Sunday 30 June 2013

Intrappolati su questa isola

     Un weekend di sole, con temperature vicine e superiori ai 25 gradi. Una cosa rara. Un piacere da apprezzare in ogni suo istante per gli italiani che vivono in UK. E cosi' abbiamo organizzato un picnic. Si e' svolto a Regents Park, uno dei parchi piu' belli di Londra, ritenuto orticulturalmente uno dei migliori. Decisamente sopravvalutato da questo punto di vista (parere personale di un esperto) ma comunque un bellissimo luogo.
      Al picnic sono venuti da varie zone non solo di Londra, chi da vicino (20 minuti a piedi) chi da lontano (un ragazzo si e' fatto il viaggio dalle valli sopra Cardiff, nel Galles, pur di godersi la compagnia di suoi connazionali). C'erano il campetto da pallavolo, reti da "mini-calcio", il freesby, cibo, birra e vino. E tanta voglia di passare una giornata in allegria. Mancavano solo le formiche. Del resto un picnic che si deve ha le formiche. Io ne avevo preparato un barattolo ma la mattina mi sono dimenticato di metterlo nello zaino, disdetta.
      I partecipanti sono arrivati alla spicciolata, per lo piu' persone che risiedono qui da anni, che hanno famiglia e alcuni anche figli che sono nati qua. Il pomeriggio e' passato fra partitelle, lanci di freesby, un piccolo incidente ad una delle ragazze che e' stata costretta a ritirarsi dal campo di pallavolo. Come? Se l'incidente era grave? No, certo che no. Le si sono "sbragati" i jeans. In posizione strategica. Non era il caso che continuasse a mantenere la posizione di ricezione, sapete, quella in cui si sta piegati in avanti. 
      Fra le altre cose si e' parlato. Sia di stupidaggini che di cose serie. Una coppia residente a Melton Keynes che sta programmando di avere un figlio, parlava con un'altra che ha gia' un bimba circa 4 o 5 anni, cercando informazioni e suggerimenti, perche' l'idea di crescere dei figli qua non e' che sia proprio allettante per chi conosca le pecche della societa' britannica. La madre della bimba ha raccontato quello che era il suo piano originariamente, ovvero far crescere la bimba qua fino ai 10 anni, cosi' che assimilasse intimamente la lingua inglese, quindi tornare in Italia per farle fare le scuole la'. L'altra donna, insegnante, non ha potuto che darle ragione. Scuole dove i ragazzi non hanno libri, dove se falliscono un test possono ripeterlo sugli stessi argomenti e soprattutto dove e' permesso ai ragazzi di arrivare ad urlare sulla faccia dei loro insegnanti "You shit!" senza alcuna conseguenza...
       "Poi", ha continuato la madre della bimba scioccando l'altra donna, "ho realizzato che fra 5 anni io ne avro' 50. E chi mi prende a lavorare in Italia a 50 anni? Praticamente siamo bloccati qui."

      Intrappolati su questa isola. Intrappolati da un sistema che non funziona (quello italiano) in un altro sistema che a sua volta non funziona (quello britannico). Questi italiani sono venuti qua con un background culturale che ha dato loro un valore in Inghilterra. Da emigranti sono riusciti a crearsi una posizione rispettabile che permette loro di vivere piu' che degnamente. Molto piu' che degnamente. I loro figli, se faranno le scuole qua, quel valore non lo avranno. Forse si inseriranno immediatamente nell'ingranaggio ma forse no, non saranno neanche abbastanza British da evitare le discriminazioni riservate agli stranieri privi di valori sfruttabili. Che consiglio dare a chi e' in una simile situazione? Di mandare i figli in Italia dai nonni o da altri parenti? Separarsi da loro prima del tempo giusto? Le scuole italiane a Londra sono improponibili a causa dei costi, le scuole private che veramente funzionano nel Regno Unito probabilmente non li accetterebbero neanche se potessero pagare la retta scolastica (vi pare permetterebbero ai figli di emigranti italiani di sedere a fianco del principino o della duchessina?).
      Chissa',  magari  in 5  anni  l'Italia cambiera'. L'Euro cadra' e l'economia  ripartira' a  sufficienza,  ci libereremo dei Partiti che parassitizzano la nazione. Magari gli italiani apriranno gli occhi e proveranno a prendere in mano le redini della loro vita, avranno il coraggio di dire "Basta!" e capiranno che l'esperienza merita di essere pagata ed abbandoneranno l' ageismo.

       E magari l'Inferno ghiaccera', in questi 5 anni.


PS Due cose dell'Italia che a nessuno di noi mancano: le formiche ai picnic e le zanzare in camera da letto.

Saturday 29 June 2013

Rabbia e tarantella



Friday 28 June 2013

Dedicato a chi vive per se stesso



Adesso sono triste

Stamani, quando ho letto le due risposte alla discussione innescata dal post sul flatsharing, una di martina e l'altro di un Anonimo, ero arrabbiato. Durante la giornata, fra pioggia, noia e incuranza dilangante un po' ovunque, il sentimento e' fermentato, per divenire qualcosa di completamente diverso. Forse il cambiamento e' stato innescato dal sorriso con cui una cassiera di Sansbury's, una ragazza di colore, mi ha spiegato che grazie alla mia spesa di oggi avevo un buono per 15 sterline di sconto se ne spendevo almeno 60 per la mia spesa online. Che carina, sorrideva mentre mi spiegava (senza rendersene conto) di come le faranno perdere il lavoro. Be', la rabbia e' passata ed ora mi e' rimasta solo tristezza. Tristezza per chi non vuole vedere cosa ha attorno, per chi capisce cio' che gli altri dicono solo nel modo che fa piu' comodo alla loro personale visione delle cose. Eppure certe cose sono li' davanti a tutti, mi pare. O forse delle visioni? E se non io ad essere allucinato, come si fanno a non vedere? E come si fa ad ignorarle? Si vive meglio, caro Anonimo? No, grazie. Non fa per me. Il mio non e' risentimento, di sicuro non c'e' risentimento verso i Britannici. Rabbia si', di quella ce n'e' tanta. Cosi' come c'era in Italia. L'unico modo per non provare rabbia e' rifiutarsi di vedere le cose attorno a noi. Oppure fregarsene. Io non sono capace ne' voglio alcuna delle due cose. Lascio il vivere bene a voi altri, che non giudicate (tranne i vostri connazionali) e che riuscite a distaccarvi. Se non volete vedere quali siano i veri problemi, e come essi siano interconnessi, io non riusciro' certo a forzarvi a vederli.

