, e' un atteggiamento che vanno perdendo, un sentimento che si va diluendo. Anche con l'aiuto di noi immigrati, che abbiamo importato l'indifferenza per il nostro vicino e la stiamo spargendo come una malattia. Forse ben presto i britannici perderanno del tutto questa qualita'. Ma a noi italiani tale dignita' e' sempre mancata.

Istruzioni per l'uso

Forse avrei dovuto scrivere questo post un pochino prima, diciamo quando ho avviato il blog. La situazione contingente mi spinge a farlo adesso, quindi eccovi alcune istruzioni per l'uso di questo blog.

1. Questo blog e' un viaggio, un viaggio con me e attraverso di me: vedrai ogni paesaggio coi miei occhi. E la cosa potrebbe non piacerti.

2. Sebbene il blog sia il racconto di un viaggio, non e' una cronaca di viaggio: cio' che racconto ricalca si' la realta', ma come la vedo io, non necessariamente come e'.

3. Non essendo il blog una cronaca fa abbondante uso di "licenze artististiche": alcune delle cose che racconto od esprimo possono essere volutamente esagerate in alcuni particolari o nella loro interezza per meglio esprimere alcuni concetti.

4. Il blog mescola realta' e fantasia, la seconda spesso piu' reale della prima: ma ricordati che ognuno di noi percepisce la realta' in modo diverso e quindi niente di cio' che scrivo deve essere considerato assoluto.

5. Se sei una persona profondamente innamorata di me il blog non devi leggerlo in condizioni di scarsa lucidita' perche' potrebbe avere effetti spiacevoli.


Ora potete fare un uso sicuro del blog. Dovessi venire a sapere in futuro di effetti collaterali che richiedano altre istruzioni provvedero' ad emendare questo post.
Il punto 5, ovviamente, si applica ad un numero molto ristretto di persone, maggiore di 0 e minore di 2, e cioe' a chi mi sta piu' a cuore di tutti.

AGGIORNAMENTO
6. Il blog tende ad essere modificato, quindi tieni un'occhio anche sui vecchi post, potresti trovarci qualcosa di nuovo. in particolarele traduzioni in inglese possono comparire con un certo ritardo.

Wednesday 17 July 2013

Quid enim valet pugna?


        Ma esiste qualcosa per cui valga la pena affaticarsi e darsi pena? Per cosa ci trasciniamo attraverso giorni logoranti, danzando stupidamente sul  bordo del pozzo della pazzia?  Gli amici scompaiono uno ad uno, come polvere portata via dal vento. Ogni successo e' solo fumo profumato di incenso, e prima che si disperda riesci sempre a sentire quell'odore di rancido che si nasconde dietro di esso. Ogni cosa intorno a me si muove verso l'Entropia. Ignoranza e indifferenza sono un fiume contro il quale costantemente lottare, perche' solo l'idea di arrendersi alla sua corrente e' ripugnante. 
        Niente rimane di ogni sforzo fatto, niente che valga la pena di essere ricordato.


1 Parole di Qoèlet, figlio di Davide, re di Gerusalemme.2 Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità, tutto è vanità.3 Quale utilità ricava l'uomo da tutto l'affanno per cui fatica sotto il sole?4 Una generazione va, una generazione viene ma la terra resta sempre la stessa.5 Il sole sorge e il sole tramonta,si affretta verso il luogo da dove risorgerà.6 Il vento soffia a mezzogiorno, poi gira a tramontana;gira e rigira e sopra i suoi giri il vento ritorna.7 Tutti i fiumi vanno al mare, eppure il mare non è mai pieno:raggiunta la loro meta,i fiumi riprendono la loro marcia.8 Tutte le cose sono in travaglio e nessuno potrebbe spiegarne il motivo. Non si sazia l'occhio di guardare né mai l'orecchio è sazio di udire.9 Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà;non c'è niente di nuovo sotto il sole.10 C'è forse qualcosa di cui si possa dire:«Guarda, questa è una novità»?Proprio questa è già stata nei secoli che ci hanno preceduto.11 Non resta più ricordo degli antichi,ma neppure di coloro che saranno si conserverà memoria presso coloro che verranno in seguito.


