Tuesday 19 November 2013

Paese che vai (coglioni che trovi)

Prossimi al trasferimento in un appartamento tutto nostro (cosa non tanto facile a Londra se non guadagni per lo meno 30.000 sterline l'anno), io e la mia ragazza siamo impegnati in questi giorni nello sbrigare le "pratiche burocratiche". Messe tra virgolette perche' di burocrazia qui ce n'e' veramente poca. Spazzata tutta via dalla Thatcher. La dottrina economica neo-liberista prevede la minor ingerenza possibile dello stato, per lasciare che il mercato si aggiusti da solo, sicuri che lo fara' in modo molto piu' efficiente e socialmente giusto se lasciato a se stesso senza alcuna ingerenza pubblica. Quanto questa teoria sia corretta ce lo sta dimostrando la situazione economica europea attuale e le sue disuguaglianze sociali sempre piu' marcate. Ma passiamo oltre.
La burocrazia in UK e' quasi inesistente. Per fortuna. Perche' altrimenti ci sarebbe da morirci. Qui troverete due cose che funzionano: cio' che e' assolutamente necessario, senza il quale tutto il sistema crollerebbe, ma che a ben guardare non funziona poi cosi' bene, tipo la metropolitana; e cio' che serve a fare soldi, a sfilarli dalle tasche dei malcapitati che abbiano infilato la testa nel cappio, volontariamente o senza rendersene conto o semplicemente perche' con la testa in quel cappio ci sono nati. Una di queste cose sono i parcheggi.
Il sistema dei parcheggi a Londra e' stato sviluppato in modi differenti dai vari boroughs, alcuni piu' assurdamente di altri, alcuni meglio organizzati di altri, ma tutti, nel complesso, costosi. E vi assicuro che di soldi ce ne fanno tanti, fra tariffa e relative multe se sfori di 10 minuti. In questi due anni mi pare di aver notato, e' una mia impressione non supportata da dati, che gli spazzini sono diminuiti mentre sono aumentati i ticket men, i corrispettivi dei nostri ausiliari del traffico. Ma sorvoliamo sulle differenze fra i vari boroughs e i ticket men sguinzagliati per le strade londinesi a piedi, in bici e scooter, per tornarci magari in futuro, e concentriamoci sul borough di Newham. Piccola parentesi: Newham e' uno dei borough piu' poveri d'Inghilterra ed ha speso, l'anno scorso credo o quello prima, 55 milioni di sterline per i nuovi uffici del council, con applique da 1000 sterline l'una, lasciando tra l'altro vuoto e sfitto l'edificio storico che prima li ospitava piu' che eggregiamente.
Allora, partite dal presupposto che come in Italia tutti i documenti nascono "in bollo" e poi, casomai, vengono detassati, a Londra tutte le strade nascono "col parchimetro", e qua e la', qualche volta, viene permesso di parcheggiare senza pagare. La strada in cui ci stiamo per trasferire e' una di quelle, essendo vicina ad una stazione e in un quartiere di asiatici (che notoriamente figliano come conigli e quindi possiedono per lo meno un' auto se non un mini-bus), in cui non e' possibile pargheggiare senza un permesso. Ovvero non c'e' il parchimetro, non puoi parcheggiare neppure se sei disposto a pagare, e se generalmente questo va dal lunedi al venerdi, in questa specifica strada il divieto di parcheggio senza permesso si estende al sabato e in caso di eventi pubblici anche alla domenica. Ora, veniamo al nostro problema: dobbiamo traslocare, quindi parcheggiare la' per alcune ore il furgone con la roba del trasloco. Come fare per avere il permesso?
Una veloce indagine sul website del council di Newham ci ha convinto che conveniva andare direttamente agli uffici, dato che con un website non ci puoi litigare. Oggi pomeriggio, quindi, la mia ragazza si e' recata agli uffici per chiedere come fare per avere un permesso. Ora, avete presente le situazioni assurde, kafkiane, generate dall'incompetenza che di solito si verificano negli uffici pubblici italiani? Cose tipo quelle che un conoscente racconta qui. Quel tipo di situazioni che diciamo sempre non capitino mai all'estero, perche' all'estero sono organizzati, all'estero sanno fare le cose? Lasciatemi ridere. Ma di una profonda e grassa risata.
