Friday 29 November 2013

Addendum a "Paese che vai" ovvero "Cresce il numero dei coglioni"


Dopo i problemi con la quasi inesistente burocrazia britannica che ho raccontato qui, siamo infine entrati nel nuovo appartamento. Nuovo per noi, ovviamente, non nel senso che l'appartamento e' nuovo. Anzi, ha i suoi annetti, ed anche se e' stato parzialmente ristrutturato pochi mesi fa, i lavori sono stati fatti nel modo tipico del Regno Unito. Cioe' male. Ma soprassediamo sulle capacita' degli artigiani di Sua Maesta', originari dell'isola o imprestatigli dai vari continenti, e parliamo un poco di acqua, gas ed elettricita'.
A parte gli aumenti che niente hanno a che fare con l'inflazione, che sono universali, parliamo del sistema di fornitura. Per gas ed elettricita' qui si puo' optare per un sistema tutto particolare: il pay-as-you-go, ovvero prepagato. Carichi una cifra a tua scelta su una chiavetta elettronica o su una carta come quelle del bancomat, le inserisci nel contatore e il credito va a scalare. Ottimo sistema se gli inquilini cambiano continuamente, cosa molto frequente a Londra, dato che nessuno puo' andarsene lasciando un debito. E' un assillo continuo, pero': "Cazzo caro! Corri dal pakistano all'angolo che abbiamo finito il latte e l'energia elettrica!" Vabbe', non e' la fine del mondo. Solo una scocciatura. Ovviamente non e' che i contatori siano universali, cioe' in grado di leggere qualsiasi chiavetta o carta. Devi aprire un account con un fornitore, procurarti la sua chiavetta/carta e caricarla in un negozio abilitato. E ancora non e' nulla di grave: il sistema e' perfezionabile, ma quale non lo e'?
Nel nostro caso gli inquilini uscenti avevano gia' i loro account sia con la compagnia elettrica che con quella del gas, e tramite il letting agent veniamo a sapere che per entrambe le forniture si tratta di EDF. Ci fanno avere pure le loro chiavette per l'elettricita' e la carta per il gas: due chiavette in quanto una non funziona. Quale non si sa. Solo che la carta riporta il nome British Gas. Comincia a farsi largo il sospetto che ci sia qualcosa che e' sbagliato.
Ovviamente, quando entriamo in casa, siamo senza luce e senza gas. Quindi senza acqua calda. La mia compagna si mette al telefono, mentre io sono impegnato in un corso di Primo Soccorso a circa 100 chilometri da Londra ed al ritorno la sera devo caricare il camion con la roba per il trasloco: l'operatore EDF si fa dare tutti i dati e la tiene per piu' di mezz'ora in linea per spiegarle come fare a ricaricare la chiavetta; British Gas non risponde dopo un'attesa di 1 ora e 45 minuti. I numeri, naturalmente, sono a pagamento. Dovremo fare un giorno in piu' senza gas, ma almeno possiamo avere la luce. Certo, come no...
Al negozio (pakistano) non riescono a caricare nessuna delle due chiavette. Riescono a caricare la carta del gas, pero': 5 sterline, giusto per provare. Magari riusciamo a farlo funzionare. Resta il problema luce, da risolvere prima delle 6 di sera perche' smettono di rispondere al telefono. Quindi la "santa ragazza" si rimette al telefono. L'ora di pranzo e' gia' passata da un po'. Altro operatore EDF, che prende i dati, cerca cerca e dice: -Scusa, ma mica siamo noi i vostri fornitori.
Ecco...
L'operatore precedente era un coglione. Anzi, una cogliona, visto che era una donna. Com'e' che non se ne e' accorta che non siamo clienti? E grazie alla gentilezza del secondo operatore che ci ha fornito il nome del vero fornitore. E cosi' altra telefonata, questa volta alla Southern Electric, per avere conferma che si', il contatore e' registrato con loro, ma dobbiamo aprire un nuovo account. Dopo di cio' dobbiamo aspettare un'ora, recarci in un negozio chiamato Coska, di cui ci forniscono l'indirizzo, con un numero di account che ci hanno dato, prendere una chiavetta e caricarci i soldi. L'ora scade alle 8:45pm. Qui fa buio alle 4 in questi giorni...
Prima di uscire controlliamo su Google Maps la posizione del negozio ed abbiamo il primo brivido: nessun negozio al post code datoci, nessun negozio nelle vicinanze che risponda al nome di Coska. Una veloce ricerca ci permette di capire che cio' che l'operatore al telefono aveva pronunciato Coska era Cost Cutter (catena di negozi in franchising), e ne troviamo uno non lontano dal post code datoci. Tra l'altro il post code indicava un vicolo cieco, non certo la posizione ideale per un negozio.
Arriviamo in zona e, sorpresa, non c'e' nessun Cost Cutter. Qui c'e' il secondo coglione: chi e' che non ha aggiornato gli indirizzi dei negozi abilitati alle ricariche? Cominciamo a chiedere: prima in un internet point, gestito da due islamici che sembravano usciti da un film di terroristi afghani. Solo che ci trattano come se i terroristi fossimo noi: evidentemente gli faceva schifo parlare con degli infedeli e l'unica indicazione che ottengo e' un "Pe' de la' " neanche fossimo a Roma. Ci incamminiamo "pe' de la' " e troviamo un negozio abilitato alle ricariche, anche se non e' un Cost Cutter, e l'indirizzo corrisponde a quello datoci (ma non al post code). Entriamo, chiediamo e l'unica ricarica che puo' farci e' quella British Gas. Niente Southern Electric. Neanche sa cosa sia. Usciamo demoralizzati.