       Does it exist something worthy to wear myself out for, something to worry for? What do we drag ourselves along knackering days, foolishly dancing close the madness well edge? Friends disappear one at the time, like powder scattered by the wind. Every achievement  is just incense perfumed smoke, and before it disperses you can feel that rank smell hidden under it. Everything around me moves towards Entropy. Ignorance and indifference are a river to constantly fight against, since just the idea to surrender to its current is repugnant.
       Nothing remains of every effort, nothing worthy to be remembered.


The words of the Teacher,[a] son of David, king in Jerusalem:
“Meaningless! Meaningless!”
    says the Teacher.
“Utterly meaningless!
    Everything is meaningless.”
What do people gain from all their labors
    at which they toil under the sun?
Generations come and generations go,
    but the earth remains forever.
The sun rises and the sun sets,
    and hurries back to where it rises.
The wind blows to the south
    and turns to the north;
round and round it goes,
    ever returning on its course.
All streams flow into the sea,
    yet the sea is never full.
To the place the streams come from,
    there they return again.
All things are wearisome,
    more than one can say.
The eye never has enough of seeing,
    nor the ear its fill of hearing.
What has been will be again,
    what has been done will be done again;
    there is nothing new under the sun.
10 Is there anything of which one can say,
    “Look! This is something new”?
It was here already, long ago;
    it was here before our time.
11 No one remembers the former generations,
    and even those yet to come
will not be remembered
    by those who follow them.

Spero nel meglio per...




Spero nel meglio per tutti quegli italiani che sono venuti a vivere a Londra.

Spero nel meglio per chi e' venuto qui per poter essere finalmente se stesso. Sono felice che abbiate deciso di smettere di fingere e mentire.

Spero nel meglio per chi qui ha trovato cio' che cercava: se avete o non avete valutato bene gli svantaggi ora e' solo un vostro problema. E di chi vi sta vicino.

Spero nel meglio per chi e' venuto qui inseguendo un sogno. Per esperienza personale dico che e' servita una quantita' enorme di incoscienza per farlo.

Spero nel meglio per chi dice che non e' giusto parlare male di questa nazione perche' qui siamo ospiti. Che strano, quando qualcuno mi ha ospitato non ha mai preteso che lavorassi. Ma quel che piu' mi preoccupa e' che l'ospite, come il pesce, dopo tre giorni puzza.

River Song

Demons run when a good man goes to war
Night will fall and drown the sun
When a good man goes to war

Friendship dies and true love lies
Night will fall and the dark will rise
When a good man goes to war

Demons run, but count the cost
The battle's won, but the child is lost


Tuesday 16 July 2013

E' morto un amico \ A friend died

      Ho appena saputo della morte di un amico. Aveva problemi di salute da diversi anni. Troppi problemi. Da alcuni giorni meditavo di trascorrere, alla fine di agosto, alcuni giorni di vacanza a Firenze. E mi chiedevo se avrei fatto in tempo a rivederlo. Ho avuto la risposta a questa domanda.

      Quando lasciai l'Italia, quando fuggii, dissi: "Non tornero' ne' per ferie ne' per funerali". In due anni sono tornato solo per votare lo scorso febbraio. E rimasi solo lo stretto necessario. Adesso ero sul punto di infrangere la mia promessa. Non sarei andato solo per lui, ma rivederlo prima che morisse era una delle motivazioni. Ora ho una motivazione in meno.

      Provo una strana sensazione. Non il vuoto che molti dicono. E' come se il mulinare di idee e sentimenti che mi si agitava dentro si fosse bloccato, tutto cementato in un muro intonacato a grezzo.

      Grigio, grezzo ed immobile.
      Passera'.


