Friday, 30 October 2015

Funny

It's funny receiving congratulations through LinkedIn for my second working anniversary on the very day I quit the company I worked for during the last two years. Another experience has come to an end, worn out in a stunning silence by the management that so many times had prised me in the past. As for many other colours before that lessened their brightness, there's no excitement for the change but only a weary reluctance. Another period of my life is over, and piece by piece I'm dropping on the road, if not myself, all that that has been so dear to me in London. People, a job, soon the place I'm living in.
So long, for now. But soon I'll bid farewell, I promise you.

Dating

In guerra e in amore, si dice che tutto sia lecito. Essendoci una ragazza di mio interesse, quella di cui parlo qui, non mi sono fato scrupolo a cercare di trarre vantaggio dalla sua recente rottura di una relazione. Si', lo so, non e' corretto. E allora? Fin tanto che la cosa non si riveli controproducente me ne sbatto. Basta saper gestire la situazione. Siamo in amore, che e' peggio che essere in guerra.
Dunque, lei aveva da poco rotto una relazione che si era trascinata oltre il limite del logico per qualche mese. Era capitato di vederci qualche volta, un qualche tipo di attrazione nei miei confronti me lo aveva mostrato, in un' occasione ero riuscito a rubare un bacio, non particolarmente appassionato ma di una certa lunghezza. Tempo di provare a fare un passo in piu', quindi. Cosi' la invito a pranzo a casa mia, una settimana che sono in ferie, usando come esca alcune leccornie che un amico mi ha portato dalla Sicilia. Lei accetta l'invito volentieri e fissiamo per il giovedi', quando lei ha il giorno off a lavoro. Io faccio tutti i miei preparativi e mi predispongo ad aspettare, mantenendo contatti regolari su Whatsapp per accertarmi del suo stato di vulnerabilita' e cosi' pianificare la giornata al meglio. Giorno dopo giorno arriviamo al martedi' sera precedente l'appuntamento quando, su Whatsapp, abbiamo la conversazione che riporto qui di seguito.

Io: Come va?
Lei: Diciamo che non sto passando un bel periodo... Ho rotto definitivamente e non e' facile accettare che il suo amore e' finito. Sto qui a fumare montagne di sigarette.
Io: Non va bene.
Lei: Purtroppo mi sento cosi' fragile
Bene, penso.
Lei: E vulnerabile
Ottimo, mi dico.
Io: E' normale
Lei: Il mio umore e' altalenante
Io: Anche questo e' normale
Lei: Passo da stati d'animo "Ce la posso fare!"
        A "Madonna non ce la posso fare..."
Io: Pensa alle cose buone che ti aspettano qui per tirarti su il morale
Lei: Mi sento cosi' inerme
Perfetto! esulto dentro di me.
Lei: E mi hanno messo di turno giovedi'
Merda...
Lei: Quindi neanche la consolazione del cibo buono



In war and in love everything is fair, is said. Since there's a girl I have an interest in, the one I talk about in here (but I'm sorry if you can't read Italian you're not going to enjoy the reading), I decided to take advantage of her recent breaking up. Yes, I know, is bad. So? As far it's not counterproductive I don't care. You just need to manage the situation properly. We are in love, which is worse than being in war. 
Well, she had recently broke a relationship which had worn out for some time lasting longer than logic would suggest. Had happened to us to meet now and there, she had shown some kind of attraction towards me and once I had stolen a kiss from her, not particularly passionate but quite long. So I thought it was time for making one step more and invited her at my place for a meal, using some delicacies a friend of mine brought me from Sicily as bait. She agreed gladly and we arranged for the next Thursday, when I was on holiday and she had a day off. I started my preparations and kept contact with her on Whatsapp, testing her degree of vulnerability to set everything in the best way possible to suit my purposes. Day after day we arrived at Tuesday evening before the arranged encounter, when we had the following chat on Whatsapp.

Me: How are you today?
She: Say not at the best... I broke up definitively and is not easy to accept. I'm smoking a lot.
Me: That's no good.
She: I'm feeling so fragile.
Good, I think.
She: And vulnerable
Even better, I say to myself.
Me: It's normal.
She: My mood is swinging
        It swings from "Yes I can"
        to "Fuck I can't do it"
Me: Think to the all good things I have here for you and your mood will soar.
She: I feel so defenceless
Great! I exulted.
She: And my shift has been changed to Thursday
Shit...
She: So not even food consolation for me.

Wednesday, 28 October 2015

Let Me Bring You Down 28






Be honest,
most of you write only bullshit.
And in this tide of shit
you drown many good writers. 

Tuesday, 27 October 2015

Pietas


Pietas era, nel complesso della Religione romana, la personificazione del sentimento romano della pietas, perciò divinità preposta al compimento del proprio dovere nei confronti dello Stato, delle divinità e della famiglia, i cui attributi erano dei bambini o una cicogna. Pietas era uno dei di indigetes, e le fu dedicato un tempio, nel II secolo a.C., nel Foro Olitorio, poi distrutto per la costruzione del contiguo teatro di Marcello.

