Wednesday, 30 July 2014

Spider-Plant Man

Before watching the "movie", I want just to call your attention to the association Fathers 4 Justice:(or F4J) is a fathers’ rights organisation in the United Kingdom. Founded in 2002, the group aims to gain public and parliamentary support for changes in UK legislation on fathers' rights, mainly using stunts and protests, often conducted in costume.  It will help you to better understand some gags at the end of the "movie". Maybe you remember when this image was on the television on the Italian news.





Per quanto riguarda i diritti dei padri in UK la cosa è realmente seria. In caso di divorzio, ed ormai si arriva al divorzio per futili motivi, il giudice decide sempre a favore della donna. Devono esistere fatti realmente gravi, commessi dalla donna, perché avvenga il contrario. E' molto facile incontrare uomini che hanno dovuto lasciare casa nel giro di pochi mesi, continuando a pagarne l'affitto per l'ex-moglie e i figli e che si ritrovano costretti a vivere in una box-room in uno shared flat. Basta che la madre dica che il padre ha picchiato il bambino, non h neanche bisogno di provarlo. Io personalmente ho lavorato con due uomini che dopo il divorzio non hanno più potuto vedere i figli e non per decisione del tribunale. Il primo dei due aveva dovuto pagare un investigatore privato per sapere dove i figli fossero, perché la madre si era trasferita senza fornire un recapito e il tribunale aveva ignorato le sue richieste di essere informato, così per più di un anno non ha neanche saputo dove i figli vivessero. Il secondo non ha incontrato né parlato alla figlia per circa 8 anni, perché la madre gli rifiutava il diritto di incontrarla. Se avete l'occasione, provate a parlare a qualcuno di questi uomini, in genere cornificati e mazziati, senonché scacciati di casa. Provate a parlare un po' coi loro colleghi di lavoro, soprattutto quelli stranieri, dato che gli inglesi sono spesso reticenti a parlare dell'argomento. Vi diranno che è bene non sposare una donna inglese. E vi diranno che, in caso di convivenza, sarà meglio per l'uomo non mettere un singolo penny nell'acquisto di beni che vengano usati in comune, perché dopo un anno, o cinque, quando lei verrà a dirvi "Sai una cosa? Non ti amo più." non avrete alcuna chance di portar via alcunché da quella casa.