      I've just known that a friend of mine is dead today. He had some health problems since years ago. too many. Since few days ago I was pondering on passing some holidays in Florence. And I asked to myself if I would have been on time to meet him again. I had the answer to my question.

     When I left Italy, when I fled, I said: "I won't come back nor for holidays nor for funerals." In two years I went back only for voting last February. And I stayed only for the strictly necessary time to do it. Now I was close to break my decision. I wouldn't have gone just to meet him, but to see him again before he would have died was one of the motivations. Now I have a motivation less.

     I feel a odd sensation. Not the void which many people say. It's like the milling of ideas and feelings which always stirs inside myself would be stopped, everything cemented into a coarse and rough plastered wall.

    Grey, coarse and immobile.
    It will pass.

Appena scoperti su Twitter


Per cancellare anche il piu' nuovo amore




Nuovi o vecchi, fanno sempre male. Cio' che deve contare e' solo il presente. Tutto il resto sono folate di vento che cercano di farci deviare dal nostro sentiero.

Friday 12 July 2013

Cockney Rhyming Slang

"Don't go to London to learn English!" an American friend of mine told me more than two years ago. "It's not a good place to learn the language."

Obviously I didn't believe him. And now I have to deal with people who speak worse than the "geezer" in this video clip. Enjoy it!




Now you can understand the effort needed to live in East London...

How to open a new book


Bici e pedoni (a Londra, ovviamente)