Dimmi solo una cosa, Anonimo, se leggerai questo post. Tu che hai detto che se si vive qui e' perche' Londra e' meglio dell'Italia, spiegami dove, per favore. Perche' io proprio non riesco a vederlo. Non nella sanita', non nell'istruzione; non nelle condizioni di vita perche' a parita' di reddito qui sono piu' basse. Le eccellenze che l'Italia ha avuto, ha e potrebbe avere qui se le sognano. In ogni campo. La differenza la fanno l'amor proprio (che avete dimostrato insieme a tanti altri che gli italiani hanno perso se mai lo hanno avuto) e la capacita' di valorizzare cio' che hanno. Possedessimo un decimo della cpacita' di auto-promozione che hanno gli inglesi, con l'arte e cultura, le capacita' scientifiche, il sole e la natura e il cibo e il molto altro che abbiamo in Italia, saremmo leader in molti campi nel mondo. E invece ci facciamo ridere dietro. Proprio "grazie" a persone prive di amor proprio come lo siete voi. 

In piu' venite qui a sciupare una delle cose buone che questa gente ha fatto. Siete un cuneo piantato nella loro capacita' di unirsi e lottare per i diritti, voi col vostro individualismo siete la leva che verra' usata per scalzare i loro diritti. Alemeno questo riuscite a vederlo?

Thursday 27 June 2013

Martina e le esperienze personali

Ieri ho ricevuto, da parte di Martina, un paio di repliche al mio post Breve post riguardo la vita in flatsharing a Londra. A dire il vero le repliche erano tre, ma una non e' stata pubblicata per motivi a me sconosciuti, anche se a me e' arrivata via email. Dato che quella inedita mi pare la meglio articolata la vado a pubblicare qui:

"mi dispiace deluderti ma vivo quì già da un anno e prima di stabilirmi definitivamente ho fatto su e giù dall'italia per circa sei anni trascorrendo qui periodi brevi e lunghi :) senza contare esperienze di college estive da quando ho 12 anni. Londra e l'inghilterra in generale la conosco molto bene. ho lavorato anche nel dorset per un periodo....
La metropolitana non mi sembra l'unico punto di contatto... il punto di contatto per eccellenza piuttosto mi sembra il pub, ma questi sono punti di vista. Per quanto riguarda i topi ti dò ragione, mi è capitato più di una volta di vederne a bizzeffe sui binari.
io in centro ci vado veramente di rado ormai, roba che ci andrò probabilmente domani e ci manco da FEBBRAIO. vivo in zona 3 e non ho mai visto persone sputare o vomitare per strada ( a parte la sera di capodanno, ma questa è un'altra storia e a dire il vero in quella particolare occasione si trattava di russi e non di inglesi). probabilmente più vai in periferia più le cose che racconti saranno vere, ma per la mia esperienza ti garantisco che quello che mi racconti tu non l'ho mai vissuto. Anni fa sono stata in ospedale e quando mi hanno fatto il prelievo mi hanno disinfettata tranquillamente. mia madre si è spezzata il gomito e ADDIRITTURA l'hanno ricoverata per una notte per eseguire tutti i controlli dovuti. Non so da dove vieni, ma ti garantisco che se nella mia città se ti spezzi un braccio devi sperare che ti ingessino per bene e ringraziare se non ti mandano a casa con un calcio nel culo.
Per quanto riguarda l'odore e la pulizia delle persone sui mezzi pubblici ti invito a farti un giro in una qualsiasi metropolitana o anche bus italiana/o. ti garantisco che anche se noi abbiamo il bidet, se uno non si fa la doccia e si mette il deodorante puzza come qualsiasi altra persona del mondo ;)
in sostanza mi dispiace tu abbia avuto tutte queste esperienze negative, ma ti invito a pensare che oltre quelle negative (sicuramente non solo tue) ci sono anche tante altre positive."