Tuesday, 29 July 2014

E' solo questione di ambiente

    A volte cerco di spiegare, di far capire, forse non nel migliore dei modi e di sicuro non sempre con successo, un concetto che mi sta molto a cuore. Non so perché mi stia a cuore ma è così. Sia su questo blog, sia quando mi capita di parlare con altri Italiani migrati in UK o "migrant wannabe" (pronuncia uonnabi), cerco di inculcare in teste troppo dure che ciò che fa la differenza fra due popoli, e nello specifico fra italiani ed inglesi, non è un differente livello morale, bensì l'ambiente in cui le varie situazioni si sviluppano. E questo vale per molti aspetti e comportamenti sociali, sia in bene che in male. Per esempio, sia inglesi che francesi "disprezzano", in misura diversa, lo straniero che parli la loro lingua con un inevitabile forte accento. Non importa che tu la parli bene, quell'accento non devi averlo, e dato che lo hai sei un essere inferiore. In Italia, l'accento straniero è cool, a noi piacciono gli stranieri che parlano italiano con l'accento della loro terra d'origine. Inglesi e francesi sono nazionalisti, noi italiani siamo... auto-razzisti. O self-racists, per dirvela in una lingua che trovate cool. Ma andatevene in cul'...
     Torniamo al tema di questo post, ovvero l'ambiente che ci circonda, ambiente inteso come società composta dalle sue varie sfaccettature, come luogo lavorativo, come la rete di influenze positive e negative che giungono dall'esterno di quell'ambiente stesso. L'ambiente forgia usi e costumi, abitudini, paure, le leggi e le regole non scritte e non dette del vivere sociale. L'uomo è lo stesso ovunque e sempre: meschino, codardo, ladro all'occasione in certuni casi; coraggioso ed eroico, altruista e generoso in certi altri. Ma questo è qualcosa a cui gli italiani non pensano spesso, o non a cui non pensano affatto. Perché si sa, "all'estero funziona tutto meglio": all'estero sono più organizzati, sono più onesti, sono più morali. Insomma, all' estero sono bravi, noi in Italia siamo merdacce di fantozziana memoria. Non so chi abbia cominciato questa tiritera, ma i comunistucci di varia estrazione sono sempre stati all'avanguardia nello sminuire gli italiani e l'italianità, sicché è probabile che siano stati loro ad iniziarla. E te la senti ripetere così spesso, questa tiritera, che arrivi a crederci. E come si può non credere a qualcosa con cui cresciamo? Ma poi succede che migri, che te ne vai a vivere all'estero. Ti guardi un po' intorno, inizialmente affascinato da tutto ciò che è nuovo e diverso. Poi inizi a sbattere un po' il naso contro cose che non dovrebbero stare lì. Almeno non in una nazione più civile, più morale, più progredita. Ma gli altri italiani che incontri, sia che vivano da anni nella nazione che ti sei scelto come nuova patria, sia che ci siano appena arrivati, ti ribattono che ti sbagli, che hai capito/visto/sentito/percepito/eccetera male. Ti dicono che qui tutto è bello e buono, mentre in Italia è tutto brutto e cattivo. E tu pensi: "Mah... E ssarà pure come dite vo' altri, ma amme un mi pare proprio!"
    Il fatto è che certe cose, se non sei cieco, se hai un briciolo di onestà intellettuale, le vedi per forza. E se dici di non vederle menti sapendo di mentina, perché sei un Britalian (se vivi qui da abbastanza tempo) o un Italiota (se sei appena arrivato). In ogni caso sei un pessimo elemento e io non voglio avere a che fare con te.
     Corruzione, malgoverno, schifezze varie esistono ovunque, sono perpetrate da ogni essere umano che reputi sé stesso migliore del suo prossimo ogni qual volta ne abbia l'occasione. E stessa cosa vale per certi comportamenti sociali. Lasciate perdere balle come "fattori culturali", "comportamenti insiti nella nostra cultura" e similarità. They are just bullshit! Sono stronzate che avete ripetuto così tante volte che ora anche gli indiani si permettono di farsi belli dicendo che siamo corrotti (nessun riferimento al caso dei due marò). E giusto per farvi capire che certe cose non sono sconosciute ai sudditi di Sua Maestà, vi riporto alcuni articoli che ho trovato tutti insieme sull'edizione odierna di Metro, il free newspaper che i commuters (pendolari) londinesi possono trovare all'ingresso (o uscita) di ogni stazione dell'Underground e dei treni.
Il primo articolo, in prima pagina, afferma che un giovane su quattro, tra i 20 e i 34 anni non può permettersi né di comprare né di affittare una casa per conto proprio e quindi è costretto a vivere con mamma e papà. Stiamo parlando di chi lavora, ovviamente, perché chi vive di benefit ha Mamma Albione che paga in sua vece e non si fa problemi andarsene a giro lasciando debiti in qua e là. Ne avevo due che vivevano al piano di sopra fino ad un mese fa: una studentessa rumena con mai più di 17 sterline sul conto in banca e la muslim single young mom che girava col velo ma non ha avuto problemi a farsi impregnare ancora minorenne. La crescita del costo delle abitazioni (+11,3% lo scorso anno) insieme al deprezzamento delle paghe (-13% in termini reali dal 2007 ad oggi), dice l'articolo, ha creato una "clipped wing generation". E così il 25% della forza lavoro britannica, a cui hanno tarpato le ali, se ne vive ancora coi genitori. 
Il secondo articolo, invece, parla di un manager dell'NHS, il sistema sanitario nazionale, il buffone che vedete vestito da Superman nella foto, che ha speso oltre 50.000 sterline di soldi pubblici, usando la carta di credito fornitagli dall'ospedale per pagare stanze in alberghi di lusso, cene, shopping e pane e pasticcini da Greggs. Ah, direte voi, ma in Italia questo mal costume è più diffuso. Forse è vero, ma nello stesso ospedale pare che ci fossero almeno altri 15 dipendenti con lo stesso vizietto, capaci di spendere oltre 1 milione di sterline in un anno fra elettronica, cioccolate, fiori, soft furnishings (che non so cosa siano) e download da iTunes. Il tutto mentre il governo sta praticando tagli per 95 milioni di sterline che andranno ad incidere sui servizi.
     Nella stessa pagina erano poi presenti altri due articoli, riguardanti un altro manager che ha rubato 2,2 milioni di sterline per comprarsi 11 case, e una dipendente che stornava sul proprio conto personale i soldi destinati all'acquisto di medicinali per la cura del cancro, arrivando a frodare l'NHS per 642.000 sterline. Entrambi, più il convivente e complice della tipa, sono stati condannati e imprigionati, mentre il Super-panza di cui sopra si è limitato, per il momento, a farsi trasferire in un altro ospedale. Dove si spera non gli lasceranno usare la carta di credito. Se sarà indagato e possibilmente processato non si sa, dato che potrebbe aver compiuto le sue spese all'interno di una non proprio morale "legittimità" che lo mette al riparo da ripercussioni giudiziarie.
     Continuando a sfogliare Metro, poi, sono incappato in un articolo sulle inondazioni nel sud-est dell'Inghilterra, con tanto di allerta ed emergenza meteo diramata dall'organo competente dopo che in un'ora è caduta la pioggia che normalmente cade in un mese. Ma se pensate che a Londra cadono la metà dei mm di pioggia che cadono a Roma o Dallas... Non metto la foto dell'articolo perché mi crea problemi di impaginazione, ma se cercate su Google "flood+UK" troverete articoli sulle varie e letali inondazioni che regolarmente si abbattono su quest'isola sin dal secondo dopoguerra e anche da prima.
     L'ultimo articolo riguarda l'acqua San Pellegrino. Qualcuno di voi poteva anche avvisarmi che i prezzi erano andati alle stelle. 25 sterline per una bottiglia da 500 ml. Non che me ne freghi gran che: io bevo solo acqua di rubinetto. Veleno per veleno scelgo quello che costa meno: non sono abbastanza ricco da potermi permettere di darmi un tono. Bene, con una furberia che noi pensiamo tutta italiana, a Londra, un hotel di lusso (600£ per notte) ha fatto pagare ad un cliente 75 sterline per 3 bottigliette di acqua gassata comprate per sé stesso e due altre persone che lo accompagnavano. Al che mi è tornata in mente la storia di un businessman giapponese che, nei lontani anni '80, in un night club di Roma, dovette pagare 200.000 lire per una birra. Il samurai in trasferta si fece rilasciare la ricevuta e con quella se ne andò dritto dritto alla Guardia di Finanza, facendo chiudere il club. L'hotel londinese, invece, grazie ad una voluta mancanza di legiferazione praticamente in ogni campo tipica di questa nazione, ha potuto applicare nel suo bar una policy di un ricarico minimo di 25 sterline a cliente dopo le 4 del pomeriggio. E al businessman britannico gli è toccato pagare, provando poi a ottenere soddisfazione facendo cattiva pubblicità all'hotel.
     Con questo chiudo la carrellata di articoli. Erano troppi tutti insieme per resistere alla tentazione di scrivere questo post. E l'intenzione l'avevo da tempo. E se ancora siete scettici che la differenza, là dove realmente esista, fra l'Italia e il Regno Unito, ma anche una qualsiasi altra nazione, non sia dovuta a fattori morali o culturali ma bensì solo a fattori ambientali non tutti dipendenti dagli abitanti di quella nazione ma anche dalle azioni dei loro vicini, se ancora non siete convinti posso fornirvi una lunga lista di articoli di giornali inglesi, di tutte le estrazioni, riportanti frodi, mala sanità, mala politica, disastri dovuti ad incuria e molto altro ancora. Basta sfogliare neanche quotidianamente i giornali online del Regno Unito per scoprire che anche qui esistono in abbondanza le stesse porcherie e porcate di cui ci vergogniamo e indigniamo (falsamente e ipocritamente) in Italia. Siamo noi, o meglio, siete voi che non riuscite o volete vederle. Anche perché gli inglesi i panni sporchi se li lavano in famiglia, non vanno a sbandierarli in giro come facciamo noi, finendo poi per convincere gli altri ed auto-convincere noi stessi che veramente siamo delle merdacce.
      All'italiota, al piddino (per usare un termine coniato dal Prof. Bagnai) che volesse ancora insistere nel deprecare l'Italia e gli italiani ben oltre ciò che meritano, giusto per farci sentire inferiori allo straniero al quale lui si è da tempo venduto, credo che non resterebbe che usare la carta Berlusconi, a questo punto. Eh, sì! Noi abbiamo avuto B. e il bunga-bunga. Cosa orribile, già, un vecchio che pagava tutti quei soldi in troie. Anche se erano soldi suoi. Ma che dobbiamo dire, allora, del governo inglese, che fin dagli anni '70 copre casi di pedofilia e abusi su minori perpetuati da membri del suo parlamento? Qui potete leggere il caso che sta tenendo banco in questo periodo, e qui potete leggere la petizione che chiede di cambiare la legge che non punisce chi copre pedofili e simili mostri. E se state pensando agli evasori fiscali leggete qui e qui quanto Vodafone abbia evaso in tasse negli ultimi anni senza che il governo (chissà perché?) stia facendo alcuna mossa concreta per recuperarli.
     E qui veramente smetto e me ne vado a letto. Tanto, se non volete capire non capirete mai.

Monday, 28 July 2014

Ancora tu...?

Ma non dovevamo vederci più?


