Wednesday 18 December 2013

Scapegoat: perche' UK non vuole i migranti europei

Un poco di numeri stasera, giusto un commento superficiale alla campagna mediatica che sta imperversando in questi mesi riguardo le proposte di porre un tetto all'immigrazione EU, oltre che limitare l'accesso dei EU migrants ai benefits. Alcune premesse:
-a parte l'ingiustizia o meno di limitare l'accesso ai benefits in un sistema semplicemente ridicolo che paga la gente per starsene a casa e che ha portato UK ad essere probabilmente la nazione con piu' ragazze madri in Europa e mogli divorziate che ottengono 20.000.000£ dall'ex marito ed anche un appartamento pagato dal council, l'impatto sui migranti dall'Unione Europea sarebbe probabilmente minimo, in quanto l'uso di benefit che fanno e' minimo e temporaneo: in accordo con i rapporti givernativi questi hanno pagato, negli ultimi 10 anni, il 36% in piu' di quanto hanno preso in benefits, dove benefits ritengo includano anche il servizio sanitario; al contrario i British, nello stesso periodo, hanno preso in benefits l'11% in piu' di quanto hanno pagato in tasse;
-il 60% almeno delle famiglie British riceve un qualche tipo di benefit, dalla jobseeker allowance al baby benefit all'house benefit;
-non si vedono molti europei in eta' da pensione, a Londra e dintorni: il numero maggiore che ho visto e' ad Enfield, italiani venuti qui negli anni 50/60 e che stanno tutt'ora lavorando o che la pensione se la sono guadagnata qui;
-la polemica riguardo all'Health Tourism, parallela a quella del Benefit Tourism, e' stata a sua volta sbugiardata, in uno studio che mostra tra l a'ltro come UK sia un esportatore netto di pazienti;
-il maggior flusso migratorio attualmente in atto arriva dalla Cina, con semplificazioni varate dal governo appositamente per loro nell' ottenimento della VISA.

Con queste premesse vi consiglio di leggervi questo articolo completo di commenti. Ma cio' che veramente importa e' la tabella che di seguito riporto.

La tabella e' senza dubbio faziosa, mira a supportare la paura del rumeno (e bulgaro). Nonche' la paura del migrante EU in genere, con numeri cosi' alti di lavoratori attivi. Tutti posti di lavoro che i British hanno perso. O che non hanno voluto o che non sono stati capaci di prendere, ma questo apre una polemica diversa. Quello che appare strano e' il fatto che vengano riportati i numeri dei lavori stranieri in relazione alla percezione dei benefits. E alla penuria monetaria che vi si accompagna.
In base ai dati del Census 2011, in Inghilterra e Galles risiedono:
- 4.213.531 asiatici;
- 1.864.890 neri;
- 2.543.622 bianchi non British ne' Irish.

Sommando invece i numeri della tabella per rapportarla alla suddivisione operata nel censimento, otteniamo che:
- 1.932.000 sono i lavoratori bianchi provenienti da tutta Europa, USA, Nuova Zelanda e Australia con l'aggiunta di un arbitrario 50% di quelli provenienti dal Sud Africa, supponendo che tale sia il numero dei bianchi fra di loro;
- 705.000 sono i lavoratori africani, comprensivi del restante 50% di migranti sudafricani;
- 1.735.000 sono i lavoratori "asiatici", se si suppone che "Rest of the world" siano tutti asiatici (e non credo lo siano, dato che il Sud America non e' menzionato in alcun modo nella tabella) e se lo si somma a Pakistani, Bangladeshi e Indiani.

Facciamo alcune sottrazioni:
4.213.531 asiatici - 1.735.000 lavoratori "asiatici" = 2.478.531 persone che non lavorano
1.864.890 neri - 705.000 lavoratori africani = 1.159.890 persone che non lavorano
2.543.622 bianchi - 1.932.000 lavoratori bianchi = 611.622 persone che non lavorano.

In percentuale, quindi, le persone che non lavorano e quindi si presuppone gravino sul sistema sanitario e sul welfare sono: quasi il 59% fra gli asiatici (ma in realta' molti di piu' in accordo con la tabella), oltre il 62% fra gli africani e un poco piu' del 24% fra i bianchi. E gia' come numeri assoluti queste cifre parlano abbastanza chiaro su quale componente della societa' britannica sia un maggior costo. 

A questo punto pare piu' che evidente che i migranti EU, dotati in media di maggiori qualifiche tecniche in rapporto ai migranti da altri continenti e con una "morale" del lavoro che li porta a fare meno affidamento sui benifts, siano solo un capro espiatorio. E cio' per un motivo molto semplice: il governo britannico vuole convincere i cinesi e i mussulmani ad investire in UK, come Cameron ha piu' volte annunciato. Non solo l'economia britannica si basa sulla presenza massiccia di stranieri, al punto che in uno scenario immaginario in cui dovessero essere tutti espulsi lo Stato collasserebbe per carenza di insegnanti, medici, ricercatori nonche' di lavoratori edili, commercianti e semplici commesse di supermercato, ma soprattutto la sua economia e' finanziata dai capitali stranieri. Senza di essi mancherebbe il carburante per il motore delle banche e dei vari paradisi fiscali tipo Isole Cayman collegate e di proprieta' dell'impianto bancario di Sua Maesta'. I cinesi chiedono maggiore flessibilita' del lavoro (leggete piu' facilita' di licenziare)? Il governo gliela concede senza batter ciglio. I mussulmani vogliono persone nei posti chiave nei councils, vogliono costruire moschee, vogliono gestire scuole? Detto fatto. Ma a questo punto chi dare in pasto all'opinione pubblica britannica? Non restano in molti. Ed ecco che i migranti europei diventano il secondo ratto da mettere nella gabbia insieme a quello British come nell'esperimento di Laborit, cosi' che i due possano azzannarsi e combattere ogni volta che il governo fa passare la corrente nel pavimento.



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