Sunday, 14 June 2020

Neo Medioevo Post-Moderno


      Non ricordo quanto esattamente prima, probabilmente nel corso dell' anno precedente, coniai la definizione Neo Medioevo Post-Moderno che poi avrei usato per la prima volta nell' aprile del 2014 qui, senza averne però chiara tutta la sua portata. Fu un' intuizione, più che una elaborazione cosciente, la quale venne in seguito, quando iniziai l' approfondimento degli studi di storia. Poco tempo dopo trovai una nominazione molto simile citata da Bagnai sul suo blog, da cui trassi due conclusioni: che la mia intuizione era giusta e perciò da approfondire, e che, dovesse mai il termine attestarsi nell' uso, non me ne verrà mai attribuità la paternità anche ammettendo che sia mia.
Il Neo Medioevo Post-Moderno è quindi l' epoca che stiamo vivendo e che direi ha avuto inizio con la deregulation reaganiana negli anni '80 del secolo scorso. E' un medioevo non tanto perché sta in mezzo ad altre due epoche, anche se sicuramente lo sarà una volta giunto al suo termine, bensì perché presenta delle caratteristiche che sono tipiche di quel periodo storico che va dalla caduta dell' impero romano alla discesa in Italia di Carlo VIII di Francia e che dette inizio alle guerre d' Italia. La definizione Post-Moderno ha un duplice valore, indicando sia la collocazione temporale successiva all' era moderna, sia la sua qualità postmodernista, caratterizzata da post-umanesimo, femminismo della terza e quarta onda, intersezionalità e teoria gender.

Dalla caduta dell' impero carolingio nel IX sec. fino all' XI sec. si assiste alla formazione delle signorie, ovvero nuclei autonomi di potere locale capace di inquadrare un territorio e la sua popolazione. Le signorie si formarono sul tessuto feudale, ovvero il sistema organizzativo dei regni romano-barbarici nati dopo che l' impero romano aveva perso, a vantaggio delle popolazioni germaniche, le sue province occidentali. Nel sistema feudale il sovrano legava a sé i suoi subalterni (vassalli) mediante l' offerta di terre e della sua protezione, in cambio del servizio militare e della promessa di fedeltà. Sebbene nate nel contesto feudale, le signorie non ne erano parte, ma nacquero tramite la capacità di fatto dei vassalli di esercitare il potere giudiziario e l' esezione delle tasse sul territorio e sulla sua popolazione. Diritti di fatto che solo in un secondo tempo vennero legalmente riconosciuti e resi ereditari.
Una volta caduto l' impero carolingio nel IX sec. si assiste, fino al X secolo, ad un progressivo processo di appropriazione da parte dell'aristocrazia maggiore dei benefici vassallatici e pubblici, fino ad allora conferiti dal re ma ora integrati nei beni delle grandi famiglie aristocratiche e trasformati in ereditari, prima di fatto e, dall'877, anche ufficialmente con il riconoscimento da parte di Carlo il Calvo di tale ereditarietà. La debolezza dei sovrani permise all' aristocrazia maggiore di sostituirsi allo stato nel controllo del territorio e di incamerare tutti i benefici ad esso legati, dalla dispensazione della giustizia alla riscossione dei tributi; mentre la necessità di provvedere alla difesa del territorio durante le invasioni saracene, ungare e vichinghe, cominciate nell'VIII-IX secolo, insieme alle ricchezze accumulate tramite il sistema economico curtense da laici ed ecclesiastici, necessarie per l' indispensabile processo di fortificazione di villaggi e monasteri chiamato “incastellamento” e il reclutamento di clientele armate di “milites” per difenderli, permisero ai signori di esercitare di fatto il districtus o “banno” (cioè l' insieme dei poteri sopra elencati).
Da un lato signorie che si pongono in continuità ideale coi poteri pubblici i cui titoli sono stati ereditati; dall'altro si formano domini territoriali capaci di esercitare il banno grazie ad ampie clientele armate. La ricchezza dei signori si origina dai loro allodi (proprietà di cui godevano la piena proprietà); dalla dinastizzazione delle cariche pubbliche, sia laiche che ecclesistiche, e dei territori legati a tale carica; dalla patrimonializzazione dei benefici pubblici un tempo destinati ai re, a cui si aggiungono nuove tasse quali quelle sulla circolazione e tributi straordinari. Il potere dei signori di imporre il banno si allarga, così, ad un'area che trascende i territori che sono la loro personale proprietà e a cui, inizialmente, sole può applicarsi, e viene esercitato dai signori anche a territori su cui il banno spettava al re o ai suoi delegati (conti, marchesi, duchi). In pratica le signorie si rinforzano sottraendo ai sovrani le loro ricchezze. Da un lato tassano la popolazione in nome del sovrano, evitando però di versargliene il ricavato, oltre a caricare la popolazione stessa di nuove tasse, dall' altro offrono al popolo la possibilità di sottrarsi al pagamento di parte di quelle imposte accettando una sorta di legame col signore simile a quello feudale. Quest' ultimo fenomeno sottrasse forza lavoro e militare ai sovrani, e legò la popolazione rurale al territorio controllato dal signore con una serie di contratti legali su cui il sovrano non aveva alcuna giurisdizione.