Questa mattina, uscendo per andare al lavoro, proprio sull'altro lato della strada, incontro il ratto. Il mio ratto.
Come stai? Domanda inutile. Stai come me. Beh, non proprio come me. Io, in questi giorni, mi sento uno schifo, ma tu sei proprio ridotto da schifo!
Il caro ratto non è finito nella pentola di un Trolloc... di un indo-pakistrano, scusate. Ma non pare gli sia andata comunque bene.


Sunday, 27 July 2014

In the evening

It's in the evening, it's at dusk,
when the day slows down,
when the hours are readying themselves
for the oncoming new day,
when it's time for confidence and sharing
that you miss her more.
The scent of a smile, the light of a whisper,
the touch of glare: there’s nothing more of this.
In silence crawling memories
fill the emptiness in your chest.
The loneliness is something 
you grab with strength.
Shreds of a love on the floor,
shards of a promise in your flesh.
Unshed tears, unsaid words, 
lips now dry, bleeding eyes.
Just the shadow of what it was. 
the tremulous, fading image of who was.

And you still don't understand why.








Saturday, 26 July 2014

I was made for lonvin' you baby

"I was" - paste tense


All people do is staring to the phone


Guida all'uso di accenti e apostrofi nell'italiano

Controllate l' uso di sé e se, quasi alla fine dell'articolo. Si impara sempre qualcosa di nuovo.


Quesito: 
Gianluca Adami, Antonio Di Tomaso, Linda Ansalone e Alberto Manenti, ponendo quesiti su singoli casi di parole da accentare o apostrofare, suggeriscono queste indicazioni generali sull'uso di accento grafico e apostrofo.
Guida all'uso di accenti e apostrofi nell'italiano  
L'uso dell'accento grafico in italiano è diventato stabile dal Novecento per i polisillabi tronchi (cittàvirtùlongevità). Costante è anche la presenza dell'accento in un numero, in realtà limitato, di monosillabi composti da due grafemi vocalici: ciògiàgiùpiùpuòscià, in cui ed sono solo segni grafici.
Si aggiungano le forme letterarie, e disusate, piè 'piede', diè 'diede' che, come, vengono indicate a volte con l'apostrofo. Tale alternanza tra accenti e apostrofi per alcuni monosillabi è controversa, ad esempio il DOP (Dizionario di ortografia e di pronunzia) indica come errata la forma pie', e riconosce soltanto per il troncamento di 'piede' piè e diè per la voce del verbo 'dare'. Perfé ('fece') segnala anche fe fe' pur rari. Come troncamento di 'fede' si dà solo, da cui deriva la parola composta autodafé, che introduce alla questione dell'accento di polisillabi composti con un originario monosillabo finale: per quanto detto all'inizio sull'uso dell'accento coi polisillabi, è chiaro che anche in questi casi, essendo il polisillabo tronco, si deve usare l'accento grafico (ventitré, rossoblù, nontiscordardimé, Oltrepò).
Si consideri ora l'uso dell'accento (e dell'apostrofo eventualmente) con i monosillabi che si scrivono con una sola vocale. L'accento si indica solo nei casi in cui occorra disambiguare il monosillabo per l'esistenza di un omografo; i casi più comuni sono:
ché: accentato solo come forma abbreviata di 'perché' o, più raramente, di 'affinché'; mentre è sempre che in tutti gli altri usi, anche in quello sostantivato:non è un gran che, ha un certo non so che; dopo di che vedremo. È diffusa e ammessa la forma con scrizione sintetica granché;
: presente indicativo di 'dare'; da è preposizione. L'imperativo richiederebbeda' ('dai'), ma questa forma e gli analoghi imperativi fa' ('fai'), sta' ('stai') e va'('vai') non sono universalmente accolti sia dall'uso reale sia dai grammatici, pertanto si può scrivere semplicemente da, fa, sta, va (forme tradizionali affiancate da quelle apostrofate nel fiorentino ottocentesco);
di' dì imperativo di 'dire';  'giorno', ma per altri (cfr. SERIANNI 1989: I 242) solo di' vale per l'imperativo di 'dire' (dal latino DIC) distinto in tal modo dalla preposizione di e dal sostantivo ;
è vale per la forma verbale mentre per la congiunzione;
 e  sono gli avverbi mentre la è articolo e li pronome atono;
 è congiunzione (non voglio mangiare né bere); ne pronome o avverbio; ene' vale per la preposizione articolata maschile plurale nei, ormai antiquata, come gli altri maschili plurali a', de', co', pe', e gli aggettivi be' que';
 indica il pronome, che essendo sempre tonico deve essere scritto con l'accento: le pur diffusissime varianti se stessose medesimo, contrariamente a una diffusa opinione, non sono pertanto giustificate; se indica il pronome atono usato talora in luogo di si (se lo mangia) e la congiunzione; se'  è forma disusata per 'sei';
 è l'avverbio e si il pronome e la nota musicale;
 indica la bevanda (ed è preferibile a the e thè); te è il pronome; si possono segnalare anche le forme antiquate te' sia per 'eccoti' sia per 'tieni'.
Un'ultima osservazione sull'apostrofo. I troncamenti di 'piede' e 'fede' si scrivono piè , ma per 'poco' si ha po' con l'apostrofo, l'unica forma, sia chiaro, codificata e ammessa dall'ortografia attuale e indicata dalle grammatiche. Solo come curiosità si segnala la proposta (in LEONE 1969) di estendere a tutti i monosillabi tronchi l'apostrofo, purché sia ancora viva la coscienza del troncamento, mentre, a parere d'altri, "il partito migliore sarebbe quello di eliminare addirittura l'apostrofo come segno dell'apocope sillabica, scrivendo semplicemente po (il quale non può confondersi con Po, che vuole la maiuscola), to e tohve vehbe behmo fe" (SERIANNI 1989: I 245).
Per approfondire:
  • Arrigo Castellani, Sulla formazione del sistema paragrafematico moderno, "Studi linguistici italiani", XXI 1995, pp. 3-47;
  • Alfonso Leone, Norme ortografiche: perché po' ma piè?, "Lingua nostra", XXX 1969, pp. 117-18;
  • Bruno Migliorini, Carlo Tagliavini, Piero Fiorelli, Dizionario di ortografia e di pronunzia, ERI-Rai, Roma, 1999;
  • Luca Serianni, Grammatica italiana. Italiano comune e lingua letteraria, Torino, UTET, 1989 [si indicano il numero di capitolo e di paragrafo].
A cura di Mara Marzullo
Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca
15 aprile 2003

fonte: http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/guida-alluso-accenti-apostrofi-nellitaliano 

Intonso


in-tòn-so
SIGNNon tagliato; nuovo, intatto
dal latino:  in non tondere tagliare, radere.