Cicerone definisce la pietas come la virtu' "che ci ammonisce a fare il nostro dovere verso la nostra nazione o i nostri genitori o ogni altra relazione di sangue." Nel XIX sec., lo studioso dell'eta' classica Georg Wissowa descrive l'uomo che possiede la pietas come colui che "compira' tutti i suoi doveri verso la divinita' e gli altri uomini in modo completo e pieno di rispetto".

Un nuovo barbone e' comparso alla stazione di Tower Hill. Siede la' a chiedere l'elemosina, con un piccolo cane in grembo come compagno. Negli occhi dei passanti vedo la pieta' che la vista del cane smuove, quando la miseria umana li lascia completamente indifferenti.

Pietas, translated variously as "duty", "religiosity" or "religious behavior", "loyalty", "devotion", or "filial piety" (English "piety" derives from the Latin), was one of the chief virtues among the ancient Romans. It was the distinguishing virtue of the founding hero Aeneas, who is often given the adjectival epithet pius ("religious") throughout Vergil's epic Aeneid. The sacred nature of pietas was embodied by the divine personification Pietas, a goddess often pictured on Roman coins. The Greek equivalent is eusebeia (εὐσέβεια).
Cicero defined pietas as the virtue "which admonishes us to do our duty to our country or our parents or other blood relations." The man who possessed pietas "performed all his duties towards the deity and his fellow human beings fully and in every respect," as the 19th-century classical scholar Georg Wissowa described it.

A new homeless has appeared at Tower Hill station. He seats there waiting for charity, only a little dog as company. In the passers-by's eyes I see the piety stirred in them by the sight of the little dog, when the human misery leaves them completely indifferent.

Sunday, 25 October 2015

Outing

Tempo per me di venire allo scoperto e confessarmi. Confessare qualcosa che alcuni di voi gia' sanno e che altri sospettano. Ebbene si': sono razzista. Sono pure omofobo. Sono sessista. E faccio discriminazioni basate sulla religione e sulla cultura. 
Sono razzista in quanto credo nell'esistenza di differenti razze umane su base biologica. Sono omofobo in quanto ritengo l'omosessualita' una scelta di vita sbagliata, cosa che discuto spesso con i miei amici omosessuali, e credo pure che presentare l'omosessualita' come qualcosa di normale e naturale, se non addirittura migliore, puo' convincere le persone a fare scelte sbagliate: quando qualcosa e' sempre sotto i tuoi occhi e nessuno lo condanna, quando quel qualcosa viene continuamente esaltato, e' normale che una mente giovane e non completamente formata se ne senta attratta e le prove che cio' accade sono sotto gli occhi di tutti. Sono sessista in quanto ritengo che maschi e femmine abbiano differenti caratteristiche biologiche che sono spesso decisive e guidano le loro decisioni e che predominano anche sull'educazione ricevuta. Faccio discriminazioni su base culturale e religiosa perche' non riesco a ritenere accettabile che un uomo, padre o marito, possa decidere sul diritto di una donna a ricevere o meno un'educazione, possa venderla come se si trattasse di un animale e possa picchiarla o addirittura ucciderla. Potete provare a dimostrarmi il contrario, ma dubito ci riuscirete.
La political correctness e' un bavaglio che vi impedisce di esprimere le vostre idee. Toglietevelo. Non e' una dimostrazione di rispetto verso altre persone, ma solo una forma di oppressione e una mancanza di rispetto nei vostri confronti. Il caso degli abusi su bambini avvenuti nella cittadina di Rotherham ne e' una dimostrazione lampante.

It's time for me to make outing. I need to confess something that some of you already know and some others already suspect. I am racist. And I am homophobe. I am sexist. And I make discriminations on cultural and religious basis. 
I am racist because I believe in different human races on biological basis. I am homophobe because I believe that homosexuality is a life style choice which is wrong, something I discuss often with my homosexual friends, and I believe also that showing homosexuality as normal and natural, when not even superior may deceive people in doing wrong choices: when something is also around you and nobody condemns it, when it's even exalted, it's unsurprising that a young and not completely formed mind will be attracted by it and the proof that it happens is apparent. I'm sexist because I think that males and females have different biological features which are often determining in our behaviour and are stronger than nurture. I make discriminations on cultural and religious basis for I can't accept that a man, father or husband, can decide if a woman has or has not the right to receive an education, can sell her like an animal, can have the right to beat or even kill her. You may try to show that I'm wrong, but I strongly doubt you can.
Political correctness is a gag to prevent you showing your ideas. Get rid of it. It's not a form of respect towards other people, but only a form of oppression and a lack of respect towards you. Rotherham child sexual exploitation scandal is a clear proof of it.

Saturday, 24 October 2015

Unfair rights

Non si puo' perdere l'amore, ne' tantomeno ritrovarlo. L'amore e' sempre con noi, se e' qualcosa di cui siamo capaci. Trovare una persona capace di amare e' altresi' possibile, sebbene difficile. Perdere quella stessa persona, purtroppo, e' ingiustamente facile. Viene per tutti coloro che hanno il coraggio di guardare la realta' in faccia, il giorno in cui si realizza di avere perso il diritto di sognare.