       La media delle rischiate collisioni con pedoni vaganti si mantiene alta: esseri semi-senzienti di ogni sesso, colore, eta', professione e religione tendono ad interporsi con sconcertante regolarita' sulle traiettorie della mia push-bike, ad ogni ora del giorno e senza preferenze di luogo sul tragitto casa-lavoro-casa.
      Come? Forse sono io, il problema? Mmmm...si', potrebbe anche essere. Un daltonismo non diagnosticato mi potrebbe fare confondere il rosso col verde, non fosse che il rosso sta in alto ed il verde in basso. E neanche si puo' dire che qui hanno, in linea con tutto il resto, i semafori al contrario rispetto alla restante parte di Europa, in quanto la restante parte d' Europa utilizza lo stesso semaforo utilizzato dagli inglesi. Il semaforo e' infatti un'invenzione inglese: il primo, a gas, fu acceso proprio a Londra nel 1868. E' vero che spesso e volentieri creano una babele semaforica agli incroci, con semafori ripetuti fino a sei volte
per ogni direzione di marcia, che ti occhieggiano da ogni angolazione fino al punto che non capisci se quello diventato verde sia il tuo oppure no fin quando l'auto dietro di te inizia a strombazzare il clacson. Essendo gli inglesi pazienti ed educati, ed essendo i loro semafori piu' adatti ad una gara a cronometro (ce ne sono che durano 9 secondi giallo compreso, giuro!), capita che devi aspettare il giro successivo, col tipo dietro di te che ti manda educatamente a fanculo. Comunque no, non puo' essere il daltonismo il problema. Si', spesso e volentieri passo col rosso, cosa che in Italia non mi sono mai azzardato a fare, ma dovreste avere a che fare con la viabilita' londinese per capire come si possa cedere a tale tentazione. Proprio ieri ho avuto la sfacciataggine di provarci mentre un poliziotto attraversava, avanzando lentamente in attesa che quello passasse pe non mettere il piede a terra, quando il bobby se ne e' accorto e piantandosi in mezzo di strada mi ha elargito l'ovvia fetta di merda. Ma in questi casi sono io che sto attento. Insomma, non ritengo ci sia qualche difetto in me che giustifichi una cosi' alta frequenza. Che poi, parlando con altri ciclisti, e' lo stesso per tutti.
      E' proprio che a Londra la gente si butta in strada senza guardare, chiacchierando con l'amichetta o al telefono, con la testa affondata in un cappuccio in stile rioter per sembrare gente pericolosa ma che limita la loro visuale come fanno le sue stesse orecchie al maiale Landrace (vedi foto qui sotto).
Qualche giorno fa, stando su una delle micro-piste ciclabili che hanno qui (50 centimetri di asfalto dissestato peggio che in Italia e dipinto di verde sul lato sinistro di corsie gia' strette) stavo superando una fila di auto e bus ferma ad un semaforo. Una signora di colore, digitando sul suo smartphone, dandomi le spalle si e' buttata in mezzo per attraversare fra le auto ferme. Ha guardato quando ho inchiodato a dieci centimentri da lei.
      -Oooh, I'm sorry...I'm really sorry.- Ha detto senza staccare il dito dal cellulare.
      -No madam, you're not really sorry. You're really stupid.
      Non l'ho detto, ma avrei dovuto.
      Bisognerebbe dare una mano al caro, vecchio Charles Darwin. Avete presente cosa successe nel parco di Yellowstone a causa della mancanza di lupi? Se non ne siete a conoscenza leggete qui, in particolare al paragrafo 2.1 (Ecological impacts) e al paragrafo 3.3 (Ecological impacts after re-indroduction): praticamente l'uccisione di tutti i lupi del parco causo' un aumento eccessivo di alci, che deteriorarono la flora del parco stesso, ed un aumento pure dei coyote, che quasi sterminarono una razza di cervi. La reintroduzione del lupo porto' prima ad una riduzione delle alci con recupero della flora, poi alla riduzione dei coyote, anch'essi predati dal lupo quando le alci a disposizione non furono piu' sufficienti (con grande felicita' del piccolo cervo). Ma l'impatto si e' sentito anche sulle popolazioni di volpi, castori e leoni di montagna. Si attuo' la cosiddetta trophic cascade.
      Ecco, si dovrebbe creare una trophic cascade a Londra, introducendo il predatore naturale del pedone semi-senziente. E se e' vero che ogni anno in Italia muoiono 7 turisti inglesi attraversando sulle strisce pedonali, il nemico naturale del pedone londinese e' l'automobilista italiano. Liberandone un discreto numero per le strade di Londra sono sicuro che nel giro di un anno avremmo una drastica riduzione della popolazione di pedone semi-senziente, oltretutto con un incremento della loro intelligenza media, dato che  arriverebbero a riprodursi solo gli individui capaci di far lavorare quei due neuroni in croce che si ritrovano nel cervello fino al punto di capire che e' bene guardare in entrambe le direzioni prima di saltare dal marciapiede alla strada. Avremmo poi altri benefici, tipo un rilassamento fra i membri delle popolazioni dei ciclisti e degli automobilisti londinesi, che al momento sono alquanto incattiviti, nonche', riducendo il numero di automobilisi nelle citta' italiane, si avrebbe pure una diminuzione delle pressione sul pedone italiano, attualmente molto stressato e timoroso perfino di attraversare col verde.

Thursday 11 July 2013

Stop vivisection! Why?

      Sometimes I read an article or a proclamation anti-vivisection. The last one few days ago on Beppe Grillo's blog. I don't want speaking about morality of if it is right or not (I don't care about morality in this case). I don't want even speaking about who call them "brother animals" (is it maybe for this reason that everyone says your sister is a bitch?). I don't want now providing documentary evidences on why animals are used to try drugs when there are "other methods" (a laboratory rat costs between 25 and 50 pounds in London, and I think that farma-companies would save that money if they could using just a software). Here and now I want to ask two questions. I'm not asking them to a huge public, but it doesn't matter.
      First question. Why did you animal-rights activists start using the word "vivisection" extending it to animal medical trials? Its meaning was different. But in this way it touches people more emotionally, isn't it?
      Second question. Why did you animal-rights activists use on your publications always first photos of chimps, horses and dogs? Animal testing for therapeutic purposes is really little on these species. They use mainly rats. Exactly, that "disgusting" animal that all you try to eradicate from Earth, that animal which all of you kill on theirs millions spreading poison baits often eaten by dogs. You don't speak about rats in your tirades, never. Rats wouldn't touch emotionally people's feeling, isn't it?

