Saturday 1 December 2012

Un passo avanti ed uno indietro

Svegliato alle sei di mattina da due volpi che abbaiavano sotto la mia finestra. Cosa abbastanza normale qui a  Londra. In piu' le volpi in questa via sono aumentate da quando uno dei miei housemates ha fatto cadere in strada il maiale arrosto preparato per la Festa del Ringraziamento (alla porta accanto vive un' americana). Avrei voluto vederle litigare, ma il rientro da lavoro di un coinquilino (quello del porco arrosto) le ha fatte scappare prima che ci riuscissi.
Ma non era tanto delle volpi che volevo parlare. Sono i pensieri confusi che mi hanno assillato mentre stavo disteso al buio nel letto. Se questi sono i momenti in cui la magia di una citta' come Londra si fa piu' viva, bene, a me non succede. Sara' che concentro troppo la mia fantasia nei racconti che scrivo, sara' che le masse cacofoniche di turisti e semiumanita' dilaganti per le strade di Londra sciacquano via tutta la magia. Servirebbe un'allucinazione chimica per vedere lo scintillio di un mondo alternativo. E sarebbe in ogni caso una distopia. Anche il nuovo mondo in cui ho tentato di trasferirmi, quella nuova vita ricercata e in un certo senso conquistata, e' per il momento solo uno scenario sbiadito. Le due lune sono tutt'ora al loro posto, a dividersi il mio cielo, una piu' alta e l'altra piu' bassa. Aspettavo che una delle due cadesse, precipitasse disastrosamente al suolo e che la catastrofe conseguente portasse infine un cambiamento radicale. Ma non succede.
E cosi' la mia vita arranca, mentre le aspettative vengono disattese o si compiono, in un balletto all'interno di una stanza calda, gli astanti arrossati e sudati, alcuni felici ed ignari, altri falsamente contenti con addosso la maschera dell'allegria, cacofonici ed inebriati dagli odori dell'alcol e del sesso. La Maschera Rossa danza in mezzo a noi, abbracciando ora quel ballerino, ora quella ragazza. Facendosi prima vicina, per poi allontanarsi ed essere portata fuori vista dal rondo' successivo.
Ho passato l'ultimo anno studiando un piano di vita che era il sostituto del precedente, definitivamente scartato quando mia moglie ha messo il punto dopo la parole FINE della nostra relazione. La parola FINE, scritta molto tempo fa, aveva provocato solo un riarrangiamento dei miei piani. Tutto ruotava intorno al trasferimento di mio figlio a Londra, piu' una necessita' che un desiderio, e per me una difficolta' logistica. Un anno di attesa, di possibilita' scartate in partenza perche' non si adattavano alla situazione in divenire, e tutto si e' risolto in un anno sprecato, in un anno che avrei potuto sfruttare per aprirmi una strada nel mio nuovo mondo. Mio figlio e' venuto, si e' schifato e si prepara ad andarsene, per fare cosa non si sa. Spero per crescere.
Non so se sentirmi infine libero, a questo punto. Sono stordito dalle botte e dalle delusioni ricevute. Ho imparato a cadere, non mi faccio piu' tanto male e mi rialzo sempre, nel tentativo di stancare la Vita, questo avversario che gioca sempre scorretto e sputa sui premi che riesco a conquistare. Ma lo stordimento non si puo' evitare. In un anno e mezzo a Londra ho vissuto nei suoi quattro canti, trasferendomi da Est a Ovest, da Ovest a Nord e da Nord a Sud, ed ho lavorato negli spazi  che si trovano in mezzo ai Quattro Cantoni. Adesso sto per tornare al punto di partenza. Se non e' questo anno e mezzo di vita che e' stato cancellato, di sicuro sono i suoi programmi ad essere stati annullati. La Vita ha segnato un altro gol. Palla al centro e si ricomincia dall'inizio. Ormai gioco per il divertimento, quindi provero' ad infilarmi nei vicoli di Londra o a camminare nella nebbia dei docks. Voglio scoprire se una di quelle Londra alternative di cui tanti scrittori hanno fantasticato esiste davvero. E se esiste voglio visitarla, dovessi infilarmi in un tombino per raggiungere il Re dei Ratti.

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