Dopo i problemi con la quasi inesistente burocrazia britannica che ho raccontato qui, siamo
infine entrati nel nuovo appartamento. Nuovo per noi, ovviamente, non
nel senso che l'appartamento e' nuovo. Anzi, ha i suoi annetti, ed
anche se e' stato parzialmente ristrutturato pochi mesi fa, i lavori
sono stati fatti nel modo tipico del Regno Unito. Cioe' male. Ma
soprassediamo sulle capacita' degli artigiani di Sua Maesta',
originari dell'isola o imprestatigli dai vari continenti, e parliamo
un poco di acqua, gas ed elettricita'.
A
parte gli aumenti che niente hanno a che fare con l'inflazione, che
sono universali, parliamo del sistema di fornitura. Per gas ed
elettricita' qui si puo' optare per un sistema tutto particolare: il
pay-as-you-go, ovvero prepagato. Carichi una cifra a tua scelta su
una chiavetta elettronica o su una carta come quelle del bancomat, le
inserisci nel contatore e il credito va a scalare. Ottimo sistema se
gli inquilini cambiano continuamente, cosa molto frequente a Londra,
dato che nessuno puo' andarsene lasciando un debito. E' un assillo
continuo, pero': "Cazzo caro! Corri dal pakistano all'angolo che
abbiamo finito il latte e l'energia elettrica!" Vabbe', non e'
la fine del mondo. Solo una scocciatura. Ovviamente non e' che i
contatori siano universali, cioe' in grado di leggere qualsiasi
chiavetta o carta. Devi aprire un account con un fornitore,
procurarti la sua chiavetta/carta e caricarla in un negozio
abilitato. E ancora non e' nulla di grave: il sistema e'
perfezionabile, ma quale non lo e'?
Nel
nostro caso gli inquilini uscenti avevano gia' i loro account sia con
la compagnia elettrica che con quella del gas, e tramite il letting
agent veniamo a sapere che per entrambe le forniture si tratta di
EDF. Ci fanno avere pure le loro chiavette per l'elettricita' e la
carta per il gas: due chiavette in quanto una non funziona. Quale non
si sa. Solo che la carta riporta il nome British Gas. Comincia a
farsi largo il sospetto che ci sia qualcosa che e' sbagliato.
Ovviamente,
quando entriamo in casa, siamo senza luce e senza gas. Quindi senza
acqua calda. La mia compagna si mette al telefono, mentre io sono
impegnato in un corso di Primo Soccorso a circa 100 chilometri da
Londra ed al ritorno la sera devo caricare il camion con la roba per
il trasloco: l'operatore EDF si fa dare tutti i dati e la tiene per
piu' di mezz'ora in linea per spiegarle come fare a ricaricare la
chiavetta; British Gas non risponde dopo un'attesa di 1 ora e 45
minuti. I numeri, naturalmente, sono a pagamento. Dovremo fare un
giorno in piu' senza gas, ma almeno possiamo avere la luce. Certo,
come no...
Al
negozio (pakistano) non riescono a caricare nessuna delle due
chiavette. Riescono a caricare la carta del gas, pero': 5 sterline,
giusto per provare. Magari riusciamo a farlo funzionare. Resta il
problema luce, da risolvere prima delle 6 di sera perche' smettono di
rispondere al telefono. Quindi la "santa ragazza" si
rimette al telefono. L'ora di pranzo e' gia' passata da un po'. Altro
operatore EDF, che prende i dati, cerca cerca e dice: -Scusa, ma mica
siamo noi i vostri fornitori.
Ecco...
L'operatore
precedente era un coglione. Anzi, una cogliona, visto che era una
donna. Com'e' che non se ne e' accorta che non siamo clienti? E
grazie alla gentilezza del secondo operatore che ci ha fornito il
nome del vero fornitore. E cosi' altra telefonata, questa volta alla
Southern Electric, per avere conferma che si', il contatore e'
registrato con loro, ma dobbiamo aprire un nuovo account. Dopo di
cio' dobbiamo aspettare un'ora, recarci in un negozio chiamato Coska,
di cui ci forniscono l'indirizzo, con un numero di account che ci
hanno dato, prendere una chiavetta e caricarci i soldi. L'ora scade
alle 8:45pm. Qui fa buio alle 4 in questi giorni...
Prima
di uscire controlliamo su Google Maps la posizione del negozio ed
abbiamo il primo brivido: nessun negozio al post code datoci, nessun
negozio nelle vicinanze che risponda al nome di Coska. Una veloce
ricerca ci permette di capire che cio' che l'operatore al telefono
aveva pronunciato Coska era Cost Cutter (catena di negozi in
franchising), e ne troviamo uno non lontano dal post code datoci. Tra
l'altro il post code indicava un vicolo cieco, non certo la posizione
ideale per un negozio.
Arriviamo
in zona e, sorpresa, non c'e' nessun Cost Cutter. Qui c'e' il secondo
coglione: chi e' che non ha aggiornato gli indirizzi dei negozi
abilitati alle ricariche? Cominciamo a chiedere: prima in un internet
point, gestito da due islamici che sembravano usciti da un film di
terroristi afghani. Solo che ci trattano come se i terroristi fossimo
noi: evidentemente gli faceva schifo parlare con degli infedeli e
l'unica indicazione che ottengo e' un "Pe' de la' " neanche
fossimo a Roma. Ci incamminiamo "pe' de la' " e troviamo un
negozio abilitato alle ricariche, anche se non e' un Cost Cutter, e
l'indirizzo corrisponde a quello datoci (ma non al post code).