       I imagine that all of you animal-rights activists always buy carefully goods like make-up and clothes which toxicity tests don't use animals. I imagine that you check the whole production chain, not just the final product. Indeed, it's clear that to make a wool sweater no animals suffered (maybe the sheep, if Prince Charles sheared she). But did you check the colorants? Are you sure about colorants? Or about the synthetic fibers of your beautiful T-shirt you bought at the anti-global concert? Or about the make-up you put on your pretty little noses? And if you are so careful I'm sure you buy nothing from China, since no one knows what's happening over there. What do you say? Nowadays it is impossible avoiding China? Indeed, like it's impossible avoiding assholes...
       I close with a request. The next leaflet you print, the next article you will publish online, please, complete it with a scientific bibliography. A short one is enough. But add some sources. Don't just write "scientists said", "scientists found". You should write name and surname of these scientists, the article title and the fucking scientific journal where the article appeared on. I want to read them!
       Maybe you have even the right on everything, but till you'll write just hokums you won't be believable.


       PS Would you get or would you let your children get a drug, even a really simple drug for a cold, which has been tested by a software? Before you answer you read this and think about what could happen if the farma-companies would have put on commerce this category of drugs without notice, through animal testing, that they gave cardiovascular risks.

Wednesday 10 July 2013

Indovinate di cosa si tratta

Leggete l'estratto seguente, poi provate ad immaginare da dove l'ho preso, il contesto cui si riferisce, quindi cliccate sul link e scoprite di cosa si tratta realmente.

" [...] legandolo al palo, lapidandolo, squartandolo e decapitandolo. La testa è stata poi esposta su un palo."


Clicca qui per scoprire cosa e' successo, dove e quando.


Commenti? 

