Lo pensavo realmente,
sicché quando il servitore accennò alla presenza di ratti o sorci,
gli rammentai che da trecento anni in quel luogo non ce ne era
traccia; e aggiunsi che difficilmente i topi della campagna circostante avrebbero potuto insediarsi tra quelle alte mura, dove del
resto non si era mai saputo fossero arrivati.
Quello stesso pomeriggio
mi recai da Norrys, il quale mi confermò che era praticamente
inconcepibile che i topi di campagna avessero invaso l'abbazia in
maniera tanto improvvisa e inaudita. A sera, facendo come di
consueto a meno del cameriere, mi ritirai nella camera che mi ero riservato
nella torre occidentale, alla quale si accedeva dallo studio
risalendo una scala di pietra e attraversando un breve corridoio a
volta, la prima parzialmente antica e la seconda interamente
ricostruita. La stanza era circolare, molto alta di soffitto e
sprovvista di pannelli di legno alle pareti, sulle quali pendevano
invece degli arazzi che io stesso avevo acquistato a Londra. Mi
accertai che Nigger-Man fosse con me e, richiusa la pesante porta
gotica, mi preparai per la notte alla luce delle lampade elettriche
che simulavano alla perfezione le candele. Spensi quindi la luce e
affondai nel letto a baldacchino decorato da incisioni, con il
venerabile gatto adagiato, com'era sua abitudine, sopra i miei piedi.
Non tirai le cortine del letto, ma rimasi a contemplare la stretta
finestra settentrionale che mi stava di fronte.
Un accenno d'aurora si
diffondeva nel cielo e, in quel tenue chiarore, i delicati trafori
della finestra si stagliavano piacevolmente. Ad un certo punto
dovetti scivolare nel sonno, poiché rammento la distinta
sensazione di essermi risvegliato da strani sogni nel momento in cui
il gatto balzò di soprassalto dalla sua placida posizione. Lo scorsi
nel fioco bagliore dell'aurora: la testa protesa in avanti, le zampe
anteriori piantate sulle mie caviglie e quelle posteriori tese
all'indietro. Fissava intensamente un punto sulla parete, un po' a
destra della finestra; un punto che ai miei occhi non mostrava nulla
di straordinario, ma sul quale concentrai il massimo della mia
attenzione.
E, mentre continuavo a
fissarlo, mi accorsi che l'agitazione di Nigger-Man non era
ingiustificata. Non so dire se l'arazzo
si muovesse per davvero, ma penso di sì, sia pure molto leggermente.
Potrei giurare, invece, di aver sentito un tramestio di sorci o ratti
provenire da dietro l'arazzo. In un baleno, il gatto si
lanciò sul rivestimento di stoffa facendone cadere una parte col
peso del proprio corpo, e rivelando così un tratto dell'antica e
umida parete di pietra restaurata qua e là dagli operai, ma
assolutamente priva di roditori.
da "I ratti nei muri" di H.P.Lovecraft
Io
non ho, come il personaggio del racconto di Lovecraft, "ratti"
che si muovono dietro le pareti di casa, fortunatamente. Ma ho una
felice famigliola di topi. Una numerosa e indaffarata famigliola, a
giudicare dai rumori di zampette che si sentono di notte provenire da
dietro i muri e il soffitto. Una cosa che in Italia farebbe strappare
i capelli a molte persone, e' qui cosa normale ed accettata. Con
l'inverno che e' arrivato, i topi londinesi si sono mossi verso
ricoveri asciutti come fanno ogni anno. E quale luogo migliore delle
vecchie case (ma anche quelle non poi tanto vecchie) in Victorian style?
I muri sono di cartongesso, i pavimenti posati su tralicci di legno,
i soffitti fatti con pannelli prefabbricati. Il tutto, ovviamente,
non perfettamente giuntato ne' sigillato, con ampi spazi fra una parte e
l'altra, un piano orizzontale ed uno verticale. Dietro di essi si
aprono spazi enormi per i piccoli bastardi, che usando le
intercapedini possono muoversi liberamente di stanza in stanza, di
piano in piano, e non mi stupirei se potessero pure passare di casa
in casa. Le pessime tecniche usate dai "builders"
britannici, veloci e poco durature, degne al massimo di uno showroom,
di una fiera espositiva della durata di qualche giorno e non certo di
un luogo dove le persone andranno a vivere in pianta stabile, sono
perfette per la sopravvivenza dei topolini. Come se poi servisse loro
una mano.
Probabile che un gatto venga a breve ad abitare con noi.
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