Per creare il libro, su uno stesso foglio vengono stampate più pagine, che vengono poi ripiegate e tagliate ottenendo il libro così come lo conosciamo oggi. Ma fino agli anni '40 una parte del taglio delle pagine - fascicolate sul lato in alto, ad esempio - era lasciata al lettore: armati di tagliacarte, si liberavano con pazienza via via che si procedeva con la lettura del libro. Alle volte capita ancora di trovarne, nelle bancarelle o nei negozi di libri usati.

Il libro intonso è il libro le cui pagine non sono state ancora tagliate, e quindi non sono state lette: praticamente non è stato toccato. E da qui la fascinosa estensione del significato, retaggio di un passato arcano della legatoria, per cui il libro non era un mattone di cartaccia incollata da smerciare o accaparrarsi a sconto, ma un'entità con cui rapportarsi, da conoscere con il coraggioso e irrevocabile gesto del taglio delle pagine.

La vita è una barzelletta che non ho capito

TESTA - Tornato ad essere single, e seguendo il consiglio di un amico, ho comprato una bottiglia di whiskey con lo specifico scopo di far ubriacare qualche donna. Da allora, sebbene non siano state poche le donne che hanno accettato un invito a casa mia per una cena o pranzo o semplicemente per un drink dopo un'uscita, ho beccato sempre e solo delle astemie, e quella bottiglia di whiskey se ne è rimasta lì a lungo, intatta. Praticamente fin quando non è venuta a pranzo la mia ex.
Poco male, alla fin fine, perché con una donna ubriaca non saprei proprio cosa farci: già ho problemi a spogliare una donna che collabora. Con una che se ne sta a peso morto, crolla a destra e sinistra sghignazzando in modo idiota, o ricorro alle forbici o prima di averla sfilata da dentro i vestiti mi è passata la voglia.

CORPO - Londra mi deprime, non riesco proprio a farmela piacere. E' cosa ormai risaputa per i lettori di questo blog. E non era mai stato il mio piano quello di rimanere qua, bensì di trovare un lavoro fuori da questa Metropoli Farneticante, in qualche proprietà privata in un'area rurale. Ma prima di riuscire a trovare una tale posizione ho iniziato una relazione, quello con la piccola, quindi per forza di cose mi sono ritrovato legato a Londra. Lei doveva finire l'università, poi il suo percorso l'ha portata a cominciare un dottorato, e soltanto alla sua fine avremmo potuto seriamente cominciare a pianificare di andarcene da qualche altra parte. Gli ultimi due anni e mezzo, con altrettanti in previsione, non sono stati semplici sotto questo aspetto, con me incapace di essere pienamente soddisfatto, spesso a ribattere a domande e offese di chi mi diceva di andarmene visto che Londra non mi piace. Due anni e mezzo senza cercare attivamente un lavoro fuori Londra, ignorando le job specification per posizioni come quella che avrei voluto che regolarmente arrivavano alla mia email box, qualche volta anche rifiutando proposte dirette dai recruiter, i quali ovviamente, rifiuto dopo rifiuto, hanno smesso di contattarmi. Due anni durante i quali sono stato accusato anche dalla piccola di essere sempre insoddisfatto, sempre infelice, di essere infelice con lei.
Adesso che la piccola ha ricevuto un'offerta per completare il dottorato ad Atlanta, negli USA, scegliendo anche per me, mi ha messo di fronte alla decisione presa e se ne va. Lei parte, io resto qua.

CODA - Il mondo che mi vado costruendo, quel luogo che troppo spesso è solo un'ombra, è sempre stato dominato da due lune. Rimpianto e Speranza i loro nomi. Rimpianto mi aveva seguito dalla mia precedente vita, una luna antica e dalla superficie ferita in passate collisioni, sempre rifiutandosi di precipitare al suolo, senza mai scendere completamente sotto l'orizzonte. Speranza era sorta da dietro i monti coperti di abeti di questo mio mondo nuovo, giovane e lucente, chiara e perfetta. Ma sempre in parte oscurata dalla presenza di Rimpianto. Nessuno dei miei sforzi è mai stato sufficiente a far scomparire Rimpianto dai cieli del mio mondo, perché solo Speranza potesse navigarli, in solitudine e splendendo in tutto il suo fulgore. Adesso che Speranza abbandona la mia orbita, attratta da un corpo celeste più grande, mi rendo conto che anche Rimpianto è scomparsa, lasciando il mio cielo privo di luna. Solo miriadi di stelle, scintillanti, bellissime e lontane e algide. Insufficienti ad illuminare il cammino.

CONCLUSIONE - Beh, la mia vita deve essere fatta di humor inglese, perché proprio non riesco a capirlo.

Thursday, 24 July 2014

Errata corrige

Nel post sulla caccia al ratto ho concluso parlando di come siano tenute e ristrutturate le case londinesi (scrivo londinesi perché non ho toccato con mano nelle altre contee, ma non mi aspetto un gran che in più). E che grazie a Dio, visto il numero di passaggi aperti che vengo lasciati per dare accesso alle case ad ogni povera bestiola infreddolita od affamata, su quest'isola non ci sono serpenti. Le mie testuali parole sono: "...le intercapedini si sprecano là dove sono completamente inutili se non per fornire passaggi sicuri a topi e ratti. Meno male non hanno serpenti, su quest'isola..."
Devo correggermi.


Ignorate il gioco di parole del titolo, fra la località chiamata Bow e il serpente boa. Lo humor inglese talvolta è... weird, e questo è pure pessimo. Parere mio, ovviamente. Magari gli inglesi lo trovano funny. Ma per farvi capire, sabato scorso sono andato a vedere un film iraniano al Centro Culturale Francese, dopo una cena spagnola, con un Meet Up organizzato da una donna ungherese chiamato "London Uknown Secrets", un film che parlava del dramma di una famiglia caduta in disgrazia e... beh, gli inglesi in sala ridevano come se stessimo guardando una commedia. Chiusa parentesi sullo humor inglese e sull'ironia dei Meet Up londinesi. Comunque il distretto di Bow non c'entra niente con 'ste du' biscie, dato che i due Boa constrictor, entrambi lunghi quasi 2,5 metri, sono stati trovati in un giardino pubblico a sì e no 15 minuti a piedi da casa mia.
Speriamo che i sigilli che chiudono la prigione dell'Oscuro Signore reggano. E speriamo di aver tappato tutti i buchi con la schiuma espansa.