Un altro tassello

      Vado a posare un altro tassello, non del mio mondo personale ma della societa' britannica. Certo non sono un sociologo, ne' ho fatto studi di sociologia se non pochi accenni per interesse personale, quindi cio' che scrivo vale relativamente poco, anche perche' fatto sulla base di osservazioni limitate nel tempo e per numero. Ma ritengo di essere un buon osservatore e di essere capace di fare le dovute connessioni, oltre che abile nel rapportare il caso singolo al quadro generale.
        Intimamente, oltre che essere ipocrita, la societa' britannica e' razzista. Non perche' l'inglese sia portato naturalmente ad esserlo piu' dell'italiano o dell'americano. Semplicemente perche' le circostanze lo portano a trattare con chi gli e' sempre stato detto essere inferiore a lui e allo stesso tempo lo obbligano a mantenere un atteggiamento educato che e' solo di facciata, un muro di gomma eretto per evitare di impegnarsi piu' di tanto col proprio interlocutore ed evitare soprattutto complains e denunce. Questa e' la nazione che ha "portato la civilta' ai selvaggi sulla canna del fucile"; questa e' la terra di Churchill, che defini' Ghandi "uno spregevole fachiro", mentre nutriva grande ammirazione per i funzionari britannici che, a suo dire, avevano innalzato "350 milioni di persone ad un grado di civilta' e a un livello di pace, di ordine, di igiene e di progresso che da sole esse non avrebbero mai potuto conseguire ne' mantenere". E' la parte sull'igiene che mi lascia un attimino perplesso, ma passiamo oltre. Questa e' la terra dove si scoprono sempre piu' casi di pedofilia all'interno dei governi e dei poteri forti, casi che non vengono perseguiti (interessante al riguardo questo articolo qui); dove il lavoro del portaborse in Parlamento viene definito internship e, al contrario di tutte le altre internship che sono pagate, poco ma sono pagate, i candidati devono farle gratuitamente; questa e' una nazione che ha preso la buona strada per raggiungere lo stesso livello dell'Italia su tante piaghe sociali, quali i privilegi dei politici: i membri del parlamento stanno per ottenere un aumento di 10.000 sterline, proprio mentre richiedono rimborsi sempre piu' alti per le spese sostenute per i figli e le spese di viaggio (c'e' chi e' arrivato a chiedere un rimborso di 90 sterline per viaggio per un tragitto di 15 minuti). Questa e' una nazione che ha depredato e depauperato le sue colonie, che ancora le sta sfruttando, che ha commesso atrocita' assurde come quella raccontata in questo post e molte altre ancora. Ne ha commesse cosi' tante che il senso di colpa e' diventato forte, forte al punto da inventare la political correctness e scadere nel ridicolo con atti quali quello di sostituire le lavagne nelle scuole, passando da quelle nere a quelle verdi e poi a quelle bianche, e questo perche' lavagna in inglese si dice "black board" e "black" puo' essere offensivo verso i neri, cosi' sono passati alla "green board" e poi alla "white board".
      Mescolate queste cose, l'intima convinzione nella propria superiorita' cosi' a lungo coltivata dai loro governanti, la costrizione ad un comportamento politicamente corretto che e' puramente formale e attuato piu' per paura di ripercussioni che altro, e il senso di colpa instillato durante la storia recente nei confronti di precise categorie, ed il risultato e' una miscela che puo' essere altamente esplosiva. Tale miscela non pare, pero', essere sul punto di esplodere. Sta ancora nella fase di compressione. Forse perche' a qualcuno fa comodo.
      E a comprimerla ci pensano situazioni che al mio occhio sono vergognose, ma che gli inglesi, per il momento, accettano. Qualcuno di loro digrigna i denti, qualcun altro si indigna per 5 minuti. Per quanto tempo ancora le accetteranno non lo so, ne' so quali possano essere le conseguenze una volta che la cosa dovesse esplodere. Vi riporto due casi, entrambi che coinvolgono degli indiani. Gli indiani sono a pieno titolo membri della societa' britannica, probabilmente la comunita' di stranieri piu' numerosa sull'isola e dotati di un alto livello di influenza, quanto meno economica se non politica (ma che manchino di influenza politica non sono sicuro).
     Il primo e' il caso di una donna indiana che, ad una trasmissione radiofonica, si lamentava della "vergognosa assenza di traduttori" negli ospedali pubblici. Era stata ricoverata per un rischio di aborto e, mancando il traduttore, la poveretta aveva dovuto tradurre lei stessa per il marito, che non spiaccicava una parola di inglese. Faccio presente che in India si parlano piu' di 1600 lingue e dialetti, anche se magari nel caso specifico bastava tradurre dall'inglese all'hindi, ma com'e' che una persona che si e' stanziata stabilmente in una nazione, al punto da avere un figlio in questa nazione, non ne conosce la lingua? In ogni caso, la vera vergogna e' che a quella donna sia stato permesso di lamentarsi pubblicamente, e dubito che i conduttori della trasmissione abbiano veramente detto cio' che pensavano. Del resto, come avrebbero osato? Se vai a dire ad un indiano che e' giusto che impari l'inglese rischi di perdere il posto, lo rischi molto di piu' che se ti scoprono pedofilo.
      Il secondo caso e' una situazione che capita di frequente ad alcuni miei colleghi, i giardinieri stanziati al Jubilee Garden, quel piccolo parco a South Bank, proprio sotto la grande ruota del London Eye. Il compito principale dei giardinieri al Jubilee Garden, specialmente nei weekend e nei giorni di festa, e' quello di raccogliere le bottiglie e le lattine sparpagliate dagli alcolizzati, lavare il loro vomito dai vialetti, pulire la spazzatura che i turisti lasciano sui prati e svuotare i pochi e piccoli bidoni della spazzatura (antibomba, ovviamente) che si riempiono non appena ti volti. Insomma, il giardiniere di stanza al Jubilee Park, piu' che con le piante, ha a che fare con la spazzatura (e la maleducazione della gente). Immagino sappiate come in India sono considerate le persone che toccano la spazzatura, essendo un lavoro per le caste piu' umili. E quindi potete immaginare come gli indiani a Londra si comportino nei confronti dei miei colleghi non appena si accorgono che toccano la spazzatura, il disprezzo che riservano loro, arrivando ad ignorarli, a non ascoltarli mentre cercano di dirgli, magari, di stare fuori dalle aiuole. Ci sono stati casi in cui uno degli operai ha dovuto chiamare il proprio supervisor, il quale e' arrivato senza sacco della spazzatura in mano ovviamente, perche' non c'era altro modo di farsi ascoltare. E a Londra c'e' un elevato numero di indiani membri della Middle Class. Eppure la Gran Bretagna e' la nazione della Magna Charta, e' la nazione dove, almeno teoricamente, l'ultimo dei lavapiatti gode degli stessi diritti della regina. E come si puo' conciliare questo con il permettere certi comportamenti non a persone qui solo in visita, ma che vivono e lavorano stabilmente a Londra?