Con dieci impiegati presenti, ovviamente c'era la coda ad un solo sportello. Dato che gli altri nove stavano facendosi bellamente i cazzi loro e senza nemmeno nascondersi per farseli, ma proprio in vista di tutti. Vi sembra di aver vissuto la stessa situazione? Bene, qui scordatevi di alzare la voce e far casino, inducendo magari uno o due a recuperare la posizione lavorativa. Qui una tale cosa e' considerata rude,  pronuncia riud, cioe' maleducata. E la maleducazione e' incocepibile per i sudditi di Sua Maesta'. Non solo gli impiegati scansafatiche vi si rivolteranno contro in un modo che non lascera' appiglio alla vostra rabbia nello stesso modo in cui non ne avrebbero le vostre unghie su uno specchio, ma avrete contro, quasi sicuramente, anche gli altri tapini in coda con voi. Ma in genere le code scorrono abbastanza, proprio perche' non c'e' burocrazia, quindi l'attesa non e' mai eccessiva. Almeno questo.
Arrivata allo sportello, la mia ragazza spiega all'impiegata la nostra necessita'. L'altra sgrana gli occhi e la fissa.
-Oooh...ma io non so mica se una cosa del genere e' possibile.
Cazzo. E' il tuo lavoro o no?
-Aspetta che chiedo.
Tempo perso aspettando che si consulti. Quindi torna e da la prima di una serie di soluzioni geniali. A dir poco geniali.
-Vai da uno dei tuoi vicini e fatti dare uno dei permessi da loro.
E chi li conosce i vicini? Chi li ha mai visti? Possibilmente non li vedremo mai in anni di permanenza, in quella strada, nascosti dietro drappeggi neri messi al posto delle tende, neanche fossero vampiri.
-Ma qual e' il problema? I vicini sono sempre disponibili.
Ma dove cazzo vive questa? Di sicuro non nell'East End londinese. E poi, che faccio? Vado la' una di queste sere a bussare alle porte finche' qualcuno si degna di aprire e poi non mi sfancula? Ed una volta trovata l'anima pia, torno a rompergli le balle alle 8 di mattina nel suo giorno libero o alla fine del turno notturno? No, deve esserci un modo piu' semplice.
-Eh, ma noi mica siamo qua per fare le cose piu' semplici. Noi siamo qua per spiegare come funzionano le cose.
Ecco, quindi spiega come funzionano, perche' la tua prima idea proprio non funziona.
-Ma la casa e' abitata? Si? E allora dite agli inquilini di richiedere il permesso per voi.
Ma allora sei proprio idiota. Io non li conosco gli inquilini. Ne ho vista una per 10 minuti quando ho visto l'appartamento e neppure e' stata in grado di dirmi con quale compagnia ha i contratti per gas ed elettricita'. Non ci vado da chi non conosco a chiedere favori. Non quando tu sei pagata fior di quattrini per sbrigare queste pratiche.
-Fate il trasloco di domenica
Sguardo assassino. Se gli occhi della mia ragazza potessero fulminare avrebbe liberato il mondo da una idiota. Ma lo vuoi fare il tuo lavoro? Dicci come facciamo ad avere un permesso. Non saremo mica i primi a traslocare in quella strada. E dubito che gli altri lo abbiano fatto tutti di domenica o di notte.
-Beh, potete fare voi la richiesta, pagate su internet e fate arrivare il permesso all'appartamento. Basta che vi registrate sul sito del council.
Si comincia a ragionare. Anche se non e' detto che poi la posta la troviamo. Ma se non c'e' soluzione migliore... Sfruttiamo i vantaggi della mancanza di burocrazia, dove puoi dire all'amministrazione pubblica che vivi ad un dato indirizzo senza poterlo provare e loro devono prenderti in parola. Chiediamo un permesso per residenti anche se tecnicamente non lo siamo.
-Ma voi avete l'auto?
No, il permesso ci serve per il furgone del trasloco.
-Allora avete diritto a trenta voucher per il parcheggio gratuiti.
Uh, quasi ti scordavi della cosa piu' importante.

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