Innanzitutto grazie a Martina per aver avviato la discussione, gradisco molto le risposte anche e soprattutto se sono discordanti dalla mia opinione. Senza confronto non c'e' crescita. Quindi spero che in futuro anche altri dei miei lettori, occasionali o meno, si facciano avanti per dire la loro.
Per rispondere a Martina devo precisare, per prima cosa, che questo blog non e' certo una anti-guida turistica di Londra, bensi' un viaggio personale, per lo piu' introspettivo, che ho sentito la necessita' di mettere per iscritto. Tutto cio' che pubblico qui, che sia un mio scritto o disegno originale, o  che sia qualcosa ripreso da internet o altra fonte, e' qualcosa che mi ha colpito in modo particolare, che ha fatto parte di un periodo breve o lungo della mia vita, che mi ha coinvolto intimamente. Insomma, un tassello di quel mondo artificiale che mi vado costruendo per "uso personale". Tutto e' visto quindi in ottica personale, anche se cerco di essere il piu' obiettivo possibile.
Seconda precisazione. Quando parliamo di qualcosa, qualunque sia l'argomento affrontato, possiamo parlare di esperienze personali oppure no. Se parliamo di esperienze personali, io dico la mia, tu dici la tua, e di certo non ci si puo' contraddire l'un l'altro, nel senso che la mia esperienza non necessariamente nega la tua. Se si parla di quello che e' lo stato delle cose, e non di come noi abbiamo visto o percepito tali cose, allora il discorso cambia, anche perche', specie quando si parla di entita' composite come una societa' umana, piccola o grande che sia, dobbiamo forzatamente parlarne in assoluto, ma quell'assoluto fara' riferimento ad una media, ovvero a quella che e' la caratteristica comune alla maggioranza degli elementi di quella realta' composita. Spero di non avere gia' perso qualcuno di voi. Mi seguite ancora o sono diventato incomprensibile?
Andiamo avanti, dando per scontato che nessuno si e' gia' stufato. E andiamo quindi a cercare la media, o meglio le varie medie, presenti nella societa' londinese ma anche britannica. Anche se il distinguo non e' certo facile, vista la natura di Londra e la mia ridotta conoscenza della Gran Bretagna fuori Londra.
Quello che hai scritto, Martina, pero' mi fa pensare che tu non conosca bene neanche Londra. Lascia stare i viaggetti da turista, non ti dicono niente di come siano realmente le cose. E dubito fortmente anche delle esperienze al college, piu' che altro perche' quando si e' invaghiti di un luogo se ne vedono solo i pregi. Pregi che io non nego affatto, non avrei altrimenti scritto post come questo o questo o questo. Scrivere che vivi in zona 3 non dice assolutamente niente, non puoi fare riferimento alle zone tariffarie dei trasporti per fare una differenza fra le varie aree londinesi: Peckham e' in zona 2, ma e' in realta' molto piu' periferica di Chiswick che e' in zona 3. Richmond e' in zona 4, ma e' un luogo posh, al contrario di Manor Park che si trova in zona 3. E il degrado stesso delle varie aree non e' certo distribuito in base alla distanza dal Centro, da quella che era la City.
Dai un'occhiata a questa mappa:
Purtroppo l'immagine non e' delle migliori, ma la si capisce bene ugualmente. Se interessa la si puo' vedere anche su questa ricerca condotta dalla University of East London, un report riguardo l'impatto dell'Olympic Legacy (ovvero l'eredita' delle Olimpiadi) sulle comunita' locali. Le aree in rosso sono le piu' indigenti, e si vede chiaramente che non sono poi cosi' lontane dal centro cittadino, mentre sono proprio le aree piu' ricche ad esserne lontane.
Per quanto riguarda ubriachi, vomito e sputi: mi lascia perplesso che tu metta in dubbio due delle tematiche ritenute piu' preoccupanti proprio dalle autorita' sanitarie. Possibile tu non abbia mai sentito parlare di Binge Drinking? E neanche dell'alto tasso di alcolismo, che a Londra e' basso rispetto al resto di UK? Mai sentito che sono tantissimi i casi di alcolismo fra i bambini di 8-10 anni? E ti assicuro che per esempio nelle piu' grandi compagnie edili  e non solo sono continue le induction che trattano le malattie che possono essere sparse con la saliva. Al Parco Olimpico "non sputare" e' una voce del regolamento, addirittura. Voce purtroppo disattesa, ma la gravita' del fenomeno la si evince dalla necessita' di inserirla nel regolamento. Stamani ho raccontato ai miei colleghi (inglesi, tutti quanti) che hai scritto di non avere visto ubriachi (eccetto quei russi che forse erano polacchi?) in un anno a Londra. Le reazioni sono state sorrisi e risate, piu' due commenti: "Are you sure she's living in London?" e "I crossed two of them this morning walking to the station." E questo ragazzo vive vicino alla stazione di Kensington Olympia, zona 2. Non conosco le tue occupazioni, ne' i tuoi spostamenti, ne' gli orari di tali spostamenti, ma come tu sia riuscita ad evitare tali amene visioni per un anno filato rimane un mistero per me. Ovvio che se frequenti solo la Middle Class ne vedrai meno che frequentando la Working Class, ma come ti muovi ti muovi gli ubriachi ti capitano fra i piedi. Io ho vissuto a Willesden Green, Kensal Rise, Leyton, Hounslow e Chiswick, Potters Bar, Tooting ed ora sono di nuovo in East London. Per lavoro sono stato un po' ovunque: e dappertutto e' lo stesso, dove piu' dove meno, fra ubriachi e gente che sputa. E council houses con la spazzatura gettata nei giardini.
Per ribattere alla tua osservazione riguardo gli ospedali ti invito a non fare il paragone fra un ospedale in Italia e un ospedale a Londra. Il mio commento era relativo al livello medio di igiene, che e' decisamente piu' alto in Italia. Poi ovvio che ci sono ospedali che fanno schifo in Italia, come ci sono persone che non si lavano. Ma il ragazzo di cui parlavo nel post che ti ha irritata cosi' tanto, quello che "caga a spruzzo" per intenderci, lui si faceva una doccia alla sera e una alla mattina. Ma quando ho visto la sua camera ho dovuto sopprimere un conato di vomito da quanto era lercia: due dita, veramente due dita di altezza, di sporco accumulato sul carpet, sul mobiletto del computer ed ogni superficie che non toccava quotidianamente. Hai voglia a lavarti, se vivi nello sporco sei sporco anche tu.
Ti riporto il commento di una persona che vive a Londra da molti anni, stavamo discutendo di comportamenti maleducati sul forum di ItaliansUnited.co.uk:

Re: BriTalian

Messaggioda AndyCapp » 26/06/2013, 22:11
CI sarebbe anche da discutere su cosa sia cafone e cosa no.
In Italia uno che rutta a pieni polmoni e sputa per terra e' considerato molto male, qui e' il normale modo di comportarsi in un pub

Credo di avere detto tutto. Senza ombra di dubbio il Regno Unito e' terra di eccellenze, ma al cui fianco convivono arretratezze degne dei migliori romanzi distopici di fantascienza. Ti riporto un caso avvenuto al Brompton Hospital, un centro all'avanguardia mondiale specializzato in risonanza magnetica cardiaca, una cosa che viene fatta in pochissimi ospedali. Ad un paziente fu trovata una dissezione dell'aorta e dato che non era la loro specializzazione lo mandarono a casa dicendogli di chiamare il suo GP (medico di base per chi non e' avvezzo alla terminologia inglese). Il punto e' che con una dissezione dell'aorta non e' mica sicuro che arrivi a casa. Anzi, potresti non arrivare nemmeno alla porta, perche' uno starnuto, lo sforzo di fare una scala o il semplice pompare dell'arteria stessa possono farla cedere. Ora sei vivo, tra dieci secondi sei morto. In un caso del genere avrebbero dovuto metterlo su un lettino e chiamare seduta stante un'ambulanza che lo portasse in un altro ospedale, visto che non lo volevano ricoverare.
Be', io mi sto sforzando di vedere le cose belle di Londra. Dovro' stare qua almeno altri tre anni, mi sa, mica voglio inacidirmi e deprimermi. Ma ti assicuro, Martina, che una volta che hai aperto gli occhi e' dura.

Se vuoi la discussione e' aperta.

Thursday 20 June 2013

Cose fatte dalla piccola Italia della liretta

Dedicato agli eurotroll, tanto pronti a deprecare l' Italia della Lira. Andate a questa pagina web e guardate cosa faceva l' Italia della liretta. Anche gli inglesi sanno che avevamo un programma spaziale. Io, devo ammettere, ho saputo solo oggi che l' Italia e' stata la quarta nazione al mondo ad effettuare il lancio in orbita di un satellite artificiale.