       Vi lascio trarre le vostre conclusioni. Sono cose che fuori dal contesto generale dicono poco, ma inserite nel quadro generale acquistano tutt'altro valore. Tasselli, appunto, che messi uno accanto all'altro formano una figura.

Sunday 7 July 2013

Ce ne fossero di piu'...



Che alla fine era solo un picnic in Epping Forestcon gente simpatica  : D

Quanto tempo ci rimane?

Riporto da EcoBlog un articolo allarmante che ha gia' avuto eco su blog importanti come quello di Beppe Grillo. La traduzione dal politichese la trovate a fondo pagina, quindi potete anche saltare alla fine del post se non desiderate cimentarvi con lo scritto legale. 


ARTICOLO 41.
(Disposizioni in materia ambientale).
1. L’articolo 243 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, è sostituito dal seguente:
« ART. 243. (Gestione delle acque sotterranee emunte) 1. Nei casi in cui le acque di falda contaminate determinano una situazione di rischio sanitario, oltre all’eliminazione della fonte di contaminazione ove possibile ed economicamente sostenibile, devono essere adottate misure di attenuazione della diffusione della contaminazione conformi alle finalità generali e agli obiettivi di tutela, conservazione e risparmio delle risorse idriche stabiliti dalla parte terza.
2. Gli interventi di conterminazione fisica o idraulica con emungimento e trattamento delle acque di falda contaminate sono ammessi solo nei casi in cui non è altrimenti possibile eliminare, prevenire o ridurre a livelli accettabili il rischio sanitario associato alla circolazione e alla diffusione delle stesse. Nel rispetto dei princìpi di risparmio idrico di cui al comma 1, in tali evenienze deve essere valutata la possibilità tecnica di utilizzazione delle acque emunte nei cicli produttivi in esercizio nel sito stesso o ai fini di cui al comma 6.
3. Ove non si proceda ai sensi dei commi 1 e 2, l’immissione di acque emunte in corpi idrici superficiali o in fognatura deve avvenire previo trattamento depurativo da effettuare presso un apposito impianto di trattamento delle acque di falda o presso gli impianti di trattamento delle acque reflue industriali esistenti e in esercizio in loco, che risultino tecnicamente idonei.
4. Le acque emunte convogliate tramite un sistema stabile di collettamento che collega senza soluzione di continuità il punto di prelievo di tali acque con il punto di immissione delle stesse, previo trattamento di depurazione, in corpo ricettore, sono assimilate alle acque reflue industriali che provengono da uno scarico e come tali soggette al regime di cui alla parte terza.
5. In deroga a quanto previsto dal comma 1 dell’articolo 104, ai soli fini della bonifica delle acque sotterranee, è ammessa la reimmissione, previo trattamento, delle acque sotterranee nello stesso
acquifero da cui sono emunte. Il progetto previsto all’articolo 242 deve indicare la tipologia di trattamento, le caratteristiche quali-quantita tive delle acque reimmesse, le modalità di reimmissione e le misure di messa in sicurezza della porzione di acquifero interessato dal sistema di estrazione e reimmissione. Le acque emunte possono essere reimmesse, anche mediante reiterati cicli di emungimento e reim missione, nel medesimo acquifero ai soli fini della bonifica dello stesso, previo trattamento in un impianto idoneo che ne riduca in modo effettivo la contaminazione, e non devono contenere altre acque di scarico né altre sostanze.