PS Ieri mattina, mentre facevo colazione, colgo un movimento con la coda dell'occhio. Mi giro e vedo un ratto uscire dalla camera di Cosa Nostra. Salto in piedi, afferrò la scopa e colpisco la bestiaccia in testa con la precisione di un samurai.
-Ahia!!!
-Oh, scusa Andrea. Ti avevo scambiato per un ratto.       ; )

Tuesday, 22 July 2014

Autopsia di un amore

Vuoi che ti dica come è finita fra me e lei? E cosa dovrei dirti? Ti devo raccontare l'autopsia di un amore? Ti devo parlare dei dubbi di una mente confusa? Delle paure di un cuore che ha sofferto troppo per la sua età? La piccola ha ricevuto una di quelle offerte che non si possono rifiutare, ma dire che lo ha fatto per la carriera sarebbe sminuirla. Certe decisioni non vengono prese sulla base di un singolo fattore. Oh, certo, lei bruciava di una febbre pericolosa, smaniosa sempre di fare meglio, rosa da dentro dal desiderio di superare se stessa e andare oltre i suoi stessi limiti. A chi dovesse dimostrare cosa non sono riuscito a capirlo. Penso che neppure lei lo sappia.
Ma quell'offerta, quel lavoro che me l'ha tolta, non sarebbe stato così attraente se non ci fosse stato il mio umore perennemente cupo a fargli da contraltare, a farlo apparire più scintillante. La mia perenne insoddisfazione ha reso i suoi giorni con me venati d'amarezza. Poco importa che fosse generata dal dover restare in questa città per lei: solo fuori dal Labirinto si può essere felici; ma solo chi è felice può uscire dal Labirinto.
E per ultima, ma non ultima, c'era la sua paura. Paura di dipendere da un'altra persona, paura di arrendersi ad un'altra persona.  In definitiva, paura di amare. Si era arresa, mi amava; ma non si era arresa completamente: le possibili conseguenze della sua resa la terrorizzavano. Era terrorizzata dal potere che avevo acquisito di mettere la sua anima a nudo, di fare a pezzi il suo spirito. E così è fuggita, patendo ed infliggendo ferite certe per evitare delle ferite possibili. Ci ha provato così tante volte a fuggire, fin dal principio... Che prima o poi ci riuscisse era cosa certa.

Ma chi può dire che non abbia fatto bene? I sentimenti sono cose pericolose, le persone cambiano e chi ha protetto i tuoi sentimenti oggi potrebbe usarli contro di te domani. Quindi, chi può dire che la piccola non abbia fatto bene a fuggire dai suoi sentimenti?

Monday, 21 July 2014

I ratti nei muri 2

Questa volta non erano topi, come ho raccontato qui. Coi quali ho risolto con la colla. Per poi abbattere su ognuno degli sciagurati il martello della rabbia degli dei. Ovvero una martellata in testa per spacciarli. E qui un 'fanculo agli anti-vivisezionisti ci sta proprio bene. Questa volta mi sono ritrovato in casa un fottuto ratto. Stamani alle 5:30 il bestione se ne è venuto fuori da dietro il frigorifero. "Andrea!" dico. Andrea è il mio coinquilino, Cosa Nostra per gli amici, pecchì iddu è sicilianu! "Andrea!" dico. "Che ci fai sveglio a quest'ora?" Ma quello non risponde e continua a procedere lungo il breve corridoio in direzione della sala da pranzo. Senonché noto che cammina a quattro zampe. Ed ha anche una bella coda. "Ma tu non sei Andrea!" Salto in piedi , afferro lo spazzolone per dare lo straccio in terra (stavo per scrivere "il cencio", ma quelli da fuori della Toscana non avrebbero capito) e do dietro all'abusivo. Che nel frattempo ha raggiunto la sala da pranzo.
Allora, i ratti non è che siano animali proprio facili da gestire. Anche i gatti ci pensano bene prima di infastidirli. Se addirittura non scappano quando se ne trovano uno davanti. A casa mia in Italia era il cane che li ammazzava. Meglio non prendere la cosa alla leggera, quindi. Se lo manchi al primo colpo mica è detto che quello cerchi di scappare; può decidere di attaccare. Hanno detti affilati e tendono a diffondere malattie proprio schifose. E poi vorrei evitare di fare troppo baccano e così svegliare Cosa Nostra. Chiudo quindi la cara bestiola fetente in sala da pranzo, creo una barriera per chiudere il corridoio ed impedirgli di tornare verso la cucina, spalanco la porta d'ingresso per lasciare una "via di fuga" ed entro in sala da pranzo brandendo lo spazzolone. In sala da pranzo non ci sono molti mobili. Il tavolo e le sedie, un comodino da letto lasciato dai precedenti inquilini, la nuova libreria e le ultime scatole con la roba della piccola che aspettano di essere portate via. Sposto le scatole, una ad una: niente. Sposto il comodino: niente. Sotto la libreria non può essersi infilato. Che si nasconda dietro la porta? Nemmeno. E allora, dove cazzo è finito?!
Decido di rimandare tutto al 27. Ah no, quello è il vecchio professore di De André. Io rimando tutto a dopo il lavoro. Chiudo la porta e mi preparo per uscire. Ieri era stata una bellissima giornata, per una volta che cominciavo la settimana lavorativa sereno e rilassato, vengo svegliato durante la notte dalle volpi sotto la finestra di camera che ammazzano non so bene che bestia (mi hanno svegliato i lamenti di un animale che si sono interrotti improvvisamente) e poi un ratto che mentre faccio colazione mi passa praticamente sui piedi e gira tranquillo e senza fretta per casa mia. Mi ripeto e convinco che l'uber-topo deve essermi sfilato dietro la schiena mentre lo cercavo per volatilizzarsi in strada. Ma lasciamo tutte le porte chiuse, che non si sa mai. Scrivo una nota per Cosa Nostra, per spiegargli cosa è successo, e vado a lavoro.
Ore 4:30 circa, rientro a casa. Cosa Nostra è sul piede di guerra, vuole darsi alla caccia grossa. Ma sta bon', gli dico. Ciapa qua! Gli metto lo spazzolone in mano, e faccio strada verso la sala da pranzo. Inizio una nuova ricerca, soprattutto per capire se c'erano buchi da cui poteva essere uscito. Ma sicuramente è uscito dalla porta stamani. Dietro i libri non può essere. La mensola più bassa poggia in terra, fammi dare giusto un'occhiata per sicurezza. Sposto giusto un libro e vedo la schifosa pelliccia dell'uber-topo. Merda! E' dietro i libri! Che facciamo? chiede Cosa Nostra. Vai a prendere le scatole che sono in cucina e fai una barriera in corridoio. Io apro la porta d'ingresso.
Quando siamo pronti torno alla libreria. Un colpo deciso dello spazzolone e spingo i libri contro il muro, per schiacciarci il ratto. Quello schizza fuori da dietro i libri, si gira e cerca di tornare dietro la loro protezione. Un altro colpo di spazzolone e gli ultimi libri scorrono contro il muro a precludergli il passaggio, come blocchi di pietra nel tempio maledetto delle avventure di Indiana Jones. Il ratto si lancia balzelloni verso il comodino, si infila dietro di esso e poi sotto. Figlio di... Meglio! fa Cosa Nostra. Spingi il comodino verso la porta e il ratto con esso. Ah, però... le sinapsi ti funzionano, a volte. Comincio a spingere il comodino, godendo nel sentire l'agitazione dell'uber-topo sotto di esso. Fai piano! Perché? Così lo macelli! Eh...quello sarebbe il fine ultimo. Ah, sì? U' maronna... Tieni, va, dico porgendogli una stampella che mi porto dietro dai tempi in cui abitavo a Tooting Broadway. Se cerca di scavalcare la barriera dagli un colpo in testa. Detto fatto: alla spinta successiva impressa al comodino, l'uber-topo si lancia nel corridoio. La stampella con cui ho armato Cosa Nostra si rivela inutile, perché preso in contropiede salta all'indietro per allontanarsi dal ratto, che con due balzelli supera la barriera. Senonché, sebbene Cosa Nostra fosse spaventato dal ratto, il ratto era ancor più spaventato da Cosa Nostra e ri-balza dal mio lato della barriera. Con un solo zompo, questa volta. Fa per tornare in sala da pranzo, ma ci sono io con lo spazzolone, quindi si lancia attraverso la porta d'ingresso e fugge a balzelli ratteschi per strada, illuminato dal sole dell'avvenire come in un vecchio film dal lieto fine. Quanto lieto per l'uber-topo non saprei, dato che si è diretto verso le case sull'altro lato della strada, tutte abitate da indo-pakistrani. Oggi non so, ma qualche anno fa il ratto era l'ingrediente base nella dieta della popolazione di Bombay.
Da parte mia c'è comunque piena soddisfazione, dato che mi sono liberato dell'abusivo. Faccio un poco di pulizia con la candeggina, quindi vado in ferramenta a comprare la schiuma espansa e il veleno per ratti (che qui vendono in farmacia...). E scopro che ricorrere alla schiuma espansa per chiudere vie d'accesso (o di fuga?) agli uber-roditori è pratica comune a Newham. Torno a casa, infilo una vaschetta di veleno nell'intercapedine del finto muro che divide il bagno da camera mia, quindi sigillo con la schiuma l'apertura da cui escono i tubi del lavandino e della vasca. E da cui si suppone sia uscito anche l'uber-topo. Per maggiore precauzione sigillo ogni possibile passaggio e solo a quel punto mi concedo una doccia. Speriamo che i Sigilli che chiudono la prigione dell' Oscuro Signore reggano.
Dopo la doccia racconto alla piccola il fatto. E di come il bastardo sia stato nascosto dietro i libri tutto il giorno, in silenzio, ad aspettare il buio. Che pazienza! mi risponde la piccola su Whatsapp. Poverino. Tutto il giorno digiuno. Ma sei amica mia o amica del ratto?!