We can't lose love, least of all to find it again. Love is always with us, if it's something we are capable of. To find a person capable of loving is rather possible, even if difficult. To lose such a person, instead, is extremely and unfairly easy. Comes for all those who dare facing the truth, the day when we realize that we have no more right to dream.

Escape

In tempi come questi la fuga e' l'unico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare (Henri Laborit). Ma puo' arrivare il tempo in cui fuggire non serve piu' e l'unica alternativa e' fermarsi e combattere. Quando questo tempo infine arriva, come e' arrivato per noi oggi, i sogni vanno messi da parte e ci si deve preparare a morire, non nel corpo bensi' nell'anima. La morte delle proprie aspirazioni, dei desideri personali, la fine di noi come individui per dare la possibilita' ai nostri figli o nipoti di sopravvivere culturalmente.

In times like these, escape is the only way to stay alive and keep dreaming (Henri Laborit). But the time may arrive when escaping is anything but useless and our only other choice is to stand our ground and fight. When such a time comes, as it's come for us today, we must cast our own dreams aside and ready ourselves to die, not in the flesh but in the spirit. Death for our own aspirations and desires, the end of us as individuals to give a chance to our children and granchildren to survive culturally.

Wednesday, 21 October 2015

Let Me Bring You Down 27

A friend in need's a friend indeed






Golden Rays Of Sunshine

Wake up... wake up... A voice makes its way through my sleep, feeble and far away first, then stronger and stronger. Finally it pierces the sleep's membrane, passes beyond the veil of unconsciousness and reaches me there where I sank to forget the world and its sorrow.

I open my eyes in the dark of my bedroom. A dream... You're not sleeping any more. I open my eyes wide and spring up, seating on the bed. The room is not so dark and I can see the objects around me: the bedside table, the door ajar, the wardrobe. I can even see the pattern of my bed cover. At this point I realize that a ghostly luminescence emanates from the painting hung on the wall facing my bed. And... the painting seems to move. The images in the painting are like they're moving, like rippling, the paint used to draw them stirred by a liquid flowing to and fro in placid waves underneath.

The ram at the centre of the painting stares questioning at me, asking me to follow him. It's been this feeling to drive me in buying the picture. The feeling that my totem animal was waiting for me, waiting for me to find him. And finally I've found him, represented in the work of a painter who I didn't know and who could know nothing about me. Still, it's like the painting has been drawn exactly for me. Aries, my zodiac, waits for me, with a questioning stare, puzzled of me needing such a long time to find him. A distant destination, a goal to reach, that place I search for but I'm not able to find: this is in the painting too.

It's time for you to come with me, he says now in the silence of the night. Why do you still linger in this Middle World? This isn't your place.
I know that what he says is true. There's nothing here for me. No more. Maybe never been. It's a land of transit, a doorway. But... should I go through in my own? She's still in here...
In your own you have reached this Middle World. In your own you will leave it. You can't linger waiting for her. She has decided to walk with you no more.
But I still love her...
And forever you will. My thoughts were bare. But your world is waiting for you and you cannot stay here. I know that his words are not wrong. A shiver runs down my back, shaking me whole. My heart aches in my chest, like caught in a grip. I stare to the landscape in the painting, with the spheric and woody hill beyond the ram. Spheric, like it's a planet in its own, ready to rise in the sky and leave forever the orbit of this world. Ready to follow its own path.


Suddenly I open my eyes in the dark of my bedroom. The wall in front of me is a wall of shadow. The painting is just a darker rectangle. I dreamed... I dreamed and the emotions of the dream are slowly flowing away from me, into the darkness and the silence, for my inability to keep them with me.

Golden Rays of Sunshine is a painting by Cyndi Speer.

Friday, 16 October 2015

But our life's...


...made up of choices (some without appeal)





Nightmare!(now your nightmare comes to life)
Dragged ya down below
Down to the devil's show
To be his guest forever
Peace of mind is less than never
Hate to twist your mind
But God ain't on your side
An old acquaintance severed
Burn the world your last endeavor

Flesh is burning
You can smell it in the air
'Cause men like you have
Such easy soul to steal (steal)
So stand in line while
They ink numbers in your head
You're now a slave
Until the end of time here
Nothing stops the madness,
Turning, haunting, yearning
Pull the trigger

You should have known
The price of evil
And it hurts to know
That you belong here, yeah
Ooh, it's your fuckin' nightmare

(While your nightmare comes to life)
Can't wake up in a sweat
'Cause it ain't over yet
Still dancing with your demons
Victim of your own creation
Beyond the will to fight
Where all that's wrong is right
Where hate don't need a reason
Loathing self-assassination

You've been lied to
Just to rape you of your site
And now they have the nerve
To tell you how to feel (feel)

So sedated as they
Medicate your brain
And while you slowly
Go insane they tell ya
"Given with the best intentions
Help you with your complications"

You should have known
The price of evil
And it hurts to know
That you belong here, yeah
No one to call
Everybody to fear
Your tragic fate is looking so clear, yeah
Oh, it's your fuckin' nightmare