Wednesday 19 June 2013

Dall'Accademia della Crusca alle vostre tavole

Qual e' la corretta ortografia delle parole obiettivo/obbiettivo e obiezione/obbiezione?
Obiettivo / obbiettivoobiezione / obbiezione
Per rispondere a questa domanda riportiamo quello che hanno scritto Valeria Della valle e Giuseppe Patota nel loro libro Il Salvaitaliano (Sperling & Kupfer Editori, 2000, pp. 93-4).
«Dialogo fra un venditore di obiettivi e un obiettore
VENDITORE DI OBIETTIVI: Il signore desidera?
OBIETTORE: Sono un obbiettore venuto con un obbiettivo preciso: l'obbiettivodella mia macchina fotografica si è rotto, e obbiettivamente ne devo acquistare un altro.
VENDITORE DI OBIETTIVI: Mi permetto di obiettare, signore, che se lei fosse stato obiettivo avrebbe cambiato obiettivo, chiedendo di acquistare unobiettivo.
OBIETTORE: La sua obbiezione mi sorprende davvero. Ribadisco che sono un obbiettore venuto qui con un obbiettivo preciso, checché lei obbietti, eobbiettivamente non intendo andarmene senza aver ottenuto il mio obbiettivo.
VENDITORE DI OBIETTIVI: Lei sarà un ottimo obiettore, ma non è obiettivo. Personalmente, non ho altro obiettivo che quello di vendere obiettivi, ma sono costretto a obiettarle che, se lei mi obietta che vuole un obiettivo,obiettivamente non posso aiutarla.
OBIETTORE: Lei non può obbiettarmi un bel niente: sono io che le obbiettoche obbiettivamente lei, più che un venditore di obbiettivi è un essereabbietto (o abietto? Oddio! Se avessi comprato il Della Valle-Patota, adesso non mi troverei in questo guaio!).
Chi è obiettivo in questo dialogo surreale: l'obiettore o il venditore di obiettivi? Sicuramente il venditore di obiettivi, che fra obiettare e obbiettare,obiettivamente obbiettivamenteobiettivo obbiettivoobiettore eobbiettoreobiezione obbiezione sceglie sempre le forme con una sola b.Intendiamoci, le varianti con due non sono sbagliate, ma sono più lontane dagli originali latini, che erano obiectareobiectivusobiectorobiectio. Anticamente queste parole non venivano usate nella lingua di tutti i giorni: le adoperavano solo i filosofi nei loro eleganti trattati in latino, sicché, in questo caso, adoperare le forme più vicine al latino equivale a rispettare maggiormente la storia di queste parole.»

Capacita' di associarsi e l'obiettivo delle scuole inglesi

Nei miei difficili discorsi coi miei colleghi inglesi (difficili in quanto necessario uno sforzo reciproco per trovare un punto di incontro fra due modi di parlare e pensare diametralmente opposti), sono giunto a due conclusioni.

Prima conclusione
Gli inglesi, al contrario degli italiani, sono capaci di riunirsi in associazioni piu' o meno spontanee per fare fronte comune contro cio' che, a torto o a ragione, reputino un'ingiustizia. E fin qui nulla di veramente strano, lo strano e' che gli italiani ne siano totalmente incapaci. Cio' che rende la cosa quasi inconcepibile da parte degli abitanti della penisola a forma di stivale, e' che i nordici isolani siano capaci di farlo per fino quando cio' abbia colpito solo un piccolo numero o addirittura un solo individuo. Vedi la storia del gelato comprato a Roma da quei quattro di Liverpool. Quando mai si e' mosso qualcosa, c'e' mai stato un moto di protesta o indignazione in Italia per un nostro connazionale turlupinato all'estero? Noi, se la cosa non ci tocca direttamente, ce ne freghiamo. E cosi' siamo arrivati alla disastrosa situazione attuale.
Pero', a quanto pare, gli inglesi sono totalmente incapaci di reagire (o quasi, o per lo meno con ben pochi risultati) quando a metterli sotto sono le loro stesse istituzioni. Non tanto nello specifico, quanto piuttosto nella globalita' della loro vita. Sono condannati a subire una qualita' della vita assurdamente bassa per una nazione cosi' ricca, nascono senza la speranza di poter innalzare il loro livello sociale dato che il regno Unito manca totalmente di mobilita' sociale. Chi nasce povero muore povero. Ma nessuno ci prova a cambiare lo stato delle cose, accettando la situazione felicemente.
Perche', mi chiedo?

Seconda conclusione
Sapete quell'indovinello, quello dell'insetto nella bottiglia? Quello che raddoppia di numero ad ogni minuto: al primo minuto c'e' 1 insetto nella bottiglia, al secondo minuto ci sono 2 insetti, al terzo minuto ci sono 4 insetti, e 8 insetti al quarto minuto, 16 al quinto, 32 al sesto, 64 al settimo e cosi' via. Sapendo che gli insetti impiegano un'ora esatta per riempire tutta la bottiglia bisogna calcolare a quale minuto gli insetti hanno riempito mezza bottiglia. Piu' che un calcolo e' un ragionamento logico molto semplice.
Bene, quando pongo questo quesito a britannici che siano laureandi o laureati, non ottengo mai la risposta giusta. Se pongo la domanda a colleghi di lavoro che non sono neppure andati al college, ottengo molto spesso la risposta giusta. E pure in tempi rapidi.
A questo punto e' ovvio che le scuole britanniche (per lo meno quelle per comuni mortali) sono fatte apposta per rendere la gente stupida. La scuola primaria e secondaria prepara una bella tabula rasa su cui posi verrano inserite le nozioni minime per creare un individuo superspecializzato.
Laggiu' dove si trova ora, sara' contenta la Montalcini, lei che predicava la perfezione degli insetti. Su queste isole stanno ibridandone una nuova specie.