Mentre la mia ragazza tenta inutilmente di parlare col customer service, io entro in un altro negozio per chiedere informazioni. Questa volta trovo un giovane indiano che conosce la posizione del Cost Cutter (a un altro indirizzo e sempre piu' lontano dalla posizione del post code) e mi spiega come trovarlo. Proseguiamo "pe' de la' " (in fondo la direzione dataci dai due terroristi afghani era giusta) e cammina cammina arriviamo al Cost Cutter, che si', fa' le ricariche Southern Electric, ma le fa sulle chiavette British Gas perche' la Southern non produce chiavette. Il dubbio, a questo punto, e' che anche il primo negozio potesse farci la ricarica: semplicemente era gestito da un coglione incompetente.
E cosi' ci riavviamo verso casa, ovvero nella direzione opposta a "pe' de la' ", mangiucchiandoci un cioccolato bianco prodotto in Italia per conto di una ditta rumena che lo vende in UK. Weird.
Fiat lux! Ci rimane il gas, da sistemare. Impresa per il giorno successivo, con British Gas che ovviamente non risponde. Finche' la piccola non ne pensa una delle sue: chiamare il numero per diventare clienti, poi dire di aver pigiato il numero sbagliato e farsi passare l'operatore giusto. E qui cominciano le difficolta'. Fra tutti i numeri scritti sopra, sotto e dentro il contatore che io avevo annotato, non c'e' il numero di matricola giusto. "Io non posso fare niente se non mi date l'account number o il numero di matricola del contatore" risponde indispettita l'operatrice. "Ma mi puo' dire se siamo vostri clienti?" chiede la mia ragazza. "Non senza l'account number." E chiude la chiamata.
Consultazione telefonica, e nuovo tentativo con British Gas. Se EDF ha scoperto il vero fornitore solo con l'indirizzo, lo deve poter fare anche British Gas. Cosi' e', infatti, il nuovo operatore ci conferma che si puo' aggiungere un'unita' sul pallottoliere: insieme dei coglioni incompetenti. British gas e' il nostro fornitore. Possiamo farci mandare un engineer (ingegnere) per capire cosa non funzioni. Diciamo di si' e l'appuntamento e' fissato per il giorno successivo. Fra le 12 e le 17. Okay, che problema c'e', mica dobbiamo lavorare noi.
L'ingegnere viene e scopre il problema: il primo inghippo e' che qualcuno ha sbagliato il nostro indirizzo, segnando flat A quando noi abitiamo al flat B (ovvio che la matricola del contatore risultava sbagliata), e il secondo inghippo e' che i precedenti inquilini hanno chiuso l'account, quindi ne dobbiamo aprire uno nuovo. L'ingegnere ci attiva il contatore, lo carica con 10 sterline omaggio e fa per andarsene. "Solo un momento", dice la mia ragazza, "che controllo se il gas funziona." Il gas arriva ai fornelli, ma come verificare se c'e' acqua calda? "Ah, ma io mica so far funzionare il boiler!" E ti permettono di chiamarti ingegnere?
Okay, okay. Gas e luce sono a posto. Cioe', il gas non e' proprio a posto, ancora. Abbiamo aperto il nuovo account ed aspettiamo che ci arrivi la carta ricaricabile. La carta deve arrivare in 2/3 giorni lavorativi dall'ordine, oggi e' il giorno 2 e non e' arrivata, domani e' sabato, quindi si va a lunedi'. E 4 delle 10 sterline sono gia' andate. E rimane ancora da cambiare l'intestazione della bolletta dell'acqua. Quindi altra telefonata, questa a Thames Water. Almeno questa volta non c'e' modo di sbagliarsi dato che la compagnia australiana e' il fornitore unico a Londra. Risponde una donna, dall'accento e' ovviamente di colore. Dopo 10 minuti la mia ragazza chiude la telefonata: l'inglese piccione dell'operatrice e' incomprensibile. E' come se in Italia mettessero a rispondere al telefono una persona che parli, che so, un dialetto siciliano stretto, oppure il sardo.
Io, a questo punto, ho perso il conto dei coglioni.


PS i voucher per il parcheggio di cui parlavo nel primo post di questa serie (che poco ma sicuro si allunghera') non sono arrivati. Quindi, oggi ho approfittato della pausa pranzo per andare al council a chiedere se erano stati spediti. Un particolare che nessuno ci aveva detto e' che servono dieci giorni perche' arrivino. Quando si tratta di posta, qui, ordini qualcosa e lo ricevi quasi in giornata, cosi' io ho ritardato l'ordine di un paio di giorni per essere sicuro arrivassero dopo il mio trasferimento. Non sarebbero arrivati in tempo ugualmente, ma vi autorizzo a spostare un'altra pallina dell'abaco per aggiungere un'unita' all'insieme dei coglioni.

2 comments:

  1. Per i numeri a pagamento http://www.saynoto0870.com/

    ReplyDelete
  2. Aggiungo un link dal blog Espatrio Isterico: qualcun altro ha avuto un'esperienza simile alla mia, anche se decisamente più fortunata.
    http://espatrioisterico.wordpress.com/2012/11/13/il-coso-avventure-elettriche/comment-page-1/#comment-199

    ReplyDelete