Monday 29 July 2013

Purtroppo non ho scattato nessuna foto

       Londra era, in principio, solo il primo passo del mio viaggio. Una tappa forzata nella ricerca di un lavoro in una terra dove non conoscevo niente e nessuno. La stessa lingua inglese la conoscevo a malapena a sufficienza da farmi capire. Spesso a fatica. Poi, l'alterna onnipotenza delle umane sorti mi hanno costretto a rimanenere nella capitale britannica, i sentimenti provati per la quale ritengo di averli ampiamente spiegati altrove. Ma da lungo tempo nutro l'idea che la possibilita' di vivere lontano da Londra mi riappacificherebbe col Regno Unito. Ora ne ho la certezza.
       Il fine settimana appena trascorso sono stato in Galles. Ho noleggiato un'auto e, insieme alla mia ragazza, siamo andati a trovare un amico che vive nelle valli a nord di Cardiff. Circa 300 chilometri attraverso le campagne inglesi e poi gallesi. La campagna inglese e' piatta, divisa in campi recintati e priva di boschi, sebbene alberi siano stati piantati in fasce frangirumore lungo tutte le strade e in filari a delimitare le proprieta'. I pochi boschetti che si incontrano li attraversi a piedi in un tempo non superiore ai 30 minuti. Datele un'occhiata con Google Earth per rendervi conto di come sia. Disegnata col righello. Al contrario delle sue strade che, non si perche', non riescono ad andare diritte per neanche un chilometro, ma ondeggiano come serpenti in ogni direzione. Forse volevano farle passare vicino ad ogni centro abitato, oppure hanno dovuto evitare delle proprieta'. Non saprei dire, ora come ora. Manco a fare le strade dritte hanno imparato dai Romani.
        Il cambiamento, entrando in Galles, e' graduale. In principio cambia la vegetazione: ci sono piu' pini marittimi, piu' felci, il colore e' piu' verde. D'improvviso cominciano i rilievi. Niente a che vedere con l'Appennino, ma i crinali sono coperti di boschi, oppure di eriche e altra vegetazione arbustiva tipo il common gorse, la' dove la roccia affiora in superficie o le pendenze sono eccessive per il bosco. Si sentono anche gli odori, del bosco. Non forti come in Italia, ma dopo Londra sono apprezzabilissimi. La viabilita' non e' incasinata come nell'area londinese e dintorni, anche se la segnaletica in inglese e gaelico mi ha messo un po' in difficolta'; le strade molto meno trafficate. Perfino le case sono costruite meglio che in inghilterra. Un poco ripetitive, magari, tirate su a schiere che spesso seguono le isoipse delle colline, in file spesso color confetto, ma con muri in pietra propriamente eretti (quelli esterni e i portanti, per lo meno). Con buoni infissi, tetti robusti e pavimenti e scale stabili che non cigolano e minacciano di cedere sotto il tuo peso appena ci appoggi un piede sopra.
       In due giorni, piu' il viaggio di andata di venerdi' pomeriggio e quello di ritorno di questa mattina, ho avuto la possibilita' di avere una buona vista delle zone costiere di Newport, delle valli a nord di Cardiff, di Caerphilly e del suo festival medioevale, e della campagna tra Cardiff e Swansea. Per quello che ho visto non posso che dire che il Galles e' molto ma molto piu' bello dell'inghilterra. Non che ne conosca una vasta area, intendiamoci: conosco l'Hertfordshire per averci abitato (che poi e' uguale al Cambridgeshire e mi sa anche alle altre contee confinanti), conosco il Berkshire e il Surrey per averci lavorato, il Kent e il Sussex per averci viaggiato. Non una conoscenza approfondita, certo. Ma che devo dire: sara' che i boschi del Galles assomigliano a quelli dell'Appennino e ci puoi trovare pure i funghi, ma a me il Galles piace. Mi ci trasferirei seduta stante, avendone la possibilita'. Ho visto segni che mi fanno pensare che anche il giardinaggio sia condotto con uno stile piu' simile a quello italiano. Insomma, credo che mi ci troverei bene.
        Qualcuno non ha mancato di farmi notare alcuni lati negativi, ovviamente. Il tempo molto piu' variabile e piovoso di Londra e le donne "che sono inguardabili". Piovere piove effettivamente piu' che a Londra, dove le precipitazioni annue sono meno che a Dallas e Roma ma distribuite su piu' giorni in una pioggerellina, la drizzle, che non arriva neanche a bagnare il suolo. Rompe solo i coglioni. In Galles le precipitazioni sono piu' forti, come in Italia, e alla grigia monotonia londinese si sostituisce una variabilita' fatta di acquazzoni e cielo aperto e pulito, con nubi basse che passano veloci. In quanto alle donne, hanno, effettivamente, la tendenza a svaccare in giovane eta', probabilmente per una conincidenza di fattori genetici e cattiva alimentazione. Ma questo problema non mi riguarda. Una donna inglese mi ha spiegato la cosa con un commento sprezzante: "Mangiano tutti male la', come in Scozzia." Certo, in Inghilterra mangiano bene... Poi ha aggiunto: "Mangiano e bevono. Vivono tutti di benefits." Che strano, mi e' sembrato che parlasse di Londra e dintorni...
        Durante il viaggio dalla campagna inglese a quella gallese, mi e' venuto da pensare che Tolkien, quando a creato Mordor pensasse a Londra. Ci sta tutta, se si identificano i signorotti inglesi di campagna con gli Hobbits: Londra, vista come concetto di crescita economica, ha depauperato la naturale bellezza della campagna inglese, distruggendo lo stile di vita delle sue popolazioni, lasciando una pianura che, sebbene a primo acchitto possa apparire bella, e' in realta' monotona e squallida. Cosi' come la citta' di Londra stessa, che si ripete quasi uguale in ogni sua zona. In Galles non hanno distrutto la loro campagna, probabilmente solo perche' non hanno potuto, e sono molto meno benestanti degli inglesi. Ma potrebbero avere una qualita' della vita decisamente superiore.

       Il rientro a Londra e' stato traumatico. Il peggior rientro che abbia mai sperimentato. Dopo i boschi e il verde e gli odori, le colline e la terra che e' terra e non il top-soil o il compost con cui i londinesi coprono i loro giardini, Londra appare ancor piu' desolante. Per non parlare del contrasto dato dalla totale assenza, in Galles, di quella immigrazione sub-umana che tanto contribuisce a rendere la capitale invivibile. Dovessi, nei prossimi anni, rendermi conto che saro' impossibilitato a lasciare questa isola, credo che rivolgero' i miei sforzi a trasferirmi in Galles. I rapporti umani sono gli stessi che a Londra, intendiamoci. Da est a ovest, da nord a sud, gli abitanti dell'isola sono repressi e falsi, incapaci di reali rapporti umani se non, forse, all'interno della loro famiglia (vivono ancora divisi in clan, anche se non se ne rendono conto). Ma almeno l'ambiente e' migliore.

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