In una delle aziende del Terzo Livello nel Distretto dei
Cementifici si consumava una piccola rivolta: due Lavoratori Precari,
piegati sui martelli pneumatici nel mezzo del piazzale martellato da
un sole incadescente, si stavano prendendo una breve pausa contro la
volonta' del loro Supervisore. Il sudore luccicava sui loro corpi
bianchicci, colando dalle spalle in rivoli che rimuovevano lo sporco
rivelando le strisce rosse, ondulate e concentriche, che dalle spalle
si allargavano sulle braccia e il torso. Le loro teste calve erano
lievemente piegate in avanti, forse per schermare gli occhi dal
riverbero del sole bianco. Dopo alcuni minuti, all'unisono sebbene
nessuna parola fosse stata detta, i due Lavoratori Precari
sollevarono le teste, drizzarono le schiene ed impugnarono saldamente
i manici dei martelli pneumatici, riprendendo il loro lavoro.
Supervisore 2 entro' negli uffici della compagnia,
chiudendosi la porta alle spalle e tagliando fuori il rumore dei due
martelli pneumatici. Si tolse il berretto nero dalla lunga tesa e lo
getto' sulla sua scrivania, lasciandosi cadere sulla poltrona
girevole la cui imbottitura fuorisciva da alcuni strappi. Supervisore
1, semidisteso sulla sua poltrona, che era in condizioni decisamente
migliori di quella di Supervisore 2, gli dava le spalle e guardava
fuori dalla finestra, attraverso la veneziane semi-chiusa per
bloccare il riverbero del sole. Con una penna vicina alle labbra
osservava, probabilmente senza realmente vederli, i due Lavoratori
Precari che si affaticavano nello scavare un'ampia attraverso il
vasto piazzale coperto da alcune dita di polvere bianca, fine come
talco e che si sollevava in sbuffi quando calpestata e in nubi quando
un veicolo si spostava attraverso il piazzale. Le punte dei due
martelli pneumatici affondavano nella roccia porosa frantumandola in
pezzi di varie dimensioni che cadevano sul fondo della trincea gia'
scavata. Un Carro Semovente a guida automatica si stava avvicinando
dal lato sud del piazzale, dove montagne di detriti ammassati da
ruspe con ruote alte il doppio di un uomo nascondevano la recinzione
sovrastata da filo spinato. Una volta che il Carro avesse raggiunto
la trincea i due Precari avrebbero interrotto cio' che stavano
facendo e, usando pale pneumatiche, avrebbero caricato il Carro dei
detriti che riempivano la trincea.
-Quei due stanno creando problemi-, disse Supervisore 2
rivolto alla schiena di Supervisore 1. -Col ritmo che hanno non
finiremo mai per la scadenza.
Dopo alcuni secondi senza alcuna reazione, Supervisore 1
ruoto' sulla sua poltrona, allontanando la penna dalla bocca e
puntando i suoi occhiali a specchio che non si levava mai verso
Supervisore 2.
-Come, scusa?- disse.
-Ho detto che Mano 2 e Testa 13 stanno lavorando troppo
piano: non finiremo mai in tempo.
-Allora faresti bene a chiamare il capo-, consiglio'
Supervisore 1 con un sorriso freddo.
Supervisore 2 annui'. -Hai ragione-, disse mentre
accendeva il suo computer. Dopo un veloce controllo della sua casella
messaggi Supervisore 2 tiro' fuori dalla tasca dei suoi calzoncini un
grosso cellulare le cui dimensioni erano piu' che raddoppiate dallo
spesso guscio protettivo. Compose un numero e se lo porto'
all'orecchio. Dopo solo due squilli rispose una voce femminile.
-Buongiorno Supervisore 2-, disse la voce di donna con
tono affabile. -Come procede il lavoro? Tutto bene?
-A dire il vero no-, rispose Supervisore 2.
-Cosa succede?
-Mano 2 e Testa 13. Stanno lavorando quanto piu'
lentamente possibile.
-Quanto lentamente?
-Ho verificato tre volte con un Rilevatore di Lavoro
Proficuo: sono sempre stati appena al di sopra dei parametri
stabiliti dal Sindacato dei Precari. Non possiamo fare nulla.