Fight
Not to fail
Not to fall
Or you'll end up like the others

Die
Die again
Drenched in sin
With no respect for another

Down
Feel the fire (fire)
Feel the hate
Your pain is what we desire

Lost
Hit the wall (wall)
Watch you crawl (crawl)
Such a replaceable liar

And I know you hear their voices (calling from above)
And I know they may seem real (these signals of love)
But our life's made up of choices (some without appeal)
They took for granted your soul
And it's ours now to steal

(As your nightmare comes to life)
You should have known
The price of evil
And it hurts to know
That you belong here, yeah
No one to call
Everybody to fear
Your tragic fate is looking so clear, yeah
Ooh, it's your fuckin' nightmare


Le persone inutili 2

Negli ultimi mesi, piu' o meno da quando ho scritto questo, ho rimosso dalla mia vita un discreto numero di persone: bloccandole su Whatsapp, dicendo loro di non cercarmi piu', mandandole abbastanza chiaramente al diavolo, lasciandole semplicemente scivolare nel limbo dei dimenticati e mai rimpianti. Tutte persone raccolte lungo il cammino o di cui, per debolezza, mi ero circondato nel tentativo di riempire un vuoto che non avevo alcuna possibilita' di riempire con tali persone. Il risultato finale e' stato deleterio, ed invece che aiutare a rialzarmi la loro compagnia non faceva altro che buttarmi ancora piu' giu'. In breve tempo la mia rubrica telefonica si e' piu' che dimezzata, e dalla difficile situazione di dover fare una cernita per decidere chi invitare ad un pranzo o ad una cena non avendo abbastanza spazio per neanche la meta' di loro, sono passato all'imbarazzante situazione di ritrovarmi ad avere a tavola quattro gatti nel caso un paio di persone mi dicano che non possono venire.
Mi sono sempre trovato in difficolta' a spiegare, a chi lo chiedesse, il motivo per cui stavo eliminando queste persone. Perche' l'hai bloccata? Ma cosa ti ha fatto? Non mi ha fatto niente, non mi ha dato niente, era la risposta. Ma non riuscivo a dare una spiegazione che andasse oltre al dire che la presenza di quella determinata persona mi stava danneggiando. Ma in quale modo queste persone mi stavano danneggiando? Non e' mai stata questione di quanto una persona mi dia. C'e' chi da' 100 e c'e' chi da' 20. Ognuno da' in base alle sue possibilita' o alla sua volonta'. E non e' questione di cosa l'altra persona chieda o riceva da me: io do in base alle mie possibilita' e volonta', e nella maggior parte dei casi non do per avere un ritorno, ma semplicemente perche' questa e' la mia natura e seguire la mia natura mi fa sentire appagato. Non e' questione della qualita' di cio' che mi viene dato. Ci sono vasi d'oro e ci sono vasi di peltro: ho bevuto veleno da vasi d'oro e assaporato bevande ristoratrici da vasi di peltro. Quindi come puo' essere che certe persone mi danneggino ed altre no, indipendetemente da cio' che fanno o danno?
Ieri, mentre ero a tavola con un'amica (quella da cui vorrei farmi mettere il guinzaglio), parlando delle rispettive relazioni fallite, lei mi ha infine dato la parola giusta, il giusto aggettivo per definire come voglio che una relazione con un'altra persona sia: sincera. Non importa cosa da o cosa prende, in quale modo e quali mezzi usi per farlo, quale sia lo scopo finale e la frequenza. Ma deve essere sincera, chiara nei fini e fedele alla parola data. Siamo amici, siamo conoscenti, puoi chiamarmi quando vuoi, ci vediamo solo quando non ho impegni. Ognuno di noi decidera' quale tipo di rapporto voglia instaurare o accettera' di instaurare con le altre persone. Io non posso accettare un rapporto che non sia sincero. Un rapporto insincero mi portera' inevitabilmente a convogliare le mie energie la' dove non devono andare, a sprecarle, a camminare in circolo e a mancare la comprensione di cio' che mi succede. Non c'e' crescita personale in una situazione del genere, ma solo un affaticarsi in vano. Tali situazioni portano ad una crescita personale solo nel momento in cui comprendi quale sia il tuo errore e vi poni rimedio. Quindi, quando riconosco un errore vi pongo rimedio. E quelle persone che non sono sincere, che non sono chiare nei metodi e negli scopi, che sono un errore, io le rimuovo dalla mia vita. A loro unico danno.

Thursday, 15 October 2015

Golden Rays of Sunshine


Svegliati... svegliati... Una voce si fa strada nel mio sonno, in principio debole e distante, poi sempre piu' forte. Ed infine riesce a perforare la membrana del sonno, a passare oltre il velo dell'incoscienza e a raggiungermi, la' dove sono sprofondato per dimenticarmi del mondo e dei suoi dolori.

