Friday 15 May 2015

Vite di cristallo 3


A volte i pezzi non stanno insieme. Capita, no? A quante persone e' capitato. Non e' certo una novita'. Specchi, cristalli, vite. Qualsiasi cosa puo' finire in pezzi. Per i motivi piu' stupidi. A volte ricomponi tutto, altre volte i pezzi  non ne vogliono piu' sapere di stare  insieme. Non  combaciano, si perdono, tagliano le tue mani.  Sono quei casi in cui si dovrebbe ammettere che riaggiustare qualcosa va oltre le nostre capacita' e che dobbiamo smettere di tentare. Fare un pacchetto di tutti quei pezzi, avvolgerli in una pagina o due di giornale,   e buttarli nella spazzatura. Fare un pianto e un lamento e non pensarci piu'. Sembra una buona idea, vero? Sembra. Ma forse non lo e'. Non che ci possa essere la certezza, ma vi siete mai resi conto di quante persone, quante vite sono andate in pezzi intorno a voi? Amici sommessi, vecchi amori, passanti frettolosi e odiosi sconosciuti. Tutti crepati, segnati dalle linee  di frattura. Rotti. E disperati, di quella disperazione portata dalla certezza che non ci sono piu' speranze. Eppure fanno di tutto per tenersi insieme, per non perdere i pezzi e andare avanti. Forse hanno ragione loro, ma la ragione si perde nelle pieghe del dolore. Avete mai provato a mettere un dito in una delle loro crepe, magari proprio in quella spaccatura che taglia tutto il loro petto? Io l'ho fatto. Non volontariamente, intendiamoci, solo per egoismo e insensibilita'. Quando lo fai loro urlano. Oh, come urlano. Urlano perche' sentono dolore, sentono dolore perche' sono vivi. Sono in pezzi ma sono ancora vivi. Avvolgiamo tutto nel giornale e lo buttiamo allora? Per non sentire piu' dolore? Saremo ancora altrettanto vivi, dopo? E' il modo giusto per guarire una ferita? O solo un modo per bruciare delle terminazioni nervose e trasformarci in
una sorta di lebbrosi del sentimento?

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