Entriamo, chiediamo e l'unica ricarica che puo' farci e' quella
British Gas. Niente Southern Electric. Neanche sa cosa sia. Usciamo
demoralizzati.
Mentre
la mia ragazza tenta inutilmente di parlare col customer service, io
entro in un altro negozio per chiedere informazioni. Questa volta
trovo un giovane indiano che conosce la posizione del Cost Cutter (a
un altro indirizzo e sempre piu' lontano dalla posizione del post
code) e mi spiega come trovarlo. Proseguiamo "pe' de la' "
(in fondo la direzione dataci dai due terroristi afghani era giusta)
e cammina cammina arriviamo al Cost Cutter, che si', fa' le ricariche
Southern Electric, ma le fa sulle chiavette British Gas perche' la
Southern non produce chiavette. Il dubbio, a questo punto, e' che
anche il primo negozio potesse farci la ricarica: semplicemente era
gestito da un coglione incompetente.
E
cosi' ci riavviamo verso casa, ovvero nella direzione opposta a "pe'
de la' ", mangiucchiandoci un cioccolato bianco prodotto in
Italia per conto di una ditta rumena che lo vende in UK. Weird.
Fiat
lux! Ci rimane il gas, da sistemare. Impresa per il giorno
successivo, con British Gas che ovviamente non risponde. Finche' la
piccola non ne pensa una delle sue: chiamare il numero per diventare
clienti, poi dire di aver pigiato il numero sbagliato e farsi passare
l'operatore giusto. E qui cominciano le difficolta'. Fra tutti i
numeri scritti sopra, sotto e dentro il contatore che io avevo
annotato, non c'e' il numero di matricola giusto. "Io non posso
fare niente se non mi date l'account number o il numero di matricola
del contatore" risponde indispettita l'operatrice. "Ma mi
puo' dire se siamo vostri clienti?" chiede la mia ragazza. "Non
senza l'account number." E chiude la chiamata.
Consultazione
telefonica, e nuovo tentativo con British Gas. Se EDF ha scoperto il
vero fornitore solo con l'indirizzo, lo deve poter fare anche British
Gas. Cosi' e', infatti, il nuovo operatore ci conferma che si puo'
aggiungere un'unita' sul pallottoliere: insieme dei coglioni
incompetenti. British gas e' il nostro fornitore. Possiamo farci
mandare un engineer (ingegnere) per capire cosa non funzioni. Diciamo
di si' e l'appuntamento e' fissato per il giorno successivo. Fra le
12 e le 17. Okay, che problema c'e', mica dobbiamo lavorare noi.
L'ingegnere
viene e scopre il problema: il primo inghippo e' che qualcuno ha
sbagliato il nostro indirizzo, segnando flat A quando noi abitiamo al
flat B (ovvio che la matricola del contatore risultava sbagliata), e
il secondo inghippo e' che i precedenti inquilini hanno chiuso
l'account, quindi ne dobbiamo aprire uno nuovo. L'ingegnere ci attiva
il contatore, lo carica con 10 sterline omaggio e fa per andarsene.
"Solo un momento", dice la mia ragazza, "che controllo
se il gas funziona." Il gas arriva ai fornelli, ma come
verificare se c'e' acqua calda? "Ah, ma io mica so far
funzionare il boiler!" E ti permettono di chiamarti ingegnere?
Okay,
okay. Gas e luce sono a posto. Cioe', il gas non e' proprio a posto,
ancora. Abbiamo aperto il nuovo account ed aspettiamo che ci arrivi
la carta ricaricabile. La carta deve arrivare in 2/3 giorni
lavorativi dall'ordine, oggi e' il giorno 2 e non e' arrivata, domani
e' sabato, quindi si va a lunedi'. E 4 delle 10 sterline sono gia'
andate. E rimane ancora da cambiare l'intestazione della bolletta
dell'acqua. Quindi altra telefonata, questa a Thames Water. Almeno
questa volta non c'e' modo di sbagliarsi dato che la compagnia
australiana e' il fornitore unico a Londra. Risponde una donna,
dall'accento e' ovviamente di colore. Dopo 10 minuti la mia ragazza
chiude la telefonata: l'inglese piccione dell'operatrice e'
incomprensibile. E' come se in Italia mettessero a rispondere al
telefono una persona che parli, che so, un dialetto siciliano
stretto, oppure il sardo.
Io,
a questo punto, ho perso il conto dei coglioni.
PS i
voucher per il parcheggio di cui parlavo nel primo post di questa
serie (che poco ma sicuro si allunghera') non sono arrivati. Quindi,
oggi ho approfittato della pausa pranzo per andare al council a
chiedere se erano stati spediti. Un particolare che nessuno ci aveva
detto e' che servono dieci giorni perche' arrivino. Quando si tratta
di posta, qui, ordini qualcosa e lo ricevi quasi in giornata, cosi'
io ho ritardato l'ordine di un paio di giorni per essere sicuro
arrivassero dopo il mio trasferimento. Non sarebbero arrivati in
tempo ugualmente, ma vi autorizzo a spostare un'altra pallina
dell'abaco per aggiungere un'unita' all'insieme dei coglioni.
Per i numeri a pagamento http://www.saynoto0870.com/
ReplyDeleteAggiungo un link dal blog Espatrio Isterico: qualcun altro ha avuto un'esperienza simile alla mia, anche se decisamente più fortunata.
ReplyDeletehttp://espatrioisterico.wordpress.com/2012/11/13/il-coso-avventure-elettriche/comment-page-1/#comment-199