Wednesday 12 June 2013

"Just smile and wave, boys! Smile and wave," otherwise "Don't feed the gardeners"



Book your ticket for a Park In Progress visit
Take an exciting behind-the-scenes visit to the Olympic Park construction site to see how the Park is being transformed into Queen Elizabeth Olympic Park. From the moment you arrive, you’ll be part of the Onsite Team and will be issued with safety workwear. You’ll enjoy an exclusive opportunity to visit the UK’s tallest sculpture, the ArcelorMittal Orbit, with a chance to take in amazing views of the London skyline.*
     Naturally, reading such a sentence on the official web site of the Park In Progress Tour*, the person who was so fond about Olympics would want to see how the places which were scenario of the sports events are progressively transformed. Even feeling whit anticipation the chance to see from close the developing of the work, almost feeling the chance to take part on it. If not why to write "be issued with safety workwear"? I'm almost able to imagine the brain of this person trying to work out which great jobs the gardening companies are carrying out. I can imagine the scenes which are running in his mind, from the secular tree lowered into its hole with huge cranes and futuristic machinery, to the group of gardeners carrying boxes of exotic plants on blossom. Someone could even arrive to imagine the gardeners adorned of garlands and daisy chains like happy satyrs moving from bed to bed, sowing in the wind seeds which will germinate so fast that you can see them growing. Even more there's the chance to visit "the UK’s tallest sculpture", the ArcelorMittal Orbit. 
Watching it in this photo it seems much taller than the Olympic Stadium. In every photo you'll find it will seem much taller than the Olympic Stadium. What amazing landscape will be possible to watch from the top of it, the "amazing views of the London skyline."
      
      In this way the tourist (generally Londoner) is persuaded to pay 15 pounds to make a round which last a little bit more than an hour. An hour spent mostly sitting inside a coach, coach which reaches few areas of the Park, since the site is whole work in progress and closed to the visitors, listening to I don't know what speech the guide is declaiming. Then, what does this tourist see? Nor gardeners moving gracefully among bushes and flower beds, nor the laying of mastodontic secular trees, and to be honest he doesn't see neither the flower beds. The few meadow remained are where the tourist can't go. He sees even few gardeners, since our number is really small compared to the number of all operatives. The tourist, seated inside the coach, which proceeds to a speed of 15 miles per hour, without stopping in any place since would be on the way of operative vehicles, the tourist sees on the right hand side and on the left hand side, in front of himself and behind himself, road work without an end. The original roads are cut, changed, dug and paved again, often without a visible reason. The many yards which received food stands and thousands of visitors during the Games are removed to make room to new lawn. And to new buildings, I've just found out today. Everywhere there are trucks and dumpers full of soil or construction waste. There are cranes lifting parts of coming down bridges, jackhammers connected to 4 tons excavators shattering the concrete and the silence, and then cranes again to load on lorries the metallic frames. The tourist sees just builders wearing high visible jackets, once upon a time yellow or orange, now just black of dirt because these builders don't wash them once every four months or more.
     And the "being a part of the On Site Team"? The tourist is equipped whit a white helmet and he wear it to cover the 30 meters between the coach and the Orbit access. Everything, obviously, is just a scenic design, since that area is PPE free, nobody needs to wear the Personal Protection Equipment. That tourist who is lucky (the member of a founding Association) is leaded in a wider tour and can see some completed areas, those areas which have been handed over to the maintenance company, which probably (alas!) will manage the Park for the next 10 years. Tour guides of this extra for few chosen are the gardeners of the maintenance company. But to call them gardeners is too much. Don't ask to them a plant name, how to prune a rose or when is the right time to plant an holm oak. I worked with them and I know each one of them. They can't distinguish an herbaceous from a weed**. More then gardeners are lawnmower men. Who has the chance to take part in this special tour, obviously, is not annoyed whit white helmets.
      But coming back to our tourist, that one who paid 15 pounds and till now has made a round on the coach watching the same he could have watched paying the 1 pound and 40 pence of the red bus ticket. Luckily for him, there's always the Orbit, "the UK’s tallest sculpture". Apart that I have a different concept of "sculpture", but the Orbit is not really taller than the Olympic Stadium which it stands aside. Practically the Stadium closes the view westwards, where the center of London is; northwards there's the Park, in other words a lot of tree canopies, but in London you can see tree canopies everywhere; at east there's East London, not so much of a deal; southwards you can see some buildings of Canary Warf, but you can see them even from the ground. London stands on a plain, with few hills on the north more similar to pimples then something else. If you put a bucket up down and climb on it you can have "amazing views of the London skyline."
     But us, the few gardeners, what do we see? And even more, how do we feel? We feel a little bit as the animals of a zoo, when these coaches of tourists (rarely full) slide close to us. "But have been told to them to don't feed the gardeners?" we snigger nudging each other. And when I watch them passing, looking at us like they've never seen someone to work, I'm almost sorry seeing those blank eyes of who understood that have thrown away 15 pounds to see nothing. Then I get suspicious that them, back to home, will gush over the marvels of the Park In Progress Tour continuing the scam. Then I say to my team guys: "Just smile and wave, boys. Smile and wave."
*At the time I'm translating this post from Italian to English, the Park In Progress Tour website have been removed and the tours canceled one month earlier then planned. How could we blame them? It was clear they didn't earn enough. The first coaches were actually full, but after few days they sold out just half part of the available seats, to decrease quickly to less then 10 paying visitors each journey. I swear that at the end of May I saw an empty coach running around the Park. But the best was the coach before the last one, where a tourist wore the white helmet inside it. You gave it to me, and I wear it. 
** The sentence "They can't distinguish an herbaceous from a weed" sounds much better in Italian, were the the words herbaceous and weed are quite similar (erbacea/erbaccia). In Italian the sentence was "(Loro) Non riescono a distinguere un'erbacea da un'erbaccia".

Monday 10 June 2013

Gli inglesi sono classisti

Dopo Stanco di vivere con le bestie  e Piccola domanda da uno che si e' stancato vi riporto un altro thread da sito di Italiani a Londra, giusto per chiudere la trilogia dei consigli per chi crede che Londra sia il Paese Delle Opportunita' e/o desidera venirvi. La morale di ognuna delle storie e' sempre la stessa: nove su dieci e' meglio rimanere a casa.

Londra che passione!!!8/6 alle 10:35
http://www.londranews.com/2013/06/mi-trovo-malissimo-a-londra/



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E come darle torto?
by Bisanzio72 il 08/06/2013 alle 10:47
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non ci credo! per la prima volta siete d'accordo voi due!
cmq ho dato un occhiata e su quel sito ce ne sono anche di positive.
by fabjodo il 08/06/2013 alle 21:24 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo
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c'e' sempre gente che ha dei problemi...
by Bisanzio72 il 08/06/2013 alle 21:38
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Io alla fine attacco bisanzio ma non c'e' l'ho con lui,pensa che a volte concordo pure su quello che scrive,e ti diro' di piu',ho letto il suo blog e mi anche piaciuto,ma non lo scrivo per non darli soddisfazione buahahahah.

