Saturday, 3 August 2013

La Zona del Crepuscolo

   
Ormai e' un'abitudine. Gli occhi si aprono da soli ben prima che la sveglia suoni, la mente immediatamente sveglia e attivamente lucida. Poco importa che oggi la sveglia non dovesse suonare. Come al solito ci ho messo un poco a realizzare che potevo dormire ancora, che non avevo impegni di lavoro. E come d'abitudine non ho ripreso sonno.
      Sono rimasto a guardare cio' che si vede dalle due finestre aperte sulla parete alla sinistra del mio letto: un riquadro immobile, come bloccato nel tempo, avvolto da una luce grigia che non si capisce da dove provenga, soffusa nell'aria, che giunge da ogni direzione, mentre il sole si trova ancora ben sotto l'orizzonte. Il cielo aveva questa luminosita' grigia e i rami di una quercia vi si stagliavano contro, delineati in ogni foglia. Immobili. L'aria stessa era immobile, immobile e silenziosa. Il Crepuscolo. E questa porzione di tempo, fra quando il Mondo sfugge al mantello della notte e prima di cadere nelle fauci del sole, questa porzione di tempo e' la sua Zona. Non uno spazio fisico, bensi' uno spazio temporale, durante cui il respiro e' trattenuto, niente si muove, nessuna creatura fatta di carne infesta apertamente le sue strade e i suoi campi. In questo momento il Mondo puo' pretendere di essere qualunque cosa, puo' pretendere di essere un luogo migliore.
       Poi un colpo di vento ha rotto l'incanto, ha agitato i rami della quercia, ha riportato il suono nel mondo e i liquidi confini del Crepuscolo si sono disfatti, sono ruscellati come mercurio e scomparsi come rugiada al sole. Dal lago si sono levati gli starnazzamenti delle oche selvatiche, che chiamandosi l'un altra dai vari punti dell'isoletta boscosa su cui dormono si sono organizzate in gruppi, hanno raggiunto la riva e attraversato la fascia di alte erbe sbiancate da oltre un mese di inusuale sole estivo, per venire a pascolare sul prato del parco. Poco fa il sole e' sorto, rosso e cangiante, colpendomi direttamente sul viso mentre ancora ero disteso sul letto, insinuando i suoi raggi fra l'orizzonte e la chioma di una quercia. Le foglie della quercia, coperte di rugiada, riflettevano la luce del sole. Potevo perfino vedere il filo di una ragnatela lontano almeno venti metri metri, sottilo filo di luce teso fra due rami.
        Il sole ed il rumore hanno fatto il loro ingresso nel Mondo anche oggi: lo starnazzare delle anatre e il rombo distante e continuo degli aerei nel cielo di Londra, voci umane e veicoli a motore. Il Crepuscolo e' scomparso, cosi' come una bolla di sapone scompare se la tocchi col dito. Tornera' domani, sfuggira' dall'abbraccio della notte, per fronteggiare il sole inconsapevole. E per un breve tempo ancora il Mondo potra' pretendere di essere un luogo migliore.

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