Morale della favola. Le case di una volta venivano costruite abbastanza a casaccio, sia nel Regno Unito che in Italia. Ma mentre in Italia, nel momento in cui la casa viene ristrutturata la si rimette a posto, più o meno bene, certo, con guaine alle fondamenta e alla base dei muri per evitare infiltrazioni, impianti elettrici più o meno a norma e altri simili interventi, qui nel regno unito non ci badano. La pittura si sfoglia e cade dopo una settimana, l'intonaco dei muri interni si gonfia d'umidità alle prime piogge durature, i cavi elettrici sono affogati nel calcestruzzo dei pavimenti o passati liberamente sotto i mobili e dietro i battiscopa o inchiodati ai muri sopra le porte, le intercapedini si sprecano là dove sono completamente inutili se non per fornire passaggi sicuri a topi e ratti. Meno male non hanno serpenti, su quest'isola... E vi assicuro che il fenomeno non si limita solo alle case da affittare a noi "schifosi migranti". Certo, in queste case raggiunge il top e ci sono molti edifici di nuova costruzione che sono costruiti abbastanza bene, sebbene pure questi presentino pecche come bocchettone della doccia avvitato ad altezza di nano, davanzali delle finestre di varie larghezze e forme, muri non in squadra con angoli inutilizzabili e tante altre amenità. Ma niente e nessuno potrà convincermi che non ci sia qualcosa di insano nella mentalità di questa gente, magari a causa di una curva sbagliata nel processo evoluzionistico che quest'isola ha preso durante il suo "splendido isolamento" dell'epoca vittoriana.

Sunday, 20 July 2014

Cantare la disperazione

...non abbiamo forse tutti noi una qualche forma di dipendenza?
...non siamo forse stati tutti noi, forse almeno una volta nella vita, dei vigliacchi?


Saturday, 19 July 2014

Friday, 18 July 2014

Se della vita non hai capito un cazzo...

Che non ho capito un cazzo nella vita me ne sono reso conto molto tempo fa, quando venni a sapere che un idraulico riusciva a fatturare 20 o addirittura 24 ore sommando le ore di quattro clienti e lavorandone sì e no 10, mentre io giardiniere spesso non riuscivo neanche a farmi pagare le 8 ore lavorate dai miei clienti.
Quando poi ti imbatti in notizie come questa, ovviamente non puoi fare altro che rilasciare un profondo sospiro, scuotere la testa alla tua propria dabbenaggine, e chiederti come hai fatto ad essere così scemo. Il titolo dell'articolo nella foto riporta "benefits father of 13", ovvero un uomo che vive di sussidi e che è padre di 13 figli. Al poveretto, che vive di sussidi pari a 53.000 sterline l'anno, hanno ucciso le carpe koi nel laghetto che ha in giardino. Un esemplare valeva intorno alle 1000 sterline. Oltre a dichiarare che uccidere i pesci di una persona è crudeltà contro gli animali, e certo non gli si può dare torto, l'uomo ha denunciato che sia lui che la sua compagna hanno ricevuto minacce di morte da quando la pubblica amministrazione ha assegnato loro una council house (casa popolare) con 7 stanze da letto. Si può dare torto a chi lo ha minacciato? Se non del tutto giusto, quasi niente sbagliato...
La propria inettitudine a vivere nell'odierna società diventa ancor più marcata se dopo un giorno o due dall'aver letto l'articolo di cui sopra, ti imbatti in un altro articolo che parla di una ragazza di 19 anni che in soli 3 anni si è fumata 30.000 sterline in marjuana. Una bella cifra, anche se ha avuto l'aiuto della madre. Entrambe ricevono sussidi; la ragazza la job seeker allowance, ovvero il sussidio per chi sta cercando lavoro. E perché non spendersi in droga i soldi dei contribuenti? Contribuenti per lo più immigrati, tengo a precisare, come già spiegato qui. Se aprite l'articolo del Daily Mail, notate nel trafiletto sotto la foto l'età di madre e figlia e fate la sottrazione. No, non serve che facciate la riprova, il risultato è proprio 16, non avete sbagliato l'operazione. La signora (?) ha sgravato la piccola tossicomane all'età di 16 anni. Non c'è menzione del padre, quindi quasi sicuramente ha cresciuto la figlioccia da sola (se chiedeva aiuto mi sa che era meglio) acquisendo lo status di single mom. Status che garantisce alla troiet... ehm, alla "giovane donna pigra che non ha intenzione né di studiare né di lavorare ma ben decisa a togliersi il prurito" un sacco di soldi in benefits, fidatevi. E il TUSC, il partito socialista britannico (che io ho votato alle ultime elezioni) vuole pure difendere le single moms, perché essere single mom è un lavoro importante. Se educassero i figli forse, ma queste non li rialzano nemmeno se cadono in mezzo alla strada...
Ma secondo voi questa ha mai lavorato un giorno in vita sua? Eppure pare potersi permettere pure lei,
come il super-trombatore del precedente articolo (ma saranno tutti tutti figli suoi?), un bel giardino spazioso con tanto di trampolino. Che tipo di educazione può dare, una donna così? A come vivere da parassita. E se la figlia percepisce l'allowance da 3 anni, significa che ha lasciato la scuola a 16, perché non mi pare che uno studente ne abbia diritto. Insomma, le due non fanno un cazzo da sempre. Beh, di quelli, magari, viste le abitudini delle femmine locali, se ne fanno in abbondanza, ma di sicuro non lavorano.

