Wednesday, 13 December 2017

Credimi, tu non vuoi essere mio amico

Mi lascia perplesso, esterrefatto la tendenza inconscia di certe persone a questa sorta di suicidio emotivo. Da chi gode della mia capacità di pungere, di toccare le persone nei loro punti deboli che inutilmente cercano di nascondere, a chi, spinto dalla mia palese sofferenza, decide di salvarmi, sono innumerevoli le persone che come avvoltoi sono discese per nutrirsi della mia carcassa. Ma io sono vivo! Più vivo di voi, povere maschere carnevalesche, che cercate di provare dei sentimenti per procura. E non resterò imbelle a lasciare che voi saziate le vostre perversioni! Ah, e come smettono di ridere quando rivolgo a loro le mie attenzioni, sezionandoli con le parole ed esponendo a loro stessi le loro falsità. E come piangono quando realizzano che io, che loro volevano salvare, quando sono a pezzi sono più forte di loro quando sono integri. Medici incapaci di curare se stessi! 

Credimi, neanche tu vuoi essere mio amico. Non hai la forza né il coraggio per passare attraverso il Tritacarne. E io non ho più pietà da spendere per gli ignavi. Stammi lontano ché è meglio per la tua pace e tranquillità. Tieni la tua vita lontano da me e sarai più sereno. Se poi quella vita sarà fatta di sostanza o di apparenza, io non lo so. E neanche me ne curo, fintanto che non incrocerai per sbaglio il mio cammino. 

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