Solo fuori dal Labirinto si può essere felici. Ma solo chi è felice può trovare l'uscita dal Labirinto.
Stalker è un film di Andrej Tarkovsky basato sul romanzo Picnic sul ciglio della strada di Arkadiy e Boris Strugackiy. Come spesso accade le due opere hanno poco in comune, in questo caso rimane solo l'ambientazione e il carattere dello stalker, colui che caccia di nascosto.
Lo scenario è quello di una terra visitata dagli alieni, alieni di passaggio che sono arrivati, si sono fermati per un breve periodo e sono ripartiti. Senza neppure accorgersi della presenza degli esseri umani. O senza dar loro peso. Come noi, quando ci fermiamo per un picnic a bordo strada durante un viaggio, non ci accorgiamo delle formiche e del resto della vita che brulica fra l'erba. Mangiamo, raccogliamo le nostre cose, e spesso abbandoniamo la nostra spazzatura. E così hanno fatto questi alieni, ripartendo hanno abbandonato ciò che a loro non serviva più. In queste aree, a cui accedere è proibito e in cui si rischia la vita ad ogni passo, si addentrano gli stalker, una sorta di cacciatori di tesori e contrabbandieri, alla ricerca di manufatti alieni da rivendere sul mercato nero, sfidando l'esercito e le trappole che si trovano disseminate lungo il sentiero. Un sentiero che si avvolge su se stesso, come in un labirinto, fino al centro dell'area, dove si trova il tesoro più grande di tutti, la Sfera d'Oro, capace, a detta di chi vi è arrivato vicino, di esaudire qualsiasi desiderio di chi lo prenda per primo.
Mentre nel film l'introspezione la fa da padrone ad un rallentatore onirico, nel romanzo c'è posto per più azione e per il tentativo di raggiungere il tesoro che aspetta al centro del labirinto. Ma un'ultima trappola blocca il passo, una trappola chiamata il Tritacarne, che non può essere evitata. C'è solo un modo per passare oltre, tenerla impegnata con una vittima sacrificale.
Il personaggio della storia porta con sé un giovane, figlio di un collega, ed una volta giunti in vista della Sfera d'Oro lascia che vada avanti. Poi, mentre il Tritacarne fa a pezzi il corpo del suo giovane compagno, passa oltre e raggiunge il tesoro, dimenticandosi di tutti i desideri a cui aveva pensato fino a quel momento, capace solo di ripetere "Felicità! Felicità per tutti!"
E lo stesso per uscire dal Labirinto, serve una vittima da dare in pasto al Tritacarne. Ma tutto ciò che abbiamo in mente nel momento in cui l'uscita dal Labirinto è lì davanti a noi, non è certo la felicità del nostro prossimo. Tutto ciò a cui pensiamo è solo la nostra felicità.
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