Comunque il vero motivo e' che sono stato assunto dal sito per dare una sferzata di entusiasmo al forum che sembra un po' morto.

Ovviamente c'e' il positivo e il negativo in tutte le cose,ma visto che molti credono che Londra sia il paese dei balocchi e' meglio metterli di fronte alla dura realta' per evitare delusioni,specialmente ora che la vera crisi sta arrivando e che per trovare un lavoro come lavapiatti c'e' la lista d'attesa.

by paranza il 08/06/2013 alle 21:42 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo
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sono io il primo a cercare di mettere in guardia la gente...troppi disperati all'arrembaggio ultimamente.
E i tempi sono decisamente cambiati.
E' anche vero che chi spera di farsi un'opinione o affrontare una scelta leggendo uno o due commenti su un forum o qualche blogger mica deve prenderlo come oro colato. Abbiamo tutti esperienze, situazioni e soprattutto percezioni della realta' molto differenti, per non dire che spesso chi scrive e' chi vuole lamentarsi anziche' chi invece vive beato e tranquillo e non ci pensa proprio a lasciare Londra.
by fabjodo il 08/06/2013 alle 21:50 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo
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Non centra niente la gente che ha problemi.

Il discorso di fondo e' che l'inglese e' classista di base,si c'e' la meritocrazia ma se tu arrivi,non conosci la lingua,inizi come lavapiatti e passi a cameriere e sul tuo CV come prima esperienza in UK avrai lavapiatti e cameriere.

Se non fai nessun corso di aggiornamento,perche' non puoi permettertelo,per loro tu rimarrai sempre un cameriere e non ti verra' data alcuna possibilita' di fare esperienze in nuovi settori,(in quanto sono classisti),e di conseguenza a Londra non sopravviverai e prima o poi te ne ritornerai in Italia.

Questo e' il discorso che molti che arrivano non vogliono capire o non conoscono.
by paranza il 08/06/2013 alle 21:51 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo
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Il discorso va oltre il classismo. E' il sistema lavorativo di una societa' di "specializzati", che non da alcuna possibilita' di cambiare carriera. Io qui ho iniziato nella manutenzione di giardini e nella manutenzione mi lasciano, non ho possibilita' di passare al landscaping (meglio pagato) nonostante sia qualcosa che mi riesce addirittura meglio e che in Italia facevo e per il quale le ditte per cui ho lavorato mi hanno felicemente usato. Ne' vengo preso in considerazione per posizioni di Head Gardener in private estates perche' non ho esperienze simili (qualcuno le vuole addirittura in Gran Bretagna), sebbene i manager con cui ho lavorato hanno dovuto ammettere che sarei un ottimo head gardener. Ma che ci vogliamo aspettare da gente che se compra la villa nel sud della Spagna si cerca e porta il giardiniere dall'Inghilterra o dalla Scozia? Non c'e' niente di piu' fuori luogo di un inglese che va a fare il giardiniere nella Spagna meridionale, ma per questi qui nessuno puo' riuscire meglio.
In quanto agli Italiani che vengono o vogliono venire qui: la maggior parte non vuole consigli ne' sapere come siano realmente le cose, ma cerca solo conferma a cio' che ha gia' deciso. Lo dimostra chiaramente chi, avendo ricevuto una risposta contraria a quella aspettata, scrive un altro post chiedendo la stessa cosa. In molti casi le persone non credono se non sbattono la testa contro il muro; in altri hanno raccolto soltanto informazioni sbagliate, ma di sicuro non ascolteranno se vengono "aggredite".
by Bisanzio72 il 08/06/2013 alle 22:09
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Vogliamo davvero parlare di specializzati?

Ironicamante ti faccio un esempio classico e alla portata di tutti,come lo chiamano loro il "tecnico" BT o di qualsiasivoglia compagnia telefonica in UK.
Io ho cambiato 3 case e ho chiamato 3 "tecnici" specializzati ovviamente,non ti dico che bravura e che professionalita'.
Dicasi per idraulici,e compagnia bella.

Purtroppo ci sono piu' incapaci qui che in Italia,pero' sono "specializzati","qualificati" e inglesi,quindi avranno sempre piu' opportunita' di una bravo head gardener italiano,che rimarra' sempre nella manutenzione.

In piu' c'e' da dire che la maggior parte delle cose qui non funzionano bene,solo che a differenza dell'Italia,la gente non si lamenta quasi mai,quindi ti sembra un paradiso.

Guarda ad esempio i treni al mattino sono sempre in ritardo cazzo,oppure i lavori del tube li fanno sempre al fine settimana e ti mandano a puttane il week end,e potrei andare avanti all'infinito.

Cmq tornando al discorso iniziale qui c'e' il vero classismo puro e semplice.

Tralasciando un attimo UK e Italia e parlando di US,che personalmente odio,pero' li' si' che hai la possibilita'.
Se sei un asino puoi perfino diventare presidente.

Io non voglio aggredire ne dissuadere la gente a venire in UK,e capisco che se uno non prova sulla propria pelle poi non capisce e non ci crede,volevo solo cercare di far capire agli italiani che sono intenzionati a trasferirsi qui che non e' cosi' semplice anzi,oggi come oggi la vedo molto dura.

by paranza il 08/06/2013 alle 22:35 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo
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http://www.youtube.com/watch?v=ELj0gmWhHTI

