Come
e' ben noto Londra non e' altro che un vasto cimitero. Uomini del
Neolitico, Celti (o quei popoli che passarono per tali), Romani,
Sassoni, Danesi e Normanni sono tutti sepolti qui. Per non parlare di
coloro che perirono durante la pestilenza del 1348-50, la Black
Death, circa 40.000 persone morte nell'arco di 18 mesi; pestilenza
che si ripete' ciclicamente fino alla Great Plague del 1665, con 100.000
persone morte in 7 mesi. Il Grande Fuoco del 1666 pose infine
termine alla serie di pestilenze, radendo al suolo l'intera Central
London in soli 3 giorni e sterminando la popolazione di ratti londinesi portatori del morbo. Tanto per cambiare, caso volle che l'incendio non raggiungesse il distretto aristocratico di Westminster. Ma a dire il vero non tocco' neanche gli slums suburbani.
La mappa mostra i danni che il Great Fire
fece comparati coi danni poi prodotti dai bombardamenti del Blitz
tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale. E poi ci sono i cimiteri
vittoriani, gli unici terreni di sepoltura che non sono stati in
qualche modo interrati e che noi oggi possiamo visitare. Per chi
fosse interessato ad approfondire l'argomento dei luoghi di sepoltura
in Londra, una buona lettura potrebbe essere Necropolis, London
and its Dead di Catharine Arnold.
Insomma,
fra tutte queste tombe c'e' anche quella di un'antica regina britannica, Boudicca, che si oppose all'occupazione romana. Boudicca, o
Buddug in gallese, era moglie di Prasutagus, Re degli Iceni,
popolazione che occupo' la regione del Norfolk dal 1 sec a.C. al 1
sec d.C. Gli Iceni non erano stati sottomessi ne' da Giulio Cesare
durante la sua seconda invasione nel 54 a.C. ne' durante l'invasione
dell'imperatore Claudio del 43d.C., bensi' si erano arresi
spontaneamente e questo aveva garantito loro la posizione di Regno
alleato invece dell'annessione quale Provincia.
Neanche una prima
rivolta, avvenuta nel 47 per la minaccia da parte del governatore
romano di essere disarmati, rivolta stroncata militarmente, cambio'
questo stato ed agli Iceni fu permesso di mantenere la loro
indipendenza.
Una
seconda e piu' terribile rivolta si ebbe nel 60 o 61, alla morte di
Prasutagus, il re pro-Roma degli Iceni. Secondo l'usanza, alla morte
del re, il regno sarebbe divenuto parte dell'Impero. Prasutagus
tento' di mantenere la sua linea di discendenza passando la corona
alle sue due figlie e congiuntamente all' Imperatore romano. Le
volonta' di Prasutagus furono completamente ignorate, il regno
annesso e a quanto pare le proprieta' dei capi Iceni espropriate sulla base di prestiti che erano loro stati concessi da parte di romani e che gia' avevano portato ad un aumento delle tasse (vi ricorda una qualche situazione piu' vicina nel tempo?). La
moglie di Prasatagus, Boudicca, fu flagellata e le sue due figlie
violentate.
In
seguito a queste vicende gli Iceni insorsero aiutati dalla confinante
tribu' dei Trinovantes, guidati da Boudicca che guidava la sua armata
su un carro da guerra. Approfittando della lontananza del governatore
Suetonius che stava conducendo una campagna militare sull' isola di
Anglesey, lungo la costa nord-ovest del Galles, i celti di Boudicca
misero in rotta la legione IX Hispania, quindi assediarono e
distrussero Camulodunum (Colchester), per poi saccheggiare Londinium
e Verulamium (St. Albans), le quali erano state evacuate da Suetonius, prontamente rientrato dall'ovest ma che ritenne Londinium indifendibile con le forze a disposizione. Fonti non
sicure dicono che 70/80.000 persone furono uccise durante il sacco
delle citta'.
