Tuesday 29 August 2017

Customer Service 2

Ovvero le disavventure di un gruppo di sudafricani.

Credevate fosse finita? Sbagliavate.
Dopo il problema con l'elettricità alla proprietà occupata dai turisti sud-africani, di cui ho raccontato nel post precedente, ho passato un paio di giorni in uno strano stato. Specialmente la sera, al momento di andare a letto, venivo preso dalla sensazione che mancasse qualcosa. E non riuscivo a capire cosa fosse questo qualcosa. Poi ho realizzato: i sudafricani non mi stavano più chiamando. Che finalmente tutto stesse volgendo per il meglio mi era inconsciamente inconcepibile. Eppure...
Si sono rifatti vivi ieri mattina, ma non per un problema. Mi hanno gentilmente chiesto se potessi prenotare per loro un tavolo al ristorante in paese, cosa che mi ero offerta di fare al loro arrivo sapendo le problematiche che troppo spesso (ma sempre meno, per fortuna) i miei connazionali incontrano quando hanno a che fare con una lingua straniera. Provvedo immediatamente a chiamare il ristorante, fisso un tavolo per sette persone, quattro adulti e tre bambini uno dei quali ha bisogno del seggiolone. Confermo la prenotazione e procedo a fare le mie cose per il resto del giorno.
La notte precedente avevo avuto ospiti (paganti) due francesi di passaggio nel loro viaggio da Firenze a Siena, Luc e la sua fidanzata. Offro loro di cenare insieme, cosa che Luc accetta volentieri, mentre la fidanzata declina per la stanchezza. Io ci metto un risotto col lampredotto e spiedini, Luc una bottiglia di buon vino e del pecorino stagionato. Entrambi mettiamo un fiume di parole, confrontando i sistemi scolastici, burocratici e fiscali delle rispettive nazioni, accompagnando il tutto con svariati bicchierini di liquore al basilico che qualcuno di voi mi ha visto preparare in diretta su Facebook. Per farla breve, sono le 2 di notte passate quando ci convinciamo che è il caso di andare a dormire. Purtroppo l'orologio biologico di un giardiniere è spietato, ed alle 6 e 30 ero già sveglio.
Torniamo a ieri, giornata piena e stancante, ancor di più avendo poche ore di sonno alle spalle. Prima delle 10 sono già a letto e le numerose sirene che sento andare e venire non mi scuotono più di tanto. Cado profondamente addormentato.
Mi sveglia il telefono. Lo afferro quando già ha smesso di suonare, ricordo di altri tempi, anni ormai passati in cui suonava tutte le notti. Dieci minuti a mezzanotte, sono i sud-africani. Che cavolo è successo? Ci sono anche dei messaggi su Whatsapp: ...eravamo al ristorante... non possiamo tornare a casa a causa del fuoco... ci puoi indicare un posto dove passare la notte?
Fuoco? Un incendio? Ecco cos'erano tutte quelle sirene. Li richiamo. Dove siete? Davanti alla chiesa dove ci siamo incontrati la prima volta. Sarò lì in quindici minuti. Mi vesto, salto in macchina e li raggiungo. La montagna è a fuoco, con fiamme che si sono allargate in due diverse direzioni e che in alcuni punti sono alte molti metri. Le strade sono state bloccate dalla polizia, i pompieri e l'ex comunità montana sono al lavoro per contenere l'incendio non essendoci alcuna possibilità di spengerlo, i droni mandati a monitorare sono respinti dalle colonne di aria calda.
Beh, questa vacanza non ve la scorderete di certo. Poco ma sicuro! Ci dispiace darti tutti questi problemi, ma senza di te non avremmo saputo come fare. No problem. Anzi, so che non dovrei dirlo, ma io mi sto divertendo un sacco. Vediamo di trovarvi un letto, adesso.
L'agriturismo che avevo contattato quando minacciavano di andarsene fa al caso nostro. Telefono e verifico la disponibilità di posti letto. Ci sono, quindi faccio loro strada fino al posto, anche questo ben in alto su un altro versante montano lungo una strada immersa nel bosco. Arriviamo, si registrano (meno male che due di loro avevano la patente con sé), le camere vengono preparate e i bambini messi a letto. Noi rimaniamo a guardare l'incendio, che sembra andare a morire più di una volta per poi tornare ad esplodere in vampate gigantesche ancora ed ancora. Ci beviamo una birra (non ho capito se offerta dalla ragazza dell'agriturismo o dal sud-africano), si parla di come l'Inghilterra tratta gli stranieri (membri del Commonwealth sì, ma fanno sputare sangue pure a loro con tutta una serie di regole kafkiane su residenza, conto bancario e permesso di lavoro risolvibili solo infrangendo le regole), poi me ne torno a casa. E' l'1 e 18. E stamattina sono dovuto andare a vedere se la strada di casa loro era stata riaperta, perché partono questa notte e devono recuperare i passaporti e il resto delle loro cose. La strada è sgombra, vado a comunicarglielo, un'ultima chiacchiera, un ultimo ringraziamento e poi addio. Fate un buon viaggio di rientro. Io starò le ultime ore con le dita incrociate.


Ah! Ho avuto notizie dei tipi che cercavano il tedesco. I miei ospiti li hanno incontrati al ristorante. Dopo quattro giorni non hanno ancora visto il proprietario di casa, anche se almeno hanno trovato la casa, presidiata dalla madre, ed hanno un posto dove dormire. I lupi non li hanno presi, e Italia batte Germania 2 a 0.

1 comment:

  1. Wow!!!!!! Non avrei avuto tanta pazienza e costanza!

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