-Allora ordina altre due Licenze su Google e metti altri
due Precari a fare quel lavoro. Dobbiamo finire in tempo per la
scadenza.
-Se ordiniamo altri due Precari sfondiamo il tetto dei
venti autorizzati.
-Me ne frego! Dobbiamo finire il lavoro. E comunque ne
abbiamo qualcuno vicino alla scadenza. Quanti sono?
-Mi pare tre.
-Ordina due licenze e finisci il lavoro.
-Fottuto Sindacato e fottuti Diritti dei Precari-,
brontolo' Supervisore 1, che era tornato a fissare fuori della
finestra e a battersi la penna contro le labbra.
-Concordo-, commento' Supervisore 2 mentre cercava su
Google la pagina delle Licenze. -Rendono il nostro lavoro piu' duro e
sostanzialmente non cambiano niente nella vita di un Precario.
-E qualcuno fa un sacco di soldi-, disse Supervisore 1
mettendo una chiosa alla conversazione.
Intanto Supervisore 2 aveva aperto la pagina delle
Licenze.
-Li ordino per un mese esatto?-chiese.
-No. Meglio una settimana in piu'. Qualcosa ritocco da
completare dopo la scadenza salta sempre fuori. E comunque non sara'
un problema trovar loro qualcosa da fare.
Supervisore 2 inseri' i dati della carta di credito
aziendale e le caratteristiche delle due Licenze volute e premette
invio. Un attimo dopo comparve un pop-up con la scritta: “Il tuo
ordine e' stato inviato direttamente alla tua stampante 3D”.
-Bocca 52 e Dito 163-, lesse Supervisore 2. -Che nomi
stupidi.
-Concordo-, chioso' Supervisore 1, senza distogliersi da
cio' che stava facendo, ovvero fissare un punto a caso fuori della
finestra.
La stampante 3D entro' in funzione con un ronzio e le
forme di due Precari dalla pelle bianca variegata di rosso carminio
cominciarono a prendere forma all'interno del cesto di stampa.
Supervisore 2 attese che la stampa fosse finita quindi, usando due
microchip cutanei, dette ai due Precari l'imprinting aziendale.
Quindi li condusse fuori, sotto il bianco sole cocente, ed assegno'
loro il lavoro alla trincea. Mano 2 e Testa 13 fuorono inviati ad
un'altro triviale lavoro. I due martelli pneumatici, che nelle mani
dei due nuovi Precari parevano non avere peso, presero a battere a
ritmo forsennato.
L'orario di lavoro era finito e qualcuno busso' alla
porta dell'ufficio.
-Avanti!- urlo' Supervisore 1.
La porta si apri' e uno sbuffo di polvere bianca entro'
trasportato da una folata di vento. Un Lavoratore Precario segui' lo
sbuffo di polvere all'interno dell'ufficio.
-Buonasera-, esordi' il Precario chiudendosi impacciato
la porta alle spalle.
-Torso, vecchio mio-, disse Supervisore 1 ruotando sulla
sua poltrona. -Cosa posso fare per te?- Un sorriso genuino comparve
sotto gli occhiali a specchio.
I tratti di un volto appena accennato sulla grossa testa
ovale dalle piccole orecchie tonde si contrassero in un sorriso
imbarazzato. Torso si avvicino' torcendosi le mani.
-Sono qui per prendere la mia paga. La mia Scadenza e'
fra due giorni...
Il sorriso sulla faccia di Supervisore 1 si fece amaro.
-Vero-, disse mentre apriva un cassetto della sua scrivania e ne
prendeva un microchip. -Mi mancherai, vecchio mio.
-I Precari sono tanti-, si scherni' Torso.
-Nessuno come te-, disse Supervisore 1 lanciando il
microchip a Torso, che lo afferro' abilmente con un gesto fluido.
-Porterai i soldi al Sindacato?- chiese Supervisore 2
Torso scoppio' a ridere, un cachinno fragoroso, mentre
l'espressione seria e triste di Supervisore 1 cambiava in una
divertita.
