Non ricordo quanto esattamente prima, probabilmente nel
corso dell' anno precedente, coniai la definizione Neo Medioevo
Post-Moderno che poi avrei usato per la prima volta nell' aprile del
2014
qui, senza averne però chiara tutta la sua portata. Fu un' intuizione, più che una elaborazione cosciente, la quale venne in
seguito, quando iniziai l' approfondimento degli studi di storia.
Poco tempo dopo trovai una nominazione molto simile citata da Bagnai
sul suo blog, da cui trassi due conclusioni: che la mia intuizione
era giusta e perciò da approfondire, e che, dovesse mai il termine
attestarsi nell' uso, non me ne verrà mai attribuità la paternità
anche ammettendo che sia mia.
Il Neo Medioevo Post-Moderno è quindi l' epoca che
stiamo vivendo e che direi ha avuto inizio con la deregulation
reaganiana negli anni '80 del secolo scorso. E' un medioevo
non tanto perché sta in mezzo ad altre due epoche, anche se
sicuramente lo sarà una volta giunto al suo termine, bensì perché
presenta delle caratteristiche che sono tipiche di quel periodo
storico che va dalla caduta dell' impero romano alla discesa in
Italia di Carlo VIII di Francia e che dette inizio alle guerre d'
Italia. La definizione Post-Moderno ha un duplice valore,
indicando sia la collocazione temporale successiva all' era moderna,
sia la sua qualità postmodernista, caratterizzata da post-umanesimo,
femminismo della terza e quarta onda, intersezionalità e teoria
gender.
Dalla caduta dell' impero carolingio nel IX sec. fino
all' XI sec. si assiste alla formazione delle signorie, ovvero nuclei
autonomi di potere locale capace di inquadrare un territorio e la sua
popolazione. Le signorie si formarono sul tessuto feudale, ovvero il
sistema organizzativo dei regni romano-barbarici nati dopo che l'
impero romano aveva perso, a vantaggio delle popolazioni germaniche,
le sue province occidentali. Nel sistema feudale il sovrano legava a
sé i suoi subalterni (vassalli) mediante l' offerta di terre e della
sua protezione, in cambio del servizio militare e della promessa di
fedeltà. Sebbene nate nel contesto feudale, le signorie non ne erano
parte, ma nacquero tramite la capacità di fatto dei vassalli di
esercitare il potere giudiziario e l' esezione delle tasse sul
territorio e sulla sua popolazione. Diritti di fatto che solo in un
secondo tempo vennero legalmente riconosciuti e resi ereditari.
Una volta caduto l' impero carolingio nel IX sec. si
assiste, fino al X secolo, ad un progressivo processo di
appropriazione da parte dell'aristocrazia maggiore dei benefici
vassallatici e pubblici, fino ad allora conferiti dal re ma ora
integrati nei beni delle grandi famiglie aristocratiche e trasformati
in ereditari, prima di fatto e, dall'877, anche ufficialmente con il
riconoscimento da parte di Carlo il Calvo di tale ereditarietà. La
debolezza dei sovrani permise all' aristocrazia maggiore di
sostituirsi allo stato nel controllo del territorio e di incamerare
tutti i benefici ad esso legati, dalla dispensazione della giustizia
alla riscossione dei tributi; mentre la necessità di provvedere alla
difesa del territorio durante le invasioni saracene, ungare e
vichinghe, cominciate nell'VIII-IX secolo, insieme alle ricchezze
accumulate tramite il sistema economico curtense da laici ed
ecclesiastici, necessarie per l' indispensabile processo di
fortificazione di villaggi e monasteri chiamato “incastellamento”
e il reclutamento di clientele armate di “milites” per
difenderli, permisero ai signori di esercitare di fatto il districtus
o “banno” (cioè l' insieme dei poteri sopra elencati).