Guardati questa breve intervista di un anno fa che nel discorso iniziale riassume in poche parole esattamente il mio pensiero e quello di molti che vivono qui,da anni e che hanno passato il momento di ebrezza dovuta all'onda dell'entusiamo iniziale e cominciano a vedere Londra come realmente e'.
by paranza il 08/06/2013 alle 22:40 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo
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quoto in pieno l'ultima parte del ragionamento di Bisanzio. La maggior parte vogliono solo sentirsi dire quello che gia' hanno in testa o sperano, tipo quello che vuole scappare qui a fare il cameriere o lavapiatti e anziche' ascoltare e documentarsi non fa che ripetere le stesse domande finche' qualcuno non gli da la risposta che vuole lui! Allora si che puo' partire!
by fabjodo il 08/06/2013 alle 22:48 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo
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@paranza concordo in pieno con la seconda parte del discorso di Mattia, nel video, quella relativa all'assenza di mobilita' sociale; ma all'inizio, quando parla di meritocrazia, ha detto una stronzata galattica. La meritocrazia qui non e' mai esistita: c'era solo una sovraofferta di lavoro e un eccesso di idioti patentati ed incapaci. Erano cosi' disperati che si sono "abbassati" a dare buone posizioni a degli stranieri. Ora, grazie all'importazione massiccia di manodopera, il vento e' cambiato, e gia' in molti hanno notato che le posizioni con un minimo di prestigio le danno solo "al figlio di..." e "amico di..." Anche i funded phD sono solo per UK o Commonwealth students, indipendentemente dal fatto che siano parzialmente finanziati dalla UE (quindi con tasse anche italiane) e indipendentemente dal valore proprio dei candidati. Non sono solo classisti, ma anche razzisti. La loro storia anche recente e' lampante al riguardo. Ma tu stai cercando di avvisare (e nel modo sbagliato) persone che, venute qui, aprono un blog su questo stesso website per dire a tutti che gli inglesi non hanno bisogno del bidet perche' loro mangiano in modo "semplice" e quindi una doccia alla sera gli basta. Come se la doccia alla sera se la facessero.
Io sono in UK da soli 2 anni, ma la regressione che questa gente sta subendo e' chiaramente visibile, la stessa che sta subendo la loro lingua. Pero' ricordati questo: ci sono tre razze in questa nazione. La famiglia reale, di origine tedesca; la nobilta', di origine francese; e la plebe, quella del "breeding in progress", la massa di origine sassone.
by Bisanzio72 il 09/06/2013 alle 10:07
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ragazzi, neppure un post cancellato su questo thread!
che vi succede, vi state ammorbidendo?
by fabjodo il 09/06/2013 alle 13:38 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo
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Bisanzio era proprio la seconda parte del discorso di Mattia a cui facevo riferimento.

La meritocrazia c'e' n'e' di piu' paragonata all'Italia e' un dato di fatto innegabile.

Per il resto concordo pienamente con quello che hai scritto, e'un punto di vista interessante.

Io sono venuto qua piu' di 10 anni fa quando ancora in Italia si stava bene.
Ogni volta che torno a casa mi viene il magone e mi dispiace che tanti arrivino qui con i loro sogni che verranno nella maggior parte dei casi infranti.
Perche' stanno arrivando come disperati,scappando da una nazione che ci ha inculato a tutti e lasciato nella merda.
l'80 % non parla inglese,non ha eseperienze in UK e nemmeno gli verra' data una possibilita',inizieranno a lavorare in un ristorante e li' finira' la loro carriera.
Senza contare che verranno sfruttati peggio che in Italia.
Per vivere a Londra devi avere un buon CV altrimenti questa citta' non la vivi ma la subisci e ti calpesta.

Io sbaglio nel modo di aggredire e di trollare pero' lo faccio a fin di bene,cmq ho capito il senso,ognuno deve fare le proprie esperienze e sbatterci la testa contro anche se finira' inculato.

Caro Fabio di solito i post cancellati sono solo i miei e infatti mi sono rotto i coglioni di trollare in quanto mi cancellano ogni volta.

Dico solo una cosa bisanzio torna a zappare l'aiuola e lascia stare la filosofia spicciola buahahahah
by paranza il 09/06/2013 alle 17:16 - Il tuo voto: [+] positivo [-] negativo
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Bisanzio non ha mai smesso di zappare l'aiuola, ma Bisanzio senza filosofia spicciola non e' Bisanzio.
by Bisanzio72 il 09/06/2013 alle 19:22
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Saturday 8 June 2013