6. In ogni caso le attività di cui ai commi 2, 3, 4 e 5 devono garantire un’effettiva riduzione dei carichi inquinanti immessi nel l’ambiente; a tal fine i valori limite di emissione degli scarichi degli impianti di trattamento delle acque di falda contaminate emunte sono determinati in massa.».
ARTICOLO 9.
(Accelerazione nell’utilizzazione dei fondi strutturali europei).
2. Al fine di non incorrere nelle sanzioni previste dall’ordina mento dell’Unione europea per i casi di mancata attuazione dei programmi e dei progetti cofinanziati con fondi strutturali europei e di sottoutilizzazione dei relativi finanziamenti, relativamente alla programmazione 2007-2013, lo Stato, o la Regione, ove accertino ritardi ingiustificati nell’adozione di atti di competenza degli enti
territoriali, possono intervenire in via di sussidiarietà, sostituendosi all’ente inadempiente secondo quanto disposto dai commi 3 e 4 del presente articolo.
3. Le amministrazioni competenti all’utilizzazione dei diversi fondi strutturali, nei casi in cui riscontrino criticità nelle procedure di attuazione dei programmi, dei progetti e degli interventi di cui al comma 2, riguardanti la programmazione 2007-2013, convocano una Conferenza di servizi al fine di individuare le inadempienze e accertarne le eventuali cause, rimuovendo, ove possibile, gli ostacoli verificatisi.
4. Ove non sia stato possibile superare le eventuali inadempienze nel corso della Conferenza di servizi di cui al comma 3, le ammi nistrazioni, per la parte relativa alla propria competenza, comunicano all’ente territoriale inadempiente i motivi di ritardo nell’attuazione dei programmi, progetti e interventi di cui al comma 2 e indicano quali iniziative ed atti da adottare. In caso di ulteriore mancato adempi- mento, entro il termine di 30 giorni dalla comunicazione, l’amministrazione dello Stato, sentite le Regioni interessate, adotta le iniziative necessarie al superamento delle criticità riscontrate, eventualmente sostituendosi all’ente inadempiente attraverso la nomina di uno o più commissari ad acta.
 Ecco cosa significa:

Inquinare le falde acquifere si può e senza pagare le bonifiche. L’amara sorpresa era annidata nel Decreto del Fare e riscontrata dal WWF Abruzzo e poi rilanciata dai Movimenti per l’acqua che prontamente hanno diffuso un comunicato stampa in cui si denuncia che la qualità delle acque di falda viene messa a rischio per cui chi inquina non paga. Il Decreto del Fare è ora on Parlamento per essere poi convertito in Legge e prevede:
Nei casi in cui le acque di falda determinano una situazione di rischio sanitario, oltre all’eliminazione della fonte di contaminazione ove possibile ed economicamente sostenibile, devono essere adottate misure di attenuazione della diffusione della contaminazione.
Ma come rileva lo stesso WWF Abruzzo il Decreto va ben oltre e nell’art.41 anche se vi è conclamato impatto sulla salute dei cittadini ma vi è anche insostenibilità economica si può lasciare tutto com’è; al massimo si tratteranno le acque inquinate e neanche senza andare troppo di fretta. Per gli agenti inquinanti, poi, è sufficiente ridurli o attenuarli :
Pertanto se si passa da valori 1000 volte superiori ai limiti a “solo” 500 volte le soglie, un’azienda potrebbe dire di aver rispettato il dettato del Decreto?
In sostanza il Governo Letta prevede l’azzeramento di bonifica delle falde acquifere poiché queste possono essere effettuate solo se convengono economicamente (e una bonifica non conviene mai) a chi ha inquinato anche se sussiste un rischio sanitario.