Che dire? A parte dire "paese che vai, parassita che trovi": qui hanno la benefit people, noi in Italia abbiamo le pensioni facili, baby o d'oro che siano. Dico e ripeto che io della vita non ho capito un cazzo. Ecco cosa dico. E porca miseria ne vado fiero!







PS Se vi chiedete come un idraulico possa fatturare 24 ore in un giorno ecco la spiegazione: visita 4 clienti nello stesso giorno, a cui segna un'ora di lavoro ed un'ora di viaggio ciascuno; poi va a comprare i pezzi che gli servono alla termoidraulica di fiducia, dove ci sbarba tranquillamente tutto il pomeriggio (ho visto termoidrauliche col calcio balilla e altri intrattenimenti); quindi ricarica 4 ore a ciascun cliente per il tempo "perso" alla termoidraulica, invece di dividerle fra tutti. Ed ecco che si arriva a 24. E voi coglionazzi non provate nemmeno a capire dove vi fregano, come nemmeno protestate per la tariffa oraria che vi fanno pagare. Solo per poi lamentarvi del giardiniere, che in genere naviga su cifre che sono la metà di quelle di un idraulico. Se si tratta di un giardiniere costoso. E fortunato, perché deve esserlo per riuscire a farsi pagare la metà di un idraulico.

PPS Se della vita non hai capito un cazzo... ti tocca lavorare.

Thursday, 17 July 2014

Amore foc...oso

Vedendo la foto di un'amica con lo sfondo di un meraviglioso mare siciliano, le scrivo d'impulso un messaggio su Whatsapp:

Io: Se porti in dote quel mare meraviglioso sono disposto a sposarti!

Lei: Quindi non sei interessato a me! E' il mare che vuoi!

Io: Ma cosa dici mai, mia bella foca?! Se tu non sarai monaca io sarò il tuo tricheco, ed il nostro sarà un amore salmastro al sapore di pesce!


Chissà perché non mi ha più risposto...

Sunday, 13 July 2014

Catabasi

La discesa agli Inferi, o catabasi, è da sempre presente nei miti dell'uomo. Si pensi ai miti greci di Ercole, che deve recarsi nell' Ade per compiere la sua ultima fatica, e di Orfeo, che vi si reca per riportare in vita Euridice. E poi alla dea sumera Inanna, al mito ittita di Kessi il cacciatore, alla letteratura italiana con Dante Alighieri. In tutti i casi si tratta sempre di personaggi che possiedono caratteristiche non comuni, che permettono loro di superare la furia delle prove che li attendono in un luogo governato da potenze ultraterrene e a far ritorno alla terra dei vivi. Una sorta di purificazione è sempre necessaria, spesso unita all'apprendere un qualche mistero. L'eroe deve, per poter aver successo nella sua ricerca, per giungere alla fine del viaggio che volente o nolente ha intrapreso, raggiungere una moralità non comune, far proprio un superiore codice spirituale che gli permetta di padroneggiare la conoscenza di sé e dell'universo. Tale consapevolezza gli porterà controllo e potere che, se sapientemente utilizzati, gli permetteranno di intraprendere la catabasi e raggiungere integro il suo traguardo.
Ma c'è un'altro tipo di discesa agli inferi. E' quella che un uomo intraprende quando rinuncia alle sue regole morali, quando abbandona tutto ciò che aveva tenuto insieme il suo Io e guidato la sua vita. E' quel desiderio di sapere cosa giace nel buio, nelle stanze oscure dell'animo umano. E' la volontà di lasciarsi guidare da quel desiderio per qualcosa che sappiamo non ci porterà niente, se non delusione e senso di vuoto. E' l'euforia falsa per ciò che è proibito, che ci hanno proibito, o che noi stessi ci siamo proibiti. E' un processo autodistruttivo, che decidiamo di affrontare, decisione presa consciamente talvolta, inconsciamente molto più spesso.
Altre volte mi era capitato di indugiare davanti alla Porta del Tramonto, così come capita a Kessi il cacciatore. Un nome invitante per un passaggio che conduce in un luogo di tenebra. Spesso ho sentito l'urgenza di aprire quella porta. Per lo più gli ho girato le spalle e me ne sono andato da quella tentazione. Altre volte ho provato la maniglia, ma qualcosa era sempre successo che mi aveva allontanato, come una persona che mi afferrasse per il colletto per trascinarmi via mentre già cominciavo a sbirciare nella porta socchiusa. Questa volta no.
Solo, mi sono trovato davanti alla porta. Solo, ho indugiato abbastanza a lungo, resistito ai tentativi di allontanarmi. Ho aperto quell'accesso, sono scivolato silenziosamente attraverso l'apertura e ho mosso il mio primo passo per intraprendere la mia catabasi. Nel modo esattamente opposto a quello che dovrebbe essere. Senza la protezione e la forza di quelle regole morali che mi sono lasciato alle spalle per poter intraprendere questo viaggio. So che non c'è niente per me in tali luoghi dell'animo umano, non sono esperienze che portano un uomo a crescere. Non gli danno niente. Lo so, ma voglio comunque continuare.
Il primo passo è stato fatto. Non è mai troppo tardi per tirarsi indietro. Ma non voglio. Non ho idea di quanto vicino al fondo arriverò, ma ciò che conta non è quanto lontano vai dal confine che non dovevi oltrepassare. Ciò che conta è che hai oltrepassato quel confine. Ed io l'ho fatto, sapendo che non c'è niente al di là di esso, niente che valga il costo. Ed allora, allora perché?

Tu sai darmi una ragione?