Apro gli occhi, nel buio della mia camera da letto. Un sogno... Non stai piu' dormendo. Spalanco gli occhi e scatto a sedere. La stanza non e' poi cosi' buia e riesco a vedere gli oggetti intorno a me: il comodino, la porta socchiusa, l'armadio. Riesco perfino a distinguere la fantasia della mia coperta. A questo punto realizzo che una leggera luminosita' si irradia dal quadro appeso alla parete di fronte al letto. E... il quadro pare muoversi. O meglio, le immagini nel quadro paiono muoversi, come se ondeggiassero, agitate dal fluire e defluire di un liquido sotto di esse, come se placide onde si susseguissero l'una all'altra al di sotto dei colori del quadro stesso, in un moto continuo che si allontana da me.

L'ariete del dipinto mi fissa interrogativo, mi chiede di seguirlo. E' stata questa sensazione che mi ha spinto a comprare il quadro. La sensazione che il mio animale-guida mi stesse aspettando, aspettasse che io riuscissi a trovarlo. Ed infine l'ho trovato, rappresentato nel quadro di una pittrice che non conoscevo e che nulla sa di me. Eppure quel quadro mi e' sembrato fatto appositamente per me. L'Ariete, il mio segno zodiacale, che mi aspetta, con sguardo interrogativo, chiedendosi perche' mi sia servito un tempo cosi' lungo per trovarlo. Una meta distante, un luogo da raggiungere, quel luogo che sto cercando ma che non sono capace di trovare, rappresentato nel quadro.

E' tempo che tu mi segua, mi dice ora nel silenzio della notte. Perche' ancora indugi in questo Mondo di Mezzo? Questo non e' il luogo per te.
So che cio' che dice e' giusto. Non c'e' niente per me, qui. Non piu'. Forse mai. E' una terra di passaggio, una porta. Devo attraversarla da solo? Lei e' ancora qui...
Da solo hai raggiunto il Mondo di Mezzo. Da solo lo lascerai. Non puoi attardarti per lei. Ha deciso di non camminare piu' con te, non puoi continuare ad aspettarla.
Ma io la mo ancora...
E per sempre la amerai. I miei pensieri sono messi a nudo. Ma il tuo mondo ti aspetta, e tu non puoi trattenerti qui. Conosco la verita' di queste parole. Un brivido mi percorre la schiena, mi scuote tutto. Il cuore mi duole in petto, come se stretto in una morsa. Fisso il paesaggio rappresentato nel quadro, con la collina boscosa oltre l'ariete. Sferica, quasi fosse un pianeta a se stante, pronto a sollevarsi nel cielo e abbandonare l'orbita di questo mondo, a staccarsene definitivamente, per perdersi su un sentiero che sia solo suo. 

Improvvisamente apro gli occhi nel buio della mia camera da letto. La parete di fronte a me e' un muro d'ombra. Il quadro un rettangolo piu' scuro. Ho sognato... Ho sognato e le emozioni del sogno stanno lentamente scivolando via da me, perdendosi nel buio e nel silenzio, per la mia incapacita' di trattenerle. 


Golden Rays of Sunshine e' un dipinto di Cyndi Speer.

Domande

Quanto veramente diamo? E quanto prendiamo in cambio per cio' che crediamo di aver dato? E' piu' difficile perdonare un torto o accettare che chi ci ama ci abbia perdonati? A cosa siamo disposti a rinunciare per paura di essere di fronte a qualcosa troppo grande per noi? Per cosa siamo disposti a lottare al punto di sanguinare nella carne e nell'anima? Dove finisce la nostra responsabilita' per il prossimo, e dove quella delle altre persone nei nostri confronti? Quanta parte di noi e' realmente amore e quanta parte e' egoismo? 

Quanto puo' contenere il nostro cuore prima che i suoi tessuti si strappino come panno usato, prima che si laceri e perda tutto il suo contenuto?


How much do we really give? And how much do we take back in exchange for what we believe we have given? Is it harder to forgive a wrongdoing or to accept that who loves us has forgiven us? What are we ready to give up for fear of facing something too big for us? What are we ready to fight for up to bleeding in the flesh and soul? Where does our responsibility for our neighbour end? Where does other people's responsibility for us end? How much of us is really love and how much of it is egoism?

How much can our heart contain before bursting, its tissues tearing off like a worn out clothe, sheding all its contents?

Monday, 5 October 2015

Dear British people. I'm afraid but...

...the French have the point. About gardening, at least.


In 2013, after having read a post on LinkedIn, where a British guy was telling how much better gardening in France was respect to UK, I decided to verify it in my own. In my experience when a Briton says that something abroad is better than in England it must be wonderful. Even more since it's about gardening. It's like when an Italian says that French food is good: it must be really good. And French food is good. 
That guy wrote particularly about public parks in Paris, so in September 2013 I travelled to Paris with my at that time girlfriend. I reported about that journey on this blog, in Paris to eat and Breakfast in Paris, but I focused more on the pleasure I had in eating again real food, food for the body and the soul. Something that in London hardly you can find except if you go for a meal in a place where, to pay the check, you must sell out one of your own kidneys. For a reason or for another, I delayed till now to publish the photos of gardens and parks I took in Paris.