Fu
a questo punto che il gevernatore Suetonius decise, o vide la
possibilita', di affrontare l'esercito di Boudicca. Lo affronto'
nelle Middlands, nella Battaglia della Waitling Street, la cui
precisa localita' e' sconosciuta. Suetonius aveva a disposizione
10.000 uomini messi insieme unendo la sua legione, la XIV Gemina,
parte della XX Valeria Victrix ed ogni ausiliario a disposizione,
mentre una terza legione, la II Augusta non era riuscita a
raggiungerlo e la IX Hispanica era stata precedentemente messa in
rotta. Bensi' in grande inferiorita' numerica i Romani sconfissero le
tribu' di Boudicca, prive di qualsiasi disciplina militare e
poveramente armate in seguito al sequestro delle armi che aveva
causato la precedente rivolta del 47. Suetonius aveva potuto inoltre
scegliere accuratamente il campo di battaglia, posizionandosi in modo
da non poter essere attaccato ne' alle spalle ne' sui fianchi, e
lasciando al nemico la sola possibilita' di uno scontro frontale.
Prima
della battaglia, per motivare i suoi uomini, Boudicca pronuncio'
questo discorso:
"Io
sono discendente di uomini potenti! Ma io non sto combattendo per il
mio regno e la ricchezza, ora. Io combatto come una persona comune
per la mia liberta' perduta, il mio corpo ferito e le mie figlie
oltraggiate... Gli Dei ci garantiranno la vendetta che ci spetta!
Pensate a quanti di voi stanno combattendo. E perche'. Allora voi
vincerete questa battaglia oppure morirete. Questo e' cio' che io,
una donna, ho deciso di fare! Che gli uomini vivano come schiavi, se
vogliono."
Tacito
riporta che circa 80.000 britannici caddero in quella battaglia,
contro le perdite romane di 400 morti e un numero poco piu' grande di
feriti, mentre Boudicca si avveleno' per non essere catturata. E se gli
storici moderni ritengono il numero dei caduti "stravagante",
la battaglia segno' comunque la fine di ogni resistenza all'Impero
Romano nel sud della Gran Bretagna.
Ma
la figura di Boudicca non fu dimenticata, anche se il suo nome fu
cambiato nel piu' romantico Boadicea, e nel 1902 il London County
Council pose una sua statua all' imbocco del Westminster Bridge, sul
cui plinto di appoggio fu inciso, su un lato, un verso dal poema
Boadicea di William Cowper:
Regions
Caesar never knew
Thy
Posterity shall sway.
Mentre
sul fronte del plinto, che guarda le Houses of Parliament,
l'iscrizione dice:
Boadicea
Queen of the Iceni
Who
died AD 61 after leading her people
Against
the Roman invader.
La
prima iscrizione e' chiaramente riferita alle terre che l'Impero
Britannico avrebbe invaso, terre che Cesare non aveva mai visto. Strano uso, a mio avviso, di una figura che combatte' e mori' per la liberta', quello di farne il portabandiera di altre e ben piu' pesanti e umilianti conquiste ed occupazioni. La
seconda mi colpisce particolarmente perche' scritta da un altro
invasore di queste isole, che niente aveva a che spartire con le
popolazioni britanniche guidate da Boudicca. Ma si sa, si deve sempre
cercare di costruire una qualche forma di genealogia dalle radici
quanto piu' possibile profonde nel passato per giustificare la
propria posizione.
Le
ultime parole riguardanti Boudicca comparvero su un giornale londinese:
La
tomba di Boadicea localizzata a King's Cross.
La tomba di Boadicea, la regina guerriera che combatte' i romani
circa 2000 anni fa, e' stata localizzata dagli archeologi, i quali
ritengono si trovi sotto il binario 8 della stazione dei treni di
King's Cross.
"Abbiamo
appena ristrutturato il binario 8", ha detto un portavoce del
British Rail, "e chiunque voglia scavarci fara' bene a portarci
delle buone motivazioni."
Daily
Telegraph, 22 febbraio 1988
Boudicca
divenne poi la personificazione della Britannia tanto spesso
utilizzata dalla propaganda britannica, quella figura che ci e' piu'
usuale perche' abituati a vederla un po' in tutte le salse. La famosa Perfida Albione di epoca fascista, per intendersi.
Utilizzata ad ogni pie' sospinto, sia in compagnia dello Zio Sam che mentre libera gli schiavi (da cosa?! e dove?!), nel corso dei secoli, la figura di Boudicca muta da quella di combattente per la liberta' a quella di oppressore, in modo per altro molto chiaro nell'immaginario collettivo, tanto che la figura della Strega Bianca, nelle Cronache di Narnia e' chiaramente a lei ispirata.
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