-Nooo-, disse Torso. -Me li spendo in puttane. Mi sono
accordato col proprietario di bordello al Livello 5 per avere tre
puttane che mi si scopino ininterrottamente fino a quando non mi
sciolgo.
L'espressione di Supervisore 2 indico' chiaramente che
riteneva quel modo di spendere la paga decisamente migliore che il
sostenimento del Sindacato.
-Devo andare.
-Divertiti-, disse Supervisore 1 a mo' di addio.
Torso, che gia' era alla porta, sollevo' un la mano
destra facendo il segno dell'OK.
Qualcuno busso' alla porta del Sindacato dei Precari.
Uno dei tre impiegati interruppe il lavoro che stava facendo e con
tono infastidito disse: -Avanti!
La porta si apri' e un Lavoratore Precario dall'aspetto
consumato entro' nell'ufficio. Con fare ossequioso avanzo' e disse:
-Buonasera.
-Di cosa hai bisogno?- chiese l'impiegato con tono di
sufficienza. Uno dei suoi colleghi aveva pure lui interrotto il suo
lavoro ed osservava il Precario. Il terzo impiegato era troppo
concentrato sullo schermo del suo computer per accorgersi che
qualcuno era entrato.
-Sono venuto a portare la mia quota di iscrizione-,
disse il Precario.
-Il tuo nome?
-Occhio 91.
L'impiegato inseri' il nome nel suo pc e dopo un paio di
secodni, scorrendo velocemente la scheda che era comparsa, disse, in
tono di rimprovero: -La tua Scadenza e' oggi. Dovevi portare la tua
quota due giorni fa.
-In ditta non mi pagavano. Hanno detto di avere problemi
con la banca.
-Certo. Vieni qua-, ordino' l'impiegato prendendo un POS
da dietro una pila di schedari. -Inserisci il chip qui e premi il
pollice destro sul lettore.
Il Precario si avvicino' alla scrivania e, preso il POS
dalle mani dell'impiegato, inseri' il chip e premette il polpastrello
del pollice destro sul lettore. Un bip e la machinetta declamo':
-Transazione effettuata.
-Hai qualche preferenza a chi destinare l'uno per
mille?-chiese l'impiegato riprendendo il POS dalle mani del Precario.
-Io vorrei...- Le parole del Precario si fecero
improvvisamente inintelleggibili mentre la sua figura cominciava a
tremolare come un budino. La testa fu la prima a collassare,
sgonfiandosi come un suffle', mentre le spalle e il torso colavano in
grosse gocce come di cera, il rosso mescolandosi al bianco. Poi
cedettero le gambe, rammollendosi e sciogliendosi del tutto in una
pozzanghera di onde concentriche in cui, lentamente, il resto del
corpo ormai informe scomparve, fino a lasciare unicamente una
poltiglia bianco panna con qualche venatura fragola.
-Che schifo-, disse il primo impiegato a denti stretti
guardando la poltiglia in cui il Precario si era trasformato.
-Non preoccuparti, i Precari sono biodegradabili al
cento per cento-, disse il secondo impiegato.
-Lo so-, rispose il primo scoccando al collega
un'occhiata malevola. -Ma mi fanno schifo. Vorrei che andassero a
farlo in qualche angolo nascosto. Non nel mio ufficio e neanche in
mezzo alla strada. Cosa cazzo gli costerebbe andarsi a nascondere
quando stanno per sciogliersi?
L'altro impiegato fece spallucce, guardando indifferente
la poltiglia che andava rapprendendosi e riducendosi in volume,
producendo qui e li' qualche bolla pigra.
-Sono sempre di piu' le ditte che ritardano i pagamenti
fino all'ultimo-, disse il primo impiegato. -Credi si possa intentare
un'azione legale?
-Forse-, rispose il secondo impiegato. -Se riusciamo a
dimostrare la volontarieta' potremmo intascare una bella somma. Mi ci
metto al lavoro domani.
Alla sua postazione, sul fondo della stanza, il terzo
impiegato non si era mai distratto dal suo lavoro, concentrato sullo
schermo del suo computer e non si era accorto di niente. Era al
livello 2553 di Candy Crush Saga.