The principal objective of the journey was to visit Jardin de Luxemburg, and the expectations were fulfilled. A second journey to Calais in August 2014 confirmed that the trend wasn't just for Paris, but I'll speak about Calais in another post. When, I don't know. 
As the inspiring Briton had said on his post, gardening in Paris was still something of whom the gardeners were proud. The first difference I noticed between parks in London and those in Paris is the number of staff committed to pick the rubbish up and that to proper gardening. In my working experience in London, at least 60% of time, effort and costs are for rubbish picking, busying the most of the staff in such a task all day long. While in Paris, thanks to a level of civility of the public which I haven't witnessed in UK neither in Italy (the chairs in the next photo are not chained or locked to the ground), only 1 gardener out of 10 was committed to pick the rubbish up. And it didn't keep him really busy.



The original post stirred a good number of comments from gardeners, designers and other people working in the horticultural industry, all pledged to defend the local gardens. The comments, all from people who have never seen a garden out this island, ranged from: "You should go to Regents Park. I was there last Sunday and at 8 pm the gardeners were still taking the rubbish away." (exactly what I said: the gardeners here have to take the rubbish away instead that do gardening) to more personal comments like: "I prefer our kind of parks, they are more natural." De gustibus no disputandum est. Nobody can discuss tastes, of course. But, well, in Paris they don't miss this gardening style too.









The second difference between gardening in France and London is that in France the parks and gardens are kept as they are meant to be, sticking to the original design, while in London the companies taking care of the green areas are not really interested in doing their job at the best. Pretty much in any park in London is possible to notice that where the plants died they have been replaced picking random plants, so that the original design is often going to disappear. And pruning is a forgotten art: in more than 4 years I've never been able to find in London a rose properly pruned, just to make an example. Big parks or small green areas around the cities, the commitment the French authorities got towards them is always the same: using a not mine expression "they didn't farm the maintenance to the best offerer" but pledged to keep them at highest standards.













I have just one last comment and don't take that too bad, please. The French are better to brew ale as well, sorry.




Bottoms up!

Bye Bye Beautiful

Finally the hills are without eyes
They are tired of painting a dead man's face
red with their own blood

They used to love having so much to lose
Blink your eyes just once and see everything in ruins

Did you ever hear what I told you?
Did you ever read what I wrote you?
Did you ever listen to what we played?
Did you ever let in what the world said?
Did we get this far just to feel your hate?
Did we play to become only pawns in the game?
How blind can you be, don't you see?
You chose the long road, but we'll be waiting


Bye bye, beautiful x2

Jacob`s ghost for the girl in white
Blindfold for the blind
Dead Siblings walking the dying Earth

Noose around a choking heart
Eternity torn apart
Slow toll now the funeral bells

"I need to die to feel alive"

Did you ever hear what I told you?
Did you ever read what I wrote you?
Did you ever listen to what we played?
Did you ever let in what the world said?
Did we get this far just to feel your hate?
Did we play to become only pawns in the game?
How blind can you be, don't you see?
You chose the long road, but we'll be waiting

Bye bye, beautiful x4

It's not the tree that forsakes the flower
But the flower that forsakes the tree
Someday I`ll learn to love these scars
Still fresh from the red-hot blade of your words


How blind can you be, don't you see? x3
That the gambler lost all he does not have...

Did you ever hear what I told you?
Did you ever read what I wrote you?
Did you ever listen to what we played?
Did you ever let in what the world said?
Did we get this far just to feel your hate?
Did we play to become only pawns in the game?
How blind can you be, don't you see?
You chose the long road, but we'll be waiting


Bye bye, beautiful x4


Saturday, 3 October 2015

The Ukulele Orchestra of Great Britain


All the light of the world



Le ombre delle nuvole corrono veloci sulle facciate in vetro dei palazzi intorno a me, mentre siedo quassu' ad affilare i miei pensieri. Il calore del sole va e viene sulla mia schiena, ripetendo l'alternarsi dei miei umori. Il frastuono della citta' sale in un rombo continuo dalle sue strade su su fino al tetto dove mi trovo, amalgamandosi con le mie idee confuse. E' in questo mescolarsi continuo di piacere e fastidio che realizzi che quando la tua educazione e le tue convinzioni ti rendono incapace di concepire che una relazione possa finire non e' possibile scrivere la parola fine. E cosi' ti ritrovi a fronteggiare questa sensazione di vuoto, ma non hai idea di come fare. Passi il tempo a cercare violentemente dentro di te una spiegazione che abbia un senso, ma cosi' facendo peggiori soltanto la situazione. Come se fossero ciottoli fra le tue dita, ti rigiri nella mente le accuse che ti sono state fatte e le promesse che ti hanno chiesto di pronunciare: accuse che non sai piu' se sono veritiere e promesse che sai di non avere mantenuto. Pensi alla malattia con cui hai giustificato chi ti ha trattato male, e pensi al dolore patito da chi ti amava ma non aveva possibilita' di capire cosa fosse a muoverti dal profondo. E ti chiedi quale sia la differenza fra una donna che ti ha amato con tutta se stessa, per poi perdersi e buttarti, dopo averti accartocciato come tu fossi un pezzo di scarta tutto scritto, e quella donna che ha avuto paura di amarti veramente e che prima di andarsene si e' assicurata che tu avessi tutto cio' che ti serviva, un po' come si ripiega accuratamente un vestito prima di posarlo sul bordo del letto e lasciare casa. In entrambi i casi il risultato e' stato lo stesso: sei rimasto solo a venire a patti con la consapevolezza che avresti dovuto dare di piu' e che ormai e' troppo tardi per farlo. Ma dentro di te sai che e' di nessuna rilevanza l'aver dato tutto cio' che potevi dare, perche' non lo sapevi ma non c'era nessuna speranza che potesse essere sufficiente. E questo ti porta a domandarti se, piuttosto che rimetterti in gioco una volta ancora ed imparare a dare di piu', ammesso che cio' sia possibile, non sia forse il caso di sopprimere i tuoi istinti, cambiare le tue necessita' ed ignorare i tuoi desideri. Ti chiedi se non sia meglio smettere di dare alcunche' a chi non puo' garantirti che sapra' farselo bastare. Perche', amore mio, io posso darti tutta la luce del mondo, ma dopo non avro' piu' occhi per ammirare la tua bellezza.