La rivolta Mau Mau e come si combatte il senso di colpa

     L'altra mattina, scorrendo le pagine online di alcuni quotidiani, sono incappato in questo articolo. Fondamentalmente e' un articolo contro il revisionismo storico che una parte politica sta operando riguardo alla Rivolta dei Mau Mau, avvenuta nella colonia britannica del Kenia negli anni '50. Lo spunto per l'articolo e' stato dato dalla decisione del governo britannico di risarcire con quasi 20mln di sterline le vittime delle "sofferenze ed ingiustizie" perpetrate dalle armate britanniche. Il Telegraph argomenta che sia questo accadimento storico che ogni altro debba essere compreso pienamente in tutte le sfumature, che non si tratta di una verita' semplice ma dalle molte sfaccettature, e si scaglia contro chi dipinge l'accadimento semplicemente come la lotta per riguadagnare l'indipendenza della colonia africana contro l'impero oppressore, asserendo che si tratto' piu' che altro di una sporca guerra etnica di cui i coloni inglesi finirono per fare le spese, e che i Mau Mau, per altro nomignolo dato loro dalle forze britanniche le quali rifiutavano di usare il titolo militare di Kenya Land and Freedom Army (KLFA) per non concedere il riconoscimento di alcuna leggitimazione internazionale, non ottennero mai un largo consenso fra la popolazione kenyota. Quest' ultimo fatto, probabilmente, accadde per due fattori: la tecnica del dividi et impera magistralmente usata da sempre dall'Impero Britannico, e la politica del chi non e' con noi e' contro di noi messa in atto dai guerriglieri Mau Mau che nego' loro ogni possibile nascita di simpatia popolare. Senza l'appoggio della popolazione, le sorti della rivolta erano ovviamente segnate, e la ribellione iniziata nel 1952 fu di fatto stroncata nel 1956 con la cattura del leader guerrigliero, anche se poi gli strascichi degli scontri armati si protrassero fino al 1960.
     Il Telegraph ci tiene a sottolineare che i lati positivi, "On the contrary, the British tried to win over popular support by pushing for land reform, creating trade unions and setting a timetable for independence", furono di gran lunga maggiori di quelli negativi. Ora, senza andare a cercare altre fonti, mi limito ad analizzare i dati che il Telegraph stesso riporta.
      Il giornale britannico riporta che i Mau Mau uccisero 32 coloni britannici e circa 200 soldati delle forze di Sua Maesta', mentre furono ben 1800 le vittime fra gli africani di varie etnie, in casi sanguinosi come l'attacco al villaggio di Lari nel marzo del '53, dove "Some were slashed to death, some burned alive in their huts; many were maimed for life. Pregnant women were disembowelled, children were murdered."  Da qui la definizione di "guerra etnica", che del resto mi pare sia, alla fin fine, caratteristica intrinseca in ogni conflitto africano. Ma con una serenita' che mi lascia stupefatto, il giornale riporta anche che "Their (i britannici) handling of the crisis was hastily improvised, often mistaken, and put power into the hands of sadists. More than 100,000 Kikuyu (etnia di cui i Mau Mau erano membri) were interrogated for presumed sympathies with the Mau Mau and “processed” through brutal labour camps. At the Hola camp, victims were allegedly castrated and burned alive. Newly released documents confirm historians’ worst fears: the British knew this was going on and chose to turn a blind eye to it." Piu' di 100.000 persone torturate ed imprigionate, castrate, bruciate vive, molte ovviamente uccise, dato che l'articolo apre proprio con la storia di un uomo picchiato con una mazza e dato per morto che passo' due giorni chiuso in una stanza con 11 cadaveri. Cosi' a colpo d'occhio direi che le vittime fra la popolazione a causa della "improvvisata gestione della crisi" da parte delle autorita' britanniche furono ben superiori a quelle provocate da cio' "that began as a nationalist uprising quickly turned into an ethnic civil war". A fare le somme si parla di poco piu' di 2000 vittime contro oltre 100.000.
      Insomma, sir Arthur Henry Hardinge un senior British diplomat scriveva "[t]hese people must learn submission by bullets—it is the only school . . . In Africa to have peace you must first teach obedience and the only person who teaches the lesson properly is the sword." Ma per il Telegraph la rivolta dei Mau Mau non ha niente a che vedere con la lotta contro l'impero oppressore. I britannici hanno castrato e bruciate vive persone soltanto sospettate di essere simpatizzanti dei Mau Mau, ma "this was not part of a systematic campaign of brutality against Kenyans", e " Hola disgusted the British just as much as it did the Africans: in Parliament, an outraged Enoch Powell told the House that the British “cannot, we dare not, in Africa of all places, fall below our own highest standards”. After an inquiry, the camp was closed down." Mr. Power puo' anche aver fatto l'oltraggiato in Parlamento, ma il campo di concentramento di Hola fu chiuso dopo che ebbe svolto il suo ruolo.
       Ma ora veniamo al punto, al succo di questo post che poi, alla fin fine, coincide con quello dell'articolo del Telegraph, sebbene io stia osservando da un differente lato della barricata. L'articolo si conclude con una critica al senso di colpa che il popolo britannico sente, spesso in casi di cui non ha colpa alcuna, e che lo porta con troppa facilita' ad elargire risarcimenti perche' "the British tendency to feel guilty even when we are innocent compels us to surrender to almost every claim on the public’s heart or wallet." Questa tendenza esiste, in vari campi e varie forme, ed ha una sua ben precisa origine che sara' argomento di un prossimo post. Come esiste il tentativo di riscrivere la storia per convenienza politica, una convenienza ovviamente tutta di sinistra. 
      Ed ora una domanda. Vi riuscite ad immaginare il putiferio che un articolo del genere scatenerebbe in Italia? Succederebbe il finimondo, anche se l'articolo non raggiungesse il parossismo che il Telegraph raggiunge cercando di far passare l'oppressione imperiale come civilizzazione. E qui sta la differenza fra una nazione in cui il Socialismo non ha mai attecchito, il Regno Unito, ed una, l' Italia, dove quel Comunismo che ha rinnegato tutte le ideologie socialiste ha preso campo e permesso di far da padrone in troppi aspetti della societa' ad una categoria di persone per cui gli ideali sociali sono solo belle parole con cui riempirsi la bocca, mentre usano i loro discorsetti per riempirsi le tasche. Quelle stesse persone che si inalberano contro il revisionismo storico tentato dalla Destra (?), senza accorgersi che loro la storia l'hanno gia' revisionata. Ma mentre i "beceri di Destra" tentano un goffo approccio plateale, loro lo hanno fatto cosi' bene da esserne fermamente ed intimamente convinti. Arrivano a mentire senza rendersi conto di farlo, credendo di affermare la verita' piu' pura. Mi ricordo alcune nozioni ricevute dai miei insegnanti, sia alla scuola Media Inferiore che a quella Superiore. Nozioni fasulle come la disputa fra Cristoforo Colombo e i suoi avversari riguardo la traversata dell'Atlantico: da bambino ti dicono che all'epoca tutti credevano che la Terra fosse piatta, per cui ritenevano impossibile per Colombo compiere la traversata, mentre nella realta' la disputa verteva sulla distanza fra le Isole Canarie ed il Giappone: quella calcolata da Colombo era ridicolmente troppo corta, se per un caso non fosse andato a sbattere contro le Americhe sarebbe morto di fame insieme a tutta la spedizione. E gli insegnanti, che dovrebbero istruirti, ti insegnano invece cose fasulle come questa, oppure, come asseriva la mia insegnante di storia alle Medie, che l' URSS aveva pianificato un' economia di basso sviluppo perche' riteneva che fosse socialmente piu' accettabile di una di stampo capitalista, mentre tutto dipendeva invece da fattori geografici quali le distanze fra i centri di raffinazione e le miniere, che imponevano un certo modello industriale. Quella stessa insegnante vaneggiava di persone che negli anni '60 e '70 avevano lasciato l'Italia per trasferirsi in URSS, dove il modello socialista aveva dato loro quella vita dignitosa che in Italia non gli era concessa, persone a cui immagino poi non sia riuscito quello che a Togliatti e alla Iotti riusci' con grande difficolta': lasciare l' URSS. Oppure, come dicevano un paio di mie insegnanti alle Superiori, parlando della bonifica fascista della maremma e dell' Agro Pontino, "Mussolini non e' che fece poi molto di piu' che riaprire le canaline di scolo scavate dai Romani". Chi ha letto qui sa che le cose sono andate diversamente.
      Ed io mi chiedo quale sia il guadagno di certi atteggiamenti, sia quello inglese di combattere un senso di colpa solo parzialmente giusto negando l' evidenza, sia quello italiano di creare il senso di colpa modificando la realta' dei fatti. Entrambi verranno prima o poi alla luce. 

     O, per lo meno, verrebbero alla luce se la gente non delegasse qualcun altro a pensare in vece sua. Ma del "pensare con la testa altrui" ne scrivero' un'altra volta.