Oggigiorno noi stiamo assistendo ad un fenomeno molto simile, quello che chiamiamo liberismo economico. Le grandi multinazionali, dei più svariati settori, hanno accumulato ricchezze tramite la sottrazione di tasse dovute ai vari governi. La debolezza intrinseca nei governi “democratici” ha permesso loro di ottenere esenzioni, di sottrarsi in parte al controllo del sistema giudiziario ed arrogare per sé parte della sua esecuzione. Gli esempi più banali sono i tribunali di riferimento scelti dalle compagnie fornitrici di beni e servizi, e i casi di “tribunali interni” come quello istituito da Facebook che vengono imposti a tutti i clienti per la risoluzione di dispute. Per provvedere alla loro sicurezza, molte compagnie hanno istituito le loro “milizie” private, sia che si tratti di personale assunto o ingaggiato a tempo determinato. E tramite l' offerta di sanità, assicurazioni e pensioni private hanno iniziato a sottrarre i cittadini al controllo statale, trasformandoli in sudditi tramite la firma di contratti per lo più fuori della giurisdizione dei governi e legandoli sempre più a sé. Un caso emblematico di questo processo è il recente caso di bancarotta della General Motors, fin' ora costato ai dipendenti perdita di parte dell' assicurazione medica nel passaggio dalla bad alla good company, e l' uso, sempre da parte di GM, ma anche di altre compagnie, delle pensioni private per ridurre l' organico senza pagare ai dipendenti “pre-pensionati” l' indennizzo di licenziamento, e che potrebbe portare in futuro al collasso del sistema pensionistico.
Il processo che si è avviato sta vedendo queste nuove signorie rafforzarsi sempre più, con la maggioranza dei governi troppo deboli per poter intervenire efficacemente anche solo per contenerlo e destinati ad indebolirsi sempre più a tutto favore delle neo signorie stesse. Le cui pretese su ciò che è oggi considerato un diritto, come l' accesso all' acqua e allo studio e a tutti quei servizi finanziati con le tasse, si fanno sempre più feroci, mentre sempre più prerogative da tempo puramente statali stanno passando di mano. Nel prossimo futuro mi aspetto un rafforzamento di questo fenomeno, non dovesse intervenire un qualche shock esterno di tale portata da essere capace di interromperlo, fenomeno che dovrà proseguire attraverso tutto il suo sviluppo naturale fino alla comparsa di una qualche entità politica capace di riportare sotto controllo le neo signorie, come la nascita degli stati-nazione nel XIV-XV sec. fece con le signorie medievali.
Esempi del processo in atto sono sotto gli occhi di tutti, si pensi al caso del ponte Morandi, con il governo italiano non solo incapace di togliere la concessione di Autostrade SpA ai Benetton, ma semplicemente di imporre loro alcunché, foss' anche una semplice multa. Ovviamente non può essere causa di mezzo gaudio, ma questo assetto economico-politico non è della sola Italia, o Europa.
Al momento, nessun governo è abbastanza forte per imporsi alle più potenti di queste neo signorie, col liberismo più sfrenato che ha permeato ogni livello e aspetto delle nostre società, dove più e dove meno, e con fin troppe persone in posizioni chiave e non solo il cui futuro non dipende più dalle scelte del rispettivo governo bensì dalle decisioni di queste aziende assorte al rango di signoria. Nel panorama più ristretto dell' Italia, non ha senso alcuno nutrire la speranza che in un prossimo futuro un governo “sovranista” possa andare alla guida della nazione. La scelta sarà, per un periodo ancora molto lungo, fra un governo estremamente liberista e uno solo moderatamente liberista.



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