The clouds' shadows run fast on the glass facade of the buildings around me, while I seat up here sharpening my thoughts. The sun's heat comes and goes on my back, imitating the alternate of my moods. The city's din rise up in a continuous rumble from its streets to the roof where I am, blending with my confused thoughts. It's in this continuous mixing of pleasure and annoyance that you realize that, when your education and your believes don't let you to conceive that a relationship can finish, you can't write the word end. So you find yourself to face this feeling of void and you don't know how to do it. You spend your time ransacking inside yourself in search of an explanation which makes sense, but in this way you make it even worse. Like they are cobbles in your hands, you turn around and around again in your mind all the accusations you have received and the promises were asked you to utter: you don't know any more if those accusations are rightful, but you know that you didn't kept those promises. You think about the illness you used to justify who treated you bad, and you think to the sorrow that who loved you suffered because had no chance to understand what was driving you from inside. And you wonder where is the difference between a woman who loved you with all herself but then got lost and threw you away, crumpling you up like a paper sheet already written all over, and that woman who feared to love you deeply but made sure, before walking out of your life, that you had all you need, a bit like folding a dress up and laying it at the edge of the bed before leaving home. In both cases the result was the same: you were alone to come to terms with the awareness that you had to give more but it's too late now. In the heart of your heart you know that's of no importance if you have given all that you could, because you didn't know it but there was no chance that all that you could give would have sufficed. And than you start thinking that, instead of taking the challenge up once more, maybe is better to restrain your instincts, change your necessities and ignore your desires. Because maybe is better don't give anything if the person you will give it cannot guarantee that she will be able to be satisfied with that. For, my love, I can give you all the light of this world, but then I will have no eyes to admire your beauty.

Misneach



Era un' orchidea che le avevo regalato. Le avevo anche dato un nome, Misneach, che significa speranza in gaelico irlandese. La pianta crebbe riempiendosi di fiori per un paio d'anni. Mori' tre giorni dopo che lei se ne ando'. L'ho gettata via soltanto oggi. Ogni schiocco che lo stelo ha fatto mentre lo spezzavo ha avuto un eco nel mio petto.

E' insano, lo so...


It was an orchid I donated to her. I had even given a name to it, Misneach, which means hope in Irish Gaelic. The plant grew full of blossom for a couple of years. It died three days after she had walked out. I have thrown it away only today. Every snap of the stem, while I was breaking it, had an echo in my heart.

It's insane, I know...

Friday, 2 October 2015

I love this concept!

Do you agree?


