Saturday, 18 May 2013

Vite di cristallo

   

 Immagina la tua vita come un calice di cristallo. Ti e' sfuggito dalle mani ed e' andato in pezzi sul pavimento. Cosi' ti inginocchi, cerchi tutti i pezzi, li raccogli uno per uno e li rimetti insieme, in un certosino lavoro di colla e di pazienza. Infine lo completi, hai rimesso ogni pezzo al suo posto, lo hai riunito agli altri con la colla. Il risultato e' un calice pieno di crepe, ma pur sempre un calice. E' il tuo calice. Che il danno fosse accaduto per una tua disattenzione o per l' incuranza di qualcuno che ti e' passato accanto poco importa. Cio' che e' importante per te e' l' avere rimesso tutti i pezzi insieme. Non un lavoro da poco.
      Ecco, ora sei li', con gli occhi che ti bruciano, le punte delle dita doloranti per i tagli procurati dai vetri taglienti, la schiena indolenzita dal piegarsi sul calice per vedere piu' da vicino. Sei li', che guardi il tuo calice, guardi la tua vita. E ti chiedi che farne. Sai con certezza che il tuo lavoro lo hai fatto bene, che quel calice puo' nuovamente contenere dei liquidi. Ma ti chiedi se qualcuno sara' disposto a bere da quel calice che non possiede piu' un bell' aspetto. E ti chiedi che tipo di persona possa essere chi sia disposto a farlo. Ma qualcuno ci sara', e' una certezza che comincia a ridarti un po' di calore.
      Poi incontri quella persona. Il suo sorriso ti scalda il cuore, vedi una luce nei suoi occhi che non avevi mai visto negli occhi di nessun altro. Gli versi il tuo liquore piu' pregiato, lo versi in quel calice tutto pieno di crepe. Il calice tiene, perche' hai lavorato accuratamente a rimetterlo insieme. E la persona a cui lo hai offerto beve, beve fino all'ultima goccia, beve tutto quello che gli hai dato. E quando ha finito di bere ti guarda, e i suoi occhi sono freddi, ora, non hanno piu' quella luce che ci avevi visto prima. Te la sei immaginata quella luce? C'era o era solo frutto della tua mente, qualcosa che hai voluto vederci perche' ne avevi bisogno?
     Importa forse qualcosa se quella luce c'era o no? C'e' altro che importa, eccetto il fatto che quella persona a cui hai offerto il tuo calice, la tua vita, lo getta via? Lo getta e se ne va, lo getta e quello si frantuma in pezzi ancor piu' piccoli che si spargono ovunque, il calice si frantuma e non c'e' piu' nessuno insieme a te.
     Guardi i frammenti di cristallo, guardi quella polvere scintillante che diventa un indistinto luccichio argenteo mentre le lacrime ti offuscano la vista. I singhiozzi ti scuotono, le lacrime salate scendono fino alle tue labbra, ma la bocca e' arida, mentre la gola si stringe in un nodo che non ti lascia respirare. E' la disperazione che si fa strada in te, che ti scava come un verme rode il legno di un albero. E' la disperazione che ti svuota, che ti lascia incapace di amare, sperare o anche solo infuriarti. Che cancella il domani.
     E' possibile rimettere insieme i pezzi una volta ancora, ti chiedi? E se anche fosse possibile, se anche si potessero ritrovare tutti i pezzi, raccogliere quelle parti che sono ridotte a polvere fine, se anche li avessi nuovamente tutti nelle tue mani, fino all'ultimo atomo, saresti capace di ricostruire il cristallo questa volta? Per quanto duramente tu possa lavorare, per quanto abile tu sia, cosa puoi sperare di rimettere insieme? Ricostruiresti, probabilmente, un calice deforme, debole e dai bordi frastagliati, un calice a malapena capace di stare insieme, figuriamoci contenere un liquido. E chi, poi, sarebbe disposto a sorseggiare alcunche' da un calice che taglierebbe le sue labbra?

      Hai immaginato, ti sei raffigurata la scena, la situazione che ho descritto? Non so se tu che leggi hai vissuto la stessa situazione o anche solo qualcosa di simile, qualcosa che ha risvegliato in te paure di tale genere: la paura che qualcuno ti ferisca ancora, la paura di fallire, quella di non riuscire ad avere accanto qualcuno che abbia premura di te per cio' che sei, calice perfetto e senza difetti o frantumato e tenuto insieme da colla cosi' difficilmente messa nei punti giusti, qualcuno che non sia solo interessato a bere il liquore che verserai per poi gettarti, spezzarti, che ti frantumi dopo avere asciugato l'ultima goccia di te. Non so se conosci queste paure, se hai trovato il coraggio di affrontarle o se ancorai stai tremando e singhiozzando in un angolo nascosto. Non so se, nell' ultimo caso, tu sia una di quelle persone capaci di affrontare il dolore e la fatica di rimettere insieme i pezzi, di rimetterli insieme ed accettarti qualunque sia la forma che verra' fuori. Ma so che sicuramente c'e' almeno un'altra persona disposta a bere dal tuo calice. Che si portera' alle labbra quel bordo frastagliato e si ferira' nel bere, e che ti restituira' il calice macchiato di sangue e ti sorridera', che sara' felice di cio' che gli darai, sia esso poco o tanto, e che non pretendera' di vedere il fondo del bicchiere. Una persona che maneggera' il tuo calice con gentilezza, che ne avra' cura e lo custodira' per te se vorrai, ma che sara' pronta a restituirtelo nel momento stesso che tu dovessi richiederlo indietro.

      Non parlo di un sogno, parlo di persone che conosco. Persone che spesso sono gia' accanto a noi, che possiamo trovare se cerchiamo nei posti giusti. Quindi raccogli i pezzi, cercali e trovane piu' che puoi, ma sapendo che poco importa se alla fine ci saranno tutti oppure no. Perche' quel calice, per quanto debole e incompleto che venga ricostruito, riuscira' sempre a contenere per lo meno una goccia di liquore. Ed esistono persone che si accontentano di una goccia, perche' in quella goccia c'e' tutto il tuo Io, c'e' tutto un universo.
      E poi, non sempre ma spesso, ci viene fatto dono di un nuovo calice, di una vita nuova.

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