Friday, 16 October 2015

Le persone inutili 2

Negli ultimi mesi, piu' o meno da quando ho scritto questo, ho rimosso dalla mia vita un discreto numero di persone: bloccandole su Whatsapp, dicendo loro di non cercarmi piu', mandandole abbastanza chiaramente al diavolo, lasciandole semplicemente scivolare nel limbo dei dimenticati e mai rimpianti. Tutte persone raccolte lungo il cammino o di cui, per debolezza, mi ero circondato nel tentativo di riempire un vuoto che non avevo alcuna possibilita' di riempire con tali persone. Il risultato finale e' stato deleterio, ed invece che aiutare a rialzarmi la loro compagnia non faceva altro che buttarmi ancora piu' giu'. In breve tempo la mia rubrica telefonica si e' piu' che dimezzata, e dalla difficile situazione di dover fare una cernita per decidere chi invitare ad un pranzo o ad una cena non avendo abbastanza spazio per neanche la meta' di loro, sono passato all'imbarazzante situazione di ritrovarmi ad avere a tavola quattro gatti nel caso un paio di persone mi dicano che non possono venire.
Mi sono sempre trovato in difficolta' a spiegare, a chi lo chiedesse, il motivo per cui stavo eliminando queste persone. Perche' l'hai bloccata? Ma cosa ti ha fatto? Non mi ha fatto niente, non mi ha dato niente, era la risposta. Ma non riuscivo a dare una spiegazione che andasse oltre al dire che la presenza di quella determinata persona mi stava danneggiando. Ma in quale modo queste persone mi stavano danneggiando? Non e' mai stata questione di quanto una persona mi dia. C'e' chi da' 100 e c'e' chi da' 20. Ognuno da' in base alle sue possibilita' o alla sua volonta'. E non e' questione di cosa l'altra persona chieda o riceva da me: io do in base alle mie possibilita' e volonta', e nella maggior parte dei casi non do per avere un ritorno, ma semplicemente perche' questa e' la mia natura e seguire la mia natura mi fa sentire appagato. Non e' questione della qualita' di cio' che mi viene dato. Ci sono vasi d'oro e ci sono vasi di peltro: ho bevuto veleno da vasi d'oro e assaporato bevande ristoratrici da vasi di peltro. Quindi come puo' essere che certe persone mi danneggino ed altre no, indipendetemente da cio' che fanno o danno?
Ieri, mentre ero a tavola con un'amica (quella da cui vorrei farmi mettere il guinzaglio), parlando delle rispettive relazioni fallite, lei mi ha infine dato la parola giusta, il giusto aggettivo per definire come voglio che una relazione con un'altra persona sia: sincera. Non importa cosa da o cosa prende, in quale modo e quali mezzi usi per farlo, quale sia lo scopo finale e la frequenza. Ma deve essere sincera, chiara nei fini e fedele alla parola data. Siamo amici, siamo conoscenti, puoi chiamarmi quando vuoi, ci vediamo solo quando non ho impegni. Ognuno di noi decidera' quale tipo di rapporto voglia instaurare o accettera' di instaurare con le altre persone. Io non posso accettare un rapporto che non sia sincero. Un rapporto insincero mi portera' inevitabilmente a convogliare le mie energie la' dove non devono andare, a sprecarle, a camminare in circolo e a mancare la comprensione di cio' che mi succede. Non c'e' crescita personale in una situazione del genere, ma solo un affaticarsi in vano. Tali situazioni portano ad una crescita personale solo nel momento in cui comprendi quale sia il tuo errore e vi poni rimedio. Quindi, quando riconosco un errore vi pongo rimedio. E quelle persone che non sono sincere, che non sono chiare nei metodi e negli scopi, che sono un errore, io le rimuovo dalla mia vita. A loro unico danno.

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