Sunday 7 September 2014

Metropoli Farneticante 3

     Il Demone chiamò l'Uomo dei Pallidi Signori. "E' tempo che io cresca", disse il Demone. "Prepara
il terreno per la mia crescita." E l'Uomo dei Pallidi Signori andò a fare come gli era stato detto. I Potenti di altre nazioni furono blanditi con promesse di grande potere se avessero portato le loro ricchezze nella Metropoli; gli uomini di genio nati in altre terre furono attratti con ricche ricompense se avessero messo il loro genio al servizio della Metropoli. Ricchezze ed inventiva furono drenate dalle nazioni vicine. Nuove masse di lavoratori furono deportate nella Metropoli: attratte dalla promessa di una vita migliore, si ritrovarono in un luogo che non potevano più lasciare. E il Demone cominciò a costruirsi un guscio in cui crescere.
   Braccia metalliche eruppero dal suolo, cercando di afferrare il cielo. Nuove escrescenze si svilupparono dalla terra morente, iperplasie scintillanti al sole, algide forme che inghiottivano ogni giorno nuovi servi, inviati a saziare il Demone. Facce stanche, occhi vuoti, menti confuse e cuori induriti: non c'era altro nelle strade della Metropoli. Risate false, voci impastate dall'alcol, copule animali erano tutto ciò che i servi del Demone riuscivano a sperimentare nella loro vita non-vita. L'animo eroso e consumato, giorno dopo giorno fino al suo nocciolo più intimo, si lasciavano morire, scomparivano, tornavano infelici alle terre natie, lasciando il posto a nuovi schiavi moderni.
   E nel sottosuolo, il Demone rideva, un cachinno demente e malvagio, cominciando ad espandere il suo corpo verso il cielo, riempiendo progressivamente tutte le nuove corazze che crescevano sempre più in altezza. Gli uomini percepivano la sua presenza, ma non capivano cosa fosse. Sempre più si rinchiudevano in sé stessi, isolandosi dai loro simili, spendendo il loro tempo libero chiusi in abitazioni più simili a tane di animali che a case d'uomini. L'influenza del Demone, passo dopo passo, privava gli uomini della capacità di comunicare, di esprimere i propri sentimenti. Chiusi in ghetti nessuno parlava più con chi avesse diverse origini, con chi non si rassomigliasse nell'aspetto, con chi parlasse una lingua diversa anche se diceva le stesse cose. Ogni interesse veniva lentamente consumato e si perdeva, lasciando spazio solo per gli istinti più animali e la routine meccanica imposta dai Signori: mangia, dormi, lavora, ripeti. Sempre in meno si preoccupavano del luogo in cui vivevano e di chi ci viveva con loro. Lo sporco si accumulò sempre più nelle strade: chi era pagato per raccoglierlo venne sacrificato al Demone e rimpiazzato con predatori adatti a sottrarre denaro agli abitanti perché la crescita del Demone richiedeva grandi spese. Rancori e dissapori ribollivano sotto la superficie: i Pallidi Signori promulgarono leggi che vietavano ogni reale espressione dei propri sentimenti. La vita nella Metropoli si fece più dura: le paghe dei lavoratori vennero ridotte così da poter assumerne in numero maggiore. I profitti non erano abbastanza: i giovani vennero convinti a lavorare senza paga ma solo per ottenere esperienza che sarebbe stata inutile già il giorno successivo. Le perversioni peggiori si instaurarono  fra la popolazione: droghe ed alcol, violenze e sesso con bambini e le autorità guardarono da un'altra parte, perché tutto ciò rendeva il Demone più forte.
     E il Demone rideva, ed ora la sua risata non solo rimbombava nei tunnel che perforavano il sottosuolo della Metropoli, adesso la si poteva udire anche nell'aria, portato lontano dal vento. L'Uomo dei Pallidi Signori, reso folle dal Demone, decise che la Metropoli doveva crescere ancor di più, salire verso il cielo ed espandersi a coprire tutta la terra. Reso avido dal Demone, promise ai Potenti di altre nazioni la terra e le figlie e i figli del suo popolo. I Potenti arrivarono, comprarono i luoghi più belli della Metropoli, e dopo si volsero ad ogni luogo su cui i loro occhi cadevano. L'Uomo dei Pallidi Signori decise che la Metropoli doveva essere ripulita di ogni individuo che non fosse utile allo scopo, che i servi dovessero vivere fuori della Metropoli in cui lavoravano, perché la città fosse riservata solo ai ricchi e ai potenti della Terra. "Caccia chiunque sia inutile", disse il Demone. "Deportalo nelle terre neglette sotto i cieli grigi del Nord. Per i servi costruirai abitazioni lontano dalla mia vista: scava un percorso sotterraneo che unisca le loro case ai cantieri perché possano venire ogni giorno a servirmi, strisciando come i vermi cui rassomigliano. E quando il tempo sarà appropriato io crescerò lungo quel tunnel, mi insinuerò nelle loro case, e divorerò il cuore e l'anima dei loro figli mentre dormono nei loro letti."

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