The descent to the Underworld, or catabasis, has alway been present among the myths of mankind. For instance, let's think about the Greek myth of Heracles, who has to go to Ades to undergo the last of his labours, or Orpheus', who descends to take back to life Eurydice. And then the Sumerian goddess Inanna, the Hittite myth of Kessi the hunter, the Italian literature with Dante Alighieri. Always it involves characters who have no common features, which allow them to overcome the rage of the trials waiting in a place ruled by preternatural powers and to come back to the world of the alive. Some kind of purification is always necessary, often together with the learning of a mystery. The hero, to achieve in his search, to complete the journey, has to grasp a no common morality, to make a superior spiritual code of him. So he'll be able to master the knowledge of himself and of the universe. Such a awareness will give him control and power which, if wisely used, will let him to undergo the catabasis and to reach intact his aim.
But there's another kind of descent to the underworld. It's that one that a man undertakes when he gives away his moral rules, when he forsakes everything which had held his inner self and leaded his life. It's that desire to know what is waiting in to the dark, in to the obscure rooms of the human soul. It's the will to be driven by the desire for something that we know won't give us anything but delusion and emptiness. It's the false euphoria for what is forbidden, that someone else forbade to us, or that ourself forbade to us. It's a self-destructive process, which we decide to face, decision taken consciously sometimes, unconsciously more often.
On other occasions it happened to me to linger in front of the Sunset Door, like it happened to Kessi the Hunter. An inviting name for a passage leading to a place of darkness. Often I felt the urge to open that door. Generally I turned my back to it, going away from the temptation. On other times I tried the handle, but something always happened to take me away, like a person grabbing me by the collar to drag me away while I just was peeking into the crack. But not this time.
Alone, I was in front of that door. Alone, I lingered long enough, held against the attempts to remove me. I opened the access, silently slipped through the opening and moved my first step to undertake my catabasis. Exactly in the opposite way it should be undertaken. Without the protection and the strength of those moral rules which I left behind to start this journey. I know there's nothing for me in such places, that those are not experiences which let a man to grow. They don't give him anything. I know it, but I want to go on anyway.
The first step has been taken. It's never too late to stop. But I don't want. I have no idea how close to the bottom I will arrive, but what matters isn't how far you'll go beyond that boundary. What matters is that you overstepped the boundary you mustn't to. And I did it, knowing that there's nothing beyond, anything which is worth the cost. And then, then why?

Can you give me a reason?

Quotes

Mi hanno detto:

-Your vision of life is not a "bit gloom". It's fucking dark!

Lei: Lo sai che hai un bel culo?
Io: Sì. Me lo dicono tutte.
Lei: Stronzo.

Ho detto:

Si fa sempre più difficile tracciare una linea che divida il giusto dall'ingiusto.

Sono nato in ritardo. Da lì in poi è stato tutto un perdere terreno ad ogni tappa.

Friday, 11 July 2014

Protect me



A friend in need's a friend indeed




"Pure Morning"
A friend in need's a friend indeed,
A friend with weed is better,
A friend with breasts and all the rest,
A friend who's dressed in leather,

A friend in need's a friend indeed,
A friend who'll tease is better ,
Our thoughts compressed,
Which makes us blessed,
And makes for stormy weather,

A friend in need's a friend indeed,
My Japanese is better,
And when she's pressed she will undress,
And then she's boxing clever,

A friend in need's a friend indeed,
A friend who bleeds is better,
My friend confessed she passed the test,
And we will never sever,

Day's dawning, skins crawling [repeat three more times]
Pure morning, [repeat this three more times]

A friend in need's a friend indeed,
A friend who'll tease is better,
Our thoughts compressed,
Which makes us blessed,
And makes for stormy weather,

A friend in need's a friend indeed,
A friend who bleeds is better,
My friend confessed she passed the test,
And we will never sever,

Day's dawning, skins crawling [repeat three more times]
Pure morning,[repeat this three more times]

A friend in need's a friend indeed,
My Japanese is better,
And when she's pressed she will undress,
And then she's boxing clever,

A friend in need's a friend indeed,
A friend with weed is better,
A friend with breasts and all the rest,
A friend who's dressed in leather

Liquid style




From Hell to Heaven and return

From Hell to Haeven and return. In Angel Heart, at least, there was a lift to go down to Hell. But if you want to leave Hell, then you have to climb up all the bloody stairs. Twelve stories in all, just to arrive at the top and breathe the thin air up there. Knowing that you have to go back, down to the thick and too warm air of the 
underground. 
O, I didn't do anything particular. Even if the stairwell looks like the one of a horror movie, the hotel where I'm presently based is not dangerous. I just climbed up from the basement to the top roof at the eleventh floor as 
exercise, since I don't have the 
chance to make a lot of movement with this job. Well, at least I hope that this is all that I did.

Thursday, 10 July 2014

Boulders

Sì, lo so. Io prendo tutto molto seriamente. Mi sono caricato di macigni, lo so. No, credimi. Non ne posso fare a meno. Ho detto che non posso... non ci riesco. Sono fatto così. Non riesco a prendere le cose leggermente. Ma quale insostenibile leggerezza dell'essere! Ma mi ci vedi? Basta, per favore. Per favore, lasciami trasportare i miei macigni. Non ti chiederò di portarli per me, tranquilla.

Yes, I know. I make of everything a really serious issue. I know, I burdened myself of boulders. No, trust me. I can't do it differently. I said I can't... really, I can't do it. That's just how I am. I can't take it easy. What? The unbearable lightness of being? Do you really think I can do it that way? Give up, please. Please, let me bear my boulders. Be easy, I will not ask you to share the weight.

Wednesday, 9 July 2014

The Devil in the Tower


Hidden in the silence of your room
he whispers lies that will bring your doom
the Devil (the Devil)
he walks with his hoofs of goatish male
chaining the men to the egoism jail
the Devil (the Devil)

for black magic power
high, majestic tower
fills your heart of ire
promises of desire
for black magic power
high, majestic tower
fills your mind
a beam falls down from a clean sky
bringing ruin to you, my friend

the bells chime, Devil in the tower
looks over his column at the human fall
no more time, Devil in the tower
and ever in your mind you feel his call
two men are falling down
the souls cry and the torns
will be your crown
the sceptre in my left hand
I ever reign in the material land
you will read the book of truth
then you will feel madness
screaming form your truth
humanity enemy
I am the guardian of the mystery

a beam falls down from a clean sky
bringing ruin to you, my friend
the bells chime, Devil in the tower
looks over his column at the human fall
no more time, Devil in the tower
and ever in your mind you feel his call
in the nightfall
you will be a thrall
of his evil lies
cruel nightmare
like black prayer
full of scorn and vice
the end of the balance
is your defeat
while you dance the Devil's suite
climb the tower
it's the hour
dream the reality
out your flesh husks
in the soul dusk
come your agony
you're falling down
so falls the mask
it's time to answer and ask

silence in the room (bis)
the Devil lies in the nightfall (bis)
Devil in the tower (bis)

for black magic power
high, majestic tower
fills your heart of ire
promises of desire
for black magic power
high, majestic tower
fills your mind
bringing ruin to you, my friend

the bells chime, Devil in the tower
looks over his column at the human fall
no more time, Devil in the tower
and ever in your mind you feel his call (X2)

hidden in the silence of your room
he whispers lies that will bring your doom
the Devil (the Devil)