Misogyny: show some pity


Pensieri estemporanei: italiani si, italiani no


E' sempre un po' strano incontrare, per le strade di Londra, giovani, ragazzi e ragazze, talvolta bambini, di colore o di chiare origini indocinesi o sudamericane, che parlano italiano. E con un forte accento anche, ora romano, ora del sud, ora lombardo. L'ultimo caso e' di questa mattina, dentro un supermercato della Lidl a East Ham, dove in coda alla cassa ci sono due giovanotti, poco oltre la ventina, dalla pelle olivastra cosi' scura che penseresti siano indiani o di un area cricostante. Sennonche' stanno facendo, con accento napoletano ben marcato, apprezzamenti su quanto sia carina una delle commesse, una ragazza polacca. Per l'appunto la cassiera che sta facendo loro il conto, una donna di colore, capisce l'italiano e lo parla abbastanza e li sgama: "Ah! Uomini dall'Italia!", dice con un sorriso, per poi godersi l'imbarazzo dei due. "They were talking about you", dice alla ragazza polacca quando i due malandrini se ne sono andati. "Were saying how nice you are, but they didn't know I understand Italian."
Negli ultimi tempi capita sempre piu' frequentemente di fare di questi incontri: un gruppo di ragazzine che tornano da scuola, due ragazzi sull'autobus, anche adulti in palestra o sul luogo di lavoro. E tutti di aspetto che difficilmente ricorda uno dei molti fenotipi italici. E a questo punto sorge una domanda: cosa fa di una persona un italiano? Qualcuno direbbe che dipende dalla genetica, quindi ci devono essere precise caratteristiche fenologiche. Gia' una spiegazione alquanto deboluccia, a mio avviso, dato che la razza italiana mi pare sia una delle piu' imbastardite al mondo. Dall'Italia ci son passati tutti, prima o dopo, solo una volta o a piu' riprese: popoli germanici e mongoli, arabi e turchi, vichinghi, spagnoli, francesi e inglesi, austriaci e tedeschi, svizzeri, greci e americani (un altro mescolone di razze). E la lista e' sicuramente piu' lunga. Quanto poi questi invasori abbiano inciso sul DNA delle popolazioni locali non lo so, ma tanto o poco non lo ritengo importante per determinare cosa faccia di una persona un italiano.
Ho incontrato molti stranieri che hanno vissuto piu' o meno a lungo in Italia. Di Samuel e Cedric ho gia' parlato, ma ci sarebbero anche Jon, Petre, Andres e molti altri. Rumeni, africani e sudamericani. E tutti con un buon ricordo dell'Italia: dei suoi luoghi, della sua gente, del suo cibo, del suo stile di vita e della sua cultura. A quelle persone l'Italia e' entrata nel sangue: l'hanno mangiata, l'hanno respirata, l'hanno assorbita attraverso i pori della pelle. Perche', voi potete pensare quel che volete, la cultura italiana e' forte. E' capace di imporsi con le sue usanze e tradizioni, coi suoi sapori, con le sue idee, con i suoi modi di sentire ed esprimersi. Ma e' capace di farlo in modo dolce, senza schiacciare, annullare o distruggere la cultura di origine di una persona, senza tagliare le sue radici. Ma e' capace di farlo con amore, affascinando, coccolando, facendo dello straniero un figlio del Bel Paese. E se questo e' cio' che fa a chi e' venuto in Italia da adulto, quanto maggiore deve essere l'effetto su chi, da genitori stranieri, e' nato in Italia, e in Italia e' andato a scuola, ha imparato a giocare a calcio, ha conosciuto per la prima volta l'amore. Qualcuno cosi', per me, e' italiano, anche se il suo passaporto dovesse dire diversamente. 
A queste persone l'Italia manca, la rimpiangono. In uno sfrontato contrasto con altri figli ingrati, che italiani sono nel DNA ma non nell'anima. Che si trasferiscono all'estero e dell'Italia parlano male, la offendono e la deridono. Che dichiarano che l'Italia non ha dato loro niente e che quindi loro non devono niente all'Italia. Un paese generoso genera figli ingrati. Formare un laureato costa allo stato oltre 120.000 euro, soldi che non sono stati pagati dai genitori dello studente soltanto, ma anche da me e dai miei genitori e da ogni italiano. Queste persone, che grazie alla formazione ottenuta in Italia magari ottengono un lavoro a Londra con paga base di 50.000 sterline, devono all' Italia, non certo ai suoi governi, in particolar modo gli ultimi, ma alla nazione Italia quanto meno il rispetto e il riconoscimento che se loro stessi valgono qualcosa e' grazie all'ambiente in cui sono cresciuti. 
La cultura italiana e' forte. Ed e' dura a morire, ma certo non e' invulnerabile. Il suo peggior nemico sono proprio alcuni italiani che italiani vorrebbero non esserlo. Che magari, come Togliatti, vorrebbero prendere la cittadinanza sovietica, che si ritengono cittadini del mondo e che quindi non devono fedelta' a nessuno. Sono quelli che denigrano, intimidiscono, che sputano sui loro connazionali chiamandoli razzisti e pigri e disonesti. Sono quelli che continuamente vanno dicendo che gli italiani non si meritano niente altro che cio' che sta capitando loro perche' loro stessi sono gli artefici delle loro disgrazie. Che vorrebbero cancellare la storia dai monumenti italiani usando gli scalpelli, che vogliono cancellare la nostra identita' distruggendo la famiglia, i credi religiosi, la coscienza del gender, rendendo la lingua italiana stessa priva di significato.
Gli immigrati che abbracciano la cultura italiana, e i loro figli che parlano italiano con un accento regionale e che si muovono ed esprimono come italiani, sono la prova che chi odia l'Italia si sbaglia. Forse e' tempo di riconsiderare il concetto di italianita', e' tempo di rivedere chi realmente e' italiano e chi non lo e'. Deve venire un tempo in cui si tireranno le somme di tutto cio' che ci stanno facendo in questi anni. I suicidi, gli espatrii, la perdita del lavoro, delle case e della dignita': al momento opportuno verra' scritto tutto nero su bianco. Quando quel tempo verra', spero che venga reso chiaro chi italiano e' e chi italiano non lo e' mai stato, e che a questi ultimi venga chiesto di restituire tutto cio' che hanno ottenuto indegnamente dall'Italia.