Da un lato signorie che si pongono in continuità ideale
coi poteri pubblici i cui titoli sono stati ereditati; dall'altro si
formano domini territoriali capaci di esercitare il banno grazie ad
ampie clientele armate. La ricchezza dei signori si origina dai loro
allodi (proprietà di cui godevano la piena proprietà); dalla
dinastizzazione delle cariche pubbliche, sia laiche che
ecclesistiche, e dei territori legati a tale carica; dalla
patrimonializzazione dei benefici pubblici un tempo destinati ai re,
a cui si aggiungono nuove tasse quali quelle sulla circolazione e
tributi straordinari. Il potere dei
signori di imporre il banno si allarga, così, ad un'area che
trascende i territori che sono la loro personale proprietà e a cui,
inizialmente, sole può applicarsi, e viene esercitato dai signori
anche a territori su cui il banno spettava al re o ai suoi delegati
(conti, marchesi, duchi). In pratica le signorie si rinforzano
sottraendo ai sovrani le loro ricchezze. Da un lato tassano la
popolazione in nome del sovrano, evitando però di versargliene il
ricavato, oltre a caricare la popolazione stessa di nuove tasse,
dall' altro offrono al popolo la possibilità di sottrarsi al
pagamento di parte di quelle imposte accettando una sorta di legame
col signore simile a quello feudale. Quest' ultimo fenomeno sottrasse
forza lavoro e militare ai sovrani, e legò la popolazione rurale al
territorio controllato dal signore con una serie di contratti legali
su cui il sovrano non aveva alcuna giurisdizione.
Oggigiorno noi stiamo assistendo ad un fenomeno molto
simile, quello che chiamiamo liberismo economico. Le grandi
multinazionali, dei più svariati settori, hanno accumulato ricchezze
tramite la sottrazione di tasse dovute ai vari governi. La debolezza
intrinseca nei governi “democratici” ha permesso loro di ottenere
esenzioni, di sottrarsi in parte al controllo del sistema giudiziario
ed arrogare per sé parte della sua esecuzione. Gli esempi più
banali sono i tribunali di riferimento scelti dalle compagnie
fornitrici di beni e servizi, e i casi di “tribunali interni”
come quello istituito da Facebook che vengono imposti a tutti i
clienti per la risoluzione di dispute. Per provvedere alla loro
sicurezza, molte compagnie hanno istituito le loro “milizie”
private, sia che si tratti di personale assunto o ingaggiato a tempo
determinato. E tramite l' offerta di sanità, assicurazioni e
pensioni private hanno iniziato a sottrarre i cittadini al controllo
statale, trasformandoli in sudditi tramite la firma di contratti per
lo più fuori della giurisdizione dei governi e legandoli sempre più
a sé. Un caso emblematico di questo processo è il recente caso di
bancarotta della General Motors, fin' ora costato ai dipendenti
perdita di parte dell' assicurazione medica nel passaggio dalla bad
alla good company, e l' uso, sempre da parte di GM, ma anche
di altre compagnie, delle pensioni private per ridurre l' organico
senza pagare ai dipendenti “pre-pensionati” l' indennizzo di
licenziamento, e che potrebbe portare in futuro al collasso del
sistema pensionistico.
Il processo che si è avviato sta vedendo queste nuove
signorie rafforzarsi sempre più, con la maggioranza dei governi
troppo deboli per poter intervenire efficacemente anche solo per
contenerlo e destinati ad indebolirsi sempre più a tutto favore
delle neo signorie stesse. Le cui pretese su ciò che è oggi
considerato un diritto, come l' accesso all' acqua e allo studio e a
tutti quei servizi finanziati con le tasse, si fanno sempre più
feroci, mentre sempre più prerogative da tempo puramente statali
stanno passando di mano. Nel prossimo futuro mi aspetto un
rafforzamento di questo fenomeno, non dovesse intervenire un qualche
shock esterno di tale portata da essere capace di interromperlo,
fenomeno che dovrà proseguire attraverso tutto il suo sviluppo
naturale fino alla comparsa di una qualche entità politica capace di
riportare sotto controllo le neo signorie, come la nascita degli
stati-nazione nel XIV-XV sec. fece con le signorie medievali.
Esempi del processo in atto sono sotto gli occhi di
tutti, si pensi al caso del ponte Morandi, con il governo italiano
non solo incapace di togliere la concessione di Autostrade SpA ai
Benetton, ma semplicemente di imporre loro alcunché, foss' anche una
semplice multa. Ovviamente non può essere causa di mezzo gaudio, ma
questo assetto economico-politico non è della sola Italia, o Europa.
Al momento, nessun governo è abbastanza forte per
imporsi alle più potenti di queste neo signorie, col liberismo più
sfrenato che ha permeato ogni livello e aspetto delle nostre società,
dove più e dove meno, e con fin troppe persone in posizioni chiave e
non solo il cui futuro non dipende più dalle scelte del rispettivo
governo bensì dalle decisioni di queste aziende assorte al rango di
signoria. Nel panorama più ristretto dell' Italia, non ha senso
alcuno nutrire la speranza che in un prossimo futuro un governo
“sovranista” possa andare alla guida della nazione. La scelta
sarà, per un periodo ancora molto lungo, fra un governo estremamente
liberista e